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Project L: Riot Games si dà ai picchiaduro

Riot Games ha svelato il gameplay dell'atteso Project L: riuscirà il team americano a sfondare anche nel difficile mondo dei picchiaduro?

ANTEPRIMA di Aligi Comandini   —   28/11/2021

Abbiamo sentito ripetere infinite volte il mantra del "soldi uguale a qualità" nei videogiochi, come se risorse monetarie pressoché illimitate garantissero la produzione di un ottimo prodotto. Sia chiaro, poter spendere cifre abominevoli rappresenta di sicuro una base di partenza straordinariamente solida per la creazione di un progetto ambizioso, ma in un mondo imprevedibile e complicato come quello dello sviluppo approcciare un nuovo progetto con tanto oro e poco talento è di norma il modo più facile per buttare qualunque investimento alle ortiche.

Alle volte, però, un team con alle spalle cifre da Paperon de Paperoni riesce a unire le spese a un sufficiente misto di competenza e passione da sfornare effettivamente un qualcosa di gran qualità. In particolare Riot Games, pur mantenendo un focus abbastanza prevedibile sui titoli competitivi online, è stata capace di distinguersi al punto da venir da alcuni definita "la nuova Blizzard" (e la proiezione di speranza non sorprende, visto lo stato odierno di quella storica software house). Ora, senza abbandonarsi eccessivamente all'hype, riteniamo che lo studio californiano abbia ancora un po' da dimostrare per arrivare al livello di riconoscimento della Blizzard dei bei tempi andati, eppure sarebbe sciocco non riconoscerne i risultati recenti, tra la qualità eccezionale di Arcane (serie televisiva giustamente osannata un po' ovunque) e le ottime sperimentazioni in molteplici campi come Valorant e Legends of Runeterra.

C'è un settore del competitivo online dove tuttavia Riot non si è ancora infilata; un campo complesso, mai realmente capace di garantire le cifre viste nei campionati dedicati ai MOBA, e ormai quasi condannato a esser percepito come una nicchia per giocatori dotati di capacità (e costanza) sovrumane: i picchiaduro. Per sfondare questa barriera, il team americano ha assoldato alcuni dei più noti veterani dell'ambiente e dopo anni di silenzio è finalmente riuscito a mostrare il primo gameplay del suo Project L.

Lo abbiamo guardato con attenzione, e oggi lo vogliamo analizzare in vostra compagnia.

Marvel? Non stavolta

Project L: Ekko in combinazione con gli assist ha il potenziale per confondere chiunque
Project L: Ekko in combinazione con gli assist ha il potenziale per confondere chiunque

Sul serio, se ancora dubitate della buona volontà di Riot, la presenza dei fratelli Cannon alle redini del progetto dovrebbe fugare ogni vostro dubbio. Per chi non sapesse di chi si tratta, i due sono considerati dei padrini di sorta della "fighting game community", e Tony Cannon è nientepopodimeno che l'inventore del rollback netcode, ad oggi il paradigma quando si parla di picchiaduro in rete. La loro presenza, unita a quella di altre figure note (Seth Killian, noto producer di Capcom, lavorava a Riot fino a un paio di anni fa) potrebbe lasciar intendere che si sia intrapresa una strada simile a quella dei "Marvel versus", ma in realtà la strada scelta per Project L è leggermente diversa.

Il gioco, infatti, è sì un "assist fighter", ovvero un picchiaduro in cui è possibile chiamare i propri compagni per eseguire azioni aggiuntive durante gli attacchi o effettuare sostituzioni in battaglia, eppure non segue la classica struttura con team da tre combattenti, bensì una più peculiare gestione "a coppie". Ambientato nel mondo di Runeterra, il gioco può peraltro contare su un roster di personaggi possibilmente enorme, seppur sia assolutamente impossibile che possa contenere tutti i protagonisti di League of Legends al lancio. Quello che è sicuro è che in LoL non mancano guerrieri carismatici e ricchi di stile da utilizzare, men che meno quelli con dell'enorme potenziale una volta traslati in un picchiaduro.

Project L: Ahri dà già l'impressione di essere un mostro in aria
Project L: Ahri dà già l'impressione di essere un mostro in aria

Ad esempio, Jinx ed Ekko sono stati già confermati dal primo trailer di gameplay (dopo Arcane sarebbe stato strano non inserirli). Se Jinx è chiaramente una zoner dotata di varie armi, Ekko dimostra invece già la volontà di Riot di offrire guerrieri estremamente diversificati, dato che può utilizzare la sua capacità di riavvolgere il tempo per creare immagini residue a cui può tornare durante le combo per variare il ritmo degli attacchi o cogliere di sorpresa l'avversario con mixup e cambi improvvisi di posizione.

