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Spellcasters Chronicles, abbiamo provato il MOBA di Quantic Dream

Classico nell'impostazione globale, ma non privo di personalità, l'esperimento free-to-play di Quantic Dream ci ha regalato un'ora di sorpreso divertimento.

PROVATO di Lorenzo Kobe Fazio   —   25/11/2025
Un artwork di Spellcasters Chronicles che mostra alcuni personaggi del gioco

Tutto ci saremmo aspettati, meno che ritrovarci, un giorno, con il pad tra le mani, in attesa di giocare la nostra prima partita a Spellcasters Chronicles, il MOBA free-to-play di Quantic Dream.

Software house di genere, nonché promotrice di una visione artistica e ludica estremamente personale e autoriale, la squadra capitanata da David Cage ha spiazzato tutti quando, poco più di un mese fa, ha svelato l'esistenza di un titolo che intende imboccare il medesimo sentiero tracciato, e tuttora occupato dispoticamente, da League of Legends.

Da produzioni fortemente incentrate sulla trama, in cui l'interazione è mediamente minima, a un gioco votato al multiplayer e dal ritmo indiavolato, il salto è davvero notevole, un cambio di rotta che testimonia il desiderio dello studio di sperimentare e di uscire dalla propria zona di comfort, ma che forse cela anche la necessità di diversificare il proprio business, immettendo sul mercato un prodotto che possa generare un flusso di cassa continuo e costante.

Al di là dei motivi che possono aver spinto Quantic Dream a investire tempo ed energie nella realizzazione di un MOBA, se non è detto che Spellcasters Chronicles possa uscire vincitore dalla battaglia con League of Legends, certamente ha saputo sorprenderci e divertirci. Nell'ora di prova concessaci, difatti, abbiamo scoperto un gioco dal buon ritmo e caratterizzato da un gameplay che palesa promettenti potenzialità, fedele quanto basta ai canoni del genere, ma non per questo privo di personalità.

Eroi da equipaggiare

Le premesse narrative che fanno da sfondo a Spellcasters Chronicles non sono particolarmente originali o accattivanti. Gli dei sono scomparsi e l'unica traccia che è rimasta della loro esistenza è rappresentata dalla Fonte, energia portentosa che può essere sfruttata, attivata e modellata da stregoni, sciamani, maghi e guerrieri che, per l'appunto, prendono il nome di Spellcasters. Ogni battaglia, ogni partita, altro non è che una lotta per il controllo e il possesso della Fonte rispetto allo schieramento avversario.

Quest'incipit tutt'altro che esaltante, in linea teorica dovrebbe tuttavia inserirsi in un contesto narrativo molto particolare e, a suo modo, inedito. In base alle prestazioni dei videogiocatori di tutto il mondo, tenendo conto delle partite vinte e perse dai personaggi del gioco, la trama si adeguerà, si adatterà e si modificherà di conseguenza, dando vita ad un intreccio in qualche modo interattivo, indirettamente scelto e influenzato dai giocatori di Spellcasters Chronicles. Non saranno le scelte multiple dei personaggi dei vari Heavy Rain, Beyond: Two Souls e Detroit: Become Human, siamo d'accordo, ma in qualche modo vogliamo pensare a questa caratteristica del gioco come alla firma di Quantic Dream, sopravvissuta e riproposta anche in un contesto così diverso dal solito.

Parlare della trama, tuttavia, al momento significa parlare di pure ipotesi e slogan, dal momento che la nostra prova si è concentrata sul gameplay vero e proprio, attraverso due partite che ci hanno fornito un'idea sommaria del tipo di esperienza veicolata da Spellcasters Chronicles.

I personaggi di Spellcasters Chronicles sapranno diventare iconici come quelli di League of Legends? Molto del successo del gioco di Quantic Dream passerà anche da qui
I personaggi di Spellcasters Chronicles sapranno diventare iconici come quelli di League of Legends? Molto del successo del gioco di Quantic Dream passerà anche da qui

Rispetto al 5vs5 di League of Legends, la proposta di Quantic Dream riduce il numero di partecipanti a sei in totale, tre per schieramento, pur mettendo a disposizione uno scenario di discrete dimensioni, diviso in tre corsie comunicanti. L'obiettivo è lo stesso di sempre: distruggere le Lifestone avversarie, i bastioni che si ergono al termine di ciascun sentiero, conquistando o riconquistando, a seconda dell'andamento della partita, le torri che si trovano lungo il percorso e che fungono da punti nevralgici della mappa, zone contese che segnano e determinano l'avanzamento del fronte.

