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Hades: cosa lo rende un gioco speciale

Torniamo su Hades, il capolavoro di Supergiant Games che l'anno scorso ha fatto incetta di premi e riconoscimenti: ma cosa lo rende così speciale?

SPECIALE di Christian Colli   —   05/03/2021

L'ultima opera dei ragazzi di Supergiant Games, Hades, ha rastrellato premi a destra e a manca nel corso degli ultimi mesi. Qui potete leggere la nostra recensione per Nintendo Switch: è un roguelite che ci ha folgorato fin dall'early access, e che ha riconfermato le sue straordinarie qualità anche sulla console ibrida della grande N, per la quale uscirà in versione pacchettizzata il prossimo 19 marzo. Dopo averci giocato oltre 100 ore, ed esserci resi conto che ci sarebbe ancora tantissimo da fare prima di archiviarlo definitivamente, ci siamo fermati a riflettere sulle caratteristiche che lo hanno reso così speciale agli occhi di migliaia di giocatori. Se non avete ancora giocato Hades, insomma, le prossime righe potrebbero convincervi a dargli l'occasione che si merita assolutamente.

La direzione artistica

Nonostante sia ambientato nelle profondità infernali della mitologia greca, Hades è un trionfo di colori sgargianti, personaggi eccentrici e battute pungenti. I ragazzi di Supergiant Games hanno disegnato con cura ogni scenario, protagonista o nemico in modo che non apparisse troppo lugubre, ma anzi cartoonesco, e al contempo si integrasse perfettamente nelle atmosfere evocate dalla trama, il contesto e i dialoghi. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Hades è proprio bello da vedere a primo impatto: la visuale isometrica raccoglie tantissimi dettagli in un solo colpo d'occhio, i modelli 3D in cel shading sono animati meticolosamente, gli effetti di attacchi e abilità sono spettacolari ma sobri e il gameplay si legge che è una meraviglia grazie all'interfaccia pulita ed elegante. Ma Hades è bello anche da ascoltare: le musiche di Darren Korb accompagnano costantemente l'azione con un ritmo energizzante, e c'è spazio anche per qualche bella canzone. I veri protagonisti del comparto tecnico, però, dobbiamo dire che sono i dialoghi che sfiorano l'ASMR: i doppiatori hanno fatto una vera magia con le voci dei vari personaggi, che li caratterizzano tanto quanto i retroscena e le sottotrame che li legano.

La storia

Hades: Zagreus è il protagonista.
Hades: Zagreus è il protagonista.

È difficile separare le caratteristiche vincenti di Hades, dato che si intrecciano e compenetrano in un tutt'uno, ma se dobbiamo trovarne una che ci ha veramente colpito non potrebbe che essere la trama. Ebbene sì, Hades è un roguelite con una trama. Il genere l'ha spesso sfruttata come pretesto per giustificare il gameplay, ma in Hades la storia è ciò che motiva il giocatore a fare una partita dopo l'altra. Quelli di Supergiant Games l'hanno centellinata, seminando dialoghi, note nel Codex, missioni secondarie e sottotrame che si rivelano in ordine casuale man mano che il giocatore supera nuove sfide, prova nuove combinazioni di armi e poteri, raggiungere nuovi traguardi. Praticamente ogni contenuto di gameplay in Hades ha una sottotrama alle spalle che si incrocia con le altre, ma la parte migliore è che la storia raccontata, sebbene ruoti intorno a dèi, semidèi e miti ellenici, resta di una umanità e normalità che scaldano il cuore.

Hades: la statuaria dea Atena.
Hades: la statuaria dea Atena.

Hades, alla fin fine, è la storia di un figlio che cerca di rimettere insieme i pezzi della sua famiglia. Non è il primo né l'ultimo uomo sulla Terra a vedere un'intera famiglia spaccata e divisa da incomprensioni e litigi, e il fatto che metà del suo albero genealogico viva sul Monte Olimpo in realtà non fa molta differenza. Le motivazioni che spingono i personaggi a trovare una risoluzione sono raccontate con una maestria e una semplicità che abbiamo riscontrato raramente in un mercato in cui si fa gara a chi si inventa il colpo di scena più cervellotico. E poi ci sono tutti i comprimari, con le loro storyline che spesso affondano le mani nella mitologia greca. Nei suoi tentativi di fuga dall'Oltretomba, il protagonista Zagreus avrà occasione di riunire coppie perdute, riscattare l'onore di alcuni prigionieri e troverà persino l'amore per conto proprio. E magari più di uno, se giocate abbastanza. Supergiant Games prende alcuni eroi del mito ellenico, come Achille oppure Orfeo, e li rappresenta sotto luci diverse dal solito, ma sempre rispettosamente e con una punta di ironia che non guasta mai.

Il gameplay

Hades: un combattimento nel Tartaro.
Hades: un combattimento nel Tartaro.

