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Quali sono i migliori JRPG realizzati in occidente?

Cerchiamo di capire perché ormai quello dei JRPG possa essere considerato un genere globale, segnalando alcuni dei migliori esponenti del genere occidentali.

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   24/01/2023
Quali sono i migliori JRPG realizzati in occidente?

Ormai la produzione di JRPG occidentali è molto sostenuta, vuoi per via della presenza di una buona quantità di appassionati, vuoi per il diffondersi di tool di sviluppo che hanno facilitato enormemente il lavoro di chi prova il desiderio di cimentarsi con il genere (pensate a RPG Maker). L'uscita di titoli sempre nuovi, compresi alcuni capolavori come Chained Echoes, rende particolarmente interessante stilare un elenco dei migliori JRPG realizzati in occidente, che riserva non poche sorprese. Ma prima ha senso rivedere velocemente la storia del genere per capire com'è nato.

Gli albori

Fu grazie ai computer che i giochi di ruolo si diffusero in Giappone
Fu grazie ai computer che i giochi di ruolo si diffusero in Giappone

Quello dei giochi di ruolo giapponesi, o JRPG, è un genere nato in condizioni particolari, quasi da un fraintendimento, sommato a delle grosse limitazioni tecnologiche. Erano gli inizi degli anni '80 e in Giappone gli appassionati giocavano ai più famosi titoli provenienti dall'occidente, come gli Ultima o i Wizardry. L'industria dei videogiochi casalinghi era agli albori e i primi computer ad arrivare nelle case erano di produzione americana. In particolare Apple con il suo Apple II aveva trovato un terreno fertile, lì dove di fatto non c'era ancora nessuna offerta a soddisfare una domanda crescente. Alle fine del 1981 arrivò però il PC-6001 di NEC di produzione giapponese, pensato per il solo mercato locale, che aveva bisogno di software per affermarsi. Dà lì deriverà un'ampia produzione di computer, che saranno fondamentali per far crescere il mercato interno e allevare talenti (molti sviluppatori inizieranno la loro carriera lanciando giochi per computer, perché più economico che farlo per le console diffuse allora).

un'immagine di Dranchizuma no Yuuwaku
un'immagine di Dranchizuma no Yuuwaku

In uno scenario comunque acerbo, alcuni editori, visto l'interesse del pubblico, si gettarono sulla produzione di titoli definiti giochi di ruolo, pur non essendo necessariamente tali, come Khufu-Ou no Himitsu di Koei, che era in sostanza un gioco d'azione più lento. I primi sviluppatori giapponesi che affrontarono il genere erano impreparati a definire gli elementi di base che lo formavano, ma copiando dai modelli occidentali non impiegarono molto tempo ad avere una loro produzione autoctona, con anche dei tratti e dei temi unici. In particolare Koei si distinse nel tentativo di legare i giochi di ruolo ai contenuti per adulti, in scenari più realistici, semplificando al contempo alcune meccaniche considerate troppo complesse per il target cui si rivolgevano. Ne nacquero ad esempio giochi di ruolo come Dranchizuma no Yuuwaku, in cui il giocatore interpretava un venditore di preservativi porta a porta nella sua missione di vendere sempre più merce.

Alcuni proto-JRPG non avevano ancora incamerato la cultura otaku
Alcuni proto-JRPG non avevano ancora incamerato la cultura otaku

Questo per far capire che più gli sviluppatori giapponesi prendevano confidenza con il genere, più si staccavano dai modelli occidentali, sia nelle meccaniche di gioco, attuando di fatto una semplificazione sistematica, sia nello stile, abbandonando quello fantasy classico per incamerare la cultura otaku, inizialmente soprattutto negli artwork e in alcuni dettagli, come la colorazione delle capigliature.

Da qui nacquero i tre pilastri dei giochi di ruolo giapponesi, tutti pubblicati nel 1984: Dragon Slayer di Yoshio Kya, Mugen no Shinzou di Kazunari Tomi e Hydlide di Tokihiro Naitou. Il primo era un dungeon crawler difficilissimo, che funse da modello per la hit Xanadu, dello stesso designer, uscito l'anno successivo; il secondo era una specie di Ultima con combattimenti a turni alla Wizardry e ritratti dei mostri, da cui prenderà il là il filone principale dei JRPG, quello più classico portato al successo da Dragon Quest; il terzo è sostanzialmente un gioco di ruolo d'azione la cui formula si ritroverà in The Legend of Zelda di Shigeru Miyamoto, altro filone floridissimo.

