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Un idraulico tra funghi o un cartone tra umani? - La Bustina di Lakitu

Come e perché un idraulico è diventato un cartone animato?

RUBRICA di Alessandro Bacchetta   —   08/07/2017

Dello stile grafico di Super Mario non si parla quasi mai. In casa Nintendo quella è una discussione abitualmente relegata a The Legend of Zelda, in particolare da The Wind Waker in poi. Inoltre bisogna specificare che, tranne piccoli ritocchi, l'aspetto di Mario è rimasto sostanzialmente identico dai tempi del Nintendo 64. Eppure non è sempre stato così: prima di trovare la sua forma ideale c'è voluto molto tempo. La copertina di Super Mario Bros. (il primo, per NES) è stata disegnata da Miyamoto stesso, ma qualcosa non convinceva né lui né l'azienda: bisognava armonizzare l'icona societaria. Così Nintendo assunse Yoichi Kotabe, disegnatore di Heidi: è lui ad aver plasmato la figura di Mario che conosciamo ancora oggi. Date un'occhiata ai vecchi artwork dell'idraulico e confrontate la copertina del primo gioco con quella del terzo: le variazioni sono lievi, ma importanti. Tra le due immagini intercorre la stessa differenza che esiste tra la prima e la seconda stagione della famiglia Simpson. Ancor più di Super Mario, sono Bowser e Peach ad apparire radicalmente cambiati. Non intendiamo comunque ripercorre la storia dell'aspetto della mascotte Nintendo, quello che ci preme sottolineare è come e quanto in passato la società abbia lavorato per trovare la forma "giusta" a questo personaggio, e quanto poco in tempi recenti si sia parlato del suo aspetto. Di fatto da Super Mario 64 in poi il modello poligonale è stato abbellito e reso più simile a quello utilizzato negli artwork, ma non è mai stato cambiato nella sua conformazione principale, e la ricerca stilistica è stata (quasi) azzerata. Il che fa un po' sorridere pensando a quanto in passato sia cambiato tra un capitolo all'altro, basti ricordare le notevoli differenze tra l'austero Super Mario Bros. e l'elaborato Super Mario Bros. 3, oppure a quelle tra quest'ultimo e Super Mario World, che non solo era più dettagliato (per ovvi motivi) ma utilizzava una palette cromatica decisamente più solare del predecessore; Yoshi's Island non lo approfondiamo non per dimenticanza ma per manifesta alterità rispetto alla saga principale. Ebbene, questo atteggiamento soporifero - sia da parte Nintendo che da parte dell'utenza - è improvvisamente mutato alla fine dell'anno scorso, quando è apparso il primo trailer di Super Mario Odyssey. Quando Mario, per la prima volta, è stato avvistato tra... umani.

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Mario e Alice

Se avete conosciuto Super Mario solamente in tempi recenti forse vi sembrerà strano, ma all'epoca, parliamo della metà degli anni '80, più che un videogioco zuccheroso sembrava un'avventura dal lontano ascendente psichedelico. L'ispirazione di Miyamoto è ovvia: Alice nel Paese delle Meraviglie, e cioè un arcinoto cartone animato (in origine un libro, ma la sfumatura lisergica è stata enfatizzata da Disney) in cui Alice, una bambina "vera", viene proiettata in una dimensione parallela, ricca di assurdità e paradossi. Super Mario Bros. ne ripercorre a grandi linee le gesta: un idraulico, d'origine italiana e risiedente a Brooklyn, finisce senza alcuna giustificazione nel Regno dei Funghi, dove tenta di salvare la principessa del luogo dalle grinfie del maligno Bowser. Esattamente come Alice, Mario ingrandisce ingoiando funghi (ecco, qui meglio non approfondire oltre...). L'unico legame rimasto col suo vecchio lavoro è rappresentato dai tubi, che nella nuova realtà vengono utilizzati per trasportare individui qua e là, e che spesso sono infestati da piante carnivore. Il punto centrale comunque è questo, e probabilmente l'avrete già intuito: Mario all'epoca, per conformazione e vestiario, era un elemento estraneo al Regno dei Funghi. Esattamente come Alice era estranea al Paese delle Meraviglie, appunto.

Doki Doki Panic, in occidente Super Mario Bros. 2, rende il tutto ancora più evidente - pur non essendo ambientato nel Regno dei Funghi - addirittura mostrando il "vero" Mario che sogna. Super Mario Bros. 3 propone un'ulteriore esplorazione dell'ambientazione del primo gioco, e Super Mario World una vacanza in una terra popolata da dinosauri. Tuttavia il percorso dell'idraulico a quel punto era già terminato: non era più alieno del Regno dei Funghi, ma l'eroe di quel mondo, una parte fondante di esso, tanto che per ricreare vagamente l'effetto del primo episodio Nintendo è stata costretta a inventarsi la Terra dei Dinosauri (e, tanti anni dopo, Delfinia). Non sappiamo quanto questo processo sia stato consapevole: è probabile che Miyamoto e compagni, esattamente come i propri spettatori, si siano interessati più alle meccaniche di gioco che all'ambientazione, e che Super Mario si stia trasferito da Brooklyn al Regno dei Funghi senza nemmeno rendersene conto.

Un cartone tra umani

Quando gli spettatori hanno assistito al primo trailer di Super Mario Odyssey, con Mario basso e paffuto a saltare tra impiegati e fattorini, la prima cosa che hanno rimarcato è stata la somiglianza con Sonic Adventure: è vero, anche nel platform per Dreamcast il porcospino viaggia nella nostra (o in quella che sembra la nostra) "realtà". Tuttavia con la saga di Super Mario il tutto assume una chiave di lettura paradossale, vagamente assurda e certamente antitetica rispetto alle origini della serie. Alla luce di quanto abbiamo detto nel paragrafo precedente, capirete che Super Mario Odyssey ha chiuso il cerchio, e certificato quello che ormai era ovvio, e cioè che Mario non è più - e da anni - un idraulico, ma il paladino del Regno dei Funghi.

Un idraulico tra funghi o un cartone tra umani? - La Bustina di Lakitu

Quello che nel primo gioco era un abitante di Brooklyn finito in una dimensione "altra", adesso da "altro" ritorna nel nostro mondo, e i vari ragionieri in giacca e cravatta lo guardano come se fosse, e di fatto lo è, un cartone animato. Mario è stato inghiottito dal Regno dei Funghi, e negli anni da esso è stato plasmato: da Alice nel Paese delle Meraviglie siamo passati a Chi ha incastrato Roger Rabbit? col compianto Bob Hoskins, i cui legami con Super Mario forse è meglio non ricordare. Avete intuito quindi cos'è successo? Per questo episodio c'era davvero la volontà, per esigenze di atmosfera e game design, di dare un senso d'avventura al cammino mariesco, il titolo stesso lo sbandiera: Odyssey non a caso. E non essendo più possibile ottenere quell'effetto col Regno dei Funghi (quantomeno avrebbe reso tutto più difficile), Nintendo ha preso atto dello stato delle cose e ha riportato il suo personaggio, ormai grottesco, paffuto e sproporzionato, nel suo mondo originario, un mondo che ora gli è alieno, e quindi appare pericoloso e dissonante, tanto quanto - a metà anni '80 - lo era stato il Regno dei Funghi. Nintendo ha pensato tanto a come comunicare questa sensazione senza che risultasse troppo traumatizzante, Koizumi ne ha parlato durante l'E3, discutendo della convenienza o meno di far coesistere trote e pesci Smack. Al di là del giudizio critico sull'aspetto visivo, che alcuni non hanno digerito, l'effetto desiderato è stato ottenuto: negli ultimi giochi tutto era diventato troppo familiare e conciliante, a discapito dello spirito avventuroso della serie. Pensate alla presentazione all'E3 di Super Mario 3D World, e poi a quella di Super Mario Odyssey: l'impatto è stato totalmente diverso. Nel secondo caso in molti all'inizio non hanno nemmeno capito che si trattasse di Super Mario. Che a Nintendo piaccia o meno, che ai suoi fan (soprattutto a loro) piaccia o meno, non di solo gameplay sono costituiti videogame, nemmeno Super Mario: lo scalpore suscitato dai ragionieri di Odyssey ne è la dimostrazione.