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Knights of Frontier Valley, un’opera che attinge dal passato per ricordarci l'importanza delle piccole cose

In un mondo fatto di piatti gourmet o di presunti tali, Knights of Frontier Valley è una cipolla. Un elemento di disturbo, ma in grado di rendere gustosa la vita di molti videogiocatori.

PROVATO di Luca Mazzocco   —   09/11/2025
Promo Art di Knights of Frontier Valley che mostra un cavaliere che si dirige verso un gruppo di lupi e di goblin

Ammettiamolo: viviamo in una società che ci ha posti al centro dell'attenzione. Che ci ha detto che la percezione è realtà e che sembra volerci convincere del fatto che "apparire" sia più importante che "essere". Un dato di fatto che può essere declinato anche all'interno dell'industria videoludica, con persone convinte che la propria opinione sia legge e con sviluppatori che investono milioni di dollari per puntare a una risoluzione 8K o a un frame rate superiore ai 120 fotogrammi al secondo.

Fortunatamente, però, qualcosa, forse, sta cambiando. Piccoli team composti da grandi persone stanno contribuendo a dare valore anche a opere più contenute. A produzioni ridotte, ma forti di un bene di lusso che le grandi software house raramente possono permettersi: la libertà. È in un contesto di questo tipo che si colloca Martin Menzel, sviluppatore a capo di Adamant Studios, realtà californiana che di recente si è trasferita nella cittadina medievale di Rothenburg, in Germania. Abbiamo avuto occasione di incontrare Martin al Lucca Comics & Games, constatando immediatamente la sua enorme passione per i videogiochi. Una passione che avvolge la sua intera vita e che lo ha portato negli ultimi dieci anni a lavorare a un proprio titolo: Knights of Frontier Valley.

Qualcuno potrebbe dire che si tratta di un'opera sviluppata da un singolo autore, ma questo vorrebbe dire banalizzare lo sforzo dietro un progetto di questo tipo. Come spesso accade quando ci si trova di fronte a produzioni nate dalla mente (e dal codice) di una singola persona, si tende a preferire la narrazione poetica del "one-man-show", piuttosto che elogiarne la capacità di gestione dei vari freelancer che hanno contribuito a dare vita al titolo di turno. Knights of Frontier Valley è quindi sì il sogno di un solo uomo, ma supportato da un team di autori molto competenti. Un team a cui, nel 2024, si è aggiunto anche Robert J. Kuntz, una delle figure di punta dietro Dungeons & Dragons.

Se vi state chiedendo a cos'abbia portato questa unione di intenti, sappiate che Knights of Frontier Valley è un gioco di ruolo che sembra provenire direttamente dagli anni Novanta. Un'opera dal sapore nostalgico e che, proprio come una cipolla, nasconde più strati di profondità di quanto non appaia a un primo sguardo.

Per fare un albero ci vuole un seme

Quando Martin ci ha invitati allo stand di MicroProse, il Publisher che si è preso l'onere e l'onore di distribuire Knights of Frontier Valley, eravamo timidamente ottimisti di mettere le mani su questo nuovo GDR. In base alla ricerca fatta sul titolo di Adamant Studios eravamo convinti di trovarci di fronte a un gioco di ruolo deciso a puntare tutto sulla nostalgia. Un'opera in grado di prendere i grandi titoli del passato come i primi Baldur's Gate, per poi introdurre alcune meccaniche di gioco in grado di dare una ventata di aria fresca al tutto. La verità, però, è che sono bastati pochi minuti per capire che ci stavamo sbagliando.

La grafica volutamente datata potrebbe piacere solo ad alcuni giocatori. La libertà di gioco, invece, piacerà probabilmente a tutti
La grafica volutamente datata potrebbe piacere solo ad alcuni giocatori. La libertà di gioco, invece, piacerà probabilmente a tutti

Una volta preso possesso di mouse e tastiera, Martin Menzel ci ha accompagnati nei primi minuti di gioco, mostrandoci la creazione del personaggio. Una creazione molto vicina ai TTRPG in stile Dungeons & Dragons, con i relativi punti da assegnare alle numerose statistiche a disposizione. Martin ci ha sin da subito spiegato quanto la personalizzazione dell'esperienza sia per lui un elemento fondamentale. Il volto del nostro avatar, per esempio, non solo batte le palpebre e si comporta in modo differente in base allo stato di salute del personaggio, ma potrà in futuro essere sostituito tramite Mod con una propria fotografia. Non sarà un elemento integrato nel gioco "base", ma Martin ha specificato che troverà un modo per spiegare come raggiungere questo obiettivo a tutti i futuri giocatori PC.