Ogni partita, poco a sorpresa, inizia con la selezione del proprio personaggio. Nella nostra prova erano presenti sei eroi, divisi in tre tipologie diverse: gli incantatori, che si concentrano nell'elargire bonus e malus, i conquistatori, particolarmente efficaci nell'infliggere ingenti danni con mirati attacchi ad area, i duellisti, più indicati nell'affrontare a viso aperto gli eroi dello schieramento avversario.

Non è ancora chiaro come sarà possibile sbloccare magie ed evocazioni da equipaggiare al proprio eroe
Non è ancora chiaro come sarà possibile sbloccare magie ed evocazioni da equipaggiare al proprio eroe

In realtà, questa divisione netta, sembra che sarà più una convenzione di genere, che un'effettiva categorizzazione a chiusura stagna dei singoli membri della rosa del gioco. Scelto il personaggio, difatti, si passa alla selezione di tutti gli incantesimi e le evocazioni che si potranno utilizzare sul campo di battaglia. Da questo punto di vista, Quantic Dream promette di dare ampissima libertà al giocatore con una cinquantina di magie disponibili al lancio del gioco e una quantità quasi infinita di possibili combinazioni. L'atteggiamento sul campo del proprio personaggio, pur vincolato a statistiche ben specifiche, sarà dunque influenzato pesantemente dal set di incantesimi ed evocazioni di cui lo doterete.

Durante la prova, tuttavia, non abbiamo avuto possibilità di scelta, dal momento che per ogni personaggio erano selezionabili solo due set di equipaggiamenti già predeterminati.

Evoca e costruisci

Proiettati sul campo di battaglia, abbiamo potuto apprezzare il più che discreto lavoro svolto in termini prettamente artistici. Lo scenario, una sorta di canyon con vegetazione a chiazze e sparuti edifici ai lati, ostentava colori sgargianti e forme arrotondate. Nonostante il sostanziale immobilismo dell'ambientazione, già dopo pochi secondi dall'inizio della partita lo schermo è diventato un'esplosione di effetti, luci, indicatori. Non si sfocia quasi mai nel caos, ma indubbiamente bisogna farci l'occhio dal momento che Spellcasters Chronicles non solo punta forte su un ritmo visibilmente più alto rispetto al diretto concorrente, ma offre anche una visuale in terza persona, posizionata alle spalle del proprio personaggio.

Spellcasters Chronicles punta su un art design dai colori sgargianti
Spellcasters Chronicles punta su un art design dai colori sgargianti

La prima cosa che ci siamo sentiti di fare è stato evocare un modesto esercito di arcieri che si è immediatamente mosso in direzione del primo avamposto da conquistare lungo la stessa corsia. In questo senso bisognerà sempre prestare attenzione alle unità sul campo di battaglia. All'interno del territorio posto sotto il controllo della propria squadra, sarà infatti possibile sostituire i caduti, rinforzi che a loro volta procederanno nell'unica direzione possibile, attaccando tutto ciò che incontreranno lungo il loro cammino.

Una simile caratteristica costringe il videogiocatore ad avere sempre il polso del proprio esercito, pronto a richiamare forze fresche quando necessario. Questo compito è facilitato dall'abilità di volare di ciascun eroe: tale capacità non è solo efficace per sorprendere dall'alto i nemici o tentare una via di fuga sfruttando la verticalità dello scenario. Torna utilissima, infatti, anche per avere una visione più ampia del campo di battaglia, osservando dalla distanza l'avanzata del fronte, individuando gli alleati in difficoltà, localizzando la corsia che ha più bisogno di essere rinfoltita di nuove unità.

Salendo di livello potrete rendere più potenti i vostri incantesimi, oppure incrementare il numero di unità presenti contemporaneamente sul campo di battaglia
Salendo di livello potrete rendere più potenti i vostri incantesimi, oppure incrementare il numero di unità presenti contemporaneamente sul campo di battaglia

Questa caratteristica infonde un pizzico di ulteriore strategia alla formula dei MOBA, per quanto prendersi una pausa dall'azione, per analizzare con calma il campo di battaglia, sia più facile a dirsi, che a farsi. Come anticipato, Spellcasters Chronicles propone un ritmo di gioco davvero acceso. Così come il cooldown per le evocazioni è piuttosto ristretto, si può fare un discorso assolutamente simile per tutte le altre magie in possesso dell'eroe di turno. Quando due o più eroi si incontrano lungo una corsia, lo schermo si riempie di palle di fuoco, rocce volanti, tornado, nuvole di ghiaccio. Imparare a destreggiarsi con il pad è fondamentale per colpire le unità nemiche, sfuggire agli incantesimi dei nemici e colpire mortalmente un avversario per costringerlo ad un sanguinoso respawn.

