Sono quindici i videogiochi che scandiscono la storia digitale di Harry Potter, il mago imberbe più popolare di tutti i tempi. Ed è un peccato che la maggior parte di questi quindici titoli sia stata sviluppata per sfruttare il successo delle pellicole (oramai ultra note a tutti e in questo momento disponibili su Infinity), osando davvero poco. Ma questo è quello che succede quando si crea l'urgenza di sfruttare un fenomeno per monetizzarlo; e fenomeno Harry Potter lo è stato da subito, quando era ancora una creatura di carta, capace di offrire un'alternativa ai ragazzini vestiti alla moda che vengono utilizzati come carne da cannone in film sempre più sterili e vuoti di significato. Con un brand del genere tra le mani è possibile vendere di tutto ed è proprio per questo che spesso lo spreco la fa da padrone anche se qualcosa di buono, alla fine, è venuto comunque a galla. Inoltre la storia di Harry Potter nei videogiochi non è ancora finita, come dimostra il nuovo gioco in realtà aumentata targato Niantic, ma prima di parlare della novità del momento diamo un'occhiata a come le nostre console e i nostri PC ci hanno raccontato la storia di Harry in questi diciassette anni.
Alti e bassi di un inizio tumultuoso
La formula LEGO è semplice e limitata, ma è una certezza che ha saputo accogliere e valorizzare il lato ironico di svariati brand, regalandoci due dei migliori titoli dedicati all'occhialuta nemesi di Voldemort. Lo stesso vale per entrambi i capitoli dedicati a Harry Potter che, usciti in concomitanza con gli ultimi due film, impacchettano con la consueta efficacia tutti gli eventi chiave di libri e pellicole, tenendo alto il ritmo grazie a sorprese e trovate che non possono non deliziare i fan dello sventurato maghetto di Hogwarts. Quello stesso mago che si ritrova protagonista di un altro titolo sorprendente che, come i due capitoli LEGO, non è un tie-in diretto dei volumi o dei film dedicati a Harry Potter. Il gioco in questione è Quidditch World Cup che tra sfide, carte e un gameplay niente male ha catturato i più giovani contribuendo, tra l'altro, alla nascita del Quidditch come sport effettivamente praticato in parecchie scuole di tutto il mondo. Abbastanza per imporsi, almeno in quanto a carica innovativa, su un'intera serie di videogiochi che è partita all'insegna del caos con Harry Potter e la Pietra Filosofale, con un'orda di software house impegnate su versioni differenti. La maggior parte di queste sono accomunate dalla struttura action-adventure, ma quella per PlayStation è comunque diversa da quella PC/Mac che a sua volta è differente dal rifacimento realizzato per sfruttare GameCube, PlayStation 2 e Xbox. Tutte, comunque, hanno in comune il fatto di non essere state particolarmente apprezzate. C'è chi ha invece applaudito lo stravolgimento in chiave JRPG per Gameboy Color e c'è chi ha apprezzato la versione puzzle game con visuale dall'alto sviluppata appositamente per Game Boy Advance, ma anche queste due particolari versioni non hanno saputo rendere piena giustizia ai film ai quali si sono direttamente ispirate, registrando una media di voto decisamente deludente per un franchise del genere.
Media che per fortuna si è elevata con quello che probabilmente è stato il tie-in più fedele e più riuscito dell'intera serie. Con il secondo capitolo, infatti, tutti gli sviluppatori coinvolti hanno fatto uno sforzo in più a partire Griptonite ha migliorato la formula JRPG adottata per il primo capitolo. E lo stesso si può dire per l'incarnazione action-adventure sia nella versione per PlayStation di Argonaut Games sia per quella GBA, GameCube, Xbox e PS2 che è finita delle mani di Eurocom la quale ha anche messo giù le basi per quel Quidditch World Cup che non ha convinto tutti, registrando una sonora bocciatura da parte di GameSpy, GameSpot e Famitsu, ma ha avuto il plauso di buona parte della critica e un buon successo di pubblico puntando sul lato sportivo di Harry Potter. Ed ha lasciato il segno quel tanto da farci pensare, assieme a Harry Potter e la Camera dei Segreti, a un futuro in crescita per le controparti digitali dei film di Harry Potter. Purtroppo le nostre speranze si sono dissolte di fronte ai successivi tie-in che hanno provato ad aggiungere alcune dinamiche distintive, ma non sono mai riusciti a catturare quella magia che ha permesso ai libri e i film della Rowling di diventare fenomeni globali. Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, escludendo ancora una volta la versione in stile JRPG per GBA e la particolare versione PC, ha puntato esclusivamente sul look cartoon della versione rifatta della Pietra Filosofale, mentre l'incarnazione principale di Harry Potter e il Calice di Fuoco si è persa sulla via dell'hack & slash. Successivamente Harry Potter e l'Ordine della Fenice si è fatto notare solo la versione in scala quasi fedele di Hogwarts, fallendo come gli altri nel risollevare le sorti di una serie che è definitivamente precipitata con le due parti dei Doni della Morte, due brevissimi sparatutto distanti dalla filosofia di Harry Potter.
