46

Martha is Dead, provato il nuovo horror italiano di LKA

Abbiamo provato Martha is Dead grazie alla demo pubblicata in occasione dello Steam Next Fest, vediamo cosa ne è emerso

PROVATO di Giorgio Melani   —   10/10/2021

Il primo contatto con la demo di Martha is Dead è di quelli che non si dimenticano, per una serie di caratteristiche che non sono facili da trovare altrove, nonostante di horror e thriller psicologici in prima persona ce ne siano ormai quantità industriali. Cerchiamo di riordinare le idee e fare un resoconto di quanto abbiamo provato di Martha is Dead con la pubblicazione della recente versione di prova in occasione dello Steam Next Fest di ottobre 2021.

La demo fornisce un primo assaggio della storia, consentendo di provare quelli che dovrebbero essere i primi minuti del gioco completo, anche se ovviamente la scala è ridotta e molti elementi e strade sono state rimosse, dunque l'esperienza finale sarà comunque differente. Tuttavia, in questa ora scarsa e un po' mutilata è comunque possibile entrare perfettamente nelle atmosfere che caratterizzano la nuova produzione di Studio LKA, confermando le già ottime impressioni trapelate in precedenza. Si tratta di un'introduzione davvero molto intrigante, che ci ha lasciato con una gran voglia di vedere come vada avanti l'inquietante storia di Giulia K., del mistero sulla sua identità e dell'inquietante fine di Marta.

Per evitare spoiler, considerando che anche questa avventura si basa fortemente sulla narrazione, evitiamo di parlare più di tanto della storia, che comunque sarà stata probabilmente assaporata da coloro che hanno provato la demo messa a disposizione in questi giorni, ma possiamo dire che l'attenzione per il racconto, i monologhi e l'introspezione psicologica tornano in Martha is Dead come elementi preponderanti insieme alla cura per le ambientazioni e alla caratteristica attenzione nel radicare gli elementi sovrannaturali in ambientazioni decisamente reali e con precisi riferimenti storici. Tutte soluzioni già applicate con grande successo in The Town of Light, opera precedente da parte di LKA con cui si notano diverse somiglianze, nonostante non ci sia alcun collegamento diretto.

La nuova demo

Martha is Dead, un'immagine dell'inquietante lago dove si consuma la tragedia, protagonista di leggende
Martha is Dead, un'immagine dell'inquietante lago dove si consuma la tragedia, protagonista di leggende

Proprio questa preponderanza della narrazione si manifesta subito, a partire dai primi secondi di gioco della demo: uno strano e inquietante teatrino meccanico ci introduce alla leggenda della Signora in Bianco, lo spirito di una donna uccisa presso un lago che ora rapisce e uccide le giovani donne sorprese presso la zona infestata. Il tutto è raccontato facendoci prendere parte alla scena con il movimento meccanico delle marionette e degli elementi di scenario, come in una sorta di gioco per bambini dai risvolti oscuri. Subito dopo, ci ritroviamo nei panni di Giulia K. nei pressi del lago incriminato e siamo subito testimoni di una macabra scoperta che cambierà per sempre la nostra vita: sebbene l'avvio sia decisamente ingessato sul fronte del gameplay, con una lunga sequenza in stile quick time event, il gioco si apre subito dopo nel classico stile dell'avventura in prima persona, con la possibilità di esplorare le ambientazioni e interagire con vari oggetti ed elementi dello scenario.

Dopo l'introduzione, nella demo abbiamo la possibilità di visitare parte della casa e delle zone circostanti, cominciando a prendere confidenza con la protagonista, la sua particolare condizione e la sua passione per la fotografia, che assume una notevole rilevanza nel corso del gioco. Siamo nell'estate del 1944, nel pieno della campagna toscana: Giulia K. vive in una famiglia benestante, all'interno di un meraviglioso casolare presso San Casciano, nei dintorni di Firenze, solo sfiorata dagli eventi della guerra che infuria anche a pochi metri dalla propria casa.

Martha is Dead: un'immagine del teatrino meccanico che racconta alcuni eventi
Martha is Dead: un'immagine del teatrino meccanico che racconta alcuni eventi

Il fatto che il padre sia evidentemente un ufficiale nazista pone già in chiaro la situazione particolare in cui si trova sospesa la famiglia della protagonista, con cui Giulia dovrà fare probabilmente i conti ben presto, con il precipitare oscuro degli eventi.

Il tono generale, nonostante la luminosità delle ambientazioni bucoliche toscane, mantiene costantemente una patina di tensione, come se l'orrore metafisico fosse sempre in agguato anche nei momenti di massima distensione all'interno dei meravigliosi scenari, modellati con grande realismo e attenzione ai dettagli. Questa paura del sovrannaturale si pone precisamente in parallelo con un'altra minaccia continua, che traspare sempre anche dalla quotidianità apparentemente tranquilla della cascina e della campagna circostante: la Seconda Guerra Mondiale, che si combatte in quel periodo anche nei boschi vicino alla casa e al lago, che fanno da centro nevralgico alla storia.

Fra avventura, pièce teatrale e fotografia

Gli intermezzi puramente narrativi, rappresentati con il teatrino meccanico, aprono e chiudono con due sezioni molto evocative il frammento di gioco messo a disposizione con la demo, che di per sé si sviluppa in buona parte secondo i tipici canoni dell'avventura in prima persona. Per la maggior parte del tempo ci troviamo a controllare Giulia nella sua esplorazione della casa di famiglia e dei terreni circostanti, con la possibilità di interagire con alcuni elementi dello scenario per ottenere descrizioni o azioni specifiche che scaturiscono dagli oggetti. Emergono anche alcuni enigmi molto basilari che fanno pensare alla presenza di puzzle all'interno del gioco completo, ma la prima fase è prettamente esplorativa, e consente di fare conoscenza con l'ambientazione, la storia e i personaggi. Alcune sezioni pesantemente scriptate servono soprattutto a far avanzare la storia in momenti pregnanti, nei quali l'azione del giocatore è limitata e ricorda un po' il sistema di interazione visto nei giochi Quantic Dream, dunque il gameplay risulta un po' un misto di soluzioni differenti.