Dopo aver scelto una delle tre classi a disposizione (che ci ha portato a tre altre sottocategorie, che a loro volta ci hanno portato altre tre specializzazioni), abbiamo quindi dato il via alla nostra nuova avventura.

Una questione di qualità e non ti quantità

Chiacchierando con Martin Menzel ci siamo subito resi conto di quanto Knights of Frontier Valley sia un titolo "ben calcolato". L'autore è a conoscenza del fatto che i giocatori siano ormai abituati a GDR dalla durata di centinaia di ore. Titoli come Baldur's Gate III o The Witcher 3: Wild Hunt, farciti di missioni secondarie e di attività da svolgere. Martin, però, è consapevole di non avere le risorse economiche e fisiche per riuscire in un'impresa del genere e, per questo, ha dato vita a una produzione più contenuta. Un gioco che, parole sue, "possa essere giocato anche da chi ha una famiglia e poco tempo a disposizione per rilassarsi".

Knights of Frontier Valley sarà pure un gioco 'contenuto', ma ogni capitolo ha un'infinita quantità di variabili
Knights of Frontier Valley sarà pure un gioco "contenuto", ma ogni capitolo ha un'infinita quantità di variabili

Per evitare che le persone vengano poi a lamentarsi della longevità, Martin ha quindi preferito lavorare sulla "rigiocabilità", grazie all'implementazione di situazioni sempre nuove. Ognuno dei nove capitoli del gioco copre un arco narrativo di tre mesi, permettendo così a ogni stagione di modificare non solo i rapporti tra i personaggi, ma anche l'ambiente circostante. Nel caso non si riesca a completare le missioni presenti nei vari capitoli verranno inoltre perse per sempre. Questo potrebbe dare vita a diverse situazioni interessanti, come alcune quest bloccate proprio in seguito ai nostri errori e alle nostre decisioni. Una scelta coraggiosa, che punta tutto sul far ricominciare più volte l'avventura al giocatore, in modo da godersi appieno tutte le sfumature di un game design apparentemente molto elaborato.

Interrogato sull'ipotetica longevità dell'avventura, Martin ha affermato che in questo momento è impossibile da calcolare. Questo perché la soluzione di alcune missioni dipende dal posizionamento dei vari personaggi e dalla velocità con il quale il giocatore riesce a rintracciarli. Ogni Personaggio Non Giocante ha infatti una complessa routine che lo porta a mangiare, ad andare a letto, a muoversi per la città e chiacchierare con gli altri abitanti. In alcuni casi questi personaggi possono persino morire, dando vita a interessanti strade alternative per il nostro protagonista. Come ha detto Martin: "solo centinaia di ore di playtest ci permetteranno di capire la reale dimensione del gioco".

La fantasia al servizio dei giocatori

Durante la nostra prova Martin ci ha quindi spiegato l'importanza dei dettagli in Knights of Frontier Valley. La maggior parte degli elementi dello scenario sono interattivi e potrebbe contenere degli oggetti da raccogliere. A nostra volta potremo depositare gli oggetti nel nostro inventario, sfruttando l'intero mondo di gioco come un deposito costantemente aggiornato. Il titolo, infatti, tiene traccia di ogni singola azione, memorizzando non solo le varie scelte di dialogo, ma anche ogni nostra interazione con l'ambiente. Nel caso il giocatore venisse scoperto mentre compie un furto, per esempio, potrebbe fuggire, lasciare il maltolto da qualche parte, farsi perquisire dalle guardie e, in un secondo momento, tornare a recuperare la refurtiva. Ma non pensate che questo vi salvi dal venir reputati "potenzialmente pericolosi" dai soldati, che da questo momento in poi vi guarderanno con occhi diversi. E questa è solo una della miriade di possibilità offerte dal gioco.

Alcune sezioni di gioco di Knights of Frontier Valley ricordano le vecchie avventure grafiche della LucasArts
Alcune sezioni di gioco di Knights of Frontier Valley ricordano le vecchie avventure grafiche della LucasArts

Ogni nostra azione, infatti, ha delle conseguenze. Le persone attorno a noi ci guardano e ci giudicano per come ci comportiamo. Persino il nostro modo di vestire può impattare sulle scelte di dialogo e su quanto accade nel gioco. Se alcuni abitanti dovessero vederci di cattivo occhio potrebbero inoltre spargere la voce sui nostri comportamenti, con il rischio che questa voce arrivi proprio all'orecchio delle guardie. Cambiare città e far calmare le acque potrebbe quindi essere un'opzione, ma Martin ci ha fatto capire che le malelingue possono raggiungere qualsiasi zona del Regno. Esattamente come nel mondo reale.

