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In una galassia sempre meno lontana

Le promesse di Star Citizen continuano a concretizzarsi attraverso una nuova release e un'impressionante demo

ANTEPRIMA di Mattia Armani   —   31/08/2016

Star Citizen, il titolo destinato a segnare il ritorno al videogioco di Chris Roberts, è stato dato per spacciato innumerevoli volte eppure è ancora li, sempre in versione alpha ma sempre più lontano dall'essere una demo e sempre più vicino a essere quel gioco spaventoso che ci è stato promesso quattro anni fa. Le promesse altisonanti accomunano un gran numero di progetti e spesso sono eccessive, promozionali e pensate per accendere l'hype a prescindere dalla veridicità. Altre volte invece le promesse sono altisonanti ma lo sono così tanto da diventare fonti di ispirazione che sostengono tanto la community quanto gli sviluppatori. Così è stato per Ultima Online, padre dell'MMO moderno, e così potrebbe essere per Star Citizen che con un nuovo colpo di reni, una lunga demo dedicata alla futura versione 3.0, ha calmato gli animi di molti scettici attirando, al contempo, una nuova ondata di fan.

La alpha 2.5 di Star Citizen pone le basi per un'evoluzione radicale dell'universo di Chris Roberts

La patch 2.5

Il genere dei simulatori spaziali è stato trascurato a lungo per tornare a farsi sentire negli ultimi anni grazie a crowdfunding ed evoluzione dei tool di sviluppo. Purtroppo alcuni di questi progetti si sono affidati troppo alle meraviglie delle tecnologie procedurali per dimenticarsi di quei contenuti che sono fondamentali una volta svanito lo stupore iniziale. Per fortuna le basi tecnologiche di Elite sono raffinate e complesse, pensate per un'evoluzione costante che sta lentamente riempiendo l'immenso universo del gioco, ma è difficile che il risultato finale possa confrontarsi con Star Citizen. Il progetto di Chris Roberts si fonda su un universo finito, forse limitato dal punto di vista delle dimensioni ma pensato per combinare da subito grafica massiccia, economia interconnessa, campi di battaglia immensi, attività extraveicolari, sparatutto in prima persona e navi multi equipaggio.

In una galassia sempre meno lontana
In una galassia sempre meno lontana

In Star Citizen è già possibile alzarsi dalla propria cuccetta, richiamare la propria nave e salirci, tutto a piedi, così com'è possibile scendere in una stazione destinata agli scontri FPS per guardarsi negli occhi di altri giocatori in carne e ossa che guardano l'interno dell'installazione dalle finestre della loro nave. E stiamo parlando di meccaniche presenti da mesi a cui si sono via via aggiunte novità più o meno evidenti che vanno dalle navi multi equipaggio fino all'introduzione delle interferenze elettromagnetiche, passando dall'introduzione delle fazioni. Oltre a migliorare le basi ogni update, lo sappiamo, include anche nuove navi che, vendute a caro prezzo sullo shop, continuano ad alimentare le finanze del progetto. Ma quando le patch hanno il tenore della 2.5 e le promesse sono quelle della 3.0, possiamo continuare a fidarci che la maggior parte dei soldi vengano spesi nello sviluppo effettivo dell'universo di Star Citizen. La patch 2.5, rilasciata in occasione della GamesCom 2016, non brilla per novità eclatanti ma porta con se un gran numero di rifiniture, cambiamenti importanti ai sistemi di gioco e una casa spaziale per i fuorilegge. Quest'ultima si chiama Grim Hex ed è una stazione che si trova nel campo di asteroidi Yela e consente ai giocatori di acquistare vestiti, armi e armature che non si possono trovare nei negozi di Port Olisar. Tra i beni reperibili ci sono anche le armi a energia, rimosse dai negozi di Port Olisar per incentivare i giocatori a mescolarsi con feccia spaziale che si rifornisce dalle botteghe Skutters e KC Trending. Per dare un'occhiata alla nuova area è sia possibile raggiungerla, sia diventare fuori legge. Una volta ottenuto lo status di ricercato lo spawn si sposta direttamente a Grim Hex e diventa impossibile accedere alle strutture di Crusader. Le novità legate allo shopping fanno il paio con il nuovo sistema dedicato agli oggetti che cambia nomenclatura, aggiorna caratteristiche e include cambiamenti nascosti ma importanti nell'ottica dell'ottimizzazione. Ci importa invece del nuovo sistema di atterraggio, ora meno macchinoso grazie a una serie di automatismi e di indicatori. Per prima cosa è possibile entrare in modalità atterraggio abbassando semplicemente il carrello. Una volta che lo abbiamo fatto l'interfaccia cambia e la velocità della nave si riduce fino a quella della modalità di precisione, impedendoci così di fare troppi danni in caso di errore. L'interfaccia di atterraggio identifica automaticamente la piazzola consigliata segnalandoci quelle valide, quelle invalide e quelle raccomandate. Una volta allineata la nave con la piattaforma di atterraggio è possibile ricorrere all'atterraggio automatico, se disponibile.

