Versionte testata: PlayStation 3
Dopo tante tribolazioni, rinvii e modifiche da parte del team di sviluppo, non contento del risultato, Driver: San Francisco è finalmente in dirittura d'arrivo per Console e PC in una veste se vogliamo rinnovata e con diversi punti di contatto, soprattutto a livello concettuale, con il primo, indimenticabile, capitolo per PlayStation.
In questi giorni abbiamo ricevuto in redazione una copia semi-definitiva del titolo, che dispone già del doppiaggio in italiano e dell'intera campagna single player e necessita solamente di qualche aggiustamento per quanto riguarda il comparto audio e quello tecnico. In contemporanea abbiamo avuto modo di affrontare una sessione multiplayer con alcuni giornalisti; siamo quindi in grado di darvi le nostre prime approfondite impressioni su questo free roaming che fa della guida il suo unico e indistinguibile punto di forza.
Da una macchina all'altra
Driver: San Francisco riesce a distinguersi dal panorama affollato che contraddistingue questo genere grazie al focus esclusivo su un gameplay dove si è sempre al comando di bolidi più o meno potenti e dove c'è una forte componente narrativa che ruota attorno al protagonista principale. Il mitico Tanner ritorna ancora una volta sotto copertura dopo aver fatto arrestare Jericho, ammazza-poliziotti e criminale di professione che riesce però ad evadere dopo uno spettacolare inseguimento nel quale il protagonista principale rimane gravemente ferito. Tra finzione e realtà Tanner scopre di avere la possibilità di impadronirsi delle menti delle persone e nel caso specifico del gioco mettersi al volante delle loro auto.
Questa modalità è chiamata Shift, col tasto X è infatti possibile uscire letteralmente dalla propria auto e scorazzare liberamente all'interno della mappa di gioco per impossessarsi di altre auto ma anche raggiungere missioni secondarie e sfide. Una maniera molto intelligente e diversa per interagire con la mappa di gioco quindi, nonché ottimo pretesto per garantire maggiore varietà al gameplay e rinforzare la storia con qualcosa di meno scontato del solito. In realtà lo Shift non è l'unico tocco di classe presente, durante le numerose conversazioni alla guida infatti appaiono le facce degli interlocutori in alto sullo schermo e tutte le sequenze di intermezzo spesso godono di un taglio più cinematografico, sul modello di un qualsiasi film di James Bond. Abbiamo detto che il gioco è incentrato unicamente sulla guida (perlomeno nella sezione da noi affrontata) e sulle vicende del protagonista principale, con il rischio di avere meno varietà rispetto ad altri titoli del genere. In realtà nelle prime ore di gioco non ci siamo mai annoiati e le sensazioni sono sicuramente più positive rispetto a quando avevamo provato il titolo prima dei numerosi cambiamenti apportati dal team di sviluppo.
Questo innanzitutto grazie al modello di guida, che idealmente ricorda quello del titolo originale ed è estremamente piacevole da affrontare, anche grazie ad un senso di velocità adeguato ma che non diventa ingestibile in mezzo al traffico. In aggiunta, caso più unico che raro, la visuale interna è quella che ci è piaciuta maggiormente perché è quella che riesce a restituire il maggiore senso di immedesimazione, senza sacrificare la visibilità. In seconda battuta la tipologia delle missioni ci è sembrata piuttosto ampia: al di là di quelle legate alla storia, che sfruttano lo Shift e luoghi "iconici" di San Francisco come Lombard Street e il Golden Gate, esistono delle sfide legate alle proprie evoluzioni al volante (e quale città meglio di questa permette di esibirsi in salti acrobatici?) e diverse missioni secondarie un po' più articolate. In una ci siamo impossessati di un ragazzo alle prese con la scuola guida, nel tentativo di far spaventare il proprio istruttore e aumentare i suoi battiti cardiaci fino ad una soglia prestabilita; in un'altra eravamo al servizio di una troupe televisiva che riprendeva mentre provocavamo incidenti frontali o sfrecciavamo a folle velocità per il centro urbano. A reggere tutta la struttura abbiamo un sistema che permette di ottenere punti per ogni acrobazia e missione portata a termine, punti che possono essere spesi in alcuni garage sparsi per la mappa di gioco e che consentono di acquistare nuove auto (per un totale di 140 reali, disponibili nella guida libera e come scelta per le missioni) e potenziamenti per il gameplay, come la barra del turbo che dura più a lungo, un buon metodo per stimolare il giocatore ad esplorare la città e tutto quello che ha da offrire.
