Nel suo rimanere fedele alla linea del bitmap fino alla fine, il Neo Geo è sicuramente una delle console più romantiche che si siano mai viste sul mercato videoludico, tanto da scomparire, semplicemente, con l'avvento del 3D e rimanere una sorta di inno alla grafica disegnata, ai colori e allo spirit nipponico che dopo i 16-bit è andato tragicamente scemando in questo mondo. La soluzione più filologicamente corretta per celebrare questa macchina delle meraviglie sarebbe ovviamente recuperare la versione originale e le sue cartucce rimaste nel frattempo costosissime, perpetuando in questo modo lo status di console elitaria, oppure il Neo Geo CD, ma si tratta di incamminarsi sull'arduo sentiero del collezionismo feroce. Ben più semplice ed economico potrebbe essere invece l'acquisto dell'annunciato Neo Geo Mini, anche se sulla macchina in questione restano molti dubbi, a partire dalla lineup di titoli pre-caricati che non è ancora stata annunciata.
Il rischio, con una console così di nicchia, è che SNK abbia intenzione di concentrarsi solo su quelle serie di ampio richiamo che sono emerse negli anni anche sulle altre piattaforme, appiattendo in questo caso l'offerta su pochi franchise e appartenenti soprattutto al genere picchiaduro, dubbio che è sorto anche in seguito alla prima lista trapelata e poi dichiarata falsa. Sarebbe un peccato perché il Neo Geo ha un'anima variopinta e per valorizzarlo al meglio è necessario spaziare tra i diversi generi che ha esplorato. Lo spirito del "100 Mega Shock" e oltre si riflette nell'esaltazione assoluta dell'arcade in bitmap a tutto tondo e nelle sue varie forme, pertanto proviamo a fare una panoramica quanto più variegata possibile sui titoli che ci piacerebbe vedere nella nuova mini-console.
Metal Slug 3
Cominciamo da una delle serie-simbolo del Neo Geo, che a differenza di molte altre è riuscita ad affermarsi anche su altre piattaforme, sebbene solo nelle iterazioni successive. Metal Slug 3, in particolare, è considerato da molti come l'apice della serie: uscito originariamente nel 2000, segue la struttura tipica di Metal Slug in maniera piuttosto scolastica ma la spinge verso nuovi livelli qualitativi sia dal punto di vista tecnico che strutturale. I cinque livelli di cui è composto sono una continua sorpresa tra bivi che portano a variazioni sostanziali del level design, ambientazioni e nemici estremamente variegati e le situazioni forse più folli viste nella serie, che si riflettono anche in alcuni slug particolarmente strani.
Garou: Mark of the Wolves
È uno dei titoli più tardi del Neo Geo, arrivato in Giappone nel '99 quando ormai la produzione hardware era sostanzialmente cessata. Rappresenta ancora oggi uno degli esempi più avanzati di utilizzo di grafica in bitmap per un picchiaduro, non per nulla viene riproposto continuamente sulle nuove piattaforme mantenendo intatto il suo impressionante impatto sul fronte tecnico. Garou rientra nella saga di Fatal Fury come ottavo capitolo ma ha rappresentato uno stacco piuttosto netto dalla tradizione: non solo per il cambio di cast con la fine dell'epopea di Geese Howard e una nuova generazione di combattenti, ma anche per l'abbandono dei due piani di scontro in parallasse e l'introduzione di un nuovo sistema di combattimento altamente strategico con il T.O.P. System e il Just Defense che rendono questo picchiaduro particolarmente tecnico e profondo.
The King of Fighters 98
Su quale possa essere considerato il miglior capitolo di The King of Fighters il dibattito si protrae da anni e forse in questa sede ha più senso pensare a quale capitolo possa essere più rappresentativo di una serie che ha quattordici anni di storia alle spalle. In questo caso la scelta ricadrebbe su The King of Fighters 98: sebbene altre iterazioni possano essere considerate più importanti per le novità introdotte, come il capitolo '96, consideriamo il '98 una sorta di summa della serie per la quantità di personaggi presenti e per il bilanciamento riconosciuto come uno dei migliori in tutta la storia di KOF. Conclusa la saga di Orochi, The King of Fighters '98 mette da parte la trama e propone una sorta di all-star onnicomprensivo, con sistema di combattimento particolarmente raffinato anche dall'introduzione dell'Advanced/Extra dal capitolo precedente.