Modello Dragon Quest

Dragon Quest in un'immagine di gioco
Dragon Quest in un'immagine di gioco

Il gioco che canonizzerà definitivamente il genere dei JRPG fu il già citato Dragon Quest di Yūji Horii, uscito nel 1986 per Famicom (quello che da noi arriverà come NES) che ebbe un successo clamoroso in patria. La sua realizzazione fu davvero particolare, quanto concettualmente interessante, perché Horii si trovò a dover risolvere un problema enorme: il controller. Normalmente i giochi di ruolo dell'epoca richiedevano l'utilizzo di decine di tasti per essere fruiti, ma il controller dell'hardware di Nintendo ne aveva solo due, oltre a Start e Select. Horii procedette quindi a una semplificazione estrema delle meccaniche di gioco, affidando le interazioni a un singolo tasto, rendendo le conversazioni fisse, aumentando il focus narrativo e legando le azioni a dei menù con voci selezionabili. Il suo obiettivo iniziale non era quello di definire un genere, ma solo quello di realizzare un gioco di ruolo adatto a un hardware senza tastiera. Di fatto però, lo fece. Da lì arrivarono i vari Ys e Final Fantasy, per citare altre due serie attive ancora oggi, oltre che innumerevoli altri emuli.

Il  controller del Famicom ebbe un ruolo fondamentale nel definire il genere dei JRPG
Il controller del Famicom ebbe un ruolo fondamentale nel definire il genere dei JRPG

Inizialmente i JRPG non uscirono dal Giappone. In occidente arrivarono più tardi e con maggiore lentezza. Il motivo principale è che gli editori giapponesi lo consideravano un genere locale, figlio della loro cultura, con scarso appeal per il pubblico globale di allora. Inoltre i costi di traduzione non erano indifferenti, quindi non si voleva rischiare lanciando titoli che avrebbero dovuto farsi spazio in un mercato dove i giochi di ruolo erano considerati altro. Naturalmente la storia ci racconta che poi successe altro, ossia di come gli occidentali hanno invece recepito spesso molto bene i JRPG; quantomeno quelli più famosi che sono stati esportati (ce ne sono innumerevoli che non hanno mai lasciato il Giappone), consentendo la nascita di una nicchia di mercato molto ampia, tale da giustificare la pubblicazione sempre più frequente di nuovi titoli.

Ovviamente non vogliamo esaurire la storia dei JPRG in queste poche righe, ma solo sottolineare come la ricca produzione di giochi ispirati ai classici giapponesi che si sta diffondendo in occidente, dopo alcuni timidi tentativi del passato come Silver e Septerra Core, sia in realtà figlia di un processo culturale circolare fatto di influenze reciproche molto forti.

Naturalmente i JRPG più noti vengono quasi tutti dal Giappone, visto che anche gli appassionati americani ed europei guardano in quella direzione quando devono indicare le loro preferenze, ma è innegabile che alcuni ottimi esponenti del genere siano stati prodotti anche dalla cultura occidentale. Scopriamone dieci assolutamente da giocare.

Battle Chasers: Nightwar

Battle Chasers: Nightwar riprende molti degli stilemi dei JRPG
Battle Chasers: Nightwar riprende molti degli stilemi dei JRPG

Battle Chasers: Nightwar di Airship Syndicate è un gioco di ruolo 2D con combattimenti a turni diretto dal disegnatore Joe Madureira, che lo ha tratto da un suo fumetto mai concluso (lo abbandonò quando iniziò a dedicarsi alla serie Darksiders). Finanziato tramite Kickstarter, racconta una storia parallela a quella dell'opera originale, in cui gli stessi protagonisti, accompagnati anche da nuovi personaggi, vanno alla ricerca di mana su di un'isola misteriosa. Nonostante non ingrani subito, per via della scelta di dare per scontata la conoscenza dei personaggi principali, dopo una decina di ore sboccia diventando un'esperienza rifinita e visivamente molto accattivante, capace di appassionare fino alla fine. Non è il migliore del gruppo dal punto di vista delle dinamiche di gioco, ma sicuramente è uno dei più riusciti nell'innestare uno stile visivo fortemente occidentale sulle meccaniche dei JRPG.

