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La nuova vita di Donkey Kong, finalmente!

Nintendo è pronta a rilanciare uno dei suoi brand più importanti, e Donkey Kong Bananza è solo il pezzo più importante del puzzle.

RUBRICA di Alessandro Bacchetta   —   11/04/2025
Il sorriso del nuovo Donkey Kong

Donkey Kong Bananza probabilmente occuperà il "posto di Mario" durante il lancio di Switch 2 e questo, a differenza dell'esistenza del gioco, è un dato sorprendente. Nintendo negli ultimi anni aveva lasciato indizi e orme piuttosto evidenti sul ritorno del primate: il sentiero intrapreso non è soltanto coinvolgente per gli appassionati, ma sensato in ottica commerciale.

Nonostante il traguardo sia ancora lontano, l'intento dichiarato di Furukawa, ormai da tempo, è quello di creare un forte guadagno per l'azienda che esuli dai videogiochi, e al contempo coinvolga le proprie IP, così da creare un universo Nintendo fruibile in più modi e attraverso diversi strumenti, tenuti assieme dal Nintendo Account, ormai perno dell'intera società. In quest'ottica, un rilancio di Donkey Kong era sostanzialmente obbligatorio.

Anche per colpa di noi cronisti e critici, troppo spesso incapaci di scostare lo sguardo da quello degli appassionati, per anni si è letto della "sacra trinità" Nintendo, composta da Super Mario, The Legend of Zelda e Metroid. Un trio che può avere senso in ottica qualitativa, che è effettivamente esistito in epoca NES, ma che dagli anni '80 in poi, quantomeno in ambito commerciale, non ha fondamenta razionali. E non solo a causa delle scarse vendite di Metroid.

Escludendo Pokémon, Donkey Kong è il terzo brand Nintendo più remunerativo
Escludendo Pokémon, Donkey Kong è il terzo brand Nintendo più remunerativo

Escludendo Pokémon, la cui proprietà non è esclusiva della grande N, la saga Nintendo più remunerativa è quella di Super Mario (comprensiva di Mario Kart, che distaccato sarebbe comunque sul podio). Poi viene Wii Series (Wii Sports, Wii Music, Wii Fit, ecc...), seguito a poca distanza non da The Legend of Zelda, non da Animal Crossing o Super Smash Bros., da Splatoon o Luigi's Mansion, bensì da Donkey Kong.

Il successo di Donkey Kong

Circa la metà degli incassi della serie derivano dal primo episodio, il gioco arcade del 1981: il primo successo globale di Nintendo, il primo titolo con Donkey Kong e Super Mario (non ancora ribattezzato tale) e la prima pietra miliare di Shigeru Miyamoto.

Il primo, storico stage di Donkey Kong
Il primo, storico stage di Donkey Kong

Attraverso quell'opera e quel gorilla tondeggiante e dispettoso è nata l'azienda che conosciamo oggi. Nonostante gli anni, l'iconografia del gioco è rimasta vigorosa, in particolare del primo stage: barili che rotolano scagliati da Donkey Kong (animato meravigliosamente, per l'epoca), donzella (Pauline) rapita lì accanto, Jumpman (Mario) in basso a sinistra, con l'obbiettivo di risalire sei piattaforme magenta inclinate, collegate da scale a pioli utilizzabili come scorciatoie e scappatoie per evitare i barili. Il livello e la sua composizione sono stati omaggiati anche in tempi recenti, da Super Mario Odyssey e, con un circuito, dall'imminente Mario Kart World.

Donkey Kong Bananza: abbiamo provato il nuovo spacca-tutto di Nintendo! Donkey Kong Bananza: abbiamo provato il nuovo spacca-tutto di Nintendo!

L'altro grande successo commerciale di Donkey Kong arriva circa quindici anni dopo, attraverso Donkey Kong Country, sviluppato, sotto la supervisione di Nintendo e Miyamoto, dalla britannica Rare. È il titolo che permette a SNES di vincere la console war generazionale contro SEGA Genesis/Mega Drive, ben più di Super Mario World, pareggiato dal rivale Sonic. L'opera vende quasi dieci milioni di copie e genera due seguiti, sempre su SNES, anch'essi (soprattutto il secondo) di gran valore. Nonostante sia spesso, in parte giustamente, criticato, anche il salto tridimensionale del gorilla (Donkey Kong 64) ottiene un buon successo, superando i cinque milioni di unità vendute.

Donkey Kong Country Returns è stato recentemente portato in alta definizione su Nintendo Switch
Donkey Kong Country Returns è stato recentemente portato in alta definizione su Nintendo Switch

Dopo un altro decennio di iato, c'è un nuovo rilancio del gorilla grazie a Retro Studios, nel 2010, con due episodi bidimensionali a firma Retro Studios: assieme, e contando tutte le edizioni, vendono circa quindici milioni. Dal 2014, anno di pubblicazione dell'originale Donkey Kong Country: Tropical Freeze, lo scimmione è protagonista soltanto di capitoli minori e spin-off, e ovviamente di comparsate nelle serie Nintendo a vocazione multigiocatore (Mario Kart, Mario Party e compagnia).

