È già passato un anno da quando Paragon ha aperto le porte dell'open beta e per celebrare l'avvenimento sui server di gioco è arrivato solo qualche settimana fa un corposo aggiornamento che ha introdotto un nuovo personaggio, nuove carte, gli stendardi e moltissimi altri cambiamenti per il bilanciamento degli eroi. Paragon è uno dei pochi MOBA in terza persona sul mercato e la sua presenza su PlayStation 4, oltre che su PC, lo rende un osservato speciale. Negli scorsi dodici mesi abbiamo solo sfiorato la produzione Epic Games senza che questa riuscisse a fare realmente breccia nel nostro cuore. Smite, ad esempio, ci era sembrato un gioco decisamente più originale e dal design azzeccato mentre Paragon proprio non vuole saperne di uscire da una mediocrità che sembra essere la sua più pesante problematica. Il titolo stenta a decollare e, nonostante il modello free to play, anche la community non sembra essere particolarmente numerosa. Abbiamo deciso quindi di fare il punto della situazione giunti a questo punto dello sviluppo, analizzandone i lati positivi e le criticità presenti.
I MOBA spopolano su PC ma perché su console sono destinati a fallire?
Non c’è paragone
Il mercato dei MOBA su PC è fortemente ancorato a tre colossi e ricco di cloni di minor fortuna, ma su console le cose vanno in maniera diametralmente opposta. In pochi hanno provato a portare il genere nei nostri salotti e solo una percentuale irrisoria di produzioni ha avuto successo. Paragon, secondo noi, potrebbe farcela là dove molti altri hanno fallito ma deve forzatamente raddrizzare il tiro su molte delle sue meccaniche, pena l'essere lasciato nel limbo di anonimato in cui si trova attualmente. Il primo problema di Paragon è la durata delle partite stesse che, con il meta attuale, possono andare avanti anche un'ora e sotto la mezz'ora è praticamente impossibile vedere un match concludersi. È un'idea contraria a tutto quello che il mercato sta suggerendo negli ultimi anni, cioè sistemi di gioco mirati a velocizzare l'azione per permettere di rifarsi velocemente dopo una sconfitta, ponendo il divertimento e la soddisfazione in primo piano. A tal proposito non è presente nemmeno questa volta una efficace soluzione per chi abbandona prematuramente gli scontri o per chi ancor più semplicemente resta immobile in base: nel malaugurato caso in cui ve li troviate in squadra, infatti, non vi resterà che sperare in una partita che duri il meno possibile. Sappiamo benissimo che questi sono problemi comuni a molti altri giochi ma nel 2017, con i competitor saldi sulle loro posizioni di leadership, arrivare senza nuove idee o possibili soluzioni significa già partire con il piede sbagliato. Eppure Paragon potrebbe comunque interessare ai nuovi giocatori. È l'unico MOBA ad esempio a supportare in maniera così pratica il controller, che non solo risulta perfetto per guidare i nostri campioni in battaglia ma che si adatta alla perfezione anche a quel feeling da sparatutto in terza persona proprio del titolo. Non confondete le due cose però, la mira conta in maniera relativa e non c'è da aspettarsi la precisione delle hitbox di qualsivoglia shooter più blasonato, risultando ad ogni modo divertente e apprezzabile anche per chi i multiplayer online battle arena non li mastica quotidianamente. Oltre all'abilità con il grilletto preparatevi a dover gestire i campi di mercenari nella giungla, i vari ruoli nel team, così come una mappa singola strutturata su tre linee principali. Ad attenuare parzialmente la difficoltà classica del genere intervengono poi le carte, che sostituiscono completamente gli oggetti da comprare per potenziare il proprio personaggio durante gli scontri, come accade invece su DOTA e League of Legends. Paragon, addirittura, gestisce in maniera autonoma l'acquisto e la costruzione delle build per i novizi, una trovata che non fa che ridurre l'altezza dello scalino iniziale per l'apprendimento.
Insomma, la produzione di Epic Games tenta di abbassare la curva di difficoltà per aprire le porte ad un pubblico più eterogeneo possibile, non rinunciando a molte caratteristiche tecniche per solleticare comunque il palato dei giocatori più esigenti, scelta che sembra cozzare pesantemente contro quanto detto inizialmente circa la durata dei singoli match. Il problema più grosso che ha Paragon però è quell'assenza di carisma che caratterizza quasi tutti i personaggi presenti nel roster. Nonostante gli oltre venti eroi disponibili al momento, con aggiornamenti continui che ne aumentano regolarmente il numero, sono pochissimi quelli che si salvano esteticamente (incluso un comparto animazioni piuttosto legnoso) e anche la presenza di skin aggiuntive e ricolorazioni per quelle esistenti non riesce a cambiare di molto la situazione. È difficile innamorarsi di un combattente particolare, un po' perché sanno tutti di già visto e un po perché nemmeno le abilità e le meccaniche di gioco paiono essere particolarmente originali. Ci sono poi molteplici problemi di bilanciamento e mancano ancora completamente le partite classificate, feature che la community chiede ormai da tempo per mantenere vivo il gioco. Epic Games non è comunque immobile e gli aggiornamenti arrivano copiosi e di buona qualità, come è successo ad esempio con il recente annuncio di Morigesh, dell'introduzione delle stelle da usare come nuova valuta e delle quest giornaliere, sintomo che la produzione è viva e vegeta e sta solo aspettando il momento giusto per sbocciare. Il nostro auspicio è che quando verrà questo momento ci saranno giocatori sui server in numero tale da garantire la sopravvivenza di questo particolare, ma non esaltante, MOBA.