Non ci siamo dimenticati del comparto tecnico, che gode di alti e bassi ben delineati. La qualità delle texture, la profondità visiva -mascherata bene però- e la staticità dell'ambiente rientrano negli aspetti da migliorare, la fisica e soprattutto la fluidità sono invece ottimi, e contribuiscono non poco a far apprezzare il gameplay del titolo. Gli effetti sonori sono discreti ma necessitano di qualche aggiustamento in fase di mix con i dialoghi mentre il doppiaggio è completamente in Italiano ed è di buona fattura, se non fosse per il fatto che gran parte dei doppiatori sono gli stessi di quelli di Assassin's Creed: il rischio di vedere piombare Ezio Auditore sulla propria macchina è sempre dietro l'angolo. Le impressioni su Driver: San Francisco sono positive quindi, in attesa di capire fattori importanti quali longevità, sfida, varietà e coinvolgimento fino alla fine. Ad un certo punto della nostra prova abbiamo affrontato una missione dove Tanner rivela finalmente al proprio partner i propri 'poteri' e viene a conoscenza di una cosa incredibile...ne riparleremo nella nostra recensione.
Non sei solo a San Francisco
L'impegno di Ubisoft per far conoscere e provare alla stampa il gioco non si è limitato all'invio del codice preview descritto nelle righe precedenti, estendendosi anche a un test del comparto multiplayer, provato in anteprima nella sede milanese del publisher transalpino. Le undici modalità online utilizzano lo Shift per cercare di risolvere un'equazione che sulle prime appare bislacca, ma assume senso una volta impugnato il pad e lanciatisi nell'azione: Driver: San Francisco come uno sparatutto in prima persona, stesso ritmo frenetico e medesima fruibilità dell'esperienza multigiocatore.
In modalità Fuggitivo un corridore scappa dagli altri, che lo inseguono guidando auto della polizia e devono impedirgli di raggiungere i checkpoint sparsi sulla mappa. Chi fugge è impegnato a cercare di preservare la sua auto perché qualora venisse distrutta sarebbe game over. Ma chi sta provando a fermarlo può shiftare in qualsiasi momento, premendo L1 per veder la telecamera proiettata nei pressi dell'inseguito così da selezionare un mezzo adiacente. Lanciarsi all'inseguimento, distruggere l'auto, cambiare mezzo al volo e rimettersi sulle tracce dell'avversario non è una progressione molto diversa da quella "combatti, muori, rinasci e torna a combattere" di un FPS. Reflection non si è limitata a notare questo parallelismo, ma lo ha percorso inserendo partite classiche come Cattura la Bandiera o l'asimmetrica Incursione. Durante quest'ultima una squadra deve cercare di segnare un punto portandosi in una zona della mappa difesa dagli avversari, che possono ricacciare lontano gli incursori semplicemente toccandoli.
Come prevedibile le modalità a squadre sono sembrate le più promettenti in termini di longevità, lasciando aperto il fianco all'elaborazione di strategie anche di una certa complessità. Più spensierate, invece, le divagazioni tutti contro tutti come Segui la Scia, durante la quale si accumulano punti restando incollati al fondo schiena di una DeLorean DMC-12 guidata dall'intelligenza artificiale, o l'auto esplicativo Ce l'hai, dove anziché cercare di toccare qualcun altro si deve fuggire per accumulare più punti possibile. Per chiudere il test ci siamo buttati in corse più tradizionali come le gare singole, con e senza la presenza dello Shift, a checkpoint e l'interessante Mini GP, che fa correre quattro brevissime competizioni da poche curve cambiando ogni volta l'auto guidata e la tipologia di percorso.
In circa un'ora di gioco ciò che meglio ha impressionato sono state la mappa, che essendo di dimensioni enormi e molto varia ben si presta ad essere ritagliata per un'esperienza competitiva arcade, e la fluidità del gioco, sia in termini grafici che per il costante fluire dell'azione. Ci sono anche alcune modalità che non abbiamo testato, delle prove di abilità che vengono sfruttate a mo' di qualifiche e nove opzioni pensate per chi si volesse divertire in locale, anche cooperativamente. Vincendo si acquisiscono punti esperienza, si sale di livello e così via, tutto come da programma, con l'ulteriore possibilità di gestire il proprio profilo e condividere con gli amici video e foto attraverso un sito dedicato. E' difficile in conclusione credere che il multiplayer di Driver: San Francisco possa intrattenere per anni o entrare nell'olimpo dei più giocati online, però quanto sviluppato non è un semplice cadeau ma un un buon complemento alla campagna, che potrebbe aggiungere valore all'offerta.
CERTEZZE
- Modello di guida arcade perfetto
- Gameplay vario e dallo stile unico
- Multiplayer ben costruito
DUBBI
- Comparto tecnico con alti e bassi
- Saprà essere valido per tutta la sua durata?