Un po' di storia futura...
Da quel poco che ci è dato sapere, la storia inizia in un imprecisato futuro, nel quale la Terra, appesantita da una sovrappopolazione che ha raggiunto e superato i livelli critici, ha subito pesanti modifiche ambientali e strutturali.
Oramai le città non esistono più ed al loro posto crescono, come giganteschi tumori urbani, megalopoli che si estendono su molteplici livelli, fino a creare delle grottesche parodie di formicai umani.
La vita, ai livelli più alti , scorre naturalmente, con i suoi intrecci di passioni e routines quotidiane. Ma man mano che si scende verso il suolo, la luce si fa sempre più rara e l'aria sempre più tossica, lasciando il posto ad uno scenario degradato di edifici in rovina e persone abbandonate ad una vita primitiva, come animali. La città si trasforma in una sorta di inferno, dove ai gironi danteschi sono sostituiti i suoi stessi livelli e le anime dannate che ne popolano le vie sono sempre più lontane dal modello umano.
Al di sotto del guscio esterno, quindi, le città pullulano di mostri, scarti della genetica e mutanti nati da un distorto adattamento suburbano, prigionieri di una carcassa di cemento e metallo.
In questo scenario si inserisce la nostra avventura, quando una serie di malfunzionamenti ai macchinari della fabbrica della Real Meat richiede l'intervento di un gruppo di tecnici che, però, sparisce in circostanze misteriose. A questo punto interviene il giocatore, a capo di una squadra di investigazione che deve ritrovare l'equipe di tecnici scomparsa.
La squadra di ricerca fa parte della Urban Protection Agency (UPA), che avrà un ruolo consistente all'interno della trama.
Man mano che i nostri alter ego scenderanno nei meandri di una città mutante e man mano che verranno a contatto con una realtà umana pesantemente violata, gli oscuri veli del mistero caleranno, uno per uno, lasciandoci di fronte ad una verità che sarà sicuramente tanto terribile quanto affascinante.
Caratteristiche
Project Eden si discosta dal classico Action Game e, se pensiamo che è sviluppato dallo stesso team che ha realizzato la serie di Tomb Raider, promette novità davvero interessanti.
Innanzitutto, la cosa su cui gli sviluppatori pongono maggiore enfasi è il fatto che questo gioco avrà un aspetto tattico molto marcato. Non si parla di tattica militare, alla Counterstrike o alla Operation Flashpoint, per intenderci, ma di uso tattico delle risorse. Avremo sotto il nostro controllo una squadra di quattro persone ed ognuna avrà delle caratteristiche uniche. Avremo la possibilità di creare ed utilizzare degli strumenti ma dovremo saper gestire le nostre riserve di energia in maniera molto attenta. Ma vediamo meglio con cosa avremo a che fare.
La nostra squadra avrà a disposizione un quantitativo di energia e sarà proprio questa a costituire la risorsa più importante del gioco: l'unica risorsa veramente importante. Avendo sufficiente energia, potremo creare le attrezzature di cui abbiamo bisogno, riparare quelle danneggiate e persino resuscitare i compagni uccisi. Questi ritorneranno in gioco da uno dei numerosi punti di rigenerazioni sparsi attraverso gli intricati livelli della città. Naturalmente, la rigenerazione costa energia, per cui sarà possibile solo avendone a sufficienza!
Per ripristinare le nostre scorte energetiche, avremo a disposizione dei nodi di distribuzione, in giro per le mappe, dai quali rifornirci quando necessario.
Potremo gestire la squadra in due modi, cioè impartendo ordini ai vari membri oppure prendendo direttamente il controllo di ognuno di essi. Proprio come novelli esorcisti in erba, potremo entrare nei loro corpi virtuali e guidarli in prima o terza persona attraverso le varie fasi dell'avventura. E si, ho detto proprio prima o terza persona, perchè il motore di gioco ci permetterà di scegliere a piacimento una delle due visuali.
Ma, come dicevo prima, Project Eden non è il classico spara spara, con tette ballonzolanti, alla Tomb Raider. E', invece, un gioco in cui all'azione pura si preferisce lo studio delle situazioni e, eventualmente, la collaborazione con personaggi non giocanti.
Avremo a disposizione, dunque, quattro agenti ed ognuno sarà specializzato in diferenti discipline.
Ci sarà Amber, dalla corporatura massiccia, che incarnerà il nostro arsenale. Uomo da mandare in prima linea, saprà ben resistere al fuoco avversario e restituirlo triplicato.
Ci sarà, poi, Carter, forse il personaggio più carismatico del gruppo, che si occuperà di gestire e raccogliere le informazioni.