Da questo punto di vista, Spellcasters Chronicles ci ha regalato attimi davvero esaltanti, considerando anche l'abilità degli eroi di erigere sul campo di battaglia torri, mura difensive, edifici in grado di elargire specifici bonus che non solo aumentano la frenesia degli elementi in movimento sullo schermo, ma costringono a ripensare istantaneamente il proprio approccio alla battaglia. Tra creature da evocare, attacchi dalla distanza e persino strutture che si costruiscono nel giro di pochi secondi, la creatura di Quantic Dream offre un ventaglio piuttosto ampio di strategie perseguibili durante lo stesso scontro.

Le unità che potrete evocare sul campo sono caratterizzate da abilità e attacchi specifici che influenzeranno in qualche modo le vostre strategie in battaglia
Le unità che potrete evocare sul campo sono caratterizzate da abilità e attacchi specifici che influenzeranno in qualche modo le vostre strategie in battaglia

Per esempio, nella prima partita, anche pagando lo scotto dell'inesperienza, ci siamo limitati a supportare le unità evocate, restando sempre sulla stessa corsia e seguendo da vicino l'avanzata del fronte. Non è stato molto efficace, ma siamo comunque riusciti a guadagnare progressivamente terreno. Nella seconda, invece, nei panni di un eroe molto più votato all'offensiva, abbiamo saltato da una lane all'altra, combattendo spesso fianco a fianco dei nostri due alleati e dando vita a potentissime offensive combinate. In questo senso, possiamo immaginare che con gli amici giusti, creando equipaggiamenti offensivi compatibili, sarà piacevolissimo e divertentissimo dare vita ad attacchi coordinati e combinati.

C'è un'altra caratteristica che ha reso piuttosto divertente la nostra ora passata in compagnia di Spellcasters Chronicles. Dopo ogni respawn e dopo ogni eliminazione degli eroi avversari, andrà progressivamente a riempirsi l'indicatore che consente l'evocazione di un gigantesco titano. Queste gargantuesche creature sono in grado di cambiare le sorti di una partita e vanno contrastate o con un loro pari, con specifiche costruzioni in grado di limitarne l'avanzata, oppure unendo le forze con i propri alleati. Con la presenza di creature simili sul campo di battaglia, non solo siamo stati costretti a riconsiderare gli obiettivi prioritari della nostra offensiva, ma abbiamo preso parte a scontri davvero accesissimi, spettacolari, a tratti persino troppo confusionari, un fattore su cui Quantic Dream dovrà lavorare, soprattutto a causa di una telecamera che in un paio di casi non si è dimostrata all'altezza della situazione.

Forse l'ultima cosa che ci saremmo mai aspettati, e che avremmo desiderato, era un MOBA free-to-play sviluppato dalla stessa software house di Heavy Rain e Detroit: Become Human. Eppure, dopo un'ora in compagnia di Spellcasters Chronicles non possiamo che concludere che si tratta di un progetto che allo stato attuale ci ha positivamente sorpresi. La visuale in terza persona, il ritmo indiavolato dell'azione, la possibilità di evocare in prima persona le unità e di costruire edifici sul campo di battaglia donano un retrogusto unico ad un MOBA che, di contro, non cambia di una virgola i pilastri che sorreggono il genere. Ci sono le tre corsie, l'obiettivo è sempre quello di distruggere gli avamposti nemici, ci sono le torri da conquistare e che influenzano l'avanzata del fronte. C'è tutto ciò che ha reso grande League of Legends, ma c'è anche un qualcosa d'altro che punta a distinguere l'offerta di Quantic Dream. C'è da vedere se i 50 incantesimi promessi dalla software house consentiranno effettivamente di dare forma a build eterogenee. Inoltre resta da capire se gli eroi del gioco avranno carisma a sufficienza sia da appassionare gli amanti dei MOBA, sia sorreggere una trama appassionante ed effettivamente influenzata dalle prestazioni dell'utenza del gioco. Con l'arrivo di una closed beta prevista entro la fine dell'anno, avremo nuovamente la possibilità di mettere le mani su Spellcasters Chronicles e di farci un'idea ancora più precisa delle ambizioni di questo progetto free-to-play.

CERTEZZE

  • Buon ritmo di gioco
  • Evocare unità e costruire edifici inspessisce la componente strategica
  • Gli scontri tra titani sono esaltanti

DUBBI

  • A volte l'azione è fin troppo caotica
  • Carisma degli eroi tutto da comprovare