Nella sua storia, la saga di Donkey Kong ha venduto più di 50 milioni di videogiochi, e incassato più di cinque miliardi di dollari. Più di The Legend of Zelda, Halo, Resident Evil, Gran Turismo, Assassin's Creed, Monster Hunter, Super Smash Bros., giusto per citare alcuni classici.

Dal Giappone alla Gran Bretagna

Nonostante il successo, la storia di Donkey Kong è quella di un ramingo, di una star senza fissa dimora.

Il nuovo look di Donkey Kong si è visto per la prima volta in Super Mario Bros. Il Film
Il nuovo look di Donkey Kong si è visto per la prima volta in Super Mario Bros. Il Film

Il motivo è piuttosto semplice: negli anni immediatamente successivi all'arcade del 1981, Miyamoto espande il primigenio universo in varie direzioni. Da un lato continua la serie a schermata fissa, attraverso Donkey Kong Jr. (in cui Mario rapisce Donkey Kong) e Donkey Kong 3. Dall'altro, con ben altro successo, origina una serie spin-off che sarebbe divenuta discretamente famosa, chiamata Mario Bros.: il primo (1983) è ancora a schermata fissa, ma con dei controlli che avrebbero anticipato la vera esplosione della diramazione, avvenuta con Super Mario Bros. (1985).

Miyamoto sarebbe rimasto affezionato al suo gorilla, ma i suoi personaggi sono sempre associati a un genere, o a delle meccaniche di gioco ben precise: Super Mario dal 1985 è l'indiscusso protagonista dei platform 2D a scorrimento orizzontale. Donkey Kong avrebbe potuto prosperare in quelli a schermata fissa, e con una componete verticale, ma ormai è una tipologia di opere senza fascino, rese obsolete da Super Mario stesso.

Donkey Kong Country di Rare, l'ultima volta del personaggio al vertice dell'industria
Donkey Kong Country di Rare, l'ultima volta del personaggio al vertice dell'industria

Così, proprio perché "senza gioco", Donkey Kong rimane chiuso in cantina per un lungo decennio, dal quale sbuca fuori attraverso un titolo per Game Boy sviluppato internamente, un omaggio e una prosecuzione dell'arcade iniziale in salsa puzzle, e soprattutto grazie al già citato Donkey Kong Country. Si presenta con una spavalda cravatta rossa, con un platform 2D ben distinto da Super Mario per identità grafica e interazione.

Rare rimette Donkey Kong al vertice dell'industria dopo quindici anni, conferendogli una nuova identità e uno stile estremamente personale, nonché un nuovo universo separato da quello metropolitano in condivisione con Mario, più selvaggio e tropicale, condito da miniere, compagni scimmieschi, coccodrilli e pirati. In pratica, Rare non soltanto determina l'esito della console war, ma rigenera un'IP storica, rendendola contemporanea.

Dalla Gran Bretagna al Texas

Il nuovo look incravattato viene accolto da Mario Kart 64 e dal primo Super Smash Bros., e Rare, come già detto, porta con successo (commerciale) Donkey Kong anche in tre dimensioni, accompagnato da un succulento spin-off di corse chiamato Diddy Kong Racing, ancora ricordato e celebrato per un'antesignana modalità avventura.

Donkey Kong Country: Tropical Freeze, per Wii U e Switch, da Retro Studios
Donkey Kong Country: Tropical Freeze, per Wii U e Switch, da Retro Studios

Sembra tutto apparecchiato per un rapporto lungo e duraturo, con Donkey Kong re di un potenziale microcosmo Rare (con Conker, Banjo e altri personaggi), fin quando Nintendo decide di non-acquisire la società britannica, che passa alla corte di Bill Gates. Il gorilla è di nuovo senza casa. Senza considerare le serie e i giochi secondari, entro i quali facciamo (forse fallacemente) rientrare Mario vs. Donkey Kong, Nintendo si riappropria temporaneamente del personaggio nel 2005. Koizumi, a capo del neonato team di Tokyo, dirige Donkey Kong: Jungle Beat, un notevole e atipico platform 2D (e mezzo) da controllare coi bonghi, inizialmente proposti da Donkey Konga, titolo musicale di Namco. Nel gioco, pur apprezzato (e poco venduto), non c'è quasi traccia dell'universo "Country".

Quando Retro Studios rilancia Donkey Kong Country, lo fa in totale omaggio e continuità con la trilogia Rare: tornano vari elementi tipici, sia ludici che grafici, con la notevole eccezione dei nemici più caratteristici, i rettiloidi Kremlings. Ma anche questo revival ha breve durata, meno di un lustro. Per la terza volta in quattro decenni, il gorilla viene sfrattato.

Ritorno in Giappone, una nuova casa

Nintendo è cosciente della fama e del fascino del personaggio, e Miyamoto è attento ad affidarlo in mani competenti, ma Donkey Kong, dopo l'arcade (ed escludendo episodi minori) non viene mai curato internamente.