Crudo e oscuro come il Medioevo

Se l'esplorazione è sicuramente il punto di forza di Knights of Frontier Valley, anche il sistema di combattimento non deve essere sottovalutato. Durante i numerosi scontri a turni, il giocatore può decidere di colpire precise parti del corpo degli avversari, causando danni contestuali. Lo stesso può accadere al nostro protagonista, con il rischio di venire disarmato nel caso venga ferito gravemente al braccio o di non poter più correre nel caso di un danno alla gamba. Nonostante il comparto grafico volutamente antiquato, il titolo di Adamant Studios si è dimostrato molto realistico e, per certi versi, davvero duro e punitivo. Bastano pochi errori, infatti, per finire al tappeto, costringendoci a ricominciare dall'ultimo punto di salvataggio o, nel caso della modalità permadeath, dall'inizio del gioco.

Anche l'inventario pesca direttamente dai numerosi titoli GDR degli anni Novanta
Anche l'inventario pesca direttamente dai numerosi titoli GDR degli anni Novanta

Questa difficoltà è evidentemente parte dell'esperienza. Già nel nostro provato siamo stati più volte spinti a tentare la strada del dialogo, utilizzando la violenza come ultima opzione. Questo ci ha portati a vivere situazioni assurde come familiarizzare con i soldati di una cittadina, entrare nelle grazie di una famiglia benestante per poi tentare di rapinarla e finire catturati dalle stesse guardie incontrate precedentemente. Guardie che abbiamo tentato di corrompere, ma che ci hanno gettato comunque in prigione. A questo punto ci siamo trovati di fronte a una sorta di avventura punta-e-clicca in prima persona, con diversi metodi per fuggire. Potevamo cercare di limare le sbarre, oppure trovare il modo di attirare le guardie in pieno stile Metal Gear Solid. Alla fine abbiamo scelto di creare un grimaldello raffazzonato e tentare così la strada più semplice. Insomma: la libertà è la caratteristica del titolo che più ci ha impressionato. Una libertà che, sinceramente, non provavamo da diverso tempo.

Dettagli, dettagli e dettagli

Martin Menzel è stato chiaro: Knights of Frontier Valley vive dei dettagli che la maggior parte delle altre produzioni con un comparto grafico più raffinato non possono permettersi. Dettagli che vanno da linee di dialogo da svelare completando specifiche missioni in una precisa fase del giorno a una cura maniacale per la colonna sonora. Colonna sonora in parte lavorata anche da Kevin Manthei, compositore noto per aver dato vita alle musiche di Scream, Ben 10, Jagged Alliance 2 e Resident Evil che, in questo caso ha diviso il palco con delle vere e proprie band di musica medievale. Questa cura per i dettagli si estende ovviamente anche al succitato combat system e non vediamo l'ora di capire se le promesse fatte in questa sessione di gioco troveranno un riscontro anche nell'avventura finale.

Avventura che, secondo lo sviluppatore, potrebbe venire espansa nei prossimi anni con nuovi elementi narrativi e nuovi contenuti. Martin ha infatti ammesso di essere rimasto affascinato da altri giochi e di voler portare alcune meccaniche all'interno di Knights of Frontier Valley. Si è parlato di nuove routine dei personaggi e di un vero e proprio sistema giuridico, che ci permetterebbe di diventare giudici a nostra volta delle azioni dei vari personaggi. La fantasia sembra essere l'unico limite di Martin Menzel. Un autore che ha lavorato a un motore grafico proprietario e che ha investito gli ultimi dieci anni di vita per seguire il suo sogno di sviluppare un videogioco libero da qualsiasi restrizione. Un sogno che, finalmente, sta per diventare realtà.

Nel caso vogliate testare Knights of Frontier Valley, prossimamente verrà messa su Steam una demo del gioco (che potrà poi essere espansa al titolo completo)
Nel caso vogliate testare Knights of Frontier Valley, prossimamente verrà messa su Steam una demo del gioco (che potrà poi essere espansa al titolo completo)

Mancano ancora pochi mesi all'uscita su Steam di Knights of Frontier Valley, ma è evidente che non siamo di fronte al solito GDR dall'aspetto retrò. L'opera di Adamant Studios ha un potenziale davvero enorme. Un potenziale che potrebbe stupire tutti coloro che sapranno guardare oltre il comparto grafico volutamente datato e la mancanza della lingua italiana. Perché, proprio come la cipolla in cucina, Knights of Frontier Valley potrebbe essere l'ingrediente mancante per soddisfare la nostra fame di buoni videogiochi.