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EA alla conquista degli FPS

Gli sviluppatori di Battlefield arruolati per la missione più difficile: far tornare EA regina degli FPS!

PROVATO di Claudio Camboni   —   29/06/2010

Versione testata: Playstation 3

Il prossimo Medal of Honor rappresenta per Electronic Arts un vero e proprio "reboot" della serie, l'inizio di un nuovo ciclo, un rilancio in grande stile fortemente voluto dopo anni e anni di serializzazione estrema e con Call of Duty a dominare la scena degli FPS. E' proprio al capolavoro Activision, in modo abbastanza chiaro e palese, che EA sta a guardare cercando di emularne fattezze, gameplay e quindi fortune (la speranza è quella, ovviamente). Medal of Honor è per la casa americana il simbolo del definitivo consacramento come regina incontrastata del genere sparatutto, formando la potentissima triade degli FPS Battlefield - Crysis - Medal of Honor capace di far impallidire persino Activision e i loro (ormai quasi ex) team di punta Infinity Ward. EA chiama a raccolta le sue truppe al gran completo e posiziona così lo schieramento nello scacchiere: gli esperti EA Los Angeles al single player, i talentuosi svedesi di DICE al multiplayer. E' proprio la beta della parte multigiocatore che abbiamo appena finito di testare in anteprima, scoprendo finalmente le prime carte del nuovo Medal of Honor.

I talentuosi DICE sul multiplayer

Il gameplay di Medal of Honor sviluppato dagli stessi di Battlefield Bad Company 2 rappresenta una sorta di incontro tra quest'ultimo e Call of Duty, gioco al quale naturalmente fa il verso in molti modi visto che rappresenta ad oggi l'esperienza FPS più completa e di successo. Chi padroneggia il genere si troverà perfettamente a suo agio con i comandi del joypad in Medal of Honor: niente stravolgimenti, niente colpi di testa. La corsa si esegue sempre con la pressione dell'analogico, si mira con il grilletto sinistro, si attacca con l'altro, sganciamo bombe con il dorsale, e così via. Una scelta sensata, quella di non disorientare milioni di giocatori con comandi ancora una volta diversi.

EA alla conquista degli FPS

L'ambientazione di gioco, per la gioia di molti, abbandona una volta per tutte la seconda guerra mondiale e i suoi fucili di legno per approdare finalmente ai giorni nostri in Afghanistan, armati di tutte le moderne tecnologie militari a disposizione dell'esercito USA. Se è vero che il feeling generale del gioco ricorda tantissimo Call of Duty per l'ambientazione e il sistema di progressione del personaggio e delle armi, e Battlefield per il motore grafico dettagliato e senza incertezze, questo Medal of Honor conserva nel suo cuore una propria caratteristica anima diversa da entrambi gli altri due. La vita in Afghanistan non è mai stata così tosta e dura, perchè in questo gioco si muore veramente con una facilità... "disarmante"! One shot, one kill, si diceva per alcuni giochi di qualche tempo fa, nella maggior parte delle proprie morti non ci si accorge nemmeno della direzione dei proiettili ma si vede in un batter d'occhio il proprio personaggio stramazzare al suolo con una funesta scritta su schermo: "ucciso da cecchino", oppure "ucciso da una raffica di mitragliatore", e così via. Il punto cruciale del gameplay è riuscire a trovare ripari in continuazione, per sopravvivere ed eventualmente assorbire i danni subiti. Una sorta di moderno survival FPS che esalta il gioco di squadra ma anche la tattica e la bravura individuale nel cercare ripari e contrattaccare.

One Shot, One Kill!

La prima mappa della beta è un paesaggio aperto decisamente vasto e sconfinato, con un orizzonte ampio che lascia intravedere panorami evocativi e d'effetto attraverso le montagne di Helmand Valley. Questa prima mappa è studiata per mostrare il gameplay della prima modalità multiplayer inserita, "Mission", una sorta di modalità Conquest di Battlefield Bad Company 2 dove, con il nostro team di 12 soldati, dobbiamo avanzare nella mappa cercando di far nostri alcuni punti strategici controllati da altrettanti nemici.

