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Neuroni nello spazio profondo

Che Prey fosse un gioco promettente già lo sapevamo, ma non avevamo ancora potuto provarlo direttamente: a Londra abbiamo giocato la prima ora, ed è bastata per esaltarci ancor di più

PROVATO di Aligi Comandini   —   15/02/2017

Prey è un ritorno al passato, e lo intendiamo nel migliore dei modi possibili. Parliamo infatti del passato glorioso dei titoli per PC, quello in cui la profondità delle meccaniche era vista come una cosa positiva, come una strada da ampliare e su cui proseguire per creare titoli dalle innumerevoli possibilità per i giocatori; parliamo del passato di Deus Ex, di Thief, dei Looking Glass e degli Ion Storm (non quelli di Daikatana, gli altri) e parliamo anche di System Shock, un gioco da cui questa creatura degli Arkane prende indubbiamente moltissimo. Perché sarà anche vero che già Arx Fatalis (uno dei primi progetti della casa) prendeva una strada simile a quella di Prey, ma è chiaramente da quella serie storica che questo titolo prende le sue atmosfere, la sua tensione, e molte delle sue idee. Prey è un titolo angosciante, in grado di far venire la pelle d'oca al giocatore e di massaggiare con amore i suoi neuroni. E tutto questo lo si nota già dalla primissima ora di gioco, da noi testata nella sede londinese di Bethesda. C'è da dire altro? Sì, in verità: quindi continuate a leggere.

Abbiamo giocato Prey e confermiamo le ottime impressioni nel nostro nuovo provato!

Tutto tranquillo

L'inizio di Prey è molto simile a quello visto nel trailer di presentazione del gioco. Si sceglie tra una versione maschile o femminile di Morgan Yu, il protagonista, e ci si risveglia in un soleggiato appartamento in quella che sembra la città di San Francisco, pronti per affrontare una giornata di test per la TranStar - una non meglio precisata mega corporazione.

Neuroni nello spazio profondo

Ovviamente però le cose non sono quelle che sembrano e dopo uno "spiacevole" incidente con alcune forme di vita aliene si scopre di essere su una stazione di ricerca orbitante, in una situazione da film dell'orrore. Ora, il titolo degli Arkane non è un horror, ma la Talos - la stazione dove vi trovate - è popolata principalmente da forme di vita aliene chiamate Typhoon e da cadaveri di vostri ex "colleghi", quindi non aspettatevi un'atmosfera particolarmente allegra. Non solo, entro pochissimo ci si rende conto che Morgan ha degli enormi buchi di memoria, e che qualunque cosa sia successa in quel luogo disperso nello spazio potrebbe essere opera di qualcuno a voi molto vicino... Un sacco di ottimi elementi per interessarsi alle vicende insomma, con in più la certezza di aver a che fare con una storia scritta in larga parte da Chris Avellone, tra i più rinomati autori dell'industria videoludica. Il tocco di Chris si nota peraltro nella quantità di testo del gioco: sono molte le testimonianze sparse tra i terminali e gli elementi di narrativa ambientale che ampliano la trama, pertanto non ci troviamo davanti a un titolo che trattiene le parole, nonostante i lunghi silenzi tra i corridoi della Talos. Tornando alle tinte horror, invece, queste non dipendono tanto dagli avvenimenti quanto dai Typhoon, gli alieni che hanno invaso la stazione di ricerca. Prey non è infatti un gioco con nemici normali, e tenta non solo di farvi ragionare quando li si incontra, ma anche di farvi venire un coccolone ogni santissima volta.

Una tazzina di caff... AAAARGH!

I Typhoon sono variegati, per essere delle masse nere e informi. Il più comune di questi pericolosi avversari è peraltro il Mimic, una sorta di ragno capace di prendere la forma di qualunque oggetto di piccole o medie dimensioni. Qualunque.

