Prepariamoci a essere travolti da un turbine di pixel. O forse no. Il dubbio è legittimo dal momento che Retro City Rampage è un'applicazione perfetta del filosofico "è pronto quando è pronto" che anima i progetti indipendenti (Tagliaferri non cercare scuse per Anna). Presentato per la prima volta al PAX 2010, Retro City Rampage ha fatto sognare i possessori di Wii e Xbox nel 2011 per poi sforare leggiadro la data di uscita e continuare a crescere fino al 2012.
La buona notizia è che ora anche PlayStation Vita, PlayStation 3 e PC beneficeranno di una versione del gioco. Per capire a fondo questo progetto e i suoi tempi di sviluppo giurassici è necessario sapere che tutto è nelle mani di un solo sviluppatore, Brian Provinciano, l'uomo dietro al marchio Vblank Entertainment. Brian è una vera personalità. Tutto cominciò quando vide Grand Theft Auto dei DMA Design e intuì che sarebbe stata una base perfetta sulla quale sviluppare i suoi progetti. Cominciò così l'ossessione di portare Grand Theft Auto su Nintendo, un desiderio bizzarro che diede vita al progetto Grand Theftendo. Brian si rese subito conto purtroppo che il NES non poteva reggere il carico di calcoli necessari a fare girare un gioco simile.
Dieci anni dopo il suo sogno però ancora bruciava nella sua mente, vivido come il primo giorno, e continuò a crescere fino a diventare il primo prototipo di Retro City Rampage. Da allora però molto è cambiato. Inizialmente un gameplay del tutto simile a quello di Grand Theft Auto avrebbe dovuto ospitare solo alcuni scenari ispirati a dei classici della storia dei videogiochi, ma sempre nuove illuminazioni folgoravano la mente di Brian, al punto tale da spingerlo a fare del suo progetto segreto un lavoro full-time. Tutta l'esperienza che Provinciano aveva maturato nell'industria si è riversata quindi in questa sua prima, monumentale opera che mira a contenere così tante citazioni ed elementi di gameplay tratti da decine di classici dei videogiochi da rischiare di stordire il giocatore.
E non finisce qui perché i cammeo riguardano anche pellicole cult degli anni '80 e '90 come Ritorno al Futuro e icone della cultura pop di quel fortunato ventennio. Tutto rigorosamente in stile 8 bit, come se il gioco fosse uscito davvero per la gloriosa console Nintendo che Brian tanto amava. Ci sarebbe ancora molto da dire su questo eclettico sviluppatore che disegna e scrive il codice tutto da solo, ma lo scrigno delle meraviglie che è Retro City Rampage scalpita per fare esplodere il suo contenuto e noi vogliamo guardare subito cosa c'è dentro.
Album dei ricordi
Brian ha dichiarato in diverse interviste che non è mai stata sua intenzione copiare. Ci saranno strizzate d'occhio a titoli noti dietro a ogni pixel, ma il tutto dovrebbe avere un suo sapore unico e irripetibile. E noi ci auguriamo che sia davvero così, perché la febbre per questo gioco è alta tra gli appassionati. Retro City Rampage avrà ancora come base il primo Grand Theft Auto: potremo quindi rubare le auto, correre per la città seminando il panico e accettare missioni a ogni angolo di strada. Vestendo i panni di Player cominceremo perciò accettando un lavoro come scagnozzo di una grossa organizzazione criminale di Theftropolis City.
Il nostro primo incarico sarà una rapina in una banca, che però finirà in maniera molto simile a quella vista ne Il Cavaliere Oscuro - tenete presente che nel gioco ci sarà anche una specie di Bat Caverna, ma già quella è un'altra storia. La rapina ovviamente andrà male e, come se avesse mai un senso, ci troveremo a viaggiare nel tempo da una cabina telefonica. Il mondo di Retro City Rampage è aperto ma, con grande lungimiranza, Brian sembra avere capito che esplorare un mondo tanto per fare senza nessuna coesione tra gli eventi e perdendo tempo in lunghi spostamenti, fa sentire il giocatore solo e abbandonato anziché libero. Qui invece non c'è da temere: l'azione è un flusso costante nelle mani del giocatore che potrà dirigerla nella direzione che vuole. Anche se l'aspetto grafico è quanto mai vintage, il gameplay cittadino sembra perfino migliore di quello visto in Grand Theft Auto: Chinatown Wars, rimanendo quindi molto moderno. Player può infatti scivolare di lato, agganciare i bersagli e lanciarsi in copertura con una semplice pressione di un tasto, così da poterci sporgere per sparare e tornare subito al riparo. Pensare che queste meccaniche siano applicate a un mondo che sembra uscito da una vecchia console 8-bit è favoloso. Ma aspettate di sentire il resto. Ogni missione è diversa dalle altre anche in termini di gameplay. Potremmo trovarci a risolvere un enigma con l'antico metodo del punta e clicca caro alle avventure grafiche o scivolare nell'ombra per portare a termine un incarico affidatoci da un certo Major Lee Solid, per poi trovarci in un'arena che riporta subito alla memoria Smash TV. E un braccio meccanico allungabile non lo abbiamo forse visto in Bionic Commando? Senza contare l'idraulico radioattivo che mordendoci ci permette di sviluppare l'abilità di saltare in testa ai nemici uccidendoli, altro che Uomo Ragno. Ci sarebbero anche i Ghostbuster disperati perché il loro furgoncino è infestato dai fantasmi, citazioni della serie televisiva A-Team e un tizio che somiglia incredibilmente a Guybrush Threepwood. Se già vi sembra abbastanza per saziarvi, sappiate che questo è a malapena un uno per cento di quello che dovrebbe aspettarci in Retro City Rampage, probabilmente il più ambizioso tributo giocabile alla storia dei videogiochi.
Ma come ha fatto?
La mappa di gioco ideata da Brian sarà divisa in quadranti, ai quali potremo accedere liberamente così da tagliare i tempi morti e cominciare subito dal punto che preferiamo. Le strade e i negozi sono stati disegnati in due dimensioni e poi uniti insieme come in un paesaggio LEGO, mentre le simpatiche macchinine che vediamo circolare intorno a noi sono modelli tridimensionali realizzati a partire da un vecchio editor di Command & Conquer distribuito gratuitamente.
D'altronde Brian è un programmatore di quelli che hanno cominciato da giovanissimi spinti dalla curiosità di manipolare i loro giochi preferiti per crearne delle versioni alternative. E in fondo Retro City Rampage potrebbe essere un gigantesco MOD di tutti i giochi più amati dei decenni passati. L'ingegnosità di Brian è d'altronde un requisito fondamentale dal momento che con la programmazione deve sopperire alla sue lacune artistiche. Pare che per un po' di pixel art si sia fatto aiutare e che almeno musiche ed effetti sonori siano stati affidati ad altri talenti, ma la quasi totalità del lavoro è nelle mani di Brian. E chi altro potrebbe stare dietro alla furia creativa di uno sviluppatore che insegue solitario lo stesso progetto da più di dieci anni. Speriamo solo rimandi qualunque nuova idea gli attraversi la mente a un seguito del gioco.
CERTEZZE
- Mille volti, una personalità
- Azione sempre nelle mani del giocatore
- Un mondo aperto senza tempi morti
DUBBI
- Più che un gioco una sala giochi
- Recensione nel 2013