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Gray Dawn, il provato dell'horror che non ti aspetti

Un horror angosciante, spaventoso e blasfemo

PROVATO di Simone Pettine   —   22/05/2018
Gray Dawn
Gray Dawn
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Esperienze disturbanti, malate, psicologicamente sconvolgenti: di solito chi scrive è pronto a cose di questo tipo, ha ormai archiviato in un angolo del suo cervello un punto fermo che recita: "va bene tutto, tanto oltre un certo limite neppure gli horror possono andare"; ma quando pensi di aver visto tutto, quando ormai Outlast 2 ha definito un certo tipo di orrore dal quale è difficile prescindere, arriva Gray Dawn. Un titolo annunciato mezzo secolo fa: era il lontano 2015 quando gli sviluppatori pubblicarono una tech demo dal frame rate imbarazzante, all'interno di un corridoio striminzito e anonimo. Ricordatevi che non si dovrebbero mai, mai valutare antipasti acerbi di questo tipo pensando che rappresentino la produzione finale. Gray Dawn è ormai dietro l'angolo, e noi abbiamo provato la sua (corposa) demo: non siamo riusciti a capire se siamo ancora sani di mente.

Noi, i servi del Signore

È la Vigilia di Natale del 1920: Padre Abraham si è ritirato nella sue stanze, nella sua testa non si affollano solo i preparativi legati alle prossime funzioni religiose del Natale, ma anche pensieri molto tormentati. È stato accusato di omicidio dalla comunità locale, e presto dovrà risponderne davanti alla legge. Il problema però è che la colpa non sembra essere di Abraham, ma del diavolo. Il chierichetto (questo ci dicono gli sviluppatori) presentava i chiari segni della possessione demoniaca; il sacerdote svedese è intervenuto con un potente esorcismo, e il ragazzo si è buttato per tutta risposta dalla finestra. Nessun corpo è mai stato ritrovato da allora, e logicamente se il tuo piccolo funzionario religioso sparisce dalla tua proprietà, mentre a tutelarlo c'eri soltanto tu, non è che ci siano molte domande da porsi sul caso. Nei panni di Padre Abraham quindi saremo impegnati a provare la nostra innocenza, lottando non solo contro l'evidenza dei fatti, ma anche qualcosa di molto più potente e misterioso che trascende i fatti stessi. Qualcosa di strano inizia a manifestarsi durante la Vigilia di Natale: il sacerdote è in preda ad atroci visioni, si ritrova in un mondo che apparentemente ha ancora le sembianze della sua dimora, ma che in realtà è un misto confusionario di visioni, presagi ed esperienze paranormali di vario tipo, tutte rigorosamente a tema religioso.

Gray Dawn, il provato dell'horror che non ti aspetti

La demo di Gray Dawn che abbiamo potuto provare non si spinge oltre il Terzo Atto della storia principale, e sinceramente non abbiamo neanche idea se gli eventi che abbiamo vissuto verranno alterati nella loro sequenza temporale in vista del rilascio definitivo. Una cosa però è certa: il titolo ha un fascino potentissimo e può contare su atmosfere incredibilmente ispirate ed efficaci, in grado di riservare la giusta dose di angoscia, claustrofobia, turbamento, e anche di sorpresa positiva quando riusciamo a svolgere un determinato compito. Perché in fondo è qui che il titolo di Interactive Stone ci è sembrato vincente: nel saper mescolare tra loro in modo molto intelligente non soltanto l'avventura horror come siamo abituati a pensarla in termini di prima persona, ma anche il thriller psicologico, l'avventura narrativa e il puzzle game; negli ultimi casi si tratta di piccoli assaggi di un gameplay ancora per certi aspetti rudimentale, ma che potrebbe anche risaltare in positivo al momento del lancio del titolo al completo.

Gray Dawn, il provato dell'horror che non ti aspetti

Tanto per capirci ancora meglio: Gray Dawn è il classico horror che ci sposta tra stanze, corridoi e visioni da incubo, dove dobbiamo avere paura di ogni minimo movimento e sussurro. Fin qui tutto normale: ma propone anche un approccio attivo da parte del giocatore, che nonostante le atmosfere particolari deve riuscire ad ottenere nuovi oggetti nel suo inventario, capire con quali elementi degli ambienti può interagire, e anche risolvere piccoli enigmi ambientali particolarmente curiosi (per quanto anche estremamente semplici). Non è certamente uno stimolo alla difficoltà aver sempre presenti a schermo dei chiari indicatori che ci mostrano con cosa possiamo interagire, dove ci manca un particolare oggetto per proseguire, o anche un semplice punto interrogativo che ci lascia all'erta, ma probabilmente sono tutte icone che potranno essere comodamente attivate e disattivate a piacimento.

