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Halo: le prime impressioni sulla seconda stagione della serie TV

L'epopea di Master Chief tira leggermente il freno nelle prime due puntate, ma allarga lo spettro della narrativa per questa seconda stagione.

Halo: le prime impressioni sulla seconda stagione della serie TV
SPECIALE di Riccardo Lichene   —   14/02/2024

Dopo aver visto i primi due episodi della seconda stagione della serie TV di Halo possiamo notare in modo distintivo il passaggio del testimone in fatto di showrunner. David Wiener è ora al timone della produzione e il suo influsso si sente: John 117 si è fatto più introspettivo e insieme più motivato che mai a salvare l'umanità dalla minaccia dei Covenant. Ma non c'è solo Chief: anche gli altri Spartan stanno passando dall'essere semplici comprimari (fatta eccezione per Kai) al diventare quel Silver Team che, per la fine della stagione, speriamo sarà protagonista insieme a Master Chief.

Bando alle ciance, ecco le nostre impressioni sui primi due episodi della seconda stagione della serie tv di Halo.

Separati e uniti

C'è uno iato considerevole tra la fine della prima stagione di Halo e la seconda, circa sei mesi, nel corso dei quali le cose si sono normalizzate dopo il caos degli ultimi episodi
C'è uno iato considerevole tra la fine della prima stagione di Halo e la seconda, circa sei mesi, nel corso dei quali le cose si sono normalizzate dopo il caos degli ultimi episodi

Alla fine della prima stagione della serie TV di Halo, John si affida completamente a Cortana per portare in salvo la sua squadra e gli artefatti che, dopo molta fatica, hanno iniziato a rivelare qualche informazione sull'anello tanto bramato da umanità e Covenant. La primissima scena della nuova stagione, però, mostra Master Chief su di un tavolo operatorio mentre gli viene rimosso l'impianto che collega Cortana al suo sistema nervoso, installato in precedenza dalla dottoressa Halsey.

Dove, invece, vediamo notevoli progressi è nella coesione del Silver Team, la squadra di Spartan formata da John, Kai, Vannak e Riz, quest'ultima ancora alle prese con le conseguenze della granata a fusione che le è stata attaccata alla spalla alla fine della scorsa stagione. Ora conosciamo meglio questa squadra, le sue dinamiche e i rapporti tra i suoi membri, anche grazie al fatto che Riz e Vannak hanno rimosso la propria capsula per il bloccaggio delle emozioni, come Chief e Kai avevano fatto nella stagione precedente. Vediamo scene di allenamento, coordinamento e confronto tra i quattro Spartan, ora consapevoli di essere uno degli ultimi bastioni tra l'umanità e i Covenant.

Parallelamente alle vicende di Master Chief, poi, continuano quelle di Soren (lo Spartan disertore diventato pirata) e Kwan, la figlia del capo dei ribelli del pianeta Madrigal. All'inizio del primo episodio apprendiamo che il pianeta di sabbia è stato vetrificato dai Covenant e, poco dopo, scopriamo che Kwan è fuggita prima della distruzione andandosi a rifugiare proprio tra gli asteroidi governati dai pirati di cui Soren è uno dei membri più importanti. Le potenzialità di questo arco narrativo secondario non sono ancora chiare, possiamo solo sperare che non si traduca (quasi) in un nulla di fatto come nella stagione precedente.

Un nuovo cattivo

James Ackerson vuole mettere i bastoni tra le ruote a Master Chief
James Ackerson vuole mettere i bastoni tra le ruote a Master Chief

Sono passati sei mesi da quando il Silver Team è tornato e la dottoressa Halsey è ricercata per aver cospirato contro l'UNSC. A capo del programma Spartan subentra così James Ackerson, interpretato da Joseph Morgan, che mostra fin da subito molta ostilità nei confronti del Silver Team, che lui vorrebbe ridotto a un mero strumento per mettere in atto i suoi piani per sconfiggere i Covenant. Per ora, le motivazioni di Ackerson sono nebulose e rischiano di cadere sui soliti stereotipi da cattivo aziendalista/statalista, speriamo che con il passare degli episodi il suo antagonismo abbia uno scopo più profondo.

