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Il 2016 nello sviluppo italiano

Scopriamo quanto di meglio ha offerto l'industria nazionale nel 2016

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   28/12/2016

Il 2016 è stato un'ottima annata per le produzioni italiane. Lungi da noi parlare di Rinascimento dell'industria videoludica nazionale, espressione giornalistica tratta da una fraseologia abusata quanto sempre disattesa nel corso degli ultimi decenni, ma è indubbio che la media stia crescendo e che quest'anno trovare titoli buoni e ottimi realizzati nella penisola di Dante è stato molto semplice, al punto da essere stati costretti a tenerne fuori qualcuno. Insomma, abbiamo conferme importanti, come Ride 2 di Milestone, che speriamo si decida a fare il salto tecnologico ormai ineludibile per non uscire di strada; o come Kunos Simulazioni, che è riuscito a far sbarcare Assetto Corsa su console, nonostante il genere cui appartiene non sia propriamente adatto a un pubblico abituato ad altro quando si parla di giochi di corse. Ma anche delle novità importanti come 34BigThings, cui dobbiamo il futuristico Redout, che ha convinto davvero tutti, e LKA con il suo The Town of Light, titolo raffinato quanto incompreso, che avrebbe meritato ben altra gloria al fianco di opere come Firewatch o Everybody's Gone to the Rapture. Chiude la carrellata Wheels of Aurelia, titolo italianissimo fino al midollo che ci è piaciuto davvero molto, nonostante la tiepida accoglienza internazionale.

Quali sono stati i migliori titoli prodotti in Italia nel 2016? Scopritelo in questo speciale!

Redout

Vi sentite orfani della serie Wipeout? Bene, sappiate che la migliore alternativa sul mercato è stata realizzata in Italia ed è uscita nel 2016 (a settembre, per la precisione). Redout di 34BigThings ha tutto ciò che i fan del genere possono desiderare: velocità, design fantascientifico, circuiti con ambientazioni incredibilmente curate e una modalità carriera lunga e articolata. Va anche ricordato che il team di sviluppo sta fornendo un grande supporto agli acquirenti: siamo già al secondo aggiornamento gratuito che ha aggiunto nuove piste, nuovi modelli e nuove modalità. Di patch in patch è stato sistemato anche l'hud, considerato uno dei difetti maggiori della release originale. E non finisce qui, perché se volete su Steam c'è anche una demo da provare, tanto per togliervi ogni dubbio sulla bontà del titolo. Mancano solo le offerte sessuali, ma non diciamolo ad alta voce altrimenti rischiamo di essere accontentati. Insomma, non acquistare Redout sarebbe un delitto, soprattutto se vi piacciono i giochi di corse futuristiche ispirati alla serie di Psygnosis.

The Town of Light

The Town of Light è prima di tutto un atto d'amore verso il mondo che racconta. Un viaggio dolente e disperato nella vita in manicomio di una donna, emarginata prima dalla famiglia, quindi dalla società e dalla storia. Fosse stato realizzato fuori dall'Italia probabilmente lo avremmo sentito definire un capolavoro tra i walking simulator, mentre invece è passato un po' in sordina, sommerso dalla sufficienza con cui è stato affrontato e trattato. Eppure non esiste un videogioco che rappresenti le dinamiche della vita in manicomio in modo così accurato e realistico, senza sfociare mai nel patetico o nel fantastico, due modalità di rappresentazione che spesso nascondono una conoscenza approssimativa della materia, basata su fonti incomplete e pesantemente mediate. La sensibilità con cui si è voluto affrontare l'argomento è chiara sin dai primi istanti di gioco, in cui si può ammirare la cura posta nella ricostruzione del manicomio di Volterra, ma viene confermata per tutta l'opera, in un crescendo che porta a un finale forte e drammatico che non lascia indifferenti.

Wheels of Aurelia

Wheels of Aurelia è il titolo più problematico della cinquina. Come affermavamo nell'introduzione, è quello "più italiano" di tutti, nel senso che affronta di petto questioni strettamente nazionali, ostentando in più occasioni la sua visione politica, ma finendo per escludere chi non conosce bene la nostra storia. Provandolo per recensirlo abbiamo immediatamente supposto che avrebbe avuto qualche difficoltà di ricezione da parte del pubblico internazionale e così è stato. Ciò non toglie che il viaggio in macchina di Lella lungo la via Aurelia e lungo la storia italiana della fine degli anni '70 sia di quelli coraggiosi. Non certo per la difficoltà, visto che Wheels of Aurelia deriva più da un Dear Esther che da un gioco di corse (anche questo fatto è stato poco compreso... più che altro poco accettato), ma per gli argomenti che tratta, che vanno da facezie come la squadra del cuore, a temi importanti come l'aborto e il terrorismo. Sommando tutto e incorniciandolo in una colonna sonora che richiama la musica in voga in quegli anni, si ottiene un affresco potente di una nazione in preda a grumi di potere parassitari, incapace di decidere e destinata alla deriva.

Assetto Corsa

In ambito videoludico Assetto Corsa è indubbiamente uno dei fiori all'occhiello italiani, frutto di capacità e intelligenza commerciale. Kunos Simulazioni ha svolto un lavoro egregio nel costruire il suo gioco per un pubblico insoddisfatto dei vari Forza e Gran Turismo, ossia desideroso di simulazioni vere e senza troppi compromessi. Mettersi a giocare sul campo degli avversari sarebbe stato un suicidio, vista la disparità di mezzi, così si è scelto di accontentare una grossa nicchia che di suo ha risposto alla grande. La versione PC del gioco è uscita nel 2014, ma ancora oggi non mancano supporto e nuovi contenuti, mentre nel 2016 abbiamo avuto la versione console, uscita con qualche problema, ma recuperata in corsa e supportata in modo massiccio come l'altra. Insomma, a conti fatti è difficile non fare il tifo per questo team di sviluppo romano, che si sta muovendo davvero bene. Il nostro augurio più sincero è che Assetto Corsa sia un punto di partenza e non di arrivo, ossia che diventi le fondamenta di una realtà solida e capace di ripresentarsi sul mercato con novità importanti nel corso dei prossimi anni.

Ride 2

Milestone è un dilemma. Ride 2 è un ottimo gioco, ma paga la "fama" che il team milanese si è fatto negli ultimi anni, rafforzata dai lanci continui di titoli molto simili tra loro. In effetti nel solo 2016 abbiamo avuto Sébastien Loeb Rally EVO (gennaio), MXGP2 - The Official Motocross Videogame (aprile), Valentino Rossi The Game (giugno), DUCATI - 90th Anniversary (giugno), MXGP2 - The Official Motocross Videogame Compact (settembre) e infine Ride 2 (ottobre). Insomma, Milestone dovrebbe scrollarsi di dosso questa immagine di stampatore seriale di giochi di corse e tornare a ragionare in grande, magari diradando le uscite e mettendo maggiore cura nei singoli titoli. Così prodotti meritevoli come Ride 2, che avrebbe meritato ben altra fortuna, non finirebbero schiacciati dagli altri, decisamente più dozzinali e superflui. Insomma, Milestone dovrebbe piantarla di boicottare se stessa con politiche poco lungimiranti, che magari funzionano nel breve periodo ma che nel lungo lasciano solo macerie. Aggiungiamoci anche che è arrivato il momento di dare una bella svecchiata all'engine, già poco performante ai tempi di Xbox 360 PlayStation 3, ma oggi davvero intollerabile.