Bug Fables: The Everlasting Sapling

Bug Fables: The Everlasting Sapling è il Paper Mario che non sapevate esistesse
Bug Fables: The Everlasting Sapling è il Paper Mario che non sapevate esistesse

Ispirato a Paper Mario per Nintendo 64 e a Paper Mario: The Thousand-Year Door per Nintendo Gamecube, Bug Fables: The Everlasting Sapling è un JRPG quasi sconosciuto realizzato dai panamensi Moonsprout Games, che viene però considerato dagli appassionati come il vero erede spirituale della serie di Nintendo. Tanto per riportare un dato, su Steam ha il 97% di recensioni positive su più delle tremila ricevute. Racconta la storia di un gruppo d'insetti, Vi, Kabbu e Leif, che vanno alla ricerca del segreto dell'immortalità nel mondo di Bugaria. Caratterizzato da una grafica 3D semplice e accattivante, per quanto un po' rudimentale, è amatissimo per via dell'ottima caratterizzazione dei personaggi, per gli equilibri di gioco praticamente perfetti e per un sistema di combattimento a turni profondo e più articolato di quanto si possa pensare.

Chained Echoes

Chained Echoes viene già considerato un classico tra i JRPG occidentali
Chained Echoes viene già considerato un classico tra i JRPG occidentali

Chained Echoes il titolo più recente del gruppo e in un certo senso anche il più incredibile. Iniziamo con il dire che si tratta di uno dei giochi più acclamati del 2022, pur non essendo una produzione mastodontica. Realizzato in solitaria dallo sviluppatore Matthias Linda, è probabilmente il miglior tributo che il genere dei JRPG abbia mai ricevuto da uno sviluppatore occidentale, nonché un gioco mastodontico e pieno di cose da fare, personaggi da conoscere e storie da vivere. I protagonisti devono viaggiare per il continente di Valandis, una terra divisa in regni, piagata da una guerra che dura da decenni. Nel corso della loro missione visiteranno moltissimi luoghi differenti e affronteranno creature di ogni tipo, con un sistema di combattimento a turni particolarmente riuscito e apprezzato dai giocatori, arricchito da un altrettanto impeccabile sistema di progressione. È incredibile pensare che sia stato realizzato da una persona sola, tanta è la cura per i dettagli e tale la quantità di contenuti. Molti lo considerano già un classico.

Child of Light

Child of Light è figlio di quella Ubisoft che molti vorrebbero vedere tornare
Child of Light è figlio di quella Ubisoft che molti vorrebbero vedere tornare

Child of Light è un gioco di ruolo 2D inquadrato lateralmente, con elementi platform e combattimenti a turni, che si rifà a un filone ricchissimo dei JRPG, genere che in realtà ammette molte più varianti di quanto si pensi. Racconta la storia del furto del Sole, della Luna e delle Stelle da parte della Regina Nera. Nei panni della principessa Aurora dovremo attraversare il regno di Lemuria per recuperare le tre sorgenti di luce e sconfiggere l'insidioso nemico. Oltre che per le sue meccaniche di gioco, il titolo di Ubisoft Montreal è diventato famoso per la ricerca stilistica e per la promessa fatta dall'editore francese di lanciare altri titoli dagli alti valori creativi in caso di successo, promessa purtroppo disattesa nonostante le ottime vendite dei primi tentativi. Child of Light in particolare andò molto bene, tanto da rimanere nei cuori degli appassionati, che ancora lo rimpiangono e vorrebbero un seguito.

Cosmic Star Heroine

Cosmic Star Heroine è un JRPG sorprendente
Cosmic Star Heroine è un JRPG sorprendente

Cosmic Star Heroine è un altro di quei titoli di cui purtroppo si è parlato davvero poco, nonostante le grandi qualità messe in campo. È un gioco di ruolo giapponese di Zeboyd Games, lo stesso team di Breath of Death VII e di Cthulhu Saves the World, con grafica in stile 16-bit e una grande quantità di dialoghi. Paradossalmente è anche il suo titolo di minor successo, pur essendo complessivamente il migliore. Racconta la storia dell'ex agente segreto Alyssa L'Salle e della sua lotta contro l'Agency of Peace & Intelligence del pianeta Araenu. Nonostante la premessa, la trama è davvero ben scritta e appassionante, tra colpi di scena, complotti e quant'altro. Anche i combattimenti, basati di un sistema multicombo davvero ben fatto, sono ultra rifiniti e soddisfacenti. Insomma, avrebbe meritato maggior fortuna, tra gli appassionati e non.