EA alla conquista degli FPS

Il gameplay è decisamente più frenetico e veloce, con respawn immediati e morti altrettanto veloci. In questa modalità si fa apprezzare anche l'utilizzo di mezzi come carriarmati, nei quali possiamo entrare per dare copertura alla fanteria con armi pesanti e mitragliatori. L'ambientazione di gioco non è distruttibile come in Battlefield, ma possiede numerosissimi elementi che è possibile fare a pezzi come alberi, casse, porte, muretti e tutto ciò che è preimpostato per ostacolarci la visuale, a parte le mura principali di costruzioni e case. L'avanzamento nella missione è lineare attraverso numerosi checkpoint da raggiungere e "disinnescare", e il respawn è legato all'ultimo di questi. Laddove chi difende rinasce necessariamente sulla linea difensiva, chi attacca può invece scegliere di riapparire in mezzo al fuoco di battaglia oppure leggermente più indietro, magari per coprire i compagni davanti con un cecchino, oppure prendere un mezzo corazzato per avanzare. A ogni respawn si può scegliere tra una delle tre classi disponibili, tutte customizzabili con le armi sbloccate durante il gioco e man mano che saliamo di livello. Collezionare kill consecutive invece, è il metodo per sbloccare bombardamenti aerei, feature speciali come radar, attacchi mirati, localizzazione dei nemici.

Addio Seconda Guerra Mondiale!

Durante le battaglie è un caos generale fatto di fumo, urla, esplosioni ovunque. L'effetto voluto dai programmatori è quello di ricreare esattamente la tensione e la paura di trovarsi in mezzo all'incrocio di mille traiettorie nemiche, il fuoco che impazza a ogni angolo, granate che accecano la vista e attutiscono l'udito.

EA alla conquista degli FPS

La tendenza a nascondersi è forte, "camperare" è quasi una necessità per la sopravvivenza, in questo Medal of Honor più che mai. Ogni proiettile provoca un effetto diverso su ogni superficie, originando fumo, sbriciolando muri, spezzando legno e casse. Il cielo è terso di scintille, giornali che volano ovunque, polvere, sporco, creando un effetto incredibilmente realistico e violento. La seconda mappa, chiamata "Kabul City Ruin", è come si deduce un'ambientazione urbana più ristretta e chiusa della precedente, anche se contiene al suo interno mille cunicoli, stradine, scorciatoie e livelli elevati nei quali nascondersi, passare, cecchinare. Si può entrare praticamente in ogni costruzione, salire ogni piano di tutte le case, passare attraverso ogni viottolo della porzione ricreata perfettamente (così immaginiamo, ovviamente) di Kabul. Questa mappa è stata inserita nella beta per permetterci di provare la componente deathmatch del gioco, modalità principale del multiplayer. Il gameplay è velocissimo, frenetico, molto "addictive" come direbbero gli inglesi. L'alta velocità dei respawn ci tiene sempre sulle spine e desiderosi di rivalsa a ogni morte: correre verso gli avversari, però, è una tattica che non paga in questo Medal of Honor. La caoticità dell'ambientazione di gioco è la caratteristica più importante e personale di questo titolo: mai un gioco di guerra è stato così ben ricreato nelle sue atmosfere violente. La sensazione di poter perdere la vita in ogni secondo ci accompagna costantemente, creando un feeling particolarmente crudo e cruento, vero, truce.

EA alla conquista degli FPS

Si respira polvere, si odono boati tremendi, si rimane abbagliati dalle esplosioni continuamente, e la visuale non è mai abbastanza chiara per permetterci di mirare in tutta tranquillità. Medal of Honor è visivamente straordinario, un'ambientazione tremendamente ricca di dettagli e particolari su schermo che catturerà le vostre pupille con un'orgia di poligoni ed effetti. Luci, esplosioni, ombre, effetti particellari, fuoco ed acqua perfetti, ogni elemento che se colpito produce frantumi, schegge impazzite, fumo, scintille, e chi più ne ha più ne metta. DICE usa il suo motore grafico delle meraviglie, il pluri acclamato Frostbite Engine che permette prestazioni elevatissime paritarie sia su PC che console nextgen. Su schermo c'è proprio tutto: poligoni, effetti, fisica, texture dettagliate. Se proprio vogliamo trovare un punto da rivedere, da qui all'uscita del gioco, è forse qualche scaletta di troppo, soprattutto negli elementi poligonali più distanti, che creano un effetto poco "pulito" in lontananza. Dettagli, in ogni caso. Medal of Honor non sembra nemmeno soffrire di alcun lag o ritardo nella risposta durante le sessioni di gioco online: gli altri giocatori vengono visualizzati perfettamente, senza mai alcun bug, e le risposte ai nostri attacchi sembrano immediate e senza incertezze, cosicchè anche il netcode è premiato a pieni voti, per quanto riguarda questa beta. Medal of Honor ha il compito di rappresentare il nuovo corso degli FPS moderni: pur non presentando novità eclatanti, racchiude in sè tutto il meglio dei migliori sparatutto in circolazione. Lo aspettiamo con assoluta ansia.

CERTEZZE

  • I DICE sono una garanzia assoluta
  • Il caos della guerra è incredibilmente realistico
  • Visivamente massiccio

DUBBI

  • Nessuna grossa novità per il genere FPS
  • Qualche scaletta da eliminare