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La fine dell’umanità in Frostpunk

Gli autori di This War of Mine ci portano in un mondo di gioco cinico e senza speranza

PROVATO di Umberto Moioli   —   26/08/2017

Il successo di This War of Mine non è da ricercarsi tanto nelle meccaniche, tutto sommato ben studiate ma non certo rivoluzionare, quanto piuttosto nella capacità di immergerci in un mondo di gioco dove l'uomo è oramai arrivato alla negazione dei valori e delle regole che normalmente permettono alle società moderne di prosperare. Scelte impossibili e momenti drammatici erano all'ordine del giorno, e gli appassionati hanno premiato questa coraggiosa impostazione. La prossima opera di 11 bit studios, Frostpunk, intende partire da una simile premessa, sviluppandola però all'interno di un city builder particolare, più compatto e probabilmente anche più limitato del solito, ma l'intenzione è chiaramente quella di darci modo di vivere una storia appassionante e dai toni drammatici. Durante la GamesCom 2017 ci siamo avvicinati alla demo portata alla fiera tedesca con parecchia curiosità ed è piacevole poter dire che non ne siamo per nulla rimasti delusi. Il genere di appartenenza potrebbe renderlo un po' meno appetibile al grande pubblico, ma sarebbe un peccato perché il potenziale è davvero notevole.

Il grande freddo

L'anno è il 1886, la Terra vive in un passato alternativo nel quale una glaciazione ha messo in ginocchio l'umanità, decimandola e costringendo i pochi superstiti a creare nuovi centri abitati attorno a speciali generatori di calore, enormi torri alimentate a carbone che permettono di mettersi al riparo dal gelo e cercare di costruirsi un futuro. Il nostro ruolo sarà quello di capo di una spedizione composta da ottanta coloni, arrivati nei pressi di un generatore di calore che si rivela però essere non funzionante e che mette immediatamente in difficoltà il piccolo gruppo di superstiti. L'insediamento si trova all'interno di quello che sembra il cratere di un vulcano, è piccolo a sufficienza da permetterci di osservarlo tutto in una sola schermata ma molte delle opzioni a disposizione sono quelle classiche dei city builder: costruire casa, laboratori, fabbriche ed edifici di servizio, oltre alle strade per connetterli, è la prima cosa da cosa fare. Oltre a iniziare a raccogliere il carbone per riattivare l'enorme torre che si trova al centro della mappa e le altre due risorse, legno e acciaio, fondamentali per proliferare.

La fine dell’umanità in Frostpunk

La forza lavoro, divisa in operai e ingegneri, può essere impegnata come si desidera su ciascuna struttura, rendendo ovviamente più rapida l'esecuzione di quello specifico compito. La capacità di mettere in piedi un sistema funzionante ed efficiente ha quindi un grosso impatto sulla nostra popolarità e sulla sopravvivenza della nostra gente: qualora dovessimo azzerare le loro speranze di farcela, il rischio sarebbe una rivolta e il nostro esilio al di fuori del centro abitato, con conseguente Game Over. Per aiutarci nel compito, in quanto governanti dell'avamposto abbiamo accesso ad una speciale schermata che offre speciali scelte legate al governo dei nostri abitanti. Decidere di impiegare i bambini nella costruzione degli edifici piuttosto che creare per loro delle speciali strutture dove tenerli al sicuro, avrà ad esempio un forte impatto sull'indicatore della Speranza, quindi sulla fiducia riposta in noi dai coloni. In modo simile costruire dei cimiteri per i morti aiuterà ad evitare che si diffondano malattie ma metterli a disposizione della scienza darà un boost alla nostra ricerca.

La fine dell’umanità in Frostpunk

Ogni scelta ha pro e contro, possibili conseguenze che vengono commentate da chi le subisce attraverso alcune finestre di dialogo che ci aiutano ad avere il polso della situazione e raccontano la complessa esistenza di quel gruppetto di disperati. Ci sono una serie di altre meccaniche, come l'albero tecnologico che dà modo di sviluppare sempre di più le tecnologie in nostro possesso, ma quelle andranno studiate con maggior attenzione quando avremo a nostra disposizione l'intera demo sviluppata per l'occasione. Tecnicamente lo stile cyberpunk ben si presta alla ghiacciata distesa sulla quale costruiamo la nostra piccola città, gli edifici non hanno uno stile che li distingue particolarmente da altri titoli con un'ambientazione simile, però il generatore di calore è molto particolare e ci mostra anche senza bisogno di richiamare la specifica schermata fino a che punto lo abbiamo riattivato, mentre abbiamo molto apprezzato dettagli come i lavoratori che affondano nella neve per andare a prendere carbone e legna prima che riuscissimo a completare le strade. Frostpunk si mostra in definitiva come un titolo promettente, pensato per partite più brevi rispetto ai classici city builder perché intende raccontare piccole ma drammatiche storie sempre differenti. L'uscita è prevista entro la fine dell'anno, ma già la prossima settimana dovremmo riuscire a mostrarvelo in video.

La fine dell’umanità in Frostpunk

Dopo This War of Mine, 11 bit Studios torna con un titolo molto diverso per meccaniche e premessa narrativa, ma con la stessa identica voglia di dare al giocatore un'idea di quanto situazioni estreme richiedano scelte e implichino conseguenze altrettanto estreme. Lo abbiamo giocato per una mezz'ora circa e ci è decisamente piaciuto, probabilmente è uno degli indie più promettenti in uscita entro la fine del 2017

CERTEZZE

  • Un city builder atipico
  • Come al solito le storie dinamiche di 11 bit Studios ti entrano sotto la pelle

DUBBI

  • Il genere richiede una certa profondità, che andrà verificata