Una delle critiche che vengono spesso poste alle ultime avventure grafiche è l'incapacità di rinnovare il genere, ormai fossilizzato dagli anni novanta (qualcuno particolarmente cattivo direbbe dagli anni ottanta, ma noi siamo buoni...).
Gli sviluppatori di Darkness Within si sono prefissati il gravoso compito di aggiungere qualche novità interessante al genere, pur non pretendendo di rivoluzionarlo e, soprattutto, senza ricorrere alla carta delle sezioni arcade, che tanti danni hanno fatto in passato. Abbiamo messo mano su una versione preliminare del gioco, che sarà completamente tradotto in italiano, e possiamo darvi qualche ragguaglio su quello che ci aspetta, soprattutto sul sistema di investigazione che tanto ha fatto parlare di sè (quasi più della prematura dipartita della 3D Realms... vabbé, non esageriamo). Darkness Within racconta di un uomo in fuga, di un'indagine che condurrà il protagonista alle soglie della follia e di antiche divinità che hanno strane mire riguardanti il nostro amato pianeta. Insomma, avrete capito da soli che la fonte d'ispirazione primaria degli sviluppatori sono stati i miti dell'impronunciabile Cthulhu di H.P. Lovecraft, divinità che ha già intrecciato le lingue di qualche migliaio di persone e di un paio di cani.
Difficoltà improbabile
Appena avviato il gioco dobbiamo scegliere il livello di difficoltà. Anche se nelle avventure grafiche solitamente non ci sono livelli di difficoltà selezionabili, a parte qualche raro caso del passato in cui solitamente venivano tagliati alcuni enigmi, Darkness Within merita un discorso a parte. Più che di livello di difficoltà, sarebbe meglio parlare di livello di complessità, poiché le opzioni disponibili non rendono più abbordabili gli enigmi, ma semplificano alcune operazioni che altrimenti bisogna compiere a mano e regolano la frequenza dei consigli. All'inizio non ci si rende bene conto degli effetti delle nostre scelte, ma giocando diventa subito chiaro che fanno la differenza.
Il sistema d'indagine
La visuale è in prima persona, alla Myst per intenderci, e il sistema d'interazione è quello classico, con il cursore fisso o mobile a seconda dei gusti del giocatore che permette diverse interazioni in base al contesto e alle necessità. Il famoso sistema di indagini deduttive si palesa appena afferriamo un documento, di cui il gioco ci mostra una visione particolareggiata. A parte il testo in sé e i tasti per spostarsi tra le pagine, in basso a sinistra ci sono altri due tasti misteriosi: il primo rappresenta una penna, il secondo un cervello. Selezionando la penna si possono sottolineare parti di testo, mentre cliccando sul cervello il protagonista ragiona sulle sottolineature dalle quali può dedurre indizi utili per lo svolgimento delle indagini. Capirete da soli che un sistema del genere per essere efficace richiede la presenza di moltissimi documenti e, di conseguenza, di moltissimo testo da leggere.
Volendo è possibile rendere lo studio dei documenti completamente o parzialmente automatico (i livelli di complessità di cui parlavamo sopra), ma in questo modo si finisce per castrare Darkness Within, togliendogli buona parte del suo fascino e soprattutto rendendolo monco della novità di maggior rilievo. Certo, le numerose pagine di testo che il gioco propone da leggere possono arrivare a stancare, soprattutto i giocatori meno appassionati, ma possiamo dirvi che il sistema è decisamente affascinante e aggiunge profondità all'investigazione, permettendo all'utente di immedesimarsi maggiormente con la figura dell'investigatore. Comunque, per un giudizio definitivo sul gioco e sul suo complesso sistema di indagini, non rimane che attendere la versione definitiva per la recensione.
CERTEZZE
- Che il gioco riesca a mantenersi interessante fino alla fine!
- Il sistema di indagine riuscirà a rinnovare il genere delle avventure grafiche?
DUBBI
- L'eccessiva complessità non rischierà di tenere lontani molti giocatori?
- Le locazioni esplorabili diverranno più varie?