Lui, il Nemico

Ammettiamolo pure tranquillamente, quanti videogiochi horror a tema religioso ricordate? Siamo sicuri che le dita bastano e avanzano per portare il conto: quello della religione in effetti è un po' un tabu nel settore, un campo che pochi sviluppatori hanno il coraggio di praticare, figurarsi di approfondire, perché avvolto giustamente di una certa dose di "sacralità". In apertura abbiamo citato Outlast 2 dei Red Barrels, un ottimo esempio di come la ricerca di contesti ricchi di terrore e follia possa sposarsi con ottimi risultati anche con la sfera del sacro: proprio quest'ultimo, riproposto in chiave macabra e distorta, rappresenta un elemento fortemente innovativo all'interno della narrazione. Outlast 2 però procede su un percorso molto chiaro: in quel titolo la religione classica (ortodossa) esiste nella sua "purezza", e sono i mostruosi abitanti del villaggio ad averla distorta in una chiave tutta loro. In Gray Dawn invece assistiamo alla riproposizione del Sacro in quanto Sacro, quello dell'Europa dell'Est nella miglior tradizione bizantina, ma deformato da un incubo che esiste comunque all'interno della religione: il diavolo.

Gray Dawn, il provato dell'horror che non ti aspetti

La genialità degli sviluppatori è stata quella di riuscire a presentare un contesto apparentemente normale e fedelmente ricostruito, la casa rurale di un sacerdote dell'Est nei primi anni '90, per poi scatenarvi un incubo di visioni e mostruosità che deformano la stessa religione ai limiti della blasfemia. Questo sempre restando all'interno della religione stessa, proprio come se fosse il demonio ad alterare le stanze di Abraham, capovolgere le croci, rielaborare in chiave grottesca e maligna le sacre rappresentazioni. La cura nella ricostruzione di quest'ultime è veramente notevole: abbiamo notato la presenza di almeno una decina di affreschi più o meno noti della cultura bizantina (e oltre), così come si rincorrono citazioni e frasi bibliche, viene persino riproposto il formulario della Chiesa Romana per gli Esorcismi (preghiere "fisse" con cui combattere i demoni). Insomma, non si tratta di folklore messo a caso un po' ovunque con scene che fanno saltare dalla sedia: il giocatore attento, magari soprattutto quello cristiano o appassionato di storia del cristianesimo, riconoscerà molti dettagli ricostruiti con estrema fedeltà provenienti da questi contesti, nonché una cura meticolosa nel metterli al proprio posto e renderli credibili. Anche volendo prescindere da questa cura esasperante per i contesti, bisogna ancora sottolineare come il team di sviluppatori sembra abbia dato la giusta attenzione alla variazione delle situazioni proposte. Dopotutto quanto possono variare gli horror in prima persona su binari, a parte nelle diverse località di ambientazione? Gray Dawn prova a metterci del suo, e in alcuni momenti l'horror semplicemente sparisce, e finiamo nel Paradiso immaginato da un misterioso bambino: trovata la giusta porta tra i mondi, possiamo fare ritorno al nostro incubo. Le sessioni di gioco nel Paradiso (ne abbiamo provate due) sono molto rilassanti, distese, piene di colori, una sorta di Paese degli Unicorni: immaginate ora lo scontro invece con le normali situazioni angoscianti di Gray Dawn. È la ricerca di una variazione importante all'interno di meccaniche costantemente simili, è vero: ma è anche l'occasione per proporre, ancora una volta, qualcosa di incredibilmente tranquillo (come già il sacro) investendolo di un'altra luce. Il Paradiso è soprattutto serenità, è vero... ma giocando a Gray Dawn, sarete davvero così sereni mentre vi sposterete tra rocce luminose e rigogliosi canneti in riva al fiume?

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Sistema operativo: Windows 10 a 64 bit
  • Processore: Amd Ryzen 5 1600 - 3.2 GHz
  • Scheda video: EVGA GeForce GTX 1070 con 8 GB
  • Memoria: 16 GB di RAM

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows 64-bit
  • Processore: Intel Core i5-2400/AMD FX-8320
  • Scheda video: GeForce GTX 770 / Radeon R9 280X
  • Memoria: 6 GB di spazio disponibile

Requisiti consigliati

  • TBC

Gray Dawn sarà disponibile a partire da giugno, al momento esclusivamente su PC. È una produzione che osa molto, soprattutto nelle tematiche: affrontare la religione non è mai un compito facile, perché soprattutto nella tradizione occidentale quest'ultima è ancora qualcosa su cui non si discute, che va osservata da lontano e con rispetto. Gray Dawn ci scherza sopra, la tratteggia in modi a tratta irriverenti e blasfemi, la propone in una veste morbosa e angosciante, come angoscianti sono i demoni che potrebbero (non è certo) abitare la mente e la dimora di Abraham. Complice una costruzione degli ambienti credibile e fedele, Gray Dawn potrebbe rivelarsi uno dei migliori horror dell'anno, preso ovviamente all'interno del suo genere particolare, della sua ibridazione con minimi elementi puzzle-adventure. Bisogna vedere come si evolve la narrazione, e quanto approfondite saranno le meccaniche di gioco, ma per questo bisognerà aspettare ancora un po'.

CERTEZZE

  • Contesto e tematiche vincenti
  • Artisticamente (e graficamente) molto affascinante
  • Bene per l'introduzione di enigmi

DUBBI

  • Proseguire sembra davvero facile
  • Bisogna vedere dove vuole arrivare la trama
  • Narrazione non sempre chiara