Erano oltre due anni che se n'erano perse le tracce: dopo Eye of the North, ArenaNet aveva completamente chiuso le serrande sulla serie Guild Wars, coprendosi dietro il più stretto riserbo e lavorando sodo per poter mettere le basi dell'attesissimo seguito. Milioni di giocatori sono quindi rimasti con il fiato sospeso in attesa di
capire, avere qualche conferma e poter finalmente vedere in movimento quello che paradossalmente sarà un'altra volta una delle migliori alternative a World of Warcraft, non un vero concorrente vista la particolare formula che, andremo a vedere, si è ancora scelto di usare come base per una struttura che sarà sì più vicina a quella dei classici mondi persistenti, senza però mai incrociarli del tutto. La GamesCom 2009 è stata portatrice del primo video ufficiale e, un po' a sorpresa, ci è stata data la possibilità di fare una lunga chiaccherata con alcune delle figure chiave dello sviluppatore statunitense, nato da alcuni dipendenti fuoriusciti da Blizzard.
I draghi
Prima di discutere su quella che sarà la sempre più sottile linea tra il concetto di gioco di ruolo online cooperativo, da sempre legato a Guild Wars, e quello di massa online, l'incontro si è sviluppato attorno alla linea narrativa che anche questa volta ricoprirà un ruolo di primissima importanza. Gli utenti saranno chiamati a tornare nelle terre di Tyria, conosciute con Prophecies, ma 250 anni dopo gli eventi narrati in Eye of the North, in una terra oramai devastata da cinque potentissimi draghi - uno dei quali, Primordus, è già stato conosciuto nell'ultima espansione - creature dai poteri inimmaginabili e dalle capacità eccezionali, in grado di distruggere e devastare come null'altro, di compiere quelle che assomigliano ad azioni divine, come far resuscitare eserciti di morti. Con la catastrofe alle porte, le diverse razze prima in conflitto o abituate a vivere in solitudine saranno costrette a coalizzarsi,
scegliere di mettere faticosamente da parte i contrasti: gli umani finiranno così per combattere fianco a fianco con i Char, i Norn scenderanno verso sud lasciando la loro terra ora distrutta mentre faranno la loro comparsa gli Azora, una razza di piccoli esseri con alle spalle una cultura magico-tecnologica, e i Sylvari, un popolo di mistici dalle sembianze a metà tra gli uomini e le piante, nati con la preconoscenza relativa alla loro cultura ma inconsapevoli del loro passato e in cerca di uno scopo, che però possono dare per certo legato alla sconfitta dei temibili draghi. Ancora una volta quindi la storia avrà un ruolo fondamentale, avvolgerà l'avventuriero all'interno di un mondo vivo, allontanando una volta di più la serie dalla tradizionale povertà narrativa degli MMO.
Persistente a metà
La premessa è relativa alla volontà di mantenere le missioni istanziate all'interno di Guild Wars 2, quindi accettata la quest si verrà portati in un'area non persistente assieme ai compagni - o ai bot qualora si preferisse - fino al termine della stessa. A differenza del passato, però, le aree aperte a tutti non si limiteranno alle città dove incontrarsi, interagire e acquistare oggetti e potenziamenti, ma saranno estese a delle regioni dove si potrà partecipare ad eventi di massa, i così detti Dynamics Event, riguardo i quali ancora non è stato possibile avere informazioni precise ma che di per certo occuperanno una vasta parte del tempo di gioco, diventandone una delle componenti principali. Non molti sono i dettagli relativi ai personaggi e al loro sviluppo: il livello massimo raggiungibile verrà probabilmente alzato ben oltre il ventesimo e, a vedere le espressioni degli sviluppatori a precisa domanda nonostante il no comment, anche collegate alle fasi di Player versus Player, altro elemento di cui nulla è trapelato se non che c'è la volontà di affiancare quello tradizionale
a uno più casual. Aspettando di capire quali classi e abilità saranno riprese - anche considerando la presenza di cinque razze giocabili - e quali invece saranno nuove, possiamo già anticipare l'introduzione del crafting, ovvero della possibilità di costruirsi degli oggetti a partire dalle componenti base acquisite o comprate, e che ci sarà una certa attenzione nello sviluppo di dinamiche del gameplay che esulino dall'aspetto combattivo, presumibilmente delle professioni. Nulla da dire sulle armi mentre le armature saranno in parte generiche e in parte dedicate alle singole razze, così da rispecchiarne le peculiarità. In base alla scelta fatta su a quale di queste ultime far appartenere il proprio alter ego, ci saranno aree iniziali diverse per poi riunire tutti all'interno dello stesso ambiente per il resto dell'avventura, con sempre e comunque presente la possibilità di avere più slot per i personaggi su ogni account. Non mancheranno le gilde, un sistema di chat e gli strumenti più disparati per favorire il proliferare della community, che ArenaNet pensa di poter espandere ulteriormente grazie a un lavoro di bilanciamento volto, tra le altre cose, a una riduzione delle abilità inserite, per evitare di arrivare come nel primo Guild Wars ad averne oltre mille mentre si punterà a limare quelle meno utili così da non perdere comunque in profondità. Buona infine la notizia che ancora una volta non sarà necessario alcun tipo di abbonamento, basterà comprare la scatola in negozio e si potrà giocare fin tanto che i server rimarranno aperti.
Quadri in movimento
L'aspetto visivo sarà uno dei motivi di maggior dispendio di energie, d'altra parte ArenaNet non fa mistero di farne uno dei punti di forza della produzione. Alla GamesCom il gioco non era presente e non resta che affidarsi al lungo video di presentazione disponibile anche all'interno di questa pagina: l'alternarsi di immagini come fossero dipinte e quelle in movimento renderizzate dal motore di
gioco, dimostrano come si voglia arrivare ad avere quasi dei dei quadri in movimento, con gli ambienti riccamente definiti e, soprattutto, una grande fantasia nel realizzare ambienti sempre diversi, coerenti con la condizione dell'area che rappresentano e dall'influenza tangibile sui popoli che le abitano. Nonostante l'impegno profuso per appagare la vista, si cercherà una volta di più di far installare GuildWars 2 sul massimo numero di PC possibili e in tal senso è significativo voler tenere in considerazione anche i possessori di notebook e, persino, netbook.
Tutti elementi da valutare con mano, anche se il background dell'azienda e della serie, uniti a questa lunga sessione d'intervista, sono stati più che sufficienti ad alzare l'attesa ai massimi livelli. Infine una nota: è stato caldamente consigliato di iscriversi alla newsletter ufficiale, disponibile sul sito del gioco, perché è molto probabile che la beta possa coinvolgere gli utenti sin dalle sue prime fasi - presumibilmente tra parecchio tempo - e ne verrà data notizia proprio attraverso questo strumento.
CERTEZZE
- Tante novità senza violentare lo spirito della serie
- Quattro razze giocabili, un mondo semi persistente, niente abbonamento... Guild Wars all'ennesima potenza
- Il lavoro artistico è notevole come sempre
- Attenzione alla narrazione fuori dal comune
DUBBI
- Bisognerà vederlo in movimento
- Ci auguriamo di non vederlo tra troppo tempo