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Fights in Tight Spaces: il provato della versione Early Access

Abbiamo provato Fights in Tight Spaces, gioco di carte tattico a turni disponibile in Early Access su Steam e Xbox sviluppato da Ground Shatter

PROVATO di Rosario Salatiello   —   02/03/2021

Il fascino dei film d'azione di una volta è duro a morire. Anche se il genere non è più così inflazionato come ai tempi d'oro, il successo in tempi recenti di una pellicola come John Wick dimostra che al pubblico piace ancora assistere a delle sane scazzottate con stile. È proprio questo quello che vediamo dentro Fights in Tight Spaces, gioco sviluppato da Ground Shatter e pubblicato da Mode 7, disponibile da qualche giorno in Early Access su PC, Xbox Series X|S e Xbox One.

Chi volesse provare Fights in Tight Spaces prima di comprarlo può anche giocare il prologo, messo a disposizione gratuitamente dagli sviluppatori per toccare con mano la propria fatica prima di spendere i 20,99 euro necessari per scaricarlo in accesso anticipato. Se prima ancora di provare la demo di questo titolo volete sapere di cosa si tratta, siete ovviamente nel posto giusto. Non dovete fare altro che continuare a leggere il nostro provato di Fights in Tight Spaces.

Trama: un agente molto speciale

Fights in Tight Spaces: selezione di una carta da giocare
Fights in Tight Spaces: selezione di una carta da giocare

La storia di Fights in Tight Spaces si presenta in modo simile a quella dei tanti film di genere di cui parlavamo in apertura, mettendo il giocatore nei panni di un agente speciale appartenente alla Sezione Undici. Si tratta di una divisione specializzata negli interventi sul campo, usata come ultima spiaggia quando ogni altro tipo d'intelligence ha fallito. Le abilità principali degli agenti della Sezione Undici riguardano come avrete intuito il combattimento corpo a corpo, ambito in cui essi non temono scontri all'apparenza impossibili da affrontare quando in inferiorità numerica, grazie alle loro capacità di smulinare calci e spiaccicare teste altrui su pareti e altri oggetti.

Il campo d'impiego degli agenti della Sezione Undici è vasto: dopo il tutorial destinato a farci apprendere le basi del gioco, Fights in Tight Spaces ci porta infatti in giro per il mondo, tra gang di biker del Nord Europa, organizzazioni che lavorano all'interno delle carceri e così via, per un totale di cinque missioni da superare facendosi largo a suon di mazzate.

Gameplay: carte roguelike

Anche se in una prima battuta il gameplay di Fights in Tight Spaces può sembrare complesso, in realtà dopo qualche partita le dinamiche del gioco appaiono abbastanza chiare. Il giocatore è infatti chiamato prima di ogni missione a scegliere uno dei tipi di mazzi di carte disponibili, sbloccabili nella loro completezza dopo avere giocato qualche partita: si parte dal mazzo di tipo bilanciato, per poi avere a disposizione anche quelli specializzati in tecniche di difesa, attacco e negli immancabili trucchetti da agente segreto.

Una volta arrivati sul luogo della missione, dobbiamo superare le varie aree che la compongono tenendo presente che la generazione dei singoli livelli e il loro ordine sono casuali e cambiano quindi a ogni partita. Non esistono inoltre salvataggi intermedi, per cui bisogna valutare con estrema attenzione le proprie mosse per evitare di ricominciare tutta la missione da zero. Le prime volte, come dicevamo, questo sarà inevitabile, ma man mano si riesce a capire come riuscire a usare al meglio le abilità dell'Agente 11, riuscendo così ad avere la meglio con estrema soddisfazione anche in situazioni complicate.

Le dinamiche di Fights in Tight Spaces si basano sui turni di gioco. Quando arriva il nostro turno, possiamo scegliere le mosse da effettuare tra le carte che si trovano nella nostra mano, tenendo presente che quelle che non usiamo vengono scartate e tutta la mano viene quindi ripescata al turno successivo. Bisogna dunque decidere con cura su quali caselle muoversi, quali attacchi effettuare, o eventualmente adottare una posizione difensiva che aumenti le nostre possibilità di blocco, soprattutto quando non abbiamo altre via d'uscita.

Le carte che possiamo giocare non sono infinite, e hanno ovviamente un costo: quelle base consumano punti momentum, mentre quelle più avanzate e letali possono essere giocate spendendo i punti combo accumulati durante il livello. Imparare a giocare a Fights in Tight Spaces vuole quindi dire usare al meglio le carte a propria disposizione in un determinato momento, non solo per compiere attacchi diretti ma anche per usare l'ambiente circostante a proprio vantaggio, mettendo per esempio un nemico sulla linea di tiro di una pistola in mano a un altro avversario.

Il gruppo di livelli che compongono ogni missione propone un avanzamento dettato dalla volontà del giocatore, che in alcuni punti ha la facoltà di scegliere alcune alternative al combattimento. Ci si può per esempio fermare per curare le proprie ferite o per acquistare e potenziare le carte che compongono il mazzo base (tramite i soldi ottenuti via via come ricompensa), oppure ancora selezionare eventi casuali che ricordano gli imprevisti del Monopoli, tramite i quali ottenere bonus o malus per i livelli successivi.

Grafica e sonoro: quando lo stile è tutto

Fights in Tight Spaces: un calcione in piena faccia
Fights in Tight Spaces: un calcione in piena faccia

La grafica di Fights in Tight Spaces si propone in modo minimale, puntando sullo stile per risultare accattivante all'occhio del giocatore. E dobbiamo dire che ci riesce, presentandosi con una veste che coi propri colori rimanda inevitabilmente col pensiero a Superhot. Il nostro agente è rivestito interamente di colore nero mentre i nemici vengono individuati con gradazioni di rosso, tramite figure che appaiono come una sorta di ombra senza la possibilità di distinguere particolari nelle loro facce. I modelli risultano comunque curati, così come le animazioni.

Per quanto riguarda gli avversari, la differenziazione tra le varie missioni è netta, ma anche tra i livelli che le compongono ci troviamo ad avere a che fare con elementi di diverso genere. Ci sono per esempio energumeni in grado di incassare colpi senza battere ciglio, o altri individui dotati di arma da fuoco o specializzati nel combattimento ravvicinato. Molto carina la funzione replay che permette di assistere a tutto lo scontro senza interruzioni, dando così vita davvero a una scena di John Wick o chi per lui. In attesa di toccare con mano la versione finale con la recensione, se siete dei fan del genere d'azione (e dei giochi di carte) potete tenere in considerazione Fights in Tight Spaces sin da subito.

L'aspetto principale in cui Fights in Tight Spaces deve migliorare è a nostro avviso il bilanciamento complessivo. Non è un caso che gli sviluppatori lo citino come parte dei motivi dell'ingresso del gioco in Early Access, destinato a durare nelle loro menti meno di un anno per riuscire a ottimizzare a dovere tutte le meccaniche. Durante l'accesso anticipato Fights in Tight Spaces dovrebbe poi arricchirsi di una nuova classe selezionabile per il protagonista, oltre ad altri nemici e, speriamo noi, altri livelli. La versione attualmente disponibile garantisce comunque una quantità di contenuti più che soddisfacente, presentati senza sbavature particolari e per questo fruibili già da subito.

CERTEZZE

  • Padroneggiare carte e abilità dà molta soddisfazione
  • Varietà di situazioni e nemici
  • Stile accattivante

DUBBI

  • Troppo sbilanciato in alcune fasi