Nel complicatissimo mondo dei picchiaduro i Dead or Alive hanno sempre rappresentato una ventata d'aria fresca, vuoi per la loro velocità e spettacolarità estrema, vuoi per l'accessibilità superiore alla media e capace di renderli spassosi per quasi ogni tipologia di utente. Il quinto capitolo è stato, al solito, un ottimo esponente del genere, nonostante alcune scelte contenutistiche legate alla release abbiano alienato parte della fanbase. Per un Team Ninja ormai rinato - dopo il successo di NiOh - deve esser quindi parso folle abbandonare un marchio così importante, ed è plausibilmente solo per questo motivo che l'abile software house giapponese si è ributtata nel mondo delle botte virtuali... anche perché attualmente, vista la qualità degli sfidanti presenti sul mercato e l'esistenza di community competitive ormai consolidate, risulta davvero improbabile aspettarsi risultati sfavillanti nei negozi. Convinti però della buona volontà del team, siamo andati a testare l'ultimo capitolo della saga durante la Gamescom 2018, con la speranza di trovare in questo Dead or Alive caratteristiche sufficienti a conquistare ancora una volta grosse fette di pubblico. C'erano, ma chissà se basteranno.
Prima di descrivervi la nostra prova, vogliamo ripassare con voi le novità di questo Dead or Alive 6, visto che il sistema di combattimento è cambiato sensibilmente. La grossa novità è rappresentata dall'attacco speciale, un nuovo tasto che permette di eseguire numerose manovre, a patto di aver riempito a dovere una barra chiamata "Break Gauge" (che per certi versi è equiparabile a una barra della super). Una volta riempita avrete a disposizione varie possibilità (che ne consumano metà o la puliscono in toto): una sorta di super cazzottone chiamato Break Blow dall'altissima priorità che riesce persino a battere le prese, un colpo durante lo spostamento laterale utile contro gli attacchi lineari, e una contromossa chiamata Break Hold che bypassa il tipico sistema a tre direzioni dei counter, oltre ad essere è utilissima contro avversari con la tendenza ad attaccare troppo.
Insomma, una lunga lista di tecniche, che rendono la nuova meccanica un fondamentale e l'intero sistema più intuitivo e di facile gestione, pur non andando a sostituire le basi preesistenti (d'altronde la Break Gauge va riempita e le manovre più utili non sono abusabili). Nel complesso il gioco ci sembra avere dunque un bell'equilibrio tra i sistemi dei primi capitoli e Dead or Alive 5; una strategia più che furba per distaccarsi dagli episodi precedenti e offrire un'esperienza stratificata a dovere (ma comunque sempre molto lontana dai tecnicismi avanzati di titoli come i Tekken). Per la cronaca, i cosiddetti "Critical Bursts" - che lasciavano l'avversario stordito malamente ed erano utili per sfruttare i pericoli ambientali delle arene - sono spariti per far posto a tutte queste novità, ma i pericoli appena citati sono ancora ben presenti.
Abbiamo visto solo tre arene (dovrebbero essercene molte di più ovviamente, con zone pericolose di vario tipo) ma ci pare che le assurde situazioni del predecessore siano persino aumentate, tanto che durante una battaglia a bordo del relitto di una nave ci siamo trovati ad avere a che fare con i tentacoli di un kraken dopo un lancio, e con barili esplosivi. Questo tipo di momenti esageratissimi sono dunque ancora parte integrante del gioco. La nostra prova di Dead or Alive 6 è stata dunque spassosa e capace di riportarci alla mente tutte le migliori caratteristiche della serie, e l'unico problema sembra riguardare i contenuti. Il titolo del Team Ninja è infatti rinato grazie a un nuovo motore, ma dover ripartire da capo ha costretto la squadra a produrre un roster abbastanza risicato, che cresce di mese in mese ma non potrà essere all'altezza di alcuni dei migliori capitoli della saga. Se non altro, per controbilanciare pare che lo story mode sarà molto curato e ricco di sorprese, e il director ci ha parlato di piani "molto interessanti" anche per l'online, ma è difficile al momento prevedere cosa verrà effettivamente fatto.
Dead or Alive 6 è sempre una scarica di adrenalina, e il piano d'azione degli sviluppatori - ovvero il voler offrire un'esperienza più accessibile della media dei picchiaduro tridimensionali, senza però abbandonare le basi poste dagli ultimi capitoli - è sicuramente sensato nell'affollato panorama del genere. Nonostante il divertimento che il gioco offre, però, è al momento impossibile capire se questa strategia basterà a portare il titolo sotto i riflettori, specie considerando il roster risicato che si porta dietro a causa del cambio di motore. Non resta che attendere e sperare in bene.
CERTEZZE
- Velocissimo, spassoso e molto accessibile
- Arene interattive sempre spettacolari e imprevedibili
DUBBI
- Roster risicato e contenuti da verificare