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Code Vein ci fa più sangue del previsto

Il souls-like degli autori di God Eater non ci ispirava moltissimo: ora che abbiamo potuto provare una build più avanzata del gioco, però, abbiamo cambiato idea

PROVATO di Aligi Comandini   —   18/12/2017

Che Namco stia tentando di puntare su Code Vein per replicare - almeno in parte - il successo ottenuto con i Souls è cosa abbastanza ovvia fin dallo slogan con cui il gioco è stato presentato. Che l'impatto sul pubblico non sia stato il medesimo... pure. D'altronde il titolo sviluppato dallo stesso team dei God Eater sembrava da subito inibito da un'estetica puramente anime (non brutta, per carità, ma comunque meno universale e ispirata dell'incredibile direzione artistica dei titoli From) e da un gameplay semplicistico e legnosetto. Durante il Level Up di Parigi di quest'anno però il titolo era in forma giocabile, e se da una parte la demo non ha potuto in alcun modo eliminare i nostri dubbi su colpo d'occhio e narrativa, dall'altra è sicuramente riuscita a ribaltare le nostre opinioni riguardanti le meccaniche su cui tutto si basa. Sì signori e signore, Code Vein è un action molto più competente di quanto sembri dai video, e potrebbe riservare parecchie sorprese.

Canini e spade

Meglio cominciare precisando che la demo da noi provata si svolgeva in una sezione creata appositamente per la stampa e gli eventi di questo tipo, e quindi pensata per far testare il sistema di combattimento. Questa situazione ha per ovvie ragioni limitato la nostra analisi del futuro level design del gioco, che dovrebbe in teoria essere complesso e ramificato; la mappa esplorabile era però ricchissima di nemici, e siamo quindi riusciti senza troppi problemi a comprendere la struttura di fondo dei combattimenti, costruiti principalmente attorno al sistema a targeting e movimento circolare visto nei Souls. Le analogie, comunque, si fermano qui: Code Vein permette infatti di equipaggiare un buon numero di armi diverse (tre alla volta nella nostra versione di prova, all'apparenza senza problemi di peso) e vanta un sistema di poteri completamente diverso da quello delle magie dei Souls, risultando molto più personalizzabile e incentrato sulla gestione del sangue, che nel gioco è l'equivalente del mana.

Code Vein ci fa più sangue del previsto

Ci spieghiamo meglio: il vostro vampiro è dotato di due categorie di abilità, i doni del sangue e il Blood Veil. I primi sono poteri magici divisi in attivi e passivi, che vanno da proiettili di vario tipo a potenziamenti alle statistiche, e vengono ottenuti avanzando nella campagna (ma pare anche in base alla selezione di una "classe" di sorta); il secondo è invece un attacco speciale (non fisso ma a sua volta equipaggiabile) che serve a succhiare il sangue dei nemici e si divide in quattro tipologie. Nella demo ne erano presenti due: l'Ogre e lo Stinger - rispettivamente un artiglio a carica e un lento pungiglione dalla lunga distanza - e vista l'importanza del sangue abbiamo dovuto imparare molto presto le tempistiche necessarie ad utilizzarli sui nemici (anche se l'Ogre per il momento ci sembra sensibilmente più utile dello Stinger). La varietà dei poteri disponibili e l'obbligo di usare saltuariamente i Veil rendono i combattimenti una piacevole danza dove il calcolo delle distanze è il centro di tutto, senza contare che l'aggressività dei nemici mantiene alta l'adrenalina ad ogni passo. Nel complesso, insomma, riempire di mazzate i "perduti" che affollano le location del gioco risulta molto divertente, e la sensazione di legnosità dei primi video ci sembra non esistere più. È chiaro che gli sviluppatori hanno lavorato molto in questo periodo per perfezionare il sistema.

C'è di più, nel buio

Non è chiaramente tutto qui: durante la demo avevamo infatti a disposizione anche una partner di nome Mia, che in battaglia si è rivelata più volte indispensabile distraendo nemici molto potenti o curandoci in momenti drammatici. Difficile dire se questo genere di collaborazione si tradurrà in un multiplayer di natura complessa, ma al momento gli aiutanti guidati dall'intelligenza artificiale ci sono sembrati efficientissimi, e di rado abbiamo visto la giovane vampira (o Revenant, in base a come preferite definirla) compiere azioni sciocche. Il gioco, dal canto suo, non viene facilitato di molto dalla presenza di un aiuto simile, ma crediamo lo stesso che l'intenzione del team sia di abbassare un po' la tensione per dare maggiore importanza al sistema dei compagni nel prodotto finito. Non possiamo dire di non apprezzare la scelta: dona più unicità al prodotto e può venir sviluppata in modi interessanti.

Code Vein ci fa più sangue del previsto

Tornando alle battaglie vere e proprie, in Code Vein non mancano altre finezze legate all'abilità del giocatore, poiché dopo manovre particolarmente precise una barra della concentrazione si riempie fino ad offrire attacchi aggiuntivi per ogni arma (di norma con effetti devastanti sugli avversari). Il Veil può essere infatti utilizzato anche per eseguire contromosse istantanee, e una schivata all'ultimo momento viene premiata da punti concentrazione extra. Complessivamente, ci sembra dunque che gli sviluppatori di Bandai Namco abbiano voluto riportare in questo progetto una complessità sistemica simile a quella vista nei God Hand, usando i souls-like solo come base per innalzare le idee testate nella serie. È una scelta che dimostra un certo coraggio e ci fa rivalutare sensibilmente il valore del prodotto, nonostante a livello tecnico il gioco non ci abbia sorpreso particolarmente e siano ancora tantissimi gli elementi oscuri. Considerando la velocità a cui lo sviluppo procede, comunque, non crediamo ci vorrà molto per avere informazioni più chiare su tutti gli elementi mancanti.

Code Vein ci ha piacevolmente sorpreso, spazzando via tutti i nostri dubbi sulla legnosità del suo combat system. Il resto degli elementi, ovviamente, resta ancora da valutare, ma è bello constatare come gli sviluppatori del gioco non stiano tentando di creare un semplice clone dei Souls, e abbiano già dato una forte impronta al loro pargolo. Siamo sempre più curiosi di scoprire cosa ne uscirà.

CERTEZZE

  • Sistema di combattimento ricchissimo e solido
  • Background interessante
  • Difficoltà elevata e buon ritmo

DUBBI

  • Estetica anime che potrebbe non piacere a tutti
  • Validità del map design e della narrativa tutta da scoprire