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Testimoni di morte

Scopriamo l'affascinante The Witness, il nuovo gioco di Jonathan Blow, già autore dell'acclamato Braid

ANTEPRIMA di Simone Tagliaferri   —   19/01/2012

Una delle sorprese più belle di qualche anno fa fu sicuramente Braid. A parte i meriti videoludici intrinseci, ne ebbe anche nello sdoganare la scena indie su console, facendo nascere un nuovo eden che, per qualche anno, avrebbe catalizzato l'attenzione degli sviluppatori indipendenti più promettenti. Gli stessi che ci hanno regalato capolavori come Limbo.

Testimoni di morte

Oggi la situazione è meno rosea e sono molti gli autori a essersi disamorati dei vari XBLA e PSN, in favore dei sistemi portatili iOS e Android, ma con gli occhi puntati anche sugli emergenti apparecchi con installato Windows Mobile. Comunque, Jonathan Blow, il papà di Braid, è diventato un nome rilevante nell'industria, quasi un sinonimo di "autore" nel senso più classico e universale del termine. Per questo il suo prossimo progetto, The Witness, desta un certo interesse in chi segue il mondo dei videogiochi non soltanto attraverso le pubblicità battenti. In realtà scriverne ora non è l'affare più comodo del mondo, perché Jonathan stesso, pur ammettendo di avere un quadro complessivo ben definito su cui lavorare, soprattutto per quanto riguarda gli enigmi, non ha ancora chiuso la sua nuova opera in modo definitivo e, allo stato attuale, i cambiamenti potrebbero essere molti e profondi. L'unica cosa certa è che ci saranno trecento puzzle di complessità variabile da risolvere. In effetti il mondo di The Witness sembra essere un enorme contenitore di enigmi, collegati tra loro da una logica ferrea e da una visione d'insieme che sicuramente nasconderà qualche sorpresa nella versione definitiva, dove immaginiamo Blow voglia inserire dei tocchi alla Braid per arricchire e dare profondità all'esperienza di gioco nel suo complesso. Ma andiamo con ordine.

Scenario

The Witness è ambientato su un'isola, con il giocatore chiamato ad esplorarla e a risolvere i già citati enigmi. A quale scopo? In realtà la trama non è per niente chiara e Blow ha mantenuto un grosso riserbo sulla questione.

Testimoni di morte

La sua intenzione sembra essere più quella di illustrare un ambiente che di raccontare una storia in modo tradizionale, ma da quanto mostrato e detto finora, tirare conclusioni sarebbe ingiusto e affrettato. Dal punto di vista della cura dello scenario, invece, è già possibile affermare che è stato fatto un lavoro eccezionale, con l'isola studiata in più fasi storiche, in modo da popolarla di edifici coerentemente con quella che poteva essere la sua conformazione originale. Blow ci teneva così tanto da aver contattato degli architetti per renderla un luogo verosimile, per quanto incredibilmente fantasioso. Il livello di bellezza dello scenario è difficilmente descrivibile, a prescindere dalla quantità di vettori usati.

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Tra edifici assurdi e vegetazione rigogliosa, la piccola isola sembra uscita da un quadro dadaista. Gli alberi in particolare fanno un grande effetto e sono intrecciati con il resto in modo creativo, pur avendo una funzione meramente decorativa (almeno in apparenza). Guardando il lavoro svolto sullo scenario si capisce, a prescindere da quanto scritto prima, che The Witness non sarà soltanto un puzzle game molto complesso, ma nasconderà qualcosa in più, che poi è un po' quello che è successo con Braid. Conoscendo l'autore è anche probabile che non illustri mai questo qualcosa in più, lasciando al giocatore il gusto di scoprirlo da solo.

Chissà se Edipo...

Nella demo mostrata durante le varie fiere, l'avatar del protagonista aveva l'ombra di un marine, ma si tratta di una scelta provvisoria. Il vero personaggio principale sarà svelato quando Blow sarà pronto a parlare più diffusamente del lato narrativo del gioco, cioè non si sa bene quando. I trecento puzzle da affrontare non saranno una specie di sequenza amorfa di minigiochi da superare per far progredire chissà quale trama, ma sono legati l'un l'altro da una rete ideale costruita intorno allo scenario, che genera un insieme potentemente descrittivo e coerente nella sua capacità di condurre il senso del gioco.

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Spesso per comprendere la soluzione di un enigma è necessario esplorare e, soprattutto, osservare il mondo circostante, al rischio di tornare sui propri passi per rivedere con altri occhi quanto già visto. In effetti è raro imbattersi in enigmi dalla risoluzione ovvia e raramente conviene accanirsi se non si ha la più pallida idea di come procedere. Sembra quasi un gioco di decodificazione con dei nodi da sbloccare dopo aver letto attentamente tutto il codice.
I puzzle in sé sono di vario tipo e toccano tutto il repertorio del genere. Si va da quelli meccanici ai giochi di memoria, passando per degli enigmi basati su citazioni nascoste nello scenario. Blow ha parlato anche di "boss puzzle", ovvero di puzzle particolarmente complessi che ne combinano diversi per creare una sfida più difficile. Insomma, The Witness sembra pensato per far lavorare il cervello ben oltre i limiti normalmente stabiliti dai videogiochi, anche dello stesso genere. Da questo punto di vista non sembrano esserci compromessi: o si accetta la sfida, o si viene esclusi dal gioco. Superando un puzzle ogni tre minuti, il gioco durerà una decina d'ore. Ma, probabilmente, per farcela in così poco tempo bisognerà giocare con la soluzione in mano.

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CERTEZZE

  • Scenario intrigante
  • Molti enigmi

DUBBI

  • Solo per persone intelligenti
  • E io?