Il 21 aprile il Game Boy compie trent'anni. La console Nintendo che ha cambiato per sempre il nostro modo di giocare è infatti arrivata sul mercato il 21 aprile del 1989 e noi di Multiplayer.it abbiamo deciso di celebrare la ricorrenza invitando virtualmente alcune delle persone che hanno avuto un ruolo decisivo nel suo successo.
Ma prima di dare avvio ai festeggiamenti e raccontarvi la storia degli uomini che hanno dato vita al Game Boy, vi invitiamo a iscrivervi al nostro canale YouTube e a cliccare sulla campanellina, così da rimanere sempre aggiornati su tutti i nostri contenuti.
Gunpei Yokoi
Non possiamo non cominciare da quello che tutti conoscono come il padre del Game Boy. Nato a Katsura, nella zona ovest di Kyoto, il 10 settembre 1941, Gunpei Yokoi ha fin da piccolo dimostrato una grande manualità e una scarsa passione gli studi. Dopo aver ottenuto a fatica una laurea in elettronica all'università di Doshisha, nel 1965 entra in Nintendo come manutentore delle macchine per la stampa e il taglio delle carte Hanafuda in cui la casa di Kyoto era specializzata fin dalla nascita. La sua vita cambia quando il presidente di Nintendo, l'intransigente e collerico Hiroshi Yamauchi, lo becca a bighellonare sul lavoro. Invece di svolgere le sue mansioni, infatti, Yokoi aveva passato ore a mettere insieme una mano meccanica estendibile. Ma anziché redarguire il giovane dipendente, Yamauchi intuì il potenziale dell'oggetto e decise di provare a commercializzarlo. L'esperimento fu un successo clamoroso: l'Ultra Hand, il primo giocattolo originale creato da Yokoi, piazzò la bellezza di un milione di unità.
Da quel momento Gunpei venne messo a capo della sezione progetti, la famosa divisione Ricerca e Sviluppo, e realizzò numerose invenzioni particolari: l'Ultra Machine, il Love Tester, il Tenbillion, le Kosenju SP, i mitici Game & Watch e, ovviamente, il Game Boy. A Yokoi si deve anche lo sfortunato Virtual Boy e l'idea per il Game Boy Pocket, i suoi ultimi contributi prima che abbandonasse la compagnia nel 1996, all'età di 55 anni.Dopo aver dedicato gran parte della sua vita a Nintendo, Gunpei voleva infatti provare a creare qualcosa di davvero suo con una nuova società da lui fondata, la Koto Laboratory. Purtroppo, però, un tragico incidente d'auto pose fine prematuramente alla vita del leggendario inventore, che in patria chiamano ancora oggi "Il dio del giocattolo". Un uomo brillante e orgoglioso, che ha sempre voluto marcare la sua posizione preminente all'interno di Nintendo. Come quando impose che i giochi del Game Boy non si chiamassero cassette ma cartucce solo per dover utilizzare lo stesso vocabolo utilizzato dal suo rivale della divisione 2, quel Masayuki Uemura responsabile della creazione del Family Computer.
Satoru Okada
Anche se meno nota al grande pubblico, per certi versi la figura di Satoru Okada è stata persino più importante di quella di Yokoi nella creazione del Game Boy. Nato il 10 gennaio 1947, Satoru è cresciuto a Osaka in una famiglia benestante, che ha assecondato in tutto e per tutto la sua innata curiosità. Okada impara infatti, da autodidatta, a saldare e a costruire radio, ma a tanto talento si affianca subito un indole anticonformista e ribelle, che durante gli anni della scuola si traduce nell'ostinazione a portare capelli lunghi e ad andare al liceo in moto ignorando le regole dell'epoca.
Studente comunque brillante, nel 1969 si laurea con ottimi risultati all'università di elettronica di Osaka ma non riesce a entrare al Matsuo Denki, uno dei maggiori centri d'elettronica della regione. Senza un piano per il futuro, accetta di presentarsi a un colloquio con Nintendo al posto di un amico, anche se non sa nulla né della compagnia, né della città. Tanto che, arrivato a Kyoto, si perde e si presenta al test con oltre un'ora di ritardo. Eppure, con soli 20 minuti a disposizione, supera brillantemente le prove e il 21 marzo dello stesso anno viene posto sotto l'ala di Yokoi, all'interno della divisione dedicata ai progetti. Diventa il suo braccio destro e assume un ruolo centrale nella creazione di tutti i circuiti complessi delle invenzioni del team. Durante lo sviluppo del Game Boy entra spesso in contrasto con la visione di Yokoi, ma grazie alla sua ostinazione riesce a far prevalere gran parte delle sue idee. Per esempio, fu Satoru a insistere per avere i giochi su cartucce intercambiabili simili a quelle del NES e a ideare un cavo che permettesse il collegamento tra le console e lo scambio dei dati. L'apporto di Okada fu così importante che il brevetto americano del Game Boy porta il suo nome e non quello di Yokoi. In seguito Okada avrebbe poi guidato lo sviluppo di numerosi giochi e progetti, incluso il Game Boy Color, del Game Boy Advance e della linea Nintendo DS.
