Il 24 gennaio è uscito su Amazon Prime Video il primo episodio di Star Trek: Picard, l'ultima serie tv del franchise creato negli anni '60 da Gene Roddenberry e dedicata alle gesta di un ormai anziano e congedato ammiraglio Jean-Luc Picard, volto della serie The Next Generation. La serie si estenderà per dieci episodi ma è bastato il primissimo per infondere una generosa dose di speranza nei fan, che l'hanno accolta con enorme successo. Star Trek ha alle sue spalle anche una profonda tradizione videoludica, si contano più di 50 titoli dal 1971 ad oggi, ma in questa moltitudine non c'è mai stato un episodio davvero capace di imporsi come perla videoludica al di fuori dell'universo trekker, nonostante alcuni giochi abbaino rappresentato un successo nel franchise. In questo speciale cercheremo di ripercorrere la storia dei videogiochi di Star Trek e di analizzare la saga, tra fasti e fallimenti, nel tentativo di ipotizzare alcuni scenari possibili per il futuro videoludico del franchise.
Cult ma non mainstream
La prima grande difficoltà che si affronta nell'approcciare Star Trek, sia da parte del pubblico che degli addetti ai lavori, è il suo genere di appartenenza. Star Trek infatti incarna quella fantascienza spaziale rivolta molto più alla riflessione che all'azione, sforzandosi poi di rimanere il più scientificamente realistica possibile. Questo genere di sci-fi, paradossalmente, non ha mai avuto un grande appeal sul pubblico di massa nonostante si siano visti nel corso degli anni piccoli e grandi cult della serialità: da Babylon 5 a Battlestar Galactica passando dai più recenti Nightflyers arrivando a The Expanse, serie tv tratta dai romanzi del duo di scrittori conosciuti sotto lo pseudonimo di James S. A. Corey e ingiustamente snobbata.
Fortunatamente nel mondo dei videogiochi la situazione è assai diversa, vedendo un altro gradimento del genere space sci-fi nelle produzioni anche se con un forte squilibrio. Perché questo particolare genere fantascientifico è sempre stato molto apprezzato da specifiche categorie di videogiochi, ovvero strategici e simulativi. Ovviamente sarebbe impreciso dire che lo space sci-fi è di totale appannaggio di questi generi ma sono molti i giochi che ne fanno parte: Starcraft, X-Com, Age of Wonders: Planetfall, No Man's Sky, Space Engineer e Rebel Galaxy Outlaws per citare i più noti. Questa tradizione per altro si sposa con buona parte della produzione videoludica di Star Trek.
Star Trek: Star Fleet Command, uscito nel 1999 e che pesca liberamente dal wargame Star Fleet Battle, ha segnato l'epoca d'oro dei videogiochi di Star Trek, proponendosi come un simulativo molto profondo e appagante dove i giocatori erano chiamati a gestire l'intero funzionamento di una nave stellare, dai sistemi operativi all'ingaggio in battaglia. Star Trek: Bridge Commander, antenato del più recente Bridge Crew per realtà virtuale, è un simulatore in cui il protagonista, un giovane comandante della Flotta Stellare, avrà a disposizione sia l'intera plancia di comando che la visuale tattica durante i combattimenti. Star Trek: Bridge Crew aggiunge l'immersività della realtà virtuale e la collaborazione diretta con altri tre giocatori, avvicinando ancora di più l'esperienza di simulazione di plancia alla realtà. Altro grande classico è Star Trek: Armada, RTS purissimo che vede scendere in campo 4 fazioni distinte: Flotta Stellare, Impero Klingon, Impero Stellare Romulano e Borg.
Ma le avventure videoludiche dell'universo trekker non prevedono solo scontri tra Falchi da guerra, Cubi Borg e navi di classe Sovereign: sono diversi i titoli del franchise che virano nel genere delle avventure narrative e punta e clicca. Tra queste Star Trek: The Next Generation - A Final Unity e le due avventure sviluppate da Interplay Entertainment, Star Trek: 25th Anniversary e Star Trek: Judjment Rites, decisamente molto apprezzate dai fan negli anni '90. Ancora diversi Star Trek: Deep Space Nine - The Fallen e Star Trek: Voyager - Elite Force, rispettivamente sparatutto in terza e prima persona. Il gioco che maggiormente si colloca nello scenario narrativo affrontato dalla serie Picard è l'mmo Star Trek Online, ambientato nell'anno 2409 e messo sul mercato assieme alla pellicola cinematografica del 2009 per offrire ai fan un punto di vista sull'universo canon dopo la distruzione di Romulus e che proprio nel 2020 si accinge a festeggiare il suo decimo anniversario.
