32

Quanto è difficile preservare i giochi di guida?

Nel dibattito tra chi preferisce i software fisici o digitali si staglia una domanda: quanto è difficile preservare i giochi di guida?

SPECIALE di Francesco Petraglia   —   13/01/2025
Un incidente tra u macchine

Negli ultimi anni uno dei dibattiti più accesi e costanti tra gli appassionati di videogiochi è e resta sicuramente quello sulla dicotomia "fisico contro digitale", con i sostenitori delle rispettive fazioni che portano avanti le proprie ragioni per preferire l'una o l'altra modalità di fruizione del nostro medium del cuore. In molti casi si tratta di motivazioni connesse a sacrosante preferenze personali. Tuttavia, in vari altri casi si toccano da ambo i lati argomentazioni effettivamente degne di attenzione in quanto legate a temi quali l'accessibilità, la proprietà effettiva del software e la preservazione.

Indubbiamente siamo ormai in un'epoca della storia videoludica sempre più dominata dalla fruizione digitale, e ciò fa in modo che l'argomento delle licenze d'uso diventi sempre più preponderante nel dialogo tra giocatori e distributori. Il timore di ritrovarsi proibito l'accesso ai titoli della propria libreria digitale a causa di beghe connesse alle licenze si fa infatti sempre più vivo, ed è ormai uno degli aspetti salienti del dibattito sulla preservazione del medium videoludico. E al centro di questo dibattito sembra assumere sempre più un ruolo da protagonista un genere in particolare, ossia quello dei racing game, e per motivi ben precisi.

Licenza di guida

Pochissime settimane fa uno dei racing di punta di casa Microsoft, Forza Horizon 4, è stato rimosso dai negozi digitali e dunque è ormai impossibile acquistarlo: la medesima sorte è toccata naturalmente a tutti i suoi predecessori, appartenenti sia alla serie Forza Horizon che alla "sorella maggiore", Forza Motorsport.

Risale invece a pochi mesi fa l'ancor più burrascosa vicenda relativa a The Crew, titolo automobilistico "sempre online" di Ubisoft, che non solo è uscito dal mercato digitale, ma ha anche bloccato le licenze d'uso dei giocatori che lo avevano già acquistato negli ultimi dieci anni. Insomma, che si voglia giocare in singolo o in multiplayer, The Crew è ormai un'opera inaccessibile addirittura anche per chi lo possiede tramite disco fisico. Tale manovra di Ubisoft è stata in particolar modo oggetto di aspre critiche da parte sia degli appassionati di giochi motoristici sia dei giocatori particolarmente attenti al tema della preservazione videoludica, fino a sfociare persino in una class-action che ha portato la software house in tribunale per rispondere ad un'accusa di frode.

Questi eventi stanno attirando sempre più l'attenzione del pubblico di appassionati, in un'epoca in cui il medium è ormai abbastanza maturo da far nascere l'esigenza di un dibattito circa il tema della conservazione delle opere videoludiche in opposizione a una sorta di obsolescenza programmata insita in vari filoni di titoli specifici. Nel caso dei giochi di corse, la ragione della loro precoce scomparsa dagli scaffali digitali è naturalmente legata alla questione delle licenze di utilizzo dei marchi automobilistici: publisher e sviluppatori entrano in contatto con le numerosissime case automobilistiche detentrici dei differenti marchi (da Alfa Romeo e Audi a Land Rover e Maserati) per raggiungere accordi finalizzati all'utilizzo di vari modelli di auto nei propri titoli motoristici.

Il recente caso di The Crew di Ubisoft ha nuovamente destato l'attenzione degli appassionati sul tema della preservazione dei giochi di guida
Il recente caso di The Crew di Ubisoft ha nuovamente destato l'attenzione degli appassionati sul tema della preservazione dei giochi di guida

Ovviamente tali accordi mettono in ballo sostanziose somme di denaro e risultano, sempre ed inevitabilmente, limitati nel tempo: che siano sulla breve o la lunga distanza, i diritti di utilizzo di determinati modelli in un singolo gioco avranno sempre una data di scadenza. E nonostante i casi più recenti possano risultare più eclatanti, le licenze dei marchi automobilistici sono legati allo sviluppo e al conseguente oblio dei racing game ormai da molti anni.