Da Hogwarts al mondo intero
Ed è un peccato che parecchio lavoro fatto da Harry Potter e il Principe Mezzosangue, valido nel caso del quidditch e del sistema di creazione delle pozioni, sia stato sprecato in favore degli ultimi due tie-in che sono lontani da Harry Potter anche se, dal punto di vista della sostanza, possono essere considerati superiori all'interessante ma incredibilmente limitato Wonderbook: Book of Spells, al meno basilare ma comunque trascurabile Book of Potions e al disastroso Harry Potter for Kinect, tra i peggiori titoli sviluppati per lo sfortunato sensore Microsoft. Persino la piccola Jam City ha fatto di meglio, riportando in auge maghi e babbani con l'RPG mobile Hogwarts Mystery per scivolare, però, sull'insidioso terreno delle microtransazioni. Ma l'ennesimo successo di Harry Potter, capace di vendere centinaia di migliaia di copie anche con il peggiore dei tie-in, ha comunque dimostrato che il brand creato da Joanne Rowling ha ancora un futuro e questo è legato alla realtà aumentata, un vero campo minato anche se stiamo parlando di uno dei pochi team che è stato in grado di sfruttarla con successo. Il titolo in questione è Harry Potter: Wizards Unite ed è l'erede, almeno sul piano tecnologico, di Pokémon GO, che sovrappone le creature Nintendo al mondo reale sfruttando un normale smartphone.
Una formula, questa, che si adatta bene all'enorme mondo di Joanne Rowling, un caleidoscopio di creature mistiche, artefatti, personaggi leggendari e incantesimi da imparare che dai falsi rumor del 2016 diventeranno una realtà, ovviamente aumentata, nella seconda metà del 2018, portandoci a esplorare le nostre città trasformate nel segno dell'universo di Harry Potter. Ed è una trasformazione che Niantic sta realizzando in collaborazione diretta con il team di sviluppo Portkey Games che, creato appositamente da Warner Bros e messo al lavoro anche su Hogwarts Mistery, dovrebbe garantire materiale in quantità e una marcia in più per quanto riguarda l'evoluzione del nostro avatar e le meccaniche di gioco. Meccaniche che ci auguriamo includano veri e propri duelli in punta di bacchetta capaci di esaltare le abilità tanto del personaggio quanto del giocatore che lo incarna. Il tutto esaltato da tecnologie in grado di trasformare con maggiore efficacia il mondo che ci circonda, almeno attraverso lo schermo del nostro smartphone. Niantic ha infatti lavorato sulla mappatura del mondo reale, sfruttando sia i dati raccolti con Pokémon GO sia tecnologie legate alla fotocamera che potrebbero consentire ai giocatori di condividere non solo la visualizzazione nel mondo reale di creature o manufatti ma vere e proprie strutture tridimensionali e interattive. Tra l'altro il CEO di Niantic, John Hanke, ha affermato che il team ha lavorato duramente sulla gestione dei luoghi pubblici, studiando regolamenti governativi e possibili reazioni del mondo reale all'invasione di torme di apprendisti maghi. Da tutto questo non ci aspettiamo una profonda esperienza narrativa dedicata a Harry Potter, ma siamo senza dubbio curiosi di vedere il potenziale di un'evoluzione ad alto budget di Pokémon GO.