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Starship Troopers: Extermination, abbiamo provato la versione ad Accesso Anticipato

Presente su Steam da qualche settimana, abbiamo provato Starship Troopers: Extermination, il nuovo titolo di Offworld Industries ispirato ai celebri film.

Starship Troopers: Extermination, abbiamo provato la versione ad Accesso Anticipato
PROVATO di Luca Olivato   —   09/07/2023

Quando uscì nel 1997, l'originale Starship Troopers: Fanteria Dello Spazio (diretto da Paul Verhoeven, lo stesso di RoboCop e Atto Di Forza), non ottenne il successo che l'imponente budget avrebbe richiesto. E i seguiti non hanno fatto meglio, anzi.

Tuttavia la serie, ispirata al romanzo del 1959 Fanteria dello spazio di Robert A. Heinlein, negli ultimi tempi sta vivendo una seconda giovinezza: l'anno scorso è uscito Terran Command, RTS vecchia scuola che ha ottenuto buoni consensi (tra cui un 8 nella recensione del nostro Simone Tagliaferri). Oggi è la volta di un multiplayer PvE con visuale in prima persona sviluppato da Offworld Industries, studio canadese salito alla ribalta grazie a Squad, tactical shooter in grado di vendere oltre tre milioni di copie. Le premesse per un gioco di spessore sembrano esserci tutte; quindi, non perdiamoci in ciance e andiamo a scoprire com'è andata la nostra prova di Starship Troopers: Extermination.

Multiplayer cooperativo

In Starship Troopers: Extermination è possibile costruire strutture difensive, ma solo nelle zone previste dagli sviluppatori
In Starship Troopers: Extermination è possibile costruire strutture difensive, ma solo nelle zone previste dagli sviluppatori

Pur trovandosi in uno stato decisamente acerbo, il gioco presenta spunti interessanti che lasciano ben sperare una volta terminata la fase di Accesso Anticipato. Come detto, si tratta di un classico multiplayer cooperativo, in cui fino ad un massimo di sedici giocatori (divisi in quattro o cinque squadre) devono vedersela contro le ben note orde di aracnidi giganti che infestano la colonia di Valaka. Lo scopo, se così si può dire, è di liberare il pianeta dai terribili insettoni per consentire agli umani di popolarlo. Per quanto l'annuncio televisivo che fa da prologo ad ogni missione sia ispirato alla pellicola del cineasta olandese, è fine a sé stesso. Durante le missioni non c'è nulla che faccia veramente capire il motivo per cui ci si trova sul campo di battaglia ed ogni partita si conclude con una poco onorevole ritirata a bordo di un'astronave.

Alla consueta azione a base di armi e granate, Starship Troopers: Extermination aggiunge un'interessante variante strategica. Ogni giocatore ha, infatti, la possibilità di costruire alcuni edifici (come la raffineria, il deposito d'armi, torri e torrette difensive), esattamente come accadrebbe in un classico RTS. Questo però non è possibile in qualsiasi punto della mappa, ma solo laddove gli sviluppatori l'hanno previsto, ossia in zone che verranno prese d'assedio sulla falsariga di un tower defense. L'interfaccia è ben implementata: non aspettatevi, però, di passare molto tempo a costruire strutture e raccogliere risorse, perché il focus è spostato sull'azione, relegando la parte strategica ad un semplice intermezzo tra le sparatorie.

Modalità di gioco

Le ambientazioni sono ispirate al film del 1997
Le ambientazioni sono ispirate al film del 1997

Le due modalità di gioco sono simili tra loro. La prima disponibile, Assault And Secure, