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Dragon Ball: The Breakers, abbiamo provato il gioco asimmetrico basato sul mondo di Akira Toriyama

Le nostre prime impressioni dopo aver provato Dragon Ball: The Breakers, il gioco asimmetrico basato sul mondo di Akira Toriyama, in attesa della recensione.

PROVATO di Simone Pettine   —   16/10/2022

Ammettiamolo pure: se un paio di anni fa qualcuno ci avesse preannunciato che nel 2022 avremmo giocato a un nuovo titolo dell'universo Dragon Ball fortemente ispirato a Dead By Daylight, ci saremmo semplicemente messi a ridere. Perché il primo pensiero che passa per la mente è: non avrebbe alcun senso. I personaggi del mondo di Akira Toriyama che danno vita a un multiplayer online asimmetrico? Poi Bandai Namco ha annunciato Dragon Ball: The Breakers. E come spesso accade, ci siamo poi dovuti ricredere, perché l'idea non solo è sensata, ma funziona anche parecchio bene. L'idea, badate bene, non la realizzazione: quella è un'altra cosa.

Abbiamo pensato di dedicare un articolo dopo aver provato Dragon Ball: The Breakers. Per una recensione degna di questo nome, infatti, avremo bisogno di più tempo, anche considerando che la versione da testare è arrivata praticamente il giorno della pubblicazione del titolo su PC e su tutte le console disponibili. Intanto, però, siamo riusciti a metterci in salvo un bel po' di volte da Cell, Freezer e compagnia, e vogliamo raccontarvelo. Impugnate il Radar del Drago e seguiteci.

Snello ed essenziale… forse troppo

In Dragon Ball: The Breakers si cerca di scappare a bordo della macchina del tempo, prima che i cattivi ci facciano la pelle
In Dragon Ball: The Breakers si cerca di scappare a bordo della macchina del tempo, prima che i cattivi ci facciano la pelle

La prima idea che ci siamo fatti su Dragon Ball: The Breakers è positiva: il gioco è snello ed essenziale, chiarissimo nei suoi obiettivi e nelle possibilità proposte. Un prologo per prendere confidenza con questa nuova "idea" dedicata all'universo Dragon Ball; un'area principale dalla quale si accede facilmente a tutto quello che c'è; un menù per le partite online, e si è subito pronti a giocare. Il concetto d'immediatezza a nostro parere è positivo; peraltro neanche troppo limitante, perché poi se qualcuno lo desidera può facilmente accedere a una modalità allenamento a parte, nella quale testare tutti gli oggetti e le possibilità presenti, in compagnia di bot o di giocatori reali, anche loro alle prime armi.

D'altro canto, inutile negare che - nel momento in cui scriviamo - Dragon Ball: The Breakers non sia anche un po' "troppo" snello ed essenziale. Tutta la produzione in fondo consiste in un'unica modalità di gioco, sempre la stessa: cambia semplicemente il ruolo che è possibile ricoprire, tra Sopravvissuti e Razziatori. E questo può anche essere comprensibile in un titolo d'azione online asimmetrico, per carità: poi però ci si accorge che in fondo tutti i presenti condividono le stesse abilità e gli stessi oggetti, senza una diversificazione davvero basata sull'immensità di personaggi offerti dal mondo di Dragon Ball; che i razziatori sono appena una manciata (abbiamo incontrato sempre Cell e Freezer, per ora); che le azioni da compiere durante la partita sono sempre le stesse, fino allo sfinimento. La speranza è che nuove modalità arrivino presto, o comunque qualsiasi aggiunta che possa garantire un minimo di varietà: il timore, altrimenti, è che l'energia spirituale di Dragon Ball: The Breakers possa esaurirsi molto rapidamente.

Gameplay interessante

I personaggi di Dragon Ball: The Breakers sono tanti, ma tutti uguali...
I personaggi di Dragon Ball: The Breakers sono tanti, ma tutti uguali...

