Metal Gear non esiste più. Dopo l'abbandono di Hideo Kojima, Konami è rimasta in possesso di uno dei brand videoludici più amati ma è innegabile che, perso l'autore, riuscire a mantenere la medesima identità nella costruzione dei personaggi e, soprattutto, nella narrazione sarà praticamente impossibile. Kojima è stato ed è tuttora una delle menti più affascinanti presenti in questo settore, una persona in grado di dare un taglio specifico ai suoi giochi e di imbastire avventure incredibilmente profonde. È impensabile trovare qualcuno che lo possa sostituire, che possa raccoglierne l'eredità e portare avanti il brand con efficacia; non tanto per mere questioni qualitative ma proprio perché il risultato sarebbe inevitabilmente troppo differente dall'opera originale.
Konami però ha comunque in mano un nome, quel Metal Gear che in questi anni ha inciso con prepotenza le sue iniziali nelle memorie di tutti i giocatori, portando Snake nel cuore. Un nome importante e di valore, che da solo può voler dire vendite milionarie. La serie allora muta ma non si ferma e come una creatura tornata dall'aldilà si rialza dopo essere stata decapitata, barcollante ma ancora in piedi. Una metafora azzeccata se pensiamo che in Metal Gear Survive il protagonista dovrà sopravvivere in un universo parallelo braccato da creature non morte con una trama piuttosto intricata a fare da sfondo. Siamo volati a Parigi negli uffici Konami per toccare con mano la campagna principale e testare in anteprima assoluta alcune missioni multiplayer, quelle stesse operazioni che tra qualche giorno saranno disponibili per tutti tramite l'open beta in arrivo su PlayStation 4 e Xbox One. Volete sapere cosa abbiamo scoperto? Continuate pure a leggere.
In your head, zombie
Metal Gear Survive parte esattamente dalla fine di Metal Gear Solid V: Ground Zeroes, con la Mother Base risucchiata all'interno di un Wormhole e Big Boss in lontananza in fuga su di un elicottero. Nonostante l'abbandono del suo creatore, il taglio della regia rimane quello classico dei Metal Gear, con una cutscene iniziale lunghissima ad introdurci al nuovo universo di gioco mostrandoci nel dettaglio tutti i tasselli del nuovo puzzle. C'è quindi un nuovo protagonista senza nome, completamente inedito e che potete modellare secondo le vostre preferenze attraverso il più classico degli editor di personaggi; ci sono nuovi alleati, qualche faccia nota e soprattutto c'è Goodluck, un uomo del governo americano ben informato sugli accadimenti e pronto a tirare le fila in quella che sembra essere una storia al confine tra il paranormale e la fantascienza. Senza entrare troppo nei dettagli della trama, vi basti comunque sapere che una forma di vita aliena ha trovato il modo di attaccare e infestare il corpo umano, prendendone il possesso e guidandolo come fosse un esemplare di Ophiocordyceps camponoti-balzani.
Invece di trattarsi di un fungo, l'alieno questa volta avrà una forma cristallina, spuntando dalle appendici dei suoi contenitori umani con escrescenze luminose. Gli infetti prendono il nome di Vaganti e, come vedremo tra qualche istante, le mutazioni apportate ne possono modificare pesantemente non solo l'aspetto ma cambiarne anche capacità e attitudini, portando poi ogni soggetto a divenire un semplice involucro senz'anima. A quanto pare, la Terra non è nuova a questo genere di attacchi e anche nel Vietnam si erano già palesati i primi contagi, con il governo USA pronto a nascondere tutto sotto un telo di false informazioni. Ora le cose si fanno dannatamente più serie visto che si è scoperto esserci una potenziale cura per poter invertire il processo di mutazione, motivo più che sufficiente per imbarcarci in questa nuova operazione dato il nostro stato di salute estremamente precario. Esattamente come i suoi compagni d'arme, anche il nuovo protagonista sarà infetto e il suo compito sarà quello di dirigersi su Dice guidato dalle comunicazioni di Goodluck e tornare sano e salvo sulla terra: un compito tutt'altro che semplice.
Universo che vai, Mother Base che trovi
Le meccaniche di gioco di Metal Gear Survive sono abbastanza semplici da comprendere. Avremo un campo base di partenza con diverse stazioni di lavoro dove potremo riposare e costruire armi, munizioni e barricate, nel tentativo di sopravvivere il più a lungo possibile in questo universo ostile. Non abbiamo giocato abbastanza per scavare a fondo nella trama - parliamo di circa quattro ore di test inframezzate da lunghissimi dialoghi e cutscene - ma la narrazione sembra comunque essere un pilastro parecchio importante, definendo una progressione lineare dell'avventura. I compiti proposti però non ci sono sembrati così ben strutturati e, vuoi per le fasi un po' scialbe iniziali, vuoi per una certa ripetitività di fondo, il gameplay non è riuscito a rapirci come avremmo voluto. Ci siamo trovati a girovagare alla ricerca di materiali per rinforzare il nostro equipaggiamento, ma soprattutto di cibo e bevande per mantenere alta la salute. Survive, come lascia intendere il nome, è un vero e proprio simulatore di sopravvivenza, con la costante necessità di mantenere il nostro personaggio in salute e lontano da radiazioni e avvelenamenti, pena ritrovarsi a combattere in un ambiente ostile con problemi alla vista o deficit motori.
