What Remains of Edith Finch è stato protagonista di una lunga gestazione che però si è conclusa nel migliore dei modi, regalandoci una storia coinvolgente e toccante, senza dubbio fra le più riuscite del 2017. Il team di sviluppo, che aveva esordito nel 2012 su PlayStation 3 con un'altra bella produzione, The Unfinished Swan, ha deciso per questo progetto di sposare una struttura in stile "walking simulator", dunque un racconto interattivo in cui il gameplay è limitato, senza rinunciare però alla sperimentazione in termini di idee, design e situazioni. La trama ruota attorno alla giovane Edith Finch, che un giorno decide di tornare nella casa di famiglia e aprire letteralmente il cassetto dei ricordi, ripercorrendo la tragica epopea che ha visto i suoi parenti morire uno dopo l'altro, da giovanissimi o in età avanzata, in circostanze solo apparentemente misteriose.
La strada verso casa
Dopo aver completato una fase introduttiva in cui Edith percorre il bosco che circonda la sua vecchia casa e vi rientra, comincia uno struggente viaggio nei ricordi, che si attivano ogni qual volta visitiamo una nuova stanza o interagiamo con un particolare oggetto. La prima cosa di cui veniamo a conoscenza è il fatto che i Finch provengono dalla Norvegia, da cui sono partiti alla fine del 1800 perché pensavano di essere perseguitati da una maledizione. Il tentativo di portare con sé la propria casa è miseramente fallito, lasciando i resti della vecchia dimora su una secca e spingendo il bisnonno Odin a costruire una nuova magione, sperando di avere migliore fortuna. Erano tempi di famiglie molto numerose, spesso per motivazioni pratiche: il tasso di mortalità infantile era sostanzialmente più alto di oggi e bastava un episodio per determinare la scomparsa di un figlio in giovanissima età.
La famiglia dei Finch ha purtroppo sperimentato questo tipo di tragedia in più occasioni, come racconta il gioco, dando vita però a una sorta di sogno interattivo ogni qual volta ripercorriamo una delle vicende che hanno coinvolto i nostri parenti. Come delle "favole", queste sezioni vengono accompagnate da una voce narrante e spaziano spesso e volentieri nel mondo della fantasia, nell'ottica di ricostruzioni al tempo stesso affascinanti e tristi. La bambina che ha mangiato chissà cosa, finendo per avvelenarsi, immagina di trasformarsi in un gatto, poi in un rapace e infine in un mostro marino, prima che il suo improvviso appetito notturno la porti verso un tragico epilogo. Uno zio rintanato per decenni in una sorta di rifugio sotterraneo decide un giorno di uscire, ma quando finalmente ritrova la luce dopo il tunnel... è quella di un treno.
Come detto, queste sezioni vantano ognuna un modo differente di raccontare quanto accaduto, anche dal punto di vista ludico: sebbene il gameplay di What Remains of Edith Finch sia volutamente limitato e lineare, del tutto funzionale alla narrazione, gli sviluppatori hanno sperimentato soluzioni interessanti per portarci esattamente dove volevano. La stessa fase esplorativa fra i meandri dell'enorme casa di famiglia è costellata di trovate originali e stupefacenti, chiavi che aprono porte nascoste, condutture che collegano due stanze apparentemente inaccessibili o scale che portano sul tetto, dove sorge una sorta di torre di legno che si innalza verso il cielo.
Per completare il gioco bastano due ore, ma si tratta di una tempistica che non prevede tempi morti come accade invece in altre produzioni del genere, in cui ci si ritrova a camminare per lunghe tratte, lentamente, al fine di raggiungere il successivo punto di interesse: un espediente che allunga artificialmente la durata dell'esperienza, e che i ragazzi di Giant Sparrow non hanno voluto utilizzare per il loro titolo, preferendo ritmi più serrati per evitare eventuali momenti di stanca. Una scelta saggia, alla fine dei conti: la straordinaria narrazione messa a punto dagli autori ci accompagna in modo incessante fra le disgrazie della famiglia Finch, trovando ogni volta modi nuovi per rappresentarne visivamente i ricordi, mentre la fase esplorativa si mantiene interessante e suggestiva, anche e soprattutto grazie a uno stile grafico di grande effetto, caratterizzato da un magistrale uso dei colori e da un'atmosfera impareggiabile.
Gran parte del merito va però anche al comparto sonoro, fatto di musiche essenziali ma profondamente significative, nonché dialoghi recitati in maniera davvero sentita e convincente. Per una persona abituata a giochi d'azione e sparatutto non è certamente semplice avvicinarsi a un genere peculiare come quello dei racconti interattivi; tuttavia se questo filone vi incuriosisce e avete voglia di sperimentare qualcosa di nuovo e di originale, What Remains of Edith Finch rappresenta senza alcun dubbio un'ottima scelta: un prodotto in grado di catturare la vostra attenzione e di stuzzicare la vostra curiosità, senza però pagare un prezzo salato dal punto di vista del ritmo.