Cavallini rampanti

Una delle prime vittime illustri di questa "ecatombe digitale" dei giochi di corse è infatti un titolo che ha oggi quasi due decenni sulle spalle, ossia Outrun 2006: Coast to Coast. Il titolo di SEGA sviluppato da Sumo Digital arrivò dapprima sulle console di sesta generazione (PS2 e Xbox) in formato fisico, per poi arrivare sui negozi digitali della generazione successiva, oltre che su Steam.

Ferrari? Io non vedo nessuna Ferrari!
Ferrari? Io non vedo nessuna Ferrari!

Outrun 2006 era la conversione per console di Outrun 2, giunto pochi anni prima in sala giochi. Esattamente come il capostipite della serie concepito da Yu Suzuki, Outrun 2006 fondava una buona parte del suo fascino estetico sulla scelta di affidarsi ad un marchio fondamentale del mondo motoristico, ossia Ferrari: in tal caso, oltre alla storica Testarossa presente fin dal primo capitolo di Outrun, Sumo Digital incluse anche altri iconici modelli della casa automobilistica italiana, come la Dino 246 GTS e la 360 Spider. Ovviamento però l'utilizzo di una licenza così autorevole ha i suoi costi e i suoi limiti, e fu così che nel 2010, allo scadere dell'accordo tra SEGA e Ferrari, Outrun 2006 fu progressivamente rimosso da tutti i negozi digitali, risultando oggi inottenibile in via ufficiale se non attraverso il mercato dell'usato in formato fisico.

Una medesima sorte sarebbe probabilmente toccata anche all'Outrun originale del 1986, il quale invece gode ancora oggi di numerose riedizioni. Come è stato possibile per SEGA aggirare il vincolo della licenza della Ferrari Testarossa? Semplice: nelle ultime edizioni (come la recente Sega Ages: Outrun) è bastato spostare ed aggiungere qualche pixel al cavallino sul retro dell'auto, per trasformarlo in un'aquila dissociata da qualunque marchio reale. Et voilà, la Ferrari Testarossa non è più tale, e Outrun può continuare a vivere sugli scaffali digitali degli store odierni!

Outrun 2006 godeva di una selezione di vetture Ferrari di tutto rispetto
Outrun 2006 godeva di una selezione di vetture Ferrari di tutto rispetto

Probabilmente un'operazione del genere sarebbe stata decisamente più impegnativa per Outrun 2006, e ciò ci proibisce di godere sulle console delle più recenti generazioni di un formidabile racing arcade. Chissà se un giorno la casa di Sonic deciderà di reinvestire nuovamente sul marchio Ferrari e di resuscitare la serie...

Guida esclusiva: lo strano caso della Porsche

Il ruolo delle licenze nelle vicende produttive dei titoli automobilistici può talvolta assumere dei contorni vagamente surreali, come accaduto nel caso dell'utilizzo del marchio Porsche. Risale infatti al 2000 l'inizio di un accordo tra Electronic Arts e la casa automobilistica tedesca, che si concretizzò nella pubblicazione di Need for Speed: Porsche 2000 (noto fuori dall'Europa come Need for Speed: Porsche Unleashed), unico capitolo "monomarchio" della serie. Tale accordo fu evidentemente siglato a condizioni molto vantaggiose per la società statunitense, in quanto garantì ad EA l'esclusiva videoludica sul marchio Porsche per ben sedici anni!

