Durante un incontro a Londra organizzato da SEGA e Relic avevamo avuto l'opportunità a fine maggio di vedere per la prima volta dal vivo il nuovo capitolo di Dawn of War: un franchise storico da sempre legato a doppia mandata al PC e che in passato ha reso felici milioni di amanti degli strategici in tempo reale. In quell'occasione avevamo assistito a una lunga presentazione di questo terzo capitolo, seguita da alcuni stralci di gameplay giocato davanti ai nostri occhi; il tutto lo avevamo sintetizzato in un approfondito articolo uscito alla vigilia dell'E3 di Los Angeles.
Evidentemente non contenta di quel primo incontro, la software house che ha dato i natali anche alla saga di Homeworld e a quella di Company of Heroes, ha voluto approfittare della GamesCom di Colonia per tornare a far parlare del suo nuovo progetto, Warhammer 40.000: Dawn of War III. In una piccola stanza dello stand SEGA abbiamo quindi trovato una manciata di postazioni PC con installata l'ultima build del gioco e ovviamente non ci siamo tirati indietro davanti all'occasione di passare quasi un'ora in compagnia del sequel. Questa nostra lunga sessione, oltre a permetterci di capire qualcosina di più sul titolo, è parte integrante della videoanteprima che trovate nell'articolo e verrà mostrata in forma quasi integrale in una prossima Sala Giochi, quindi continuate a visitarci anche nei prossimi giorni se siete interessati al lavoro di Relic. La missione provata era la stessa identica mostrata durante il reveal di maggio: una delle più avanzate stando alle parole dello sviluppatore e con tutto l'equipaggiamento, gli edifici e le unità degli Space Marine capitanati da Gabriel Angelos sbloccati e disponibili per l'uso immediato. Non possiamo nascondere che all'inizio ci siamo trovati piuttosto spaesati, buttati così nel mezzo dell'azione con tutto quel mare di icone e robe da gestire ma nell'arco di una decina di minuti abbiamo preso confidenza con l'interfaccia di gioco e con la gestione delle nostre forze anche grazie a una certa familiarità con la serie. In termini di HUD e comandi questo terzo Dawn of War è chiaramente erede dei capitoli precedenti e anche se non troviamo più la gestione delle coperture, grande elemento distintivo della serie qui messo da parte in funzione di un'accelerazione del gameplay e di una riduzione della microgestione in favore di numeri molto più vasti di unità controllabili sul campo di battaglia, è evidente come tutti i comandi siano esattamente dove ce li saremmo aspettati. Sulla sinistra troviamo la gestione rapida degli eroi mentre in basso possiamo vedere tutti gli squadroni a nostra disposizione adeguatamente suddivisi nelle varie icone, l'immancabile mini-mappa e il pannellino di controllo che ci permette di avere accesso alle funzioni avanzate di ogni unità: dalla gestione delle formazioni, alle abilità speciali fino ad arrivare alle opzioni di costruzione. Lo scopo della missione era di fermare gli Eldar e impedire loro la realizzazione e attivazione di un portale in grado di far giungere sul pianeta Acheon le forze soverchianti dell'antica razza specializzata in tattiche di guerriglia mordi e fuggi. Era possibile seguire e completare una manciata di missioni secondarie come rispondere ad alcuni messaggi di soccorso lasciati in giro da altri Space Marine o bloccare la costruzione di portali secondari che gli Eldar stavano mettendo in piedi come backup del principale.
Abbiamo giocato Dawn of War III e in un attimo ci siamo trovati catapultati nel passato
Come prima, più di prima
A livello di struttura di gioco, come dicevamo poco sopra, è immediatamente chiaro come Dawn of War 3 non voglia rischiare nulla proponendo lo stesso identico gameplay del passato, per quanto aggiornato e leggermente accelerato. Le risorse sono le consuete requisition e power da raccogliere conquistando e mantenendo i punti di controllo disseminati sulla mappa. Rispetto al passato è possibile specializzare queste fonti costruendo fino a tre upgrade scegliendo se privilegiare una delle due risorse o costruire un bonus permanente che accelera la produzione. È poi possibile fortificare l'elemento con una torretta che può anche essere specializzata con varie modalità di fuoco.