Particolare importanza sembra ricoprire la fotografia, che viene effettuata (almeno nella prima parte) attraverso una macchina d'epoca con visione dall'alto, in stile Hasselblad. L'uso di questa rappresenta un vero e proprio gioco dentro al gioco, che lascia presagire un certo peso per questa pratica, al di là di una semplice modalità fotografica.

Un'immagine di Martha is Dead sulla procedura di sviluppo delle foto, che ha una particolare importanza nel gioco
Un'immagine di Martha is Dead sulla procedura di sviluppo delle foto, che ha una particolare importanza nel gioco

La macchina può essere modificata con l'applicazione di alcuni accessori come obiettivi speciali, cavalletti o pellicole in grado di catturare immagini a infrarossi, inoltre prima dello scatto è possibile effettuare una serie di regolazioni specifiche come il contrasto, l'esposizione, il controllo dell'otturatore e altro, come una vera e propria simulazione realistica. A questo si aggiunge anche la procedura richiesta per stampare le foto con ingranditore e reagenti chimici, a completare l'idea della fotografia come elemento caratterizzante per buona parte dell'esperienza di gioco. È facile pensare ad implicazioni "sovrannaturali" e inquietanti della macchina fotografica, che potrebbero ricordare alcuni aspetti di Fatal Frame, anche se probabilmente con sfumature molto meno "action".

La ricerca del fotorealismo

Martha is Dead, un'immagine della camera della protagonista che riprende architettura e arredamento rurale toscano
Martha is Dead, un'immagine della camera della protagonista che riprende architettura e arredamento rurale toscano

Già con The Town of Light lo studio LKA aveva dimostrato una notevole maestria nell'utilizzo delle tecnologie grafiche e in Martha is Dead l'evoluzione è impressionante, anche grazie al passaggio da Unity ad Unreal Engine. La ricerca del fotorealismo è evidente, nella minuziosa ricostruzione delle ambientazioni sia per quanto riguarda gli interni che gli esterni, tutti perfettamente in linea con lo stile tipico toscano. Gli sviluppatori hanno base a Firenze e più precisamente proprio nella zona di San Casciano, dove si svolge la storia del nuovo gioco e la vicinanza al materiale di origine è palese: l'interno della tenuta rurale della famiglia di Giulia K. sembra davvero uscire dagli anni '40 di tale zona e sotto molti aspetti è ancora facilmente riscontrabile dal vero. Chi frequenta certi luoghi non avrà difficoltà a riconoscere alcuni panorami e la stessa composizione dei boschi, perfettamente ricalcata sulla vegetazione realmente esistente nell'area intorno a Firenze.

Tutta questa grande attenzione al dettaglio, che caratterizza praticamente ogni scena visibile nella demo, si riflette in un'estensione non enorme delle ambientazioni esplorabili, ovviamente.

Martha is Dead, immagine di un esterno nell'assolata campagna
Martha is Dead, immagine di un esterno nell'assolata campagna

Diverse strade non sono percorribili nella versione di prova e alcune porte della casa non possono essere aperte, dunque è ancora presto per valutare l'ampiezza potenziale del gioco completo, ma siamo ovviamente lontani da un open world: anche nelle zone aperte, si tratta di seguire sentieri piuttosto predefiniti, con scene scriptate che scandiscono gli eventi della storia. Questo non è certo un problema, visto che il ritmo e lo stile del gioco sono calibrati per un titolo più contenuto in termini di estensione e concentrato in una minore quantità di scene ma estremamente curate dal punto di vista artistico e di regia. Ed è veramente notevole, sotto questo aspetto, notare come l'atmosfera rurale toscana sia perfettamente riprodotta sulla scena, alternando momento di serena intimità quotidiana a situazioni fortemente inquietanti, creando una tensione costante data dal contrasto tra le due condizioni opposte.

Non vediamo l'ora di poter provare Martha is Dead in una forma più completa, visto anche che questa demo è durata poco e si è interrotta proprio sul più bello. La struttura prosegue nel solco dell'esperienza tracciata da The Town of Light, ma questa nuova produzione di LKA sembra essere più matura e completa in termini di gameplay e regia, oltre a portare ulteriormente avanti la maestria tecnica nella moderazione grafica di scenari realistici. Le premesse sono davvero molto interessanti, con l'inquietante storia di Martha e Giulia che ha caratteristiche di orrore intimista ma anche oggettivo, fondendosi ad elementi storici che possono apportare importanti contributi alla costruzione della storia. Non è ben chiaro quanto ci sia di "gioco" in tutto questo, perché il puzzle design traspare ancora come molto elementare, ma l'uso della macchina fotografica potrebbe rappresentare qualcosa di interessante sul fronte del gameplay.

CERTEZZE

  • Le premesse, tra storia e ambientazione, sono davvero molto intriganti
  • Emergono elementi di gioco interessanti, come la macchina fotografica
  • La realizzazione tecnica è notevole, a tratti impressionante

DUBBI

  • Il gameplay è ancora un po' un mistero, tra sezioni scriptate e puzzle design basilare
  • Da valutare l'effettiva interazione con le ambientazioni