Neuroni nello spazio profondo

Ciò significa che non importa dove vi troviate o cosa stiate facendo, se nei paraggi c'è una sedia, una tazzina di caffè, un mappamondo o qualunque altra cosa, potreste venir attaccati da uno di questi simpaticoni all'improvviso, con conseguente balzo dalla sedia. Per carità, a una certa ci si fa l'abitudine, ma vi assicuriamo che per un po' verrete presi da una mania distruttiva nei confronti di tutti gli oggetti presenti, giusto per esser sicuri che il rumore appena sentito non provenisse da un nemico vicino. Il fatto è che i Mimic sono solo una minaccia minore se li si paragona ai Phantom, agili nemici in grado di scagliare sfere energetiche e sparire all'improvviso, o alle amenità viste e descritte nella nostra precedente preview. È dunque una fortuna che per affrontarli Morgan abbia a disposizione innumerevoli abilità e mezzi, tra cui quello più interessante si conferma la GLOO Gun: questo cannone, di cui abbiamo già ampiamente parlato, non solo rallenta o paralizza gli avversari, ma è un ottimo modo per raggiungere zone sopraelevate (la colla che spara, una volta indurita, diventa scalabile) o creare barriere temporanee. La sua importanza in battaglia deriva in primis dal fatto che, una volta rallentati, i nemici diventano facile preda della vostra chiave inglese, ed è il caso di usarla in Prey, poiché le armi da fuoco e i proiettili sono piuttosto rari. Macchine riciclanti e materiali non scarseggiano, ma produrre munizioni non è facile e quasi tutto nel gioco si inceppa se viene usato troppo spesso, dunque tenetevi stretta la chiave... sarà la vostra migliore amica a lungo, anche quando dovrete riparare qualcosa.

Morgan il tuttofare

Visto che abbiamo appena parlato di crafting e di riparazioni, molti di voi avranno iniziato a intuire perché Prey è un gioco complesso.

Neuroni nello spazio profondo
Neuroni nello spazio profondo

Non si tratta solo di narrativa elaborata: questo è un titolo in cui il protagonista può apprendere innumerevoli abilità, che vanno dall'hacking (effettuato tramite un mini gioco rapido e piuttosto carino, che vi vede evitare alcune barriere colorate per raggiungere un dato traguardo) alla capacità di ricostruire stazioni di servizio e robot sparsi per la Talos. Non bastasse, a un certo punto - da noi non raggiunto nella prima ora di gioco, forse per via anche di alcune limitazioni all'avanzamento poste dagli sviluppatori - Morgan ottiene la capacità di scansionare gli alieni e apprenderne i poteri, venendo in possesso di abilità dannatamente utili sia in combattimento che nelle tante situazioni di pericolo di cui la mappa di gioco è piena. Lo sviluppo del protagonista dipende poi da oggetti chiamati Neuromod, che vengono utilizzati a mo' di Punti Abilità per migliorare i suoi poteri e le conoscenze mediche, ingegneristiche o militari (non sono in quantità enorme nel gioco, dunque dovrete selezionare una specializzazione). Mettete insieme tutti i tasselli, e otterrete un titolo davvero curioso, con meccaniche approfondite, nemici che richiedono ragionamento tattico per essere sconfitti, e un'atmosfera notevole. Tecnicamente, poi, non è affatto male, vuoi per l'arredamento art déco della stazione, che spezza alla grande con le sale ultra tecnologiche e i corridoi metallici, vuoi per l'ottimo uso del sonoro, che accompagna con intelligenza (e alle volte qualche sbalzo, ma era pur sempre una versione di prova) le vostre azioni, diventando praticamente nullo nei momenti più tesi ed esplodendo all'improvviso negli scontri. Questa prima ora di Prey, in parole povere, ci ha convinto al 99%. Manca pochissimo per fare quel passo che potrebbe rendere il titolo di Arkane uno dei migliori dell'anno; speriamo che questi talentuosi sviluppatori riescano a confermare ancora una volta il loro talento.

CERTEZZE

  • Meccaniche profonde, che offrono numerose possibilità di approccio al giocatore
  • Ricco di tensione e atmosfera
  • Narrativa complessa e interessante
  • Nemici particolarissimi, che richiedono un approccio tattico

DUBBI

  • La trama reggerà?
  • Qualche bug nella demo provata