Il nuovo corso del trekverse
La massiccia produzione videoludica si interrompe nei primi anni 2000, periodo coperto solo dalla serie tv Enterprise. Il momento calante apre la strada ad un nuovo corso del trekvers che riparte con il reboot del 2009. Dopo la pellicola cinematografica Star Trek: La Nemesi, considerata quasi all'unanimità dai fan come un fallimento, Paramount affida il compito di risollevare il franchise al regista J.J. Abrams che dirige il film del 2009 sceneggiato da Roberto Orci e Alex Kurtzman, quest'ultimo che diventerà il pastore del nuovo corso del trekverse. Alla pellicola del 2009 seguono Star Trek: Into Darkness, il dimenticabile Star Trek: Beyond e la nuova serie tv Star Trek: Discovery. Nonostante gli ammirevoli sforzi, il più dei quali sono arrivati dall'enorme impegno profuso sia dai cast cinematografici che televisivi, non sono bastati per riportare in auge Star Trek.
Per quanto non si sia mai raggiunto un verdetto unanime nella community, sono molti a ritenere il lavoro fatto dal reboot cinematografico e Discovery incapace di integrare consapevolmente gli elementi nostalgici e già noti ai fan in contesti nuovi, scivolando poi su sceneggiature zoppicanti e decisamente pigre. Il drammatico problema di cui ha sofferto Star Trek nell'ultimo ventennio è la mancanza di storie capaci di sfruttare questo immenso universo, cosa che al contrario altri franchise originali, quindi non tratti da racconti o altre fonti, sono riusciti a fare; su tutti Star Wars, che ha aggiunto al suo corollario numerosi progetti garantendo così varietà sia in termini di scenari narrativi che di scelte e libertà autoriali.
L'asso nella manica di CBS sembra proprio Star Trek: Picard che nei primi giorni di messa in onda ha riscosso giudizi incredibilmente positivi e decisamente più entusiasti di quanto film e Discovery hanno fatto. Picard ha il grande coraggio di raccogliere la terribile eredità delle pellicole passate, inserendo nel canon gli eventi di La Nemesi e la distruzione di Romulus, che lo stesso Spock racconta all'equipaggio dell'Enterprise di Kirk nel Kelvinverso. La serie Amazon Prime Video va all-in, mettendo sul tavolo un piatto decisamente ricco fin dal pilot: con i prossimi episodi capiremo di certo se le sue carte sono vincenti o se è tutto un bluff.
Narrazione vs. azione
Indubbiamente, il lavoro fatto da Akiva Goldsman e Michael Chabon con Picard, sommato alla costituzione nel maggio 2019 dello Star Trek Franchise Group, volto alla supervisione ed espansione della saga, riaccende speranze anche per il prosieguo videoludico. Cosa più facile a dirsi che a farsi perché non è così semplice inquadrare la formula perfetta per un gioco di Star Trek, soprattutto se questo titolo deve avere una risonanza e un appeal anche per i non fan di Star Trek. Chi ha saputo inquadrare anche questa volta la formula giusta è di nuovo Star Wars, che ha nel suo passato recente e remoto titoli di un pregio tali da rimanere impressi anche a chi Star Wars non lo conosce così bene. Va detto però, non ce ne vogliano i fan di Star Wars, che la creatura di Lucas parte decisamente avvantaggiata perché ancorata a una forte tradizione action che Star Trek invece non possiede, o meglio, che è sempre stata maneggiata dalle pellicole cinematografiche, anche per una questione di budget. Star Trek quindi porta con sé una profonda tradizione di narrazione molto fitta, con episodi più statici e tanto parlati, quel tipo di sceneggiatura che sembra proprio voler riportare in auge la serie Picard, ricordando fin da subito episodi (per altro propedeutici alla video della serie) del calibro di The Measure of a Man (ST: TNG 9x02) e The Offspring (ST: TNG 16x03).