Shock Troopers
Non è probabilmente una gemma di realizzazione tecnica come altri titoli presenti in questa selezione, ma riserviamo un posto a Shock Troopers per la sua impostazione da sparatutto con visuale dall'alto e spostamento terrestre, che lo rende un po' un outsider nell'offerta Neo Geo ma anche nella tradizione videoludica in generale. Piuttosto trascurato all'epoca rispetto a titoli ben più spettacolari, questa produzione di Saurus è diventata una sorta di gioco di culto per molti appassionati della console e rimasto di fatto un titolo piuttosto unico, migliorato sotto certi aspetti dal seguito "2nd Squad" ma senza raggiungere l'originalità del primo capitolo. La presenza di ben otto personaggi diversi da scegliere, ognuno con una propria arma principale specifica, garantisce un approccio diversificato alla battaglia, che per il resto presenta i classici parossismi da action anni '90, tutta roba diventata preziosa al giorno d'oggi.
Samurai Shodown II
Torniamo tra i titoli più noti con Samurai Shodown II, serie che rappresenta una vera e propria icona del Neo Geo. Il secondo capitolo rafforza le caratteristiche dell'originale mantenendone inalterata la freschezza, e a vederlo oggi è ancora impressionante nonostante sia uscito nel 1994. Stilisticamente curatissimo e tecnico come le classiche produzioni SNK sanno essere, si porta dietro quella che è la caratteristica principale della serie, ovvero il combattimento all'arma bianca invece che a mani nude, cosa che determina una serie di meccaniche peculiari dello scontro, supportate da un roster carico di carisma e stili di lotta particolari. In un ambiente dominato ancora da Street Fighter II e Mortal Kombat, Samurai Shodown è riuscito ad offrire una proposta veramente alternativa e questo secondo capitolo ne è probabilmente la massima espressione.
Magician Lord
Con Magician Lord siamo piuttosto lontani dalle punte massime raggiunte in seguito in termini di grafica dal Neo Geo, ma si tratta pur sempre di un gioco del 1990 e nonostante questo non sfigura affatto anche visto al giorno d'oggi. È un action game a scorrimento che mischia elementi platform con caratteristiche da beat'em up e proprio per il suo appartenere a una tipologia non molto rappresentata sul Neo Geo costituisce un titolo importante nel suo catalogo, che sarebbe interessante riproporre in una collezione. Sebbene risulti un po' arcaico nelle meccaniche e nei controlli, il titolo di Alpha Denshi è caratterizzato da un'atmosfera particolare e da un level design estremamente vario, oltre ad essere un degno rappresentante della prima ondata di giochi ancora legati alle tradizioni nipponiche tra la fine degli anni 80 e i primi anni 90, in una SNK ancora in fase pre-picchiaduro.
Super Sidekicks 3: The Next Glory
Non sarà il gioco più caratteristico della tradizione SNK, ma qui nel paese dei pallonari era forse il più diffuso nei bar degli anni 90, dunque non potevamo evitare di menzionare in questa lista anche Super Sidekicks 3: The Next Glory. In un'epoca in cui sembra non esserci più spazio per interpretazioni arcade del calcio, ritrovare la velocità e la vena action della serie al giorno d'oggi fa un gran piacere. A dire il vero Super Sidekicks 3 poteva sembrare anche troppo esagerato nelle sue derive arcade già nel 1995, ma la sua combinazione di comandi intuitivi, quasi totale assenza di tattica, ricerca del fallaccio al limite e tiri spettacolari è sempre stata irresistibile, oltre ad essere in effetti uno dei pochi giochi di calcio disponibili in cabinato, successivamente soppiantato dall'immancabile Virtua Striker.
Neo Drift Out
C'erano anche i racing su Neo Geo, anche se a dire il vero erano veramente pochi. Cosa piuttosto curiosa, erano anche in gran parte costruiti alla stessa maniera, seguendo ovviamente lo spirito puramente arcade: Neo Drift Out mutua l'impostazione di OverTop, presentando dunque la particolare inquadratura isometrica sulla pista, evoluzione della vecchia telecamera a volo d'uccello riscontrabile nei capitoli precedenti e in Thrash Rally. Anche Neo Drift Out è un gioco che si vedeva spesso nei cabinati da queste parti e anche per lui vale dunque una buona dose di effetto nostalgia, ma si tratta comunque di un titolo che ha ancora molto da dire sul fronte del gameplay, come quasi sempre accade per i giochi Neo Geo. Il sistema di controllo importato sulle derapate richiede una risposta ai comandi pronta e precisa, ma il drifting concede un buon margine nell'impostazione delle curve, restituendo una piacevole sensazione rallystica.
