Se c'è un gioco rimasto ancora piuttosto nell'ombra in casa Sony è senza dubbio Destruction AllStars: bizzarro, se si pensa che manca un mese al lancio e finora non è stato pubblicato nemmeno un trailer di gameplay. Il folle arcade sviluppato da Lucid Games e Wushu Studios ci catapulta in un'arena dove si disputa uno spettacolare sport per guidatori estremi, in cui correre, investire e tamponare sono le tre regole d'oro in una cacofonia distruttiva che sulla carta si prospetta divertente. Difficile spingersi troppo in là con i pronostici senza averlo visto in azione, ma se quella vaga reminiscenza di Twisted Metal può essere un indizio c'è la possibilità di trovarsi davanti a una piacevole sorpresa, con un tocco di stravaganza che in questi casi non guasta.
Sarebbe bello poter analizzare un video diverso da quello di presentazione, anche solo per dissipare (o forse no) quell'aura di sfiducia che lo vuole accostato a titoli come Fortnite, soprattutto in virtù dei suoi personaggi, con tutti i pregiudizi di sorta. Purtroppo, almeno per ora, Sony non sembra aver intenzione di svelare alcuna carta in merito e dobbiamo accontentarci di osservazioni di carattere generale. Magari con un pizzico di leak emersi molto di recente giusto per provare a figuraci un possibile quadro di cosa ci aspetta a breve.
A piedi o su quattro ruote
Le poche informazioni tratte dal trailer, ovvero che si tratta di un competitivo tra sedici celebrità (nel mondo di gioco, s'intende, una Londra futuristica) volto alla distruzione e all'intrattenimento della folla, a bordo dei veicoli più disparati all'interno di arene ad alto tasso di adrenalina, sono state un po' rimpolpate dal PlayStation Blog che ci ha dato un quadro un po' più chiaro della situazione. In Destruction AllStars i veicoli sono senza dubbio al centro dell'azione ma, a differenza ad esempio del già menzionato Twisted Metal, la sua natura di sport estremo permette a questa competizione di estendere l'importanza anche ai piloti: se il mezzo dovesse venire distrutto, avremo ancora la possibilità di ribaltare la partita a nostro favore continuando a utilizzare il nostro personaggio. Passeremo a uno stile di gioco diverso, sicuramente più pericoloso e difficile da gestire in questa folle giostra, dove la conoscenza delle sue abilità si rivelerà essenziale per resistere il tempo utile a rubare il veicolo di un altro, se proprio non ci accontentiamo di quelli più semplici sparsi nell'arena.
L'unica regola, in Destruction AllStars, è che non ci sono regole e dunque ogni trucco è valido per tornare in pista. Com'è ovvio, la diversità dei personaggi apre ad altrettanti stili di gioco, che andranno a stratificarsi ancora di più nel momento in cui sceglieremo cosa prendere "in prestito"; proprio come i piloti, infatti, anch'esse godono di peculiarità uniche e idealmente è proprio vedere in che modo i personaggi si adatteranno a veicoli diversi dal proprio. Non è chiaro se le rispettive abilità, del pilota e del veicolo, saranno ben distinte e dunque utilizzabili solo quando ci si muove a piedi o si guida, ma se così non fosse sarebbe divertente esplorare le diverse possibilità per trovare lo stile più adatto a noi - una volta che il nostro mezzo sarà andato distrutto. E proprio la distruzione, come del resto si capisce dal titolo, è l'obiettivo di un gameplay volto a non lasciare neppure un attimo di respiro: in questo senso, bisogna ammettere che il gioco risulta molto bello a vedersi, con risultati soddisfacenti dovuti alle collisioni più violente ed estreme. Tra veicoli che si ribaltano, perdono pezzi o esplodono per direttissima, la promessa dei 4k dinamici e dei 60fps potrebbe rendere l'esperienza una piccola chicca per chi non vede l'ora di accendere i motori e partecipare a questa follia su ruote.