La ricchezza offerta dal mondo di League of Legends non comporta però automaticamente un aumento esponenziale della complessità dei sistemi: Project L alla base vuole essere un picchiaduro comprensibile da chiunque, e quindi elimina gli input direzionali complessi in favore di un tasto dedicato alle mosse speciali (che mutano con le direzioni base), un sistema a tre attacchi con combinazioni dal tempismo rilassato plausibilmente vicine a quelle di molti picchiaduro asiatici moderni e probabilmente anche super attivabili con la pressione di un singolo trigger. Per intenderci, immaginate un sistema vicino a Granblue Fantasy Versus, ma senza tempi di ricarica per le mosse, privo della versione direzionale delle stesse, e sensibilmente più ricco e veloce. Tale scelta potrebbe far storcere il naso ai veterani, ma forse stavolta non è il caso di preoccuparsi per l'eccessiva semplificazione dei sistemi.

Big brain plays

Project L: Jinx è una zoner... ovviamente
Project L: Jinx è una zoner... ovviamente

Le parole dei fratelli Cannon legate a quest'aspetto d'altro canto sono cristalline: "Project L non è pensato in modo che un novellino possa sconfiggere casualmente un pro". Seppur quindi sia impossibile al momento analizzare a fondo il combat system, alla base Riot pare voler creare un equilibrato picchiaduro di facile utilizzo, dotato nel profondo di meccaniche stratificate e padroneggiabili a vari livelli. L'intento è permettere ai giocatori più forti di mettere comunque in campo strategie elaborate, e non saremmo sorpresi se le manovre più difficili richiedessero un tempismo notevole o comunque la velocità generale del gioco favorisse in modo sensibile riflessi e capacità di previsione.

Già la gestione degli assist lascia intuire la direzione intrapresa: è chiaro dal video che i personaggi possono selezionare quale assist sfruttare - Ahri ne usa tre diversi durante il trailer - e non bastasse sembra ci sia persino il modo di eseguire sostituzioni aeree, particolarmente indicate nel caso di personaggi capaci di eseguire combo complesse in volo. In più l'enfasi pare essere sulle serie di colpi spettacolari con rimpalli in area; il gioco comprende chiaramente delle mosse che lanciano l'avversario (Ekko dispone addirittura di un proiettile a media distanza che scaglia in cielo e rallenta la caduta se colpisce), e l'uso di assist furbi o sostituzioni ben calcolate potrebbero portare ad azioni offensive a dir poco fuori di testa. Certo, bilanciare un sistema frenetico con tag coinvolti non è una passeggiata di salute, ma se non altro il team ispira fiducia.

Project L: Darius si prepara a fare malissimo a chiunque gli si pari davanti
Project L: Darius si prepara a fare malissimo a chiunque gli si pari davanti

Anche dal punto di vista tecnico Project L sorprende. Rispetto alle prime immagini mostrate Riot pare aver abbandonato il look "dipinto" (più vicino a LoL) per uno stile più simile al cel shading dei prodotti di Arc System. Il video di gameplay mostrato apparteneva ancora a una versione grezza del gioco, eppure il livello di dettaglio di arene e personaggi è parso già notevolissimo, dunque è il caso di aspettarsi un comparto tecnico notevole nella versione finale del gioco. Infine, abbiamo davvero pochi dubbi sulla qualità del netcode visti i coinvolti e la potenza generale dell'infrastruttura online di Riot Games.

Ci vorrà ancora parecchio prima di vedere Project L (pare non si il caso di aspettarselo per l'anno prossimo, per dire), ma quanto mostrato è a dir poco promettente, ed è chiaro come Riot non abbia minimamente sottovalutato l'impresa, costruendo un team di veterani e investendo le giuste risorse per la creazione di un picchiaduro con il potenziale per vedersela realmente con i più osannati del genere. La filosofia di sviluppo dei fratelli Cannon ci piace, e le basi su cui vogliono costruire sono quantomai interessanti. Ora non resta che aspettare, e sperare che tutto si incastri a dovere.

CERTEZZE

  • Roster potenzialmente enorme
  • Sistema accessibile e senza input complessi, ma che non vuole abbandonare la profondità
  • Sul netcode è difficile avere dubbi visti i coinvolti

DUBBI

  • Si tratta comunque del primo picchiaduro di Riot