Perfettamente identica al passato anche la gestione della base che ritorna intonsa dal primo capitolo e permette di edificare le varie strutture in grado di sfornare tutte le unità a nostra disposizione. Dobbiamo dire che questa missione in particolare ci faceva partire già con tutti gli edifici al loro posto ma è probabile che in base al contesto dovremo tenere conto anche della fase di costruzione così come ci è stato confermato che in multiplayer sarà possibile personalizzare il grado di preparazione della base e la sua presenza nei match. Da Dawn of War II sembrano invece mutuate tutte le unità eroiche: nella missione avevamo a disposizione oltre ad Angelos anche l'immensa Solaria e una piccola divisione dei Terminator d'assalto. Ognuna di queste super unità ha un grado di rigenerazione della vita molto elevato, possiede abilità speciali dalla portata devastante e spesso deve essere unità alle varie tipologie di unità "standard" per dare il meglio di sé e risultare davvero devastante dalla lunga e corta distanza. Naturalmente anche gli eroi possono morire e dovremo aspettare dei tempi di ricarica anche molto lunghi (tre o quattro minuti) per poterli far rigenerare in qualsiasi punto visibile della mappa. Per quanto riguarda le unità normali, avremo come al solito un'abbondante microgestione delle stesse attraverso vari potenziamenti a cui avremo accesso costruendo l'edificio dedicato alla ricerca e starà al giocatore scegliere sia i talenti da equipaggiare che gestire il loro uso in battaglia. Tutto attraverso il consueto pannellino dell'interfaccia di gioco o sfruttando le scorciatoie da tastiera. Il livello provato ci permetteva anche di avere accesso al bombardamento orbitale che poteva essere lanciato ogni dieci minuti per radere al suolo costruzioni avversarie e disintegrare letteralmente le unità nemiche. La "ultimate", una volta lanciata, può essere mossa sullo scenario e così facendo la vedremo progressivamente rallentare ma anche aumentare di intensità. Pur continuando a rimanere un poco scettici sul mercato potenziale di un titolo forse troppo anacronistico nel suo essere uno strategico in tempo reale vecchissimo stampo, abbiamo comunque apprezzato moltissimo i piccoli ritocchi del gameplay operati da Relic che contribuivano a rendere più movimentate le partite attraverso azioni in grado di capovolgere rapidamente l'esito della battaglia.
Gli Space Marine ad esempio, pur preferendo uno stile di combattimento molto ravvicinato e, a causa della loro corazza, più lento e ragionato, hanno diverse abilità in grado di rendere molto mobile la fazione. Oltre al sopracitato bombardamento e ad alcuni veicoli di combattimento (come non citare l'unità eroica Terminator in grado di teletrasportarsi rapidamente attraverso lo scenario), spicca in particolare la possibilità di lanciare le capsule planetarie. Nel livello ne avevamo tre a disposizione che tendevano a ricaricarsi dopo l'uso con un tempo di ricarica piuttosto lungo. Si selezionano, si sceglie la tipologia di unità da lanciare (veicoli compresi) e, dopo alcuni secondi di preparazione, può essere fatta precipitare in qualsiasi punto visibile della mappa. Si tratta di uno stratagemma eccellente per iniziare dei combattimenti, per sfoltire o distrarre unità ben posizionate visto che il loro atterraggio provoca un'imponente onda d'urto o anche soltanto per attaccare dalle spalle la linea nemica durante un combattimento già in corso. Tra l'altro rispetto alla build mostrata durante il reveal, dobbiamo riconoscere che il titolo ha fatto grandi passi in avanti da un punto di vista tecnico e la demo da noi giocata si presentava molto fluida, ben dettagliata e con eccellenti e imponenti effetti grafici a sottolineare i colpi più potenti e devastanti. L'appuntamento con Dawn of War III è fissato al prossimo anno: non sappiamo ancora con precisione quando, ma siamo convinti che torneremo a provarlo in modo più approfondito nei prossimi mesi.
CERTEZZE
- La microgestione delle unità farà la felicità dei veri amanti della strategia
- Chi ha giocato i precedenti capitoli si sentirà subito a casa
- Splendidi e d'impatto gli effetti grafici che accompagnano i colpi più devastanti
DUBBI
- La mancanza di coperture aumenta la tendenza a mandare le unità allo sbaraglio
- È uno strategico d'altri tempi e per questo potrebbe faticare a trovare uno spazio nel mercato odierno