La Porsche 911 GT2 RS divenuta auto di copertina di Forza Motorsport 7
La Porsche 911 GT2 RS divenuta auto di copertina di Forza Motorsport 7

Ciò mise gli sviluppatori concorrenti in una posizione a dir poco scomoda: fino al 2016, infatti, se un altro publisher avesse voluto includere nel proprio titolo motoristico delle vetture della casa tedesca, avrebbe dovuto rivolgersi non solo a Porsche, ma anche ad Electronic Arts, per scucirle una sotto-licenza di utilizzo. Questa è la ragione per cui, ad esempio, nella popolarissima serie di Gran Turismo non sono apparse vetture Porsche proprio fino al 2017, anno di uscita di Gran Turismo Sport, nonché primo anno dalla fine dell'accordo tra il marchio ed EA.

Tuttavia, questa esclusività di circa tre lustri sembra non aver fermato altri contendenti, come Microsoft, che ha incluso vetture come la 911 Sport Classic o la Cayman S in tutti i capitoli di Forza Motorsport eccetto il quinto episodio. Sarà però forse un caso che toccherà proprio al primo capitolo della serie pubblicato dopo il 2016 l'onore di veder campeggiare per la prima volta un veicolo Porsche sulla propria copertina (ossia la 911 GT2 RS divenuta "volto" di Forza Motorsport 7)? Probabilmente no, nessuna coincidenza, bensì semplici giochi contrattuali. Risulta banale aggiungere che, in seguito alla chiusura di quei sedici anni di accordo, oggi Electronic Arts non può pubblicare Need for Speed: Porsche 2000 su alcun catalogo digitale odierno (incluso EA Play). Sic transit gloria mundi.

Obbligo di rottamazione

Ecco dunque come fino ai tempi più recenti, le vicende contrattuali relative ai marchi hanno sostanzialmente generato un'inevitabile "obsolescenza programmata" per cui ogni titolo di questo genere, qualora utilizzi modelli e nomi di automobili realmente esistenti, sarà destinato dopo qualche anno all'oblio, alla sparizione dai cataloghi digitali ufficiali.

Forza Horizon 3 è solo una delle tante vittime illustri di questo processo di 'rottamazione'
Forza Horizon 3 è solo una delle tante vittime illustri di questo processo di "rottamazione"

Il triste paradosso risiede nel fatto che proprio questi cataloghi digitali potrebbero garantire, attraverso una retrocompatibilità scissa dalla dimensione dell'hardware, una preservazione perenne di generazione in generazione videoludica. Questa preservazione va però a cozzare con il rigido mondo delle necessità burocratiche: del resto perché mai Sony dovrebbe rinnovare le licenze di utilizzo per Gran Turismo Sport (rimosso dal PS Store nel gennaio del 2024) quando ha dovuto già siglare nuovi accordi con gli stessi marchi per Gran Turismo 7? Sarebbe economicamente e burocraticamente troppo oneroso, senza dubbio.

Tutto ciò lascia però il compito doveroso di conservare tutti questi titoli come parte reperibile e fruibile della storia di questo medium unicamente nelle mani di due variabili: il supporto fisico (dunque il mercato dell'usato) e le zone più o meno grigie della pirateria. E se poi anche le licenze di utilizzo dei giochi fisici verranno sospese per i fruitori presenti e futuri, resterà solo la suddetta pirateria a fungere da archivio archeologico di un intero genere videoludico.

La dinamica delle licenze si estende non solo ai marchi automobilistici, ma anche a circuiti specifici in giro per il mondo
La dinamica delle licenze si estende non solo ai marchi automobilistici, ma anche a circuiti specifici in giro per il mondo

Una soluzione illecita, quindi non ottimale, certo. Eppure dove risiederebbe la soluzione a questo cul-de-sac? Cosa impedirà ai capitoli di serie così amate come Gran Turismo, Forza Horizon e Motorsport, Project Cars, Grid, di sparire nel nulla? È proprio il caso di dirlo: ai posteri l'ardua sentenza.