Ancora, troveremo Minoko, unica ragazza del team, che si intrufolerà nei sistemi di sicurezza e lancerà i suoi incantesimi digitali attraverso le linee dati della città.
Infine, avremo a disposizione le abilità meccaniche di Andrè, che ci permetterà di riparare qualunque cosa incontreremo nel gioco.
Devo dire che non riesco a nascondere una certa perplessità di fronte a questo tipo di scelta. In sostanza, le tipiche abilità richieste in un'avventura dal carattere hi-tech/cyberpunk sono state suddivise fra quattro personaggi, in modo da creare una sensazione di spirito di gruppo, quando in realtà si tratta dei quattro frammenti in cui è stato ridotto un carattere completo. Chi ha giocato a System Shock 2 sa cosa intendo. Il protagonista sepeva contemporaneamente usare sistemi informatici, penetrarne le difese, combattere, recuperare oggetti e riarrangiarli per usi differenti. Invece, adesso, per fare la stessa cosa si ricorre a quattro caratteri distinti. Ma va bene così, in fondo avremo dei personaggi meno caratterizzati da un punto di vista tecnico, ma un gruppo con una personalità più varia ed interessante.
Gameplay ed Intelligenza Artificiale
Stando a quanto dichiarato dalle fonti ufficiali, questo Project Eden dovrebbe accontentare i molti giocatori che aspettano con ansia il ritorno ad un tipo di gioco più riflessivo, in cui all'azione si alterna una cospicua quantità di enigmi e situazioni nelle quali è richiesta una certa dose di ragionamento.
Allora potremo usufruire, ad esempio, di telecamere volanti, che ci permetteranno di investigare aree sconosciute e verificare un'eventuale presenza nemica. Potremo (o dovremo) scegliere con cura i ruoli da assegnare ai singoli membri del team. Insomma, non saremo costretti al solito spara-spara ma ad una più attenta analisi delle risorse e dello scenario di gioco.
Se da un lato, dunque, avremo un maggior presenza di elementi puzzle e/o tattici, dall'altro si è voluto rendere il più possibile credibile il comportamento dei personaggi presenti con un'intelligenza artificiale capace di gestire un discreto ventaglio di situazioni. Allora potremo vedere i membri del team reagire differentemente ai vari tipi di sollecitazione e, dal momento che ognuno di loro deve avere un comportamento autonomo da quello del giocatore, prendere decisioni indipendenti, a seconda di cosa sta accadendo sullo schermo. Anche i nemici avranno le loro piccole routine di IA che gli faranno assumere atteggiamenti credibili quasi come fossero veri. Li vedremo mettersi in uno stato di pre-allarme, nel caso dovessero sentire qualche rumore oppure scorgere una delle nostre telecamere, oppure decidere se attacare o meno, in base a routine di autoconservazione.
Project Eden ci permetterà anche di giocare in multiplayer e ci metterà a disposizione una modalità DeathMatch classica ed una più adatta modalità cooperativa, dove ogni giocatore (fino a quattro) potrà impersonare uno degli agenti UPA che compongono il team.
Conclusioni in attesa dell'inizio...
Questo Project Eden si presenta in maniera davvero promettente ed ha buone prospettive per diventare un piccolo gioiellino nel panorama videoludico. Certamente è presto per dire se si tratta di un fuoco di paglia oppure se la qualità è tutta confermata, però non posso nascondere una certa curiosità nei confronti di un prodotto del genere che, oltretutto, va in controtendenza rispetto agli altri giochi, dove oramai si è stabilito il trend del combattimento e dell'azione ad ogni costo.
Project Eden avrà dalla sua una trama solida e quindi sarà decisamente un gioco orientato alla modalità single player, avrà un motore grafico scritto completamente da zero e capace di gestire aree più o meno ampie, texture dettagliate, superfici riflettenti, animazioni complesse ed effetti di morphing. L'immersione nella trama ed il coinvolgimento del giocatore sembrano garantiti, resta ora da vedere se le promesse saranno tutte verificate.
Lara non c'è
Alla Eidos è in corso la realizzazione di un nuovo titolo, che rientra sempre nella categoria dei 3D Action, ma finalmente possiamo aspettarci qualcosa che non sia legato a doppio filo all'onnipresente marchio Tomb Raider.
Possiamo aspettarci un cambiamento di rotta da parte della Core, quindi? Forse detta così può sembrare un po' drastica, però è fuori d'ogni dubbio che questo nuovo titolo presenti molti punti di rottura con il classico filone inaugurato (o cmq lanciato) da Lara Croft.