Yoshihiro Taki
Altro esponente di spicco del team di Yokoi è stato Yoshihiro Taki. Nato il 1 maggio 1947 nella regione di Tottori, Taki arriva in Nintendo relativamente tardi rispetto ai suoi colleghi. Aveva infatti 29 anni e aveva lavorato in una raffineria di petrolio e in una società specializzata nella produzione di componenti elettronici. Si avvicina alla casa di Kyoto nel 1975 su suggerimento di un suo superiore ed è amore a prima vista. Taki viene subito presentato a Yokoi, che rimane colpito da una delle invenzioni di Yoshihiro, un improbabile ombrello gonfiabile. Diventa così uno dei fedelissimi di Yokoi in tutti i suoi progetti, fino ad accompagnarlo nella creazione di Koto Laboratory e a prenderne le redini dopo la morte del suo mentore. All'interno del progetto Game Boy, Taki era addetto agli schermi e per anni ha seguito l'andamento del mercato LCD per trovare il giusto compromesso tra qualità, prezzo e autonomia. Uomo meticoloso e preciso, ha tenuto traccia di tutte le fasi del suo lavoro in Nintendo ed è grazie a lui che conosciamo la data precisa della riunione che ha dato inizio del progetto Game Boy, nome in codice Dot Matrix Game, o DMG: il 10 giugno 1987.
Takehiro Izushi
Takehiro Izushi era un predestinato. Nato il 21 novembre del 1952, lo stesso anno di Shigeru Miyamoto, Izushi è entrato in Nintendo nel 1975, dopo essersi laureato all'università di Doshisha, la stessa di Gunpei Yokoi. Ricordare il suo contributo nel team è semplice: Izushi ha partecipato attivamente a tutti i progetti, dalle pistole elettroniche Kosenju in poi, ed è diventato il direttore della divisione dopo l'addio di Yokoi nel 1996. Insieme a Taki ha passato anni a montare e smontare LCD nella ricerca dello schermo perfetto per il Game Boy.
Hirokazu Tanaka
Hirokazu "Hip" Tanaka è stato il responsabile del comparto audio del Game Boy. Nato il 13 dicembre 1957, ha mostrato da sempre una grande passione per la musica, tanto da provare a fondare una band musicale già alle elementari. Entra in Nintendo nel 1980 dopo aver ottenuto una laurea in ingegneria elettronica e diventa uno dei padri della cosiddetta chiptune music, guadagnandosi il soprannome di Chip Tanaka. Come compositore ha curato la colonna sonora di molti dei giochi iconici di Nintendo, da Metroid a Super Mario Land, da Tetris a Dr. Mario. Oggi ricopre il ruolo di presidente di Creatures, la consociata di Nintendo nella creazione dei giochi Pokémon.
Shin Kojo
Shin Kojo è stato lo storico fotografo di Hiroshi Yamauchi, l'unico autorizzato a catturare l'immagine del presidente. Alla fine del 1988, in pieno rush finale del progetto DMG, la sua missione è stata quella di creare la console più graziosa possibile rispettando tutte le linee guida su ergonomia e componenti tecniche. Su indicazione di Okada, doveva quindi mantenere una disposizione dei tasti simile al controller del NES, mentre doveva utilizzare una placchetta di plexigas per far sembrare lo schermo più grande. L'elemento più originale del suo contributo è l'angolo inferiore destro smussato, diventato un elemento distintivo del primo Game Boy e delle revisioni successive. I piccoli tocchi di violetto chiaro e la posizione esatta dei tasti si devono invece a Lance Barr, il designer statunitense già noto per aver dato forma alla versione americana del Famicom, ovvero il NES.
Questi sei uomini sono stati gli artefici principali del progetto Game Boy. Una console che ha avuto una genesi difficile, che magari tratteremo in un'altra occasione. Oggi vogliamo solo ricordare una generazione di programmatori che ci ha regalato una delle console più belle di sempre.
Bibliografia: L'Histoire de Nintendo vol. 4, Florent Gorges, 2019, Omaké Books