Hades è un roguelite, e su questo non ci piove, ma è proprio la storia accattivante e frammentata a motivare il giocatore, spingendolo nel loop "faccio un'altra partita" che può allungarsi per ore e ore senza che neanche ce ne si renda conto. Una partita completa di Hades, comprensiva di ultimo boss sconfitto, una volta presa padronanza col gioco può durare anche meno di 20 minuti, mentre all'inizio ce ne si mettono altrettanti solo per sfuggire dal primo dei quattro piani che compongono la mappa per intero. La struttura procedurale - l'ordine delle stanze è sensibilmente diverso a ogni partita - e la casualità che contraddistingue il ritrovamento dei doni olimpici, cioè i potenziamenti che andranno a modificare il nostro stile di gioco, fa sì che ogni fuga sembri diversa dalla precedente. I parametri che incidono sul gameplay sono tantissimi, a cominciare dai poteri dello Specchio della Notte e dalla scelta dell'arma: ce ne sono sei, e per ciascuna esistono quattro "sembianti" diversi, per un totale effettivo di ventiquattro armi differenti.

Hades: il traghetto nei Campi d'Asfodelo.
Hades: il traghetto nei Campi d'Asfodelo.

I doni degli dèi sono tantissimi e cambiano il modo di combattere, inducendo il giocatore a fare di necessità virtù con le carte che ha in mano: con un po' di strategia, e un pizzico di fantasia, è possibile mettere insieme combinazioni insospettabili che spesso deviano dalle strategie che ci siamo imposti mentalmente, portandoci a scoprire stili di combattimento completamente diversi. Si può cominciare una partita con la spada, intenzionati a potenziarne i danni coi doni di Artemide, e finirla sparando dardi che scaraventano i nemici contro le pareti grazie ai doni di Poseidone. Praticamente ogni combinazione di armi e doni è soggetta allo scrutinio di dèi e abitanti dell'Oltretomba, che in alcuni casi non mancheranno di commentare le nostre scelte, offrendoci anche indizi utili non solo sulla narrativa, ma anche sul gameplay. Ogni partita è una scoperta, insomma, e la dinamicità del sistema di combattimento, che vanta tantissimi nemici, trappole e boss diversi, contribuisce a rendere meno ripetitivo un titolo che, per sua natura, dovrebbe esserlo.

La longevità

Hades: i Campi Elisi.
Hades: i Campi Elisi.

E forse sta proprio qui il più grande punto di forza di Hades: è un roguelite che non stanca quasi mai. Ogni partita è significativa; che duri tre minuti o trenta, si porta sempre a casa qualcosa che può essere pura e semplice esperienza o magari la Tenebra, una delle tante valute necessarie a sbloccare, be', tutto. Per scoprire tutta la storia bisogna finire il gioco almeno dieci volte, e per massimizzare ogni relazione tra Zagreus e i vari dèi o comprimari bisogna giocare ancora di più, sviscerare ogni arma, compiere ogni profezia - praticamente le missioni secondarie - e diventare sempre più bravi per superare le prove nel Patto della Pena. Hades è un gioco stimolante, ma sopra ogni altra cosa è un gioco per tutti. Si può giocare a un livello di difficoltà inferiore a quello predefinito e calibrarlo ulteriormente a ogni partita, scegliendo vantaggi e svantaggi.

Hades: lo scontro con Teseo e il Minotauro.
Hades: lo scontro con Teseo e il Minotauro.

La facilità con cui è possibile prendere il gioco in mano e dedicargli anche soltanto un po' di tempo alla volta lo rende particolarmente ideale alla fruizione portatile su Nintendo Switch, ma se si preferisce giocarlo sulla TV si può sempre mettere la console nel Dock o usare il sistema di salvataggi incrociati per giocare un po' su PC e un po' sulla console ibrida... a patto di possedere entrambe le versioni di Hades, logico. Una volta completata la storia, e visto davvero tutto quello che la narrativa può offrire, resta comunque una vagonata di contenuti da sbloccare: arredamenti per l'ufficio di Ade, musiche di sottofondo da acquistare per Orfeo, cornici per decorare l'interfaccia durante i combattimenti e altro ancora. È in questo modo che si sforano facilmente le cento ore e si superano anche, ma non possiamo essere ipocriti: a un certo punto, Hades vi verrà a noia. Tornarci ogni tanto sarà sempre divertente, ma senza una storia a stimolarci non sarà la stessa cosa. Ma se a quel punto gli avrete dedicato anche soltanto il tempo necessario per vedere i veri titoli di coda, avrete giocato a uno dei roguelite migliori sulla piazza che si trova a un prezzo semplicemente irrisorio. E questo lo rende ancora più speciale.

Hades: la versione fisica in uscita per Nintendo Switch
Hades: la versione fisica in uscita per Nintendo Switch