Va inoltre aggiunto che Star Trek non gode di una supervisione narrativa ferrea come Star Wars: visti i risultati non è un gran pregio ma è una buona scappatoia per i videogiochi, che possono sfruttare questa debolezza in favore di più libertà narrativa. Un videogioco riuscito di Star Trek potrebbe quindi non collocarsi per forza tra i tripla A action, ma potrebbe essere un titolo anche più piccolo e fortemente legato alla storia. Anche se non visti di buon occhio da tutti i giocatori, il genere dei walking sim, delle avventure narrative e più in generale di tutti quei titoli più light dal punto di vista ludico potrebbero essere un ottimo punto di partenza per Star Trek, rifacendosi per altro alle prime avventure testuali degli anni '70. Parliamo di giochi ridotti, che necessitano di uno sviluppo più snello ma che al contempo richiedono grande attenzione nella scrittura. Un ottimo punto di partenza potrebbe essere il recente cortometraggio Star Trek: Children of Mars che in 8 minuti racconta una storia toccante e significativa.
Totoscommesse: il giusto sviluppatore
Chiaramente, se siete amanti della fantascienza, il vero punto d'arrivo che tutti vorremo per Star Trek è un'avventura come Mass Effect. Perché il motivo per cui Mass Effect, al netto dei discorsi puramente incentrati sul gameplay e sistema di combattimento, funziona così bene è da ricercare nell'universo di gioco, perfettamente codificato in quelle regole auree che tutte le space opera devono possedere. Il giocatore infatti sa perfettamente quali sono le tecnologie del mondo di gioco, come funzionano e da dove vengono.
Le avventure di Shepard e del suo equipaggio funzionano così bene perché ogni singolo elemento costituivo di Mass Effect è noto: conosciamo alla perfezione tutte le razze aliene e le distinguiamo non solo per l'aspetto dei singoli alieni ma anche attraverso i loro costumi, società e tradizioni. Il presente è così ricco e avvincente perché ne sono noti i trascorsi: dalla guerra eugenetica dei Salarian contro i Krogan alla ribellione civile dei Geth contro i Quarian fino alla guerra di primo contatto tra umani e Turian. Da questo punto di vista Star Trek non soffre assolutamente di questo problema, anzi, forse del caso opposto perché sono ormai decine di anni che sceneggiatori utilizzano, variano, aggiungono e limano storie e informazioni in questo gigantesco universo narrativo. Parliamo però di un gioco sviluppato da un team che sembra aver perso lo smalto di un tempo; una Bioware, e lo si ammette con un certo sconforto, che ultimamente sta attraversando una fase decisamente calante, dimostrando di non essere riuscito a seguire né un IP conosciuta, come Mass Effect: Andromeda, né imprimere la giusta forza ad una totalmente nuova quale Anthem.
Rimane quindi aperto anche il quesito su chi possa essere il giusto sviluppatore. Andando a vedere nel passato videoludico di Star Trek rimangono due grossi attori da prendere in considerazione: Armada e Bridge Commader vennero sviluppati da Activision mentre Star Fleet Command, 25th Anniversary e Judjment Rites da Interplay Entertainment. Activision si trova forse un po' sguarnita di team a cui affidare la realizzazione di un videogioco di Star Trek, fa forse eccezione Infinity Ward ma il rischio è di trovarsi con un titolo fortemente improntato sull'azione e troppo poco sulla narrativa. Rimane Interplay, sciolta e frammentata a sua volta in diversi gruppi nei primi anni duemila, che da allora portano avanti la tradizione e lo spirito della casa losangelina. Grande eccellenza Interplay è stata Black Isle Studios, anch'essa sciolta, ma la cui eredità è stata raccolta in parte da InXile con il seguito spirituale di Planescape: Torment (Torments: Tides of Numnera) e da Larian Studios attualmente impegnata nello sviluppo di Baldur's Gate 3. Obsidian Entertainment, approdo di numerosi sviluppatori Interplay e attualmente attiva, ha regalato un'ottima performance nel 2019 con The Outer Worlds, titolo che fa della scrittura dei dialoghi il suo punto forte, forse un po' troppo sarcastici per Star trek ma è indubbia la bravura delle penne coinvolte.
E voi come ve lo immaginate un nuovo gioco di Star Trek? Qual è secondo voi la strada che il franchise deve intraprendere per ritrovare la sua età d'oro? Fatecelo sapere nei commenti!