Nel primo episodio, poi, rivediamo anche la dottoressa Halsey, ma il suo ruolo risulta per niente chiaro, visto che è intrappolata in una sorta di simulazione. Dopo le scoppiettanti rivelazioni del finale di stagione scorso, era prevedibile che la produzione dovesse tirare il freno per permettere alla seconda stagione di rallentare per gettare le sue fondamenta. All'inizio speravamo che si sarebbe parlato di più dell'anello e delle profezie che gli ruotano attorno ma, alla fine del secondo episodio, la scelta degli sceneggiatori risulta chiara: per sfruttare pienamente le potenzialità dell'universo narrativo di Halo servono basi più solide, e questa seconda stagione non ha paura di prendersi il tempo per costruirle.

Uno dei meriti di questa seconda stagione di Halo è quello di mostrare la brutalità del processo di vetrificazione dei Covenant sui pianeti coloniali dell'UNSC
Uno dei meriti di questa seconda stagione di Halo è quello di mostrare la brutalità del processo di vetrificazione dei Covenant sui pianeti coloniali dell'UNSC

Nel primo episodio vediamo l'orrore del processo di vetrificazione delle colonie dell'UNSC da parte dei Covenant ma capiamo, dopo un'entusiasmante scena di combattimento in cui Chief prende a colpi di fucile a pompa una squadra di Élite armati di lama energetica, che i profeti hanno un piano più ampio e sono disposti a tutto pur di recuperare gli artefatti contenenti la mappa per il sacro anello.

Produzione nettamente migliorata

Sia a livello di set e costumi fisici, sia a livello di computer grafica, la produzione della seconda stagione della serie TV di Halo ha fatto un discreto salto di qualità
Sia a livello di set e costumi fisici, sia a livello di computer grafica, la produzione della seconda stagione della serie TV di Halo ha fatto un discreto salto di qualità

In questi primi episodi della seconda stagione della serie TV di Halo si nota anche un miglioramento della produzione su tutti i livelli, dai set alla CGI. Prima di tutto, i Covenant (soprattutto gli Élite) sono meno gommosi nelle movenze e in combattimento. La scena iniziale tra Lame energetiche e fucili a pompa è una gioia per gli occhi, così come la rappresentazione del processo di vetrificazione del pianeta da parte dei Covenant. Poi hanno fatto un notevole salto di qualità anche i costumi degli Spartan, più metallici e sinuosi rispetto a quelli più squadrati della prima stagione, e in particolare quello di Master Chief.

L'unico aspetto che ci ha lasciato leggermente straniti è stato il rimodellamento di Cortana. Il feedback dei fan nei confronti dell'iconica IA deve aver influito sulle decisioni in fase di produzione perché il personaggio non solo ha un nuovo volto (un'attrice diversa le dà le sembianze, nonostante abbia mantenuto la medesima doppiatrice) ma un nuovo stile, più simile all'ologramma dai toni blu che gli amanti del videogioco hanno imparato ad amare. Essendo prigioniera di Ackerson, siamo certi che Cortana svolgerà un ruolo pivotale in questa stagione nel gestire gli eventi che stanno per verificarsi sul pianeta Reach.

La vecchia Cortana aveva fatto molto discutere
La vecchia Cortana aveva fatto molto discutere

A conti fatti, quindi, la seconda stagione della serie TV di Halo si presenta come un prodotto più maturo rispetto alla prima, più compiuto, ma ancora bisognoso di costruire delle solide fondamenta narrative per quando arriverà il momento di confrontarsi con l'anello. Le incognite sul nuovo cattivo a capo del programma Spartan vengono rapidamente messe a tacere dal sensibile aumento della qualità non solo della produzione ma della scrittura sia di Master Chief come personaggio sia del Silver Team, che sta diventando sempre di più un vero e proprio protagonista della serie. Questa seconda stagione ha ancora però molto da dimostrare, soprattutto perché il materiale a sua disposizione è di prima qualità e non può andare sprecato.