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Il filo di Soul Calibur VI

Namco ha ben due picchiaduro di livello in arrivo nel 2018: uno è il ritorno di una serie storica e amatissima, noi lo abbiamo provato

PROVATO di Aligi Comandini   —   18/12/2017

Se si parla di Soul Calibur la nostalgia deve far parte del discorso, è inevitabile per una serie con un nome così importante e così legato all'infanzia dei giocatori del Bel Paese. Forse è anche per questo motivo che il quinto capitolo è stato percepito come un fallimento dalle nostre parti. I Soul Calibur sono sempre stati titoli amati a causa dei loro tanti contenuti, della loro varietà e della loro capacità di offrire divertimento allo stato puro in compagnia; quando Namco ha deciso di spingere l'acceleratore sul competitivo, per molti il fascino della serie si è disgregato del tutto. Per carità, non che i picchiaduro appartenenti a questa nota saga fossero privi di tecnicismi, ma il marchio non si è mai distinto particolarmente in quanto a bilanciamento e ruolo negli e-sports, perciò sia noi che molti appassionati speravamo in un ritorno alle origini con il nuovo capitolo recentemente svelato. Ecco, questo capitolo abbiamo potuto provarlo in Francia durante il Bandai Namco Level Up, e seppur la demo a nostra disposizione contasse solo due personaggi e un paio di arene, siamo comunque riusciti a carpire parecchie informazioni importanti dalla prova. Scopriamo insieme cosa ci hanno svelato Misturugi e Sophitia, spadata dopo spadata.

Back to the old ways

La build da noi testata era, come già scritto, davvero molto limitata: il gameplay di base del gioco è chiaramente già ben definito, ma Bandai Namco non ha voluto svelare alcun membro aggiuntivo del roster durante l'evento, e a nostra disposizione c'erano pertanto solo l'iconico Samurai e l'eroina greca che han fatto parte di ogni altro episodio della serie, con un volto molto più fresco del solito. L'assenza di segni del tempo sui due guerrieri è dovuta alla natura di prequel di Soul Calibur VI - ambientato chiaramente all'inizio della serie - ma altri dettagli sulla storia non sono stati rivelati. Il ritorno alle origini non si limita ad ogni modo solo alla trama del titolo e ai suoi protagonisti: questo Soul Calibur è velocissimo, e il suo sistema di combattimento restituisce un feeling di colpi e movimenti molto simile a quello dei capitoli migliori. Le schivate improvvise (il "quick step" del predecessore) sono sparite in favore di una camminata a otto direzioni generalmente molto più rapida, gli attacchi sono improvvisi ed efficaci, e i match non sembrano dare l'importanza alle manovre difensive che si percepiva in Soul Calibur V.

Il filo di Soul Calibur VI

Nonostante questa nuova direzione, comunque, le meccaniche dell'ultimo gioco non sono state semplificate più di tanto. Soul Calibur VI mantiene le parate attive e le Critical Edge (in pratica le super), aggiungendovi una nuova meccanica chiamata Reversal Edge che abbiamo potuto sperimentare sulla nostra pelle, ma di cui non abbiamo purtroppo compreso appieno l'utilità durante la prova parigina. Il Reversal Edge è infatti, un fendente lento che parte dopo una finestra difensiva piuttosto ampia, e funziona a mò di contromossa: facile da schivare, e quindi utile solo se usata difensivamente, fa partire una spettacolare animazione rallentata di entrambi i combattenti, che si risolve con una sorta di versione più complessa del giochino del "sasso, carta, forbice". Detta terra terra: i colpi verticali battono gli orizzontali, il calcio batte i verticali ma subisce gli orizzontali, la schivata laterale evita i verticali e dona un vantaggio di posizione, e la parata blocca qualunque tipo di fendenti. Facile, no?

Rules of combat

A voler essere sinceri, facile non lo è per niente, anche perché crediamo di esserci persi qualche pezzo durante la prova (nel trailer si vedevano parate ripetute di Sophitia che non siamo riusciti a riprodurre nella demo) e il producer - pur confermando che si tratta di una meccanica intuitiva e pensata per i neofiti - ci ha spiegato che il Reversal Edge può avere grande utilità per riposizionarsi durante un match o facilitare il lancio di un avversario fuori dal ring. Di certo il fatto che non sia limitato da alcuna barra al momento ne favorisce l'uso a ripetizione, ma sembra che gli sviluppatori restino convinti del fatto che verrà sfruttato pochissimo nei match di alto livello (senza contare che stanno ancora "finalizzando" il suo effettivo utilizzo, e che quindi potrebbe mutare nel gioco finito). Per quanto ci riguarda, pur apprezzandone l'innegabile impatto scenico, non ne abbiamo colto particolarmente il senso all'interno di un sistema di combattimento che ci è invece parso ben oliato in ogni altro suo aspetto.

Il filo di Soul Calibur VI

Le uniche altre novità sul gioco ci sono arrivate dall'intervista con Motohiro Okubo, il producer appunto (un veterano di Namco che ha lavorato anche su Tekken 7), che non ha potuto descrivere nel dettaglio nuove modalità e intenzioni future del team, ma ci ha spiegato chiaramente di voler ricatturare lo spirito dei vecchi capitoli, e di sapere che i Soul Calibur sono giochi amati "per le spade, per la storia e per i contenuti"; un'affermazione che ci fa ben sperare per il ritorno di tante chicche note della serie in questo capitolo. Di certo c'è che la casa giapponese ha imparato a usare al meglio l'Unreal Engine, visto che il gioco è davvero molto bello graficamente, animato alla grande, e fluido come poca roba al mondo. Un piacere anche veder tornare i danni ai costumi, alla faccia del politicamente corretto, visto che ci siamo trovati con un Mitsurugi praticamente in mutande dopo qualche colpo ricevuto, e una Sophitia parecchio scollata a causa di un fendente ben piazzato. Saranno pure trovate un po' immature, ma è bello vedere come il team voglia catturare l'essenza dei capitoli migliori della serie anche in queste piccole cose. Forse Soul Calibur sta davvero per tornare.

La nostra prova di Soul Calibur VI è stata limitatissima, ma la velocità del gioco e la sua spettacolarità ci hanno fatto ben sperare per il futuro, regalandoci sensazioni che il precedente capitolo aveva in parte sopito. Da un punto di vista contenutistico è tutto da definire ed è chiaro che la nuova meccanica del Reversal Edge vada ancora ritoccata, eppure le intenzioni del team sembrano cristalline: riportare la serie nel cuore dei fan. Noi ci crediamo.

CERTEZZE

  • Veloce, spettacolare e dotato di un gameplay già molto solido
  • Tecnicamente lodevolissimo e fluido come non mai

DUBBI

  • Il Reversal Edge non ci ha convinto del tutto
  • I contenuti restano ancora da definire