Certo, Destruction AllStars vanta anche una modalità giocatore singolo che ci vedrà competere con l'intelligenza artificiale, corredata da filmati che andranno ad approfondire i singoli personaggi e le loro motivazioni dietro alla partecipazione a questo evento, ma è chiarissimo che il gioco si presta alle sfide online e siamo quasi certi che capitalizzerà maggiormente lì. Se però gli sviluppatori riusciranno a dar vita a un'esperienza solitaria degna di nota, in termini di complessità ed eventuale difficoltà impostabile, o perché no mettendo a disposizione diverse opzioni di accessibilità per tarare meglio la partita, il gioco potrebbe aprirsi anche a chi vuole soltanto goderselo per la baraonda distruttiva che è senza per forza competere. In questo senso, per fare un esempio generico, l'introduzione di sfide giornaliere che non obblighino a partecipare al competitivo potrebbero essere un ulteriore incentivo, a maggior ragione considerata la presenza delle "AllStars Coins" - la valuta in game per acquistare oggetti cosmetici.
David Jaffe e i leak sul gioco
Per concludere, la parte da prendere più con le pinze: i leak. La fonte non è direttamente David Jaffe, che gli appassionati proprio di Twisted Metal ma anche dell'originale God of War ricorderanno, nel senso che non sono sue le informazioni ma ha contribuito a dar voce a una persona che sarebbe stata chiamata a testare il gioco lo scorso anno. Si tratta di una vera e propria chiamata che potete vedere sul suo canale ufficiale nel corso della quale emerge qualche dettaglio ulteriore. Fermo restando che stiamo parlando di un ipotetico provato del 2019, il fatto che quest'informazione sia arrivata proprio a Jaffe, il papà di quel Twisted Metal al quale Destruction AllStars si avvicina maggiormente a livello concettuale, fa pensare ma rimaniamo ben ancorati nel nostro scetticismo. Sono dettagli non ancora confermati.
Il supposto beta tester parla di due modalità, giocate entrambe come esperienza contro l'intelligenza artificiale a dispetto della presenza di più persone: ognuna dunque provava per i fatti suoi senza interagire con le partite degli altri. La prima viene definita "Destruction Derby" ed è una sfida a tempo tra due squadre all'interno di un'arena dov'è prevista anche una zona mortale, che provoca un'uccisione istantanea a chi si trova malauguratamente in mezzo: l'obiettivo sarebbe fare più punti degli avversari tuttavia, a dispetto del divertimento generale in termini di gameplay, il tester non ha trovato granché soddisfacente l'IA che lasciava ben poco spazio alla sfida (e qui si potrebbe tornare al discorso sia della difficoltà sia dell'accessibilità per regolare l'esperienza). All'epoca non si parlava ancora di multigiocatore ma la sua presenza è stata confermata dunque non è così improbabile poter giocare questa modalità anche in competitivo. L'unico modo di ottenere punti, spiega, è eliminare il pilota indipendentemente da come lo si fa: distruggere il veicolo non è abbastanza. Si sofferma poi sulle abilità, sia dei personaggi sia dei veicoli, aggiungendo a quanto già sappiamo che in merito a questi ultimi dovrebbero esserci tre classi o "taglie" (piccolo, medio, grande) e che ciascuno dispone di un'abilità assieme a una cosiddetta ultimate. Prendendo a riferimento il post sul PlayStation Blog, vengono menzionati alcuni veicoli ed esplicitata una sola abilità, quindi le cose potrebbero essere cambiate dall'anno scorso a oggi oppure non è stato svelato tutto a riguardo.
La seconda modalità, quella ritenuta più divertente, viene genericamente definita "point scoring mode" e non prevede una mappa con un unico livello bensì diverse aree all'interno della stessa. Qui bisogna catturare una non meglio definita sfera e riportarla al proprio checkpoint per ottenere il punto: un continuo attaccare e difendere, a seconda della situazione, che non solo è risultato molto coinvolgente nonostante fosse contro l'intelligenza artificiale ma anche più lungo di quanto sembri. Al paragone di Jaffe con Rocket League, il tester spiega che la mappa è molto più grande e per segnare un punto nella maniera più pulita possibile, dunque prendendo e riportando indietro la sfera senza compiere deviazioni di sorta, ha impiegato cinquanta secondi - il tutto andando inoltre alla massima velocità e prendendo scorciatoie laddove possibile. Non sono stati aggiunti altri dettagli e si è così passati alla domanda che un po' tutti ci stiamo facendo: a distanza di quattro settimane dal lancio, giorno più giorno meno, com'è possibile non si abbiano ancora informazioni più dettagliate in merito? Ci sono problemi di sviluppo?
