La storia dei videogiochi è fatta di infiniti volti spesso immediatamente riconoscibili, o per la loro caucasica banalità, o per la presenza di una qualche caratteristica atipica, in grado di fissarsi eternamente nelle menti di chi avvia il titolo per la prima volta. 47 è da sempre un'eccezione alla regola: privo di tratti distintivi al di fuori di una mancanza di capelli ben lontana dai canoni classici, impenetrabile, e totalmente privo di scrupoli, l'agente è l'incarnazione dell'assassino perfetto, un personaggio persino difficile da inserire nel fin troppo popoloso gruppetto degli antieroi. Si tratta di un protagonista che ha colpito il pubblico più per ciò che rappresenta e offre a livello di possibilità che per il suo look, e già questo fattore basta a regalare alla serie Hitman un accogliente posticino nel nostro cuore rattrappito. D'altronde si parla pur sempre di uno dei primi grandi esempi di stealth game sandbox, infarcito di idee brillanti in ogni dove, e costruito su un background quantomai curato; capirete dunque che, quando Warner ha annunciato di aver preso sotto la sua ala protettrice gli IO Interactive, abbiamo tirato un sospiro di sollievo per il futuro della serie - all'apparenza destinata all'oblio dopo l'abbandono di Square Enix e il boccone amaro della strutturazione a episodi. La presenza di un nuovo mecenate però non ha portato a una rivoluzione della saga: Hitman 2 è molto vicino al suo predecessore, e per comprenderlo a fondo siamo volati a Copenhagen, a casa dei suoi creatori, allo scopo di provare un paio di mappe del pacchetto completo. Ecco cosa abbiamo scoperto.
La build a nostra disposizione era quasi ultimata, ma ci è stato comunque imposto di provare solo due mappe: la già esplorata Miami - questa volta però dotata di entrambi gli obiettivi e di una nuova zona esplorabile - e la Colombia, che pur essendo una delle mappe iniziali ci ha offerto ben tre diversi bersagli: Rico Delgado, un potente signore della droga; il suo chimico Jorge Franco; e la "pr" del cartello Andrea Martinez. Prima di concentrarci sulla nuova regione, tuttavia, è il caso di delineare la principale differenza di questo capitolo rispetto al precedente, ovvero la sua natura di titolo completo, con l'intera "seconda stagione" a disposizione, e solo il ricordo in lontananza di una release a spezzoni. Strutturalmente, ad ogni modo, si mantiene incredibilmente simile alla sua ultima incarnazione, e risulta quindi un curioso misto tra la natura quasi interamente sandbox dei primissimi capitoli e una sorta di puzzle game, dove esplorare le estese location offerte porta alla scoperta di oggetti ed eventi accuratamente calcolati per facilitare ogni uccisione.
La mappa colombiana è stata forgiata nello stesso stampo, e i tre criminali da mettere per sempre a nanna sono legati a delle quest-line di sorta, che se completate garantiscono una cruda scenetta e il completamento dell'obiettivo. A stupirci non è quindi stato il gameplay (pressoché invariato, fatta eccezione per routine leggermente migliorate dell'intelligenza artificiale e qualche azione extra disponibile) ma la strutturazione della mappa stessa, poiché si tratta quasi sicuramente di una delle meglio congegnate della serie. Non è peraltro nemmeno una questione di dimensioni: la missione colombiana non si svolge in un luogo più esteso rispetto a molte altre mappe del precedente Hitman (o anche del secondo capitolo ancora non svelate, pare), ma è suddivisa in macrozone particolarmente ben costruite, che danno una maggior idea di grandezza e offrono numerosi spunti per l'assassino che sa dove cercare.
Prendete, ad esempio, Rico: può venir eliminato con facilità prendendo le sembianze di un noto tatuatore (invitato dalla moglie del boss per ritoccare un vecchio tatuaggio), o infiltrandosi silenziosamente in una villa piena zeppa di guardie e strutturata a più livelli, dove i giusti travestimenti sono ottenibili eliminando degli scagnozzi in preda ai fumi dell'alcool. Meglio ancora Jorge, impegnato a creare la droga perfetta in laboratorio, mentre controlla in modo maniacale lo stato di un'intera piantagione (perfetta per muoversi non visti). Se si considerano le due zone appena descritte, e vi aggiungete un intero villaggio rurale dove Andrea si sposta di continuo, è facile rendersi conto delle potenzialità della mappa Colombiana, che infatti è infarcita di quest come quelle sopra descritte, e richiede parecchio ingegno per portare a termine le uccisioni in un certo modo (c'è tecnicamente la possibilità di dare in pasto tutti e tre i malandrini in questione a un grosso ippopotamo, ma non abbiamo assolutamente capito come farlo).
Nessun problema quindi? Non proprio. Il gioco è sempre piacevolissimo e i suoi elementi continuano a sposarsi piuttosto bene, ma dà sicuramente il meglio di sé quando ci si sbizzarrisce, e non quando si seguono le strade preimpostate dal team di sviluppo. Anche quando si esce dal seminato, poi, le possibilità non sono poi così infinite, poiché il motore di Hitman non è un prodigio della tecnica, e l'intelligenza artificiale - che comunque mette in campo interessanti routine legate alle singole storie dei personaggi non giocanti - ha la tendenza a incartarsi qua e là. Nel complesso siamo andati incontro a un paio di bachi importanti durante la nostra prova, che ci hanno costretto a ricaricare salvataggi precedenti per continuare o completare specifici obiettivi, e la stessa cosa si è riproposta nella mappa di Miami, (nel complesso comunque più solida).
In parole povere: c'è da dare una ripulita generale al tutto, perché in questa beta i bug non mancano e rischiano di rovinare un'esperienza che ha comunque già dimostrato la sua bontà. Non siamo preoccupati, dato che le prime prove della versione episodica di Hitman erano state disastrose a livello di stabilità, e IO Interactive era riuscita a risolvere tutto per tempo; a confronto le problematiche trovate qui sono inezie. Quel che ci chiediamo, però, è se non sia l'ora per il team di rischiare e rivoltare il sistema come un calzino, perché nonostante il carisma dell'agente 47 e la genialità di certe uccisioni (abbiamo evitato di spoilerarvene troppe, ma alcune sono davvero fantastiche), l'età del sistema inizia a farsi sentire, e questa seconda stagione di Hitman rischia di essere quel culmine dopo il quale diventa necessario un vento nuovo.
Hitman 2 mantiene pressoché invariate tutte le caratteristiche che hanno distinto il suo predecessore, al di fuori della discussa struttura episodica e di qualche miglioria marginale a interfaccia e gameplay. Nel complesso, dunque, è un titolo ancora molto solido, che offre infiniti spunti agli appassionati e molte ore di gioco per i completisti. Si inizia però a sentire il peso degli anni sulla struttura congegnata da IO Interactive, e in particolare sul loro motore. Questo capitolo potrebbe rappresentare il limite delle capacità di 47. Vedremo.
CERTEZZE
- Sistema sempre solido e ricco di spunti
- La mappa colombiana è notevole e ben strutturata
DUBBI
- Comparto tecnico e struttura iniziano a mostrare i segni dell'età
- Qualche bug fastidioso durante la nostra prova