Lo scorso agosto avevamo avuto il primo incontro con Frostpunk durante la GamesCom 2017: il city builder di 11bit Studios era già al tempo forte di alcune idee molto valide, ma difettava sia della pulizia necessaria per sbarcare con successo sul mercato, sia delle caratteristiche utili per rendere il mid e l'end game qualcosa in più che uno spunto interessante. Sbarcati da poche ore a San Francisco per la GDC 2018 abbiamo potuto posare gli occhi su una nuova build del titolo, che ha fatto considerevoli passi in avanti in avvicinamento al lancio, ora previsto per il prossimo 24 di aprile. La premessa resta ovviamente la stessa: a capo di un gruppo di sopravvissuti a una terribile glaciazione, dobbiamo stabilire la nostra nuova casa all'interno del cratere di un vulcano estinto, occupandoci da una parte della ricostruzione, dall'altra della gestione di una collettività di persone costrette a vivere in condizioni estreme.
Scelte impossibili
Come spiegato al tempo del primo incontro, benché Frostpunk sia a tutti gli effetti un city builder, con strutture da costruire e una crescente popolazione da gestire, la portata della parte manageriale e di pianificazione è diversa dal solito: l'area edificabile è quella attorno alla turbina che genera calore e permette sia agli abitanti di sopravvivere, sia alle strutture di operare; le case, le fabbriche e gli altri edifici sono inoltre una manciata, non centinaia, e l'intera mappa può essere visualizzata all'interno della singola schermata di gioco che ospita gran parte della partita. Lo scopo ultimo non è quindi quello di espandersi all'infinito o arricchirsi, bisogna semplicemente pensare a sopravvivere per un dato numero di giorni: per farlo tutto è lecito, la quotidianità del mondo post apocalittico di Frostpunk prevede di avventurarsi nella neve alla ricerca di parti metalliche e legna, di sviluppare una società in cui la scelta è se mandare i bambini a lavorare nelle fabbriche oppure farli studiare quel tanto che basta per sfruttarli come apprendisti medici e ingegneri (quelli del futuro devono essere bambini molto brillanti) mentre i cadaveri di chi non ce l'ha fatta saranno più spesso utili alla scienza e difficilmente potranno godere di una degna sepoltura.
Queste piccole scelte non influenzano unicamente le opzioni gestionali in nostro possesso ma anche l'umore della popolazione da noi amministrata. Il complesso bilanciamento tra mantenere quante più persone in salute e far sì che le stesse vivano un'esistenza quantomeno serena avrà il suo apice verso metà della campagna quando un evento, che non ci è stato svelato, ci costringerà a prendere una posizione netta: mantenere una parvenza di democrazia oppure instaurare un regime totalitario? A seconda della strada intrapresa la nostra New London sarà un posto dal quale chi vorrà potrà andarsene oppure una sorta di prigione a cielo aperto, un luogo dove la scelta di allungare i turni di lavoro potrà oppure no essere contestata.
Un approccio che, lo dobbiamo dire, ci è molto piaciuto perché accompagnato da una componente narrativa ben strutturata, che si sviluppa attraverso una serie di schermate fisse, è vero, ma presenta molte situazioni e scenari diversi, fino al momento in cui si sbloccano le missioni all'esterno della città (anch'esse testuali) e oltre all'opportunità di ottenere delle risorse extra e arruolare nuovi cittadini, scopriremo un po' per volta cosa è successo al mondo di gioco e perché ci siamo ritrovati in questa situazione così scomoda ed estrema. La campagna dovrebbe durare in totale tra le dieci e le dodici ore, ma la quantità di scelte e diversi finali garantiranno una buona dose di rigiocabilità, anche perché le politiche sociali verranno comunque accompagnate da classici del genere come i tech tree, che si dividono in tecnologie per lo sviluppo energetico, l'esplorazione e l'industria, le costruzioni e la raccolta di risorse e cibo. Si potrà insomma puntare tutto sull'ottimizzazione degli edifici e il loro sviluppo, oppure sul miglioramento delle tecniche estrattive, fino alla possibilità di costruire veri e propri robot utili per raccogliere in automatico quanto necessario per alimentare la città e far riposare la popolazione. Per il momento Frostpunk è previsto unicamente su PC ma considerando la quantità limitata di comandi e la dimensione contenuta della mappa, non ci stupiremmo di vederlo sbarcare anche su console. Un titolo promettente insomma, una prova di maturità per 11bit Studios che sembra intenzionata a porre le basi per una nuova serie di successo dopo This War of Mine.
Il secondo incontro con Frostpunk ci ha convinto: il genere è di quelli classici, uno dei più tradizionali si possa immaginare, ma il modo in cui è stato sviluppato mescolando diversi elementi survival e una forte connotazione narrativa lo rendono una bella ventata d'aria fresca. Tecnicamente sono stati fatti diversi passi in avanti e non vediamo l'ora di provare la versione finale per scoprire se la tensione che si crea nelle prime battute della partita si mantiene per tutto il tempo di gioco. Aprile è dietro l'angolo e le risposte arriveranno a brevissimo.
CERTEZZE
- Un city builder diverso dal solito
- Ambientazione affascinante
- Tante scelte e possibili scenari
DUBBI
- Non sarà semplice mantenere la tensione alta per tutta l'avventura