CrossCode

CrossCode ha dei dialoghi davvero ben scritti
CrossCode ha dei dialoghi davvero ben scritti

CrossCode è un gioco d'azione 2D che stilisticamente guarda al Super Nintendo (come molti altri titoli di questo elenco del resto). L'aspetto però non inganni, perché nasconde un'avventura lunga decine di ore, con una moltitudine di nemici da affrontare, moltissimi dungeon da esplorare e un sistema di combattimento sfaccettato e profondo, che si evolve durante l'avventura. Anche la storia è particolarmente ben scritta, pur avendo delle premesse abbastanza tipiche. Senza dare troppo anticipazioni (anche perché alcune svolte arrivano molto presto), diciamo che la trama mescola Sword Art Online a Chrono Trigger, per diventare presto qualcosa di completamente diverso e unico, capace di mettere il giocatore di fronte a degli inaspettati quesiti filosofici. Siate quindi pronti a leggere moltissimi dialoghi, in quello che ormai viene considerato un gioco di culto dagli appassionati.

Edge Of Eternity

Edge of Eternity è pieno di problemi, ma è comunque un bel viaggio
Edge of Eternity è pieno di problemi, ma è comunque un bel viaggio

Edge of Eternity non è sicuramente il migliore tra i titoli citati nello speciale, ma è sicuramente uno dei più interessanti a livello produttivo. Tecnicamente appare un gioco moderno e, pur essendo Midgar Studio un piccolo team francese, riesce comunque a produrre dei momenti interessanti nelle sue più di 50 ore di durata complessiva. Racconta la storia di una misteriosa forza aliena che ha devastato il mondo di Heryon, avviando una guerra senza fine, combattuta usando tecnologie futuristiche e incantesimi. Riusciranno i protagonisti a fermare gli alieni e la Corrosione, ossia un'epidemia che trasforma gli esseri viventi in mostri terrificanti? Lo scoprirete se deciderete di accompagnarli nel loro viaggio, che sinceramente avrebbe meritato maggiori rifiniture ma che potrà essere comunque soddisfacente, se si chiuderà un occhio sui vari problemi che ancora lo piagano, come il posizionamento di alcune telecamere e i limiti del sistema di combattimento.

Rise of the Third Power

Rise of the Third Power ha un'impostazione classica
Rise of the Third Power ha un'impostazione classica

Rise of the Third Power è un altro tributo che guarda ai giochi di ruolo giapponesi classici per Super Nintendo, sia nella grafica che nel gameplay. Di originale ha poco o nulla, ma è molto amato dagli appassionati (almeno quei pochi che lo conoscono e l'hanno comprato) per il suo sistema di combattimento, per le moltissime situazioni in cui coinvolge il giocatore, per i personaggi particolarmente riusciti e per un storia accattivante e ben raccontata, che non si perde mai per strada. Inoltre il sistema di gioco è davvero ben fatto e non costringe mai il giocatore a svolgere decine di attività secondarie inutili per potenziarsi abbastanza da andare avanti. La storia racconta di un gruppo di otto personaggi che devono svolgere una missione suicida: uccidere Dimitri Noraskov, l'imperatore di Arkadyan. L'avvio nasconde però ben altro, tra intrighi politici, doppi giochi e la capacità di alleggerire l'esperienza attraverso un uso accorto dell'ironia.

Stardew Valley

Stardew Valley ha superato la sua fonte d'ispirazione
Stardew Valley ha superato la sua fonte d'ispirazione

Stardew Valley è il miglior esponente moderno del sottogenere dei giochi di ruolo giapponesi a tema agricolo, filone affermatosi con il successo della serie Harvest Moon. Il gioco di ConcernedApe è nato proprio come tributo al franchise di Natsume, con il giocatore che deve sostanzialmente gestire una fattoria, esplorando nel mentre il mondo circostante alla ricerca di persone, storie e risorse, combattendo contro i nemici rintanati nei dungeon con un sistema da action GDR. Realizzato con grafica in stile 16-bit che si rifà ai classici del genere usciti su Super Nintendo e ottimo già al momento del lancio avvenuto nel 2016, nel corso degli anni è stato arricchito di tanti e tali contenuti da renderlo un punto di riferimento, cui anche gli sviluppatori giapponesi hanno iniziato a guardare con grande interesse, visti anche i milioni di copie vendute.

Undertale

Undertale è un gioco di culto
Undertale è un gioco di culto

Undertale di Toby Fox si presenta con le più classiche fattezze da JRPG 2D con grafica in pixel art, per poi svelarsi un titolo peculiare, in cui il giocatore può scegliere tra un approccio guerrafondaio o pacifista ai combattimenti. Non è il gioco più complesso del gruppo, ma ha dalla sua l'originalità del concept e una voglia di mettere in discussione proprio le meccaniche più amate del genere, quelle di combattimento. Da notare che con gli anni Undertale è diventato più di un gioco di culto, riuscendo a vendere milioni di copie.