Verso la versione 3.0

Passiamo all'ultima novità di rilievo della patch 2.5 che riguarda l'evoluzione del sistema che determina i danni subiti dal giocatore, che come gli altri diventa sempre più complesso in preparazione delle novità future. L'evoluzione 2.0 del sistema di salute include la segnalazione visiva dell'entità dei danni subiti e un sostanziale miglioramento ai danni localizzati ai singoli arti, funzionale alla futura implementazione di penalità specifiche a seconda delle parti del corpo ferite. Nonostante aggiunte e fix, Star Citizen è ancora in alto mare, almeno per quanto riguarda l'universo persistente, ma persino in fase alfa è uno dei titoli più avanzati in circolazione.

In una galassia sempre meno lontana

Grafica spinta, visuali mozzafiato, astronavi curate in ogni minimo dettaglio, un engine sempre più complesso anche per quanto riguarda la fisica e possibilità inedite come quella di lasciare la nave di fronte a una stazione, uscire nello spazio e infilarsi in un condotto per riparare un danno. E questo non è ancora nulla. Se le missioni particolari, le dinamiche a piedi e i sistemi ben differenziati sono fondamentali nell'ottica di un'esperienza credibile e varia, l'economia dinamica, con tanto di missioni generate in base alle azioni dei giocatori, dovrebbe chiudere il cerchio della dimensione sandbox che finalmente unirà tutte le componenti di Star Citizen in un'unica esperienza. L'inizio della nuova fase avverrà con la patch 3.0, prevista entro fine anno e mostrata in occasione della GamesCom con una demo alpha che pur limitata e in parte scriptata è la conferma che RSI ha le carte in regola per raggiungere l'ambizioso obiettivo con cui ha catturato i nostri cuori ormai quattro anni fa, il dieci ottobre del 2012. La demo, pensata per mostrarci le meraviglie di un universo interconnesso, parte dalla cuccetta di Port Olisar che abbiamo imparato a conoscere fin troppo bene, ma le dinamiche frammentarie dell'attuale versione alpha di Star Citizen lasciano il posto a un'esperienza fluida che unisce navi multi equipaggio, missioni affrontabili in cooperativa e un rude contatto armato di cocktail che affida al giocatore una missione a più tappe. Una missione impegnativa che parte dal ritrovamento di un'astronave danneggiata per arrivare al volo planetario, veicoli terrestri e dinamiche sparatutto, tutto mescolati in una mappa smisurata. Di fronte a tutto questo il fatto che Star Citizen rinunci agli infiniti universi procedurali tanto amati dalla concorrenza passa senza dubbio in secondo piano. Probabilmente al lancio il numero di sistemi non arriverà nemmeno a quei cento che ci sono stati promessi durante la campagna kickstarter, ma le dimensioni contenute dell'universo hanno permesso agli sviluppatori di realizzare avamposti mozzafiato come l'Area 18 del pianeta ArcCorp, che rappresenta un ottimo biglietto da visita per un titolo ancora in divenire.

CERTEZZE

  • Comparto tecnico raffinato e grafica mozzafiato
  • Una visione unica e potenzialmente rivoluzionaria
  • Supporto incondizionato da parte di una community incredibilmente motivata

DUBBI

  • Ottimizzare un titolo del genere potrebbe rivelarsi particolarmente complicato
  • Buona parte delle promesse sono ancora solo su carta
  • Ambizioni eccessive possono tradursi in una grossa delusione