Il tester non ci pensa due volte a dire che se all'inizio, al primo contatto con il gioco, il suo pensiero è stato quello di un prodotto sì di lancio ma gratuito con il PlayStation Plus ed eventualmente con una spesa futura di dieci/quindici dollari per chi volesse unirsi alla base di giocatori già esistente: in parole povere, una vittoria a mani basse. Nel sapere poi il prezzo effettivo del gioco, quei famosi ottanta euro che ancora fanno discutere, si è sorpreso perché non vede ragione per pagare così tanto: è vero, l'ha giocato un anno fa quando nemmeno si accennava al multigiocatore ma era ben consapevole dell'aggiunta di nuove modalità, dell'implementazione dell'online (senza cui il gioco non potrebbe neppure esistere, a suo dire) e di tutte quelle caratteristiche ulteriori, come la modalità campagna per giocatore singolo, e nonostante tutto non lo ritiene meritevole di questa cifra. A domanda diretta su quale pensa possa essere un prezzo ideale non sa rispondere con precisione, poiché non aveva all'epoca e non ha tuttora (come noi) informazioni sul sistema di monetizzazione. Tuttavia lo paragona ancora una volta a Rocket League dicendo che deve seguire quel modello, poiché fa parte dello stesso mercato e non vede il motivo per cui Destruction AllStars debba costare molto di più.
Si passa poi al discorso performance ma, tenendo conto che è trascorso quasi un anno durante il quale sono state senza dubbio fatte numerose migliorie, non lo si può considerare granché. Soprattutto perché il tester ha giocato su PC e con un DualShock, quindi tutte quelle informazioni relative all'utilizzo delle caratteristiche del DualSense condivise di recente non sono state provate con mano. Insiste invece sul fatto che il prezzo eccessivo, unito alla mancanza di informazioni a così poco tempo dall'uscita, porterà il gioco a essere un potenziale scivolone e non quell'operazione di marketing, quel successore di Rocket League, che avrebbe potuto essere. È impossibile creare una base solida di giocatori con queste premesse e non neghiamo che sia anche il nostro dubbio: riguardo alle potenzialità del gioco possiamo solo affidarci a questa testimonianza, prendendola per ciò che è, e ai risicatissimi dettagli ufficiali condivisi fino a oggi, ma siamo chiaramente di fronte a un salto nel buio non di poco conto.
Destruction AllStars potrebbe essere un gioco divertente e dal grande potenziale, se soltanto sapessimo qualcosa di più delle promesse su carta. Non volendo considerare gli ultimi leak, abbiamo un gioco venduto a prezzo pieno del quale tuttavia, a quattro settimane dal lancio, non si hanno né video gameplay né informazioni dettagliate. Se invece volessimo prendere in considerazione quanto riportato da David Jaffe, stiamo parlando di un gioco molto divertente (almeno in una modalità) ma in ogni caso folle da proporre a ottanta Euro, soprattutto se punta a entrare nello stesso mercato di Rocket League. Non è semplice farsi delle idee in merito ma è indubbio che l'atto di fede richiesto ai giocatori, quegli stessi che dovrebbero andare a creare la player base utile a farlo partire con grinta, eccede l'offerta: siamo di fronte a un'incognita davvero troppo grossa per giudicarne il valore.
CERTEZZE
- Distruttivo e adrenalinico al massimo
- Un potenziale successore di Rocket League
- I richiami concettuali a Twisted Metal piacciono
DUBBI
- A così poco dal lancio servono molte più informazioni
- Venderlo a prezzo pieno rischia di azzopparlo in partenza