Windjammers
Il Neo Geo vantava una buona quantità di sportivi, ma il bello è che erano tutti costruiti in modo da risultare prima di tutto degli ottimi arcade, facendo passare spesso in secondo piano l'ispirazione realistica. In certi casi, quest'ultima veniva talmente piegata alle esigenze del gameplay da far emergere sport praticamente inventati, come Windjammers. Il gioco Data East mette in scena una sorta di frisbee incrociato con l'air hockey, nel quale i due giocatori devono lanciare il disco cercando di segnare nella porta opposta facendo in modo che l'avversario manchi la presa. Il tutto si traduce in una sorta di Pong all'ennesima potenza con colpi speciali, rimbalzi a effetto, tuffi e parate spettacolari, tutto caratterizzato dalle classiche atmosfere colorate e festose del bitmap d'epoca. Anche Windjammers non venne accolto con particolari onori ma si è guadagnato un notevole seguito nel tempo, che ha portato anche a un recente remaster.
Pulstar
Nonostante avesse tutte le carte in regola per proporre soluzioni devastanti, il Neo Geo non ha proposto un enorme numero di sparatutto a scorrimento rispetto alle altre console. Tuttavia, alcuni di questi restano scolpiti nella storia tra i massimi esponenti del genere e uno di questi è Pulstar. Sviluppato da Aicom, Pulstar è in grado di stagliarsi ancora oggi come una grande opera di design in pixel, sebbene l'aspetto in certi casi sembri derivare in maniera un po' troppo palese da R-Type. In ogni caso, i livelli e i nemici sullo schermo risultano ancora oggi impressionanti, così come l'ottima colonna sonora di Harumi Fujita e Yasuaki Fujita. Per il resto, il fascino dello sparatutto classico a scorrimento resta inalterato anche a distanza di 23 anni, tanto per dimostrare ancora una volta come il bitmap di molti titoli Neo Geo possa superare agilmente la prova del tempo.
Neo Turf Masters
Non è facile associare un adattamento videoludico del golf all'idea di divertimento, ma Neo Turf Masters riesce nell'arduo compito di infondere la fiamma del gameplay nipponico in uno degli sport più soporiferi del mondo. In qualche modo, la sua strana alchimia l'ha reso uno dei titoli più famosi dell'intero panorama Neo Geo, tanto da essersi meritato anche un ottimo adattamento nella serie "ACA" di recente diffusione. Uscito nel 1996, il gioco Nazca non era propriamente uno dei più fragorosi colpi della console in termini di grafica e sonoro, ma l'utilizzo del bitmap e della particolare caratterizzazione fumettosa in un contesto atipico come i campi da golf, oltre allo strano equilibrio tra l'approccio tipicamente arcade e intuitivo con gli elementi più profondi e compassati dello sport in questione, rendono Neo Turf Masters uno dei giochi più apprezzabili del Neo Geo, ancora oggi.
Real Bout Fatal Fury Special
Un bel cartuccione da ben 394 MB racchiude un altro capitolo di altissimo profilo per la serie Fatal Fury con il Real Bout Special, uscito nel 1997 e posto dunque più o meno a metà del percorso della serie-simbolo di SNK. Mentre Garou assomiglia a una sorta di nuova generazione, questo raffina la struttura tipica della serie classica portandola più o meno alla perfezione formale, sia per quanto riguarda la rappresentazione grafica che la meccanica dello scontro. Scenari particolareggiati al massimo e animati, con tanto di elementi interattivi e ampio scorrimento, personaggi con design e animazioni nuove compongono il quadro estetico di questo capitolo, mentre il ritorno del doppio piano di scontro in parallasse rende Real Bout Fatal Fury Special un appartenente al canone classico di Fatal Fury, ma evoluto con nuove suggestioni fino a renderlo forse la summa della serie.
Blazing Star
Per avere un quadro più completo dell'offerta caratteristica del Neo Geo c'è bisogno di almeno un paio di shooter in 2D, che hanno raggiunto apici notevoli sulla console SNK. A costo di essere ridondanti, tocca mettere assolutamente anche Blazing Star, seguito del succitato Pulstar. Sviluppato da Yumekobo, che è poi la stessa Aicom del capitolo precedente, il gioco riprende tematiche e caratteristiche del capostipite ma si smarca da elementi derivativi presentando una caratterizzazione molto più originale e una realizzazione tecnica veramente impressionante, mischiando anche elementi 2D e 3D pre-renderizzato. La presenza di sei diversi piloti con una propria navetta assicura un'ottima varietà allo stile di gioco, mentre i livelli lunghi e disegnati in modo da proporre situazioni sempre piuttosto diverse rappresentano una notevole ricchezza per uno shooter in 2D a scorrimento.