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Da Frisco a N.Y.

Il prossimo Need for Speed mette in scena una corsa attraverso gli States, ma non vive solamente di storia e quick time event...

PROVATO di Umberto Moioli   —   27/07/2011

Versione testata: Xbox 360

Recentemente siamo volati fino alla sede Electronic Arts di Guilford e abbiamo assistito ad una nuova, breve presentazione di Need for Speed The Run, tornato a mostrarsi nell'ambito della campagna di comunicazione che lo accompagnerà all'uscita, prevista su Xbox 360, PC e Playstation 3 il prossimo autunno.

Da Frisco a N.Y.

Se un paio di mesi or sono la nostra attenzione si era focalizzata sulla storia, svelando la corsa attraverso gli Stati Uniti con protagonisti duecento piloti e un premio per il vincitore di venti milioni di dollari, questa volta lo sviluppatore Black Box ha scelto di focalizzarsi su come questa si integri con il gameplay. Sia in termini di modalità e opzioni, sia per quanto riguarda il modello di guida adottato. L'occasione è stata anche buona per mettere le mani su una demo contenutisticamente limitata a una singola gara, ma già indicativa della direzione intrapresa.

Road trip

Il primo incontro con Need for Speed The Run era servito a introdurre l'implementazione delle scene coreografate, quelle in cui culminerà il racconto della corsa suggerita dal titolo: una Chicago in versione notturna faceva da sfondo a una frenetica azione di guida, interrotta da un lungo quick time event d'accompagnamento a un filmato con il protagonista a piedi, inseguito fuori dalla macchina fino alla fuga a bordo di una vettura della polizia. Simili momenti saranno riservati a specifici livelli, come imposto dalla volontà di associare a ciascuna gara una personalità diversa a seconda dell'angolo di Stati Uniti attraversato in quel momento. Dal Golden Gate Bridge di San Francisco a Manhattan, passando per i grandi deserti, le valli innevate e senza scordarsi paesaggi intermedi, come le aree rurali del Kansas: a seconda del momento il giocatore verrà proiettato in sfide differenti che gli faranno scalare le duecento posizioni, fino alla vittoria finale.

Da Frisco a N.Y.

In sede di presentazione non sono state chiarite tutte le partite disponibili, ma un buon numero di esempi hanno permesso di farsi un'idea della varietà a cui Black Box punta. Si passa dalle sprint race, che chiederanno di affiancarsi ai singoli avversari per sfidarli in brevi gare, fino ai classici time attack o uno contro uno. Come in ogni Need for Speed, poi, ci saranno le fughe dalla polizia e, per dare un po' di pepe al tutto, alcuni eventi "survival" durante i quali fuggire dalla furia degli elementi. Di questi ultimi non sono state mostrate sequenze specifiche, però non è difficile immaginarsi tornado e simili catastrofi da lasciarsi alle spalle nel più breve tempo possibile. Il parco opzioni non sembra insomma una rivoluzione, anche se l'idea di associare agli ambienti diverse tipologie di corse può rivelarsi interessante, soprattutto se sarà supportata da una sufficiente quantità di situazioni. Di ritorno, associato a un sistema di accumulo dei punti esperienza a livelli, l'Autolog avrà ancora una volta il compito di invogliare a rigiocare momenti specifici della campagna per battere i risultati degli amici e sbloccare obiettivi e risultati extra.

Via di mezzo

Preso in mano il pad siamo stati proiettati in mezzo a un arido tratto di strada desertico con un semplice obiettivo: completare incolumi un tracciato di circa sette miglia, superando al contempo una decina di avversari. Nulla di nuovo, ma un buon banco di prova per il modello di guida, pensato come un mix tra l'impostazione arcade di Hot Pursuit e quella più simulativa di Shift. Nonostante siano presenti il turbo e la possibilità concreta di derapare per disegnare al meglio i tornanti più angusti, molto infatti è stato il lavoro fatto per dare il giusto peso alle vetture, con l'obiettivo di farle rispondere in accordo con le originali e, nelle intenzioni degli sviluppatori, dare così la giusta gratificazione ai piloti più abili. Allo stesso modo la fisica è stata pensata per non essere troppo permissiva: le collisioni e i salti daranno effetti credibili, facendo sbandare la macchina fino, nel peggiore dei casi, a distruggerla.

Da Frisco a N.Y.

A tal proposito è stato inserito un sistema di rewind automatico che, usciti di strada, fa tornare a pochi secondi prima dell'incidente. Sono state anche promesse una migliore implementazione delle superfici non asfaltate, come la terra o il ghiaccio, e una gestione ottimale delle marce nel caso si usi il cambio automatico. Il nostro hands on è avvenuto a bordo di una Porche 911 e ha dato un buon riscontro in termini di guida, in attesa di poter confrontare le differenti sensazioni restituite da un parco auto che andrà dalle muscle car americane fino alle più recenti fuori serie o a sempre verdi come la Mazda MX 5. La grafica è affidata al Frostbite 2, lo stesso motore che DICE ha sviluppato per Battlefield 3, ma se da una parte il potenziale è quello ottimo che chiunque può immaginare, nel livello visto ancora si notavano problemi di aliasing e una definizione generale non esaltante. In compenso la gestione del Frostbite 2 di effetti avanzati, come l'illuminazione, i particellari e gli agenti atmosferici aiuteranno non poco nel compito di caratterizzare al meglio la varietà di panorami messi in scena. E proprio l'integrazione tra l'idea del viaggio attraverso gli Stati Uniti e una giocabilità sufficientemente varia, sarà l'elemento che farà la differenza tra la riuscita e il fallimento di Need for Speed The Run. Il confronto con Hot Pursuit da una parte e Shift dall'altra non è semplice, Black Box dovrà dare il meglio di sé per mantenere gli standard qualitativi alti a sufficienza.

CERTEZZE

  • Panorami famosi sfruttati per esaltarne il potenziale "corsaiolo"
  • Modello di guida piacevole

DUBBI

  • L'idea della gara itinerante dovrà supportare un gameplay che per ora non mostra altri grossi spunti distintivi
  • Graficamente ancora piuttosto indietro