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La valle della morte

Abbiamo avuto un primo assaggio della campagna single player di Medal of Honor.

PROVATO di Matteo Santicchia   —   18/08/2010

Versione testata: PlayStation 3

La valle della morte

Dopo aver testato a lungo la beta multigiocatore, finalmente abbiamo potuto mettere le mani sulla campagna single player di Medal of Honor. La missione provata, non ci ha visto combattere nei panni di un Ranger, né tantomeno dei famosi Tier 1 operator, ovvero il meglio del meglio dell'élite delle forze speciali statunitensi, ma "al sicuro" comodamente seduti nell'abitacolo di un elicottero Apache impegnato nel raid di un villaggio nella valle di Shakihot. Non abbiamo pilotato direttamente il mezzo, ma ci siamo limitati a impersonare il gunner, l'armiere, sputando fuoco con i razzi Hydra, il cannone da 30mm e i missili Hellfire. Ci siamo in pratica infilati in un nido di vespe armate di lanciarazzi, ma non senza difficoltà e un con pizzico di buona sorte abbiamo riportato a casa la pelle.

Lancia e dimentica

L'avvicinamento all'obiettivo è stato piuttosto agevole, proiettili e razzi sono infiniti, zero economia di colpi insomma verso tutto quello che si muove, anche se ad onor del vero, per gli Hydra basta semplicemente fare attenzione al riscaldamento dell'arma, farla rifiatare per un paio di secondi, per poi continuare a fare fuoco senza troppi problemi di mira. Quando però i nostri occhi non riescono ad identificare i bersagli troppo lontani, abbiamo assistito un evento scriptato dove si è passati a visualizzare i nemici mediante il pod di identificazione, vedendoli quindi come in tv nei filmati che spesso trasmettono nei telegiornali girati dai droni. Dopo aver aspettato diversi secondi per avere l'autorizzazione a fare fuoco dal Comando, tanto per evitare danni collaterali, è bastato lanciare un paio di Hellfire per avere la meglio su mortai e vari gruppi di soldati armati di lanciarazzi, colpiti quindi in modalità "lancia e dimentica" al sicuro da diversi chilometri di distanza. Messo a ferro fuoco il villaggio, abbiamo dovuto aiutare l'altro Apache in missione con noi, che impossibilitato a sparare per i danni subiti durante l'attacco ci ha designato i bersagli, facendoci quindi fare quasi sempre a meno della visuale dal pod, col risultato di spezzare decisamente meno il ritmo dell'azione. Se prima i nemici erano di più facile individuazione, colti allo scoperto durante la ritirata dal villaggio in fiamme, qui stavolta si è dovuto aguzzare per bene la vista, a causa della presenza di diversi bunker e grotte da colpire con cura a base di precisi Hellfire. Proprio quando è sembrato che tutto stesse per andare per il verso giusto, è spuntato fuori dal nulla una postazione contraerea pesante quella che gli americani chiamano AAA, ovvero un bel cannone pesante capace di fare un grosso buco sulla carlinga corazzata dell'elicottero. Buon per noi, l'operatore del pezzo è stato fatto fuori da un preciso colpo alla testa, sparato, si presume, da qualcuno del Tier 1, che veglia su di noi dal basso.

Questa piccola missione nei tersi cieli afghani è stata sicuramente piacevole, e ha di nuovo confermato l'attenzione per l'autenticità della messa in scena da parte di Electronic Arts, visto che il radio chatting, i dialoghi fitti fitti che piloti e comando si scambiano sono stati scritti da veri elicotteristi, parolacce e improperi compresi, una piccola cosa questa, ma significativa della scelta di essere il più fedele possibile alla realtà. Inutile dire che l'azione è del tutto scriptata, scelta inevitabile per una sezione di fatto "su binari", ma complice le diverse possibilità di attacco e di visuale, non sembra di essere troppo di fronte ad un tiro al bersaglio aereo. Da un punto di vista tecnico la vastità degli scenari montani sembra aver fatto scendere un pochino a compromessi il livello di dettaglio, più in generale comunque l'impatto è certamente sorprendente, tra nuvole di polvere che si alzano dopo le esplosioni, le scie degli RPG che cercano il bersaglio grosso e le deflagrazioni dei depositi delle armi, insieme ai sempre presenti barili esplosivi, per non menzionare poi un costante ricorso all'HDR e un frame rate che non hai mai dato segnali di cedimento. In definitiva, questo primo incontro pad alla mano con Medal of Honor ci lascia ben sperare sulla qualità finale del prodotto. Purtroppo una prova con i piedi ben piantati in terra sembra tardare, speriamo che da qui all'uscita del titolo, prevista per il 15 ottobre, si possa finalmente testare realmente il gameplay del gioco, diviso a metà tra grandi battaglie campali, di terra e in aria e missioni di infiltrazione nei panni dei celebrati Tier 1 operator.

CERTEZZE

  • La varietà del gameplay sembra essere confermata
  • Realismo della messa in scena

DUBBI

  • La vastità degli ambienti sembrano pesare sul livello di dettaglio
  • Scripting delle parti a terra tutto da scoprire