Non siamo ancora pronti per entrare nel dettaglio su tutte le sfumature del gameplay di Dragon Ball: The Breakers, ma ci siamo fatti un'idea abbastanza precisa sullo stesso dopo un cospicuo numero di partite. Il funzionamento, com'è facile immaginare, è cristallino: un gruppo di sette giocatori deve sopravvivere all'incursione del razziatore. Vale a dire: questi poveri esseri umani devono rimettere in funzione la macchina del tempo e scappare dall'area sotto attacco, prima che il cattivone li faccia secchi uno per uno. Raggiungere l'obiettivo richiede tutta una serie di tappe intermedie: salvare civili, trovare delle chiavi del potere da attivare, ripristinare la macchina del tempo.

Giocando nei panni del razziatore, invece, le condizioni di successo cambiano: lui non deve costruire nulla, quanto se mai distruggere tutto ciò che vede, anche intere porzioni dell'area di gioco, comunque discretamente vasta. Effettivamente ci è parso che il razziatore sia sempre in vantaggio rispetto agli altri presenti - questo è normalmente in titoli come Dead By Daylight, a patto però che il nemico da sconfiggere non diventi letteralmente onnipotente. A volte gli oggetti in possesso dei superstiti sono letteralmente inutili contro un essere di questo tipo, ed è ovvio: come potrebbe una piccola pistola a energia o un trampolino fermare Cell col corpo perfetto? Ma se l'intera produzione è costruita su un'avventura di sopravvivenza, un equilibrio bisogna trovarlo. Non sempre quello di Dragon Ball: The Breakers ci sembra efficace, ma staremo comunque a vedere.

Comparto tecnico discutibile

In Dragon Ball: The Breakers persino Cell al primo stadio torna ad essere una seria minaccia
In Dragon Ball: The Breakers persino Cell al primo stadio torna ad essere una seria minaccia

Un'altra osservazione fondamentale, la quale purtroppo non cambierà in sede di recensione: il comparto tecnico discutibile di Dragon Ball: The Breakers. Va bene la direzione artistica, vanno bene anche le scelte di design e tutte quelle chicche che cercano di rendere vivo il mondo di Akira Toriyama che amiamo ormai da innumerevoli anni: ma nel 2022, per giunta su PlayStation 5, un comparto tecnico di questo tipo semplicemente non è accettabile. Gli oggetti a schermo sono pochissimi, il level design perfettamente discutibile, animazioni ed effetti ai minimi termini. Dragon Ball: The Breakers non sembra affatto un titolo di attuale generazione, in verità neanche di quella precedente, eppure viene venduto come tale. Non vogliamo assolutamente suggerire un riciclo del materiale appartenente a Xenoverse 2 - anche se potremmo - ma un minimo di impegno da questi punti di vista sarebbe stato auspicabile.

L'accessibilità, invece, sembra migliorata, rispetto ad altri titoli della serie Dragon Ball: Dragon Ball: The Breakers si mostra davvero comprensivo nei confronti dei nuovi arrivati, e cerca di farli acclimatare concedendo loro tempi e spazi per adattarsi a quello che potremmo definire "uno stile di gioco imprevisto" per i fan storici, abituati più a picchiaduro o comunque a giochi d'azione molto diversi da questo. Nessun problema, per il momento, neppure per il matchmaking online: non occorrono più di due minuti per "trovare" un team di avventurieri casuale, anche se poi l'avvio di una partita può richiedere tempi aggiuntivi. I server, comunque, reggono: vero è che probabilmente non sono mai stati davvero sotto stress.

Dragon Ball: The Breakers dal punto di vista delle meccaniche di gioco e delle idee è senza dubbio un titolo affascinante. Per il momento, tuttavia, ci sembra anche molto, molto confusionario, leggermente sbilanciato in favore dei razziatori e tecnicamente del tutto obsoleto. Questo però non vuol dire che non possa rivelarsi un titolo divertente ed efficace anche sulla lunga distanza. Torneremo a parlarvene dopo aver sviscerato davvero a fondo le sue meccaniche e aver ragionato bene sulle sue potenzialità.

CERTEZZE

  • Il mondo di Toriyama ha sempre fascino
  • L'idea di base è interessante

DUBBI

  • Sembra davvero troppo confusionario
  • Non siamo sicuri sul bilanciamento tra le classi
  • Al momento troppo monocorde