Il nuovo aspetto di Donkey Kong anche in Mario Kart World
Il nuovo aspetto di Donkey Kong anche in Mario Kart World

Dopo l'allontanamento da Retro Studios, va trovata una nuova abitazione al personaggio. A quanto si vocifera, Nintendo approva un progetto di Vicarious Visions (e Activision), il cui intento sarebbe quello di originare un platform tridimensionale in cui Donkey Kong possa muoversi liberamente, e fare acrobazie tra la giungla. Per i risultati insoddisfacenti, il progetto viene cancellato. A questo punto sopraggiunge la generazione Switch, e la neonata volontà di espandere le IP oltre i videogiochi: è ora di donare stabilità a Donkey Kong, e con essa un futuro programmabile.

Nonostante Nintendo si sia rifiutata in passato di abbracciare l'universo "Country", è impossibile non riconoscere alle opere Rare una notevole qualità immaginifica, e soprattutto un'importanza notevole nell'evoluzione della saga. Per vari millennial Donkey Kong Country "è" Donkey Kong. I primi rumor su EPD 8 (il team di Tokyo, e di Super Mario Odyssey) in orbita Donkey Kong risalgono al periodo pandemico, congiunti alle richieste di assunzioni per creare un platform 2D e uno 3D (non necessariamente scissi).

Donkey Kong Bananza, in arrivo il 17 luglio su Switch
Donkey Kong Bananza, in arrivo il 17 luglio su Switch

Tra il 2017 e il 2025 inoltre si sono susseguiti vari indizi su un possibile ritorno del gorilla, senza contare le apparizioni sempre più frequenti anche su Switch, tra DLC e conversioni varie, e lo stage di New Donk City in Super Mario Odyssey. I due più importanti non riguardano i videogiochi e sono l'apertura di un'area tematica nel parco Super Nintendo World, recentemente annunciata da Miyamoto, e il rinnovato look elaborato per Super Mario Bros. Il Film.

Donkey Kong Bananza

La nuova conformazione introdotta nel film sintetizza quello che Nintendo e Miyamoto desiderano per questo nuovo corso del personaggio: un sincretismo di tutto ciò che Donkey Kong è stato finora.

I rimandi all'era Rare ci sono eccome, in questa più recente versione
I rimandi all'era Rare ci sono eccome, in questa più recente versione

L'aspetto richiama quello più esagerato e giocoso e goffo della prima versione del 1981, ma il passato occidentale, recente e lontano, non è stato affatto abbandonato: scenari, oggetti e personaggi creati da Rare e Retro Studios sono stati integrati in questa nuova versione storicamente ibrida, ma identitariamente nuova, di Donkey Kong. Cranky Kong, Rambi, le miniere di Rare, le rovine da Retro, la forma e le espressioni dall'arcade, così come Pauline.

Abbiamo ammirato questo nuovo Donkey Kong in Super Mario Bros. Il Film, e lo vedremo presto in Mario Kart World. Escludendo improbabili ripensamenti, diverrà la versione standard del personaggio: apparirà così nel prossimo Mario Tennis, nel prossimo Super Smash Bros. Se Nintendo desidera iniettare coeva linfa vitale a questa storica IP, non può agire diversamente.

Tutte queste iniziative sarebbero state meno rilevanti se non fossero state accompagnate da un nuovo videogioco a sancire e benedire il nuovo corso. L'onere spetta a Donkey Kong Bananza, in arrivo su Switch il 17 luglio 2025, a un mese dal lancio della console. Non è stato confermato, ma è praticamente certo che sia in sviluppo presso EPD Tokyo, il team di Super Mario Odyssey. La vera domanda non è tanto chi lo stia creando, ma se per farlo sia stato originato un team secondario, parallelo a quello dell'idraulico: per averne la certezza, dovremo aspettare la pubblicazione dell'opera.

Donkey Kong Bananza sarà all'altezza delle aspettative, sia come qualità che come vendite?
Donkey Kong Bananza sarà all'altezza delle aspettative, sia come qualità che come vendite?

Il compito di Donkey Kong Bananza non è "soltanto" quello di timbrare la nuova era del gorilla, di ufficializzarne l'aspetto, o di espanderne l'universo: Donkey Kong Bananza è tenuto a dare una rinnovata identità ludica alla serie, e di riportarla qualitativamente e commercialmente in una dimensione rapportabile a quella di Super Mario e The Legend of Zelda.

Dopo quasi quarantacinque anni e numerosi pellegrinaggi interoceanici, il gorilla è tornato a casa, trasportando con sé tutte le esperienze maturate finora. L'intenzione di Nintendo è quella di cristallizzarne lo status di prima classe con un gioco eccezionale: volendo declinare il tutto in cifre, un'opera da (almeno) 90 Metacritic e (almeno) cinque milioni di copie. Qualsiasi altro esito, considerato l'evento, l'attesa, la spesa e i protagonisti, immaginari e reali, sarebbe deludente.