I movimenti del nostro alter ego non ci sono sembrati particolarmente fluidi e la struttura del motore di gioco, pensato per appoggiarsi a dinamiche stealth, poco si adatta alle fasi concitate di questo spin off. Qui sarete soverchiati dai nemici, e anche se potrete muovervi con circospezione cercando di evitare il contatto diretto, quando vi troverete a infiltrarvi nelle aree presidiate dai Vaganti dovrete affrontarli a viso aperto. Non parliamo di semplici scontri uno contro uno, da cui si esce abbastanza agevolmente anche con le prime rudimentali armi, ma dovrete combattere interi eserciti senza cervello e dai movimenti rapidi e imprevedibili. La raccolta di risorse e la crescita del vostro personaggio diventano quindi enormemente importanti, perché solo mantenendo un buon livello di equipaggiamento sarete in grado di proseguire nella storia senza troppa frustrazione. C'è infatti un elemento che è completamente da rivedere prima della release finale ed è il progresso della barra dell'esperienza e l'accumulo di risorse per la crescita. La raccolta dell'energia Kuban (ottenibile dai nemici dopo averli uccisi) è il perno su cui ruota tutta l'esperienza di gioco visto che serve per potenziare il protagonista, riparare armi e rafforzarle ma è anche indispensabile per ottenere i punti abilità da sbloccare nel più classico schema di crescita a talenti. Purtroppo nelle nostre prime tre ore di gioco abbiamo faticato a raggiungere il terzo livello e l'accumulo di risorse è risultato davvero troppo limitante. Pochi pezzi di ferro e di legno in giro per il mondo e con essi poca varietà nella tipologie di equipaggiamento da costruire, con un cambiamento radicale della situazione non appena abbiamo messo piede nelle partite cooperative online.
In quattro c'è più gusto
Una volta lanciata la lobby online, da sbloccare attraverso la campagna single player, e affrontato il primo match abbiamo accumulato abbastanza punti da schizzare al settimo livello nel giro di una manciata di minuti, fallendo tra le altre cose clamorosamente la prima missione online, tarata per il livello 10. Nonostante il game over siamo saliti di esperienza e abbiamo raccolto tanto di quel materiale da riempire completamente il nostro magazzino virtuale: una mole di oggetti impensabile solo fino a qualche minuto prima. Crescita e bilanciamenti a parte, il multiplayer è quello classico che vi abbiamo già raccontato nelle nostre precedenti esperienze in quel di Los Angeles e Colonia e davvero poco è cambiato da allora . Una volta raggruppati i vostri compagni d'arme dovrete semplicemente difendere la base dagli assalti dei Vaganti mentre un estrattore raccoglie energia dal sottosuolo. Qui potrete decidere di barricarvi costruendo protezioni, mura e piazzando trappole in una sorta di modalità orda non troppo originale ma comunque ben strutturata per il genere.
Ci sarà dunque da scoprire, una volta giunto il gioco sugli scaffali, come la progressione condivisa tra multiplayer e single player sarà bilanciata e come potrà essere diversificata per non rendere i cicli di difesa troppo simili tra loro. In questa build c'erano una manciata di mappe dagli obiettivi diversi e troneggiavano persino missioni giornaliere e settimanali con obiettivi inediti, da vedere poi come saranno strutturate al lancio. Ci sono anche altri elementi che ci hanno fatto storcere il naso, incluse le tanto odiate microtransazioni che hanno tutto l'aspetto di non essere solo estetiche, nonostante ci sia stato detto il contrario. Spulciando nei menu di gioco, in particolare nello store, abbiamo notato bonus all'esperienza e alle risorse ottenute, upgrade difensivi che dovrebbero facilitare le missioni e altre cose del genere che poco ci fanno stare tranquilli. Speriamo che nella versione finale ci siano accortezze per evitare una possibile debacle del titolo, visto che la community e i fan di Metal Gear stanno osservando ogni più piccolo dettaglio con la lente di ingrandimento già da qualche mese e ogni inciampo potrebbe essere fatale.
Metal Gear Survive non è Metal Gear. Cerca di non perdere il contatto mantenendo un modo di narrare le vicende simile ma poi ne stravolge il genere, ne cambia completamente le meccaniche e abbandona persino lo stealth per un'azione più adrenalinica. Un survival insomma che del brand principale porta solo il nome e che, se estrapolato da questo concetto, si difende anche egregiamente nel suo genere di appartenenza. Certo, prima della release, prevista per il 22 febbraio, sono necessari ancora diversi lavori di rifinitura in termini di bilanciamento ma non ci troviamo certo per le mani un gioco disastroso come si era pensato qualche anno fa durante l'annuncio. Survive è un titolo più che buono su cui mettere le mani e non ci resta ora che attendere la versione finale, magari mettendo da parte i preconcetti.
CERTEZZE
- Alcune trovate interessanti per il genere survival
- Gran quantità di armi e strumenti di difesa
- La trama potrebbe essere più interessante di quel che sembra
DUBBI
- Non è più Metal Gear, anche se ne porta il nome
- Le microtransazioni sono uno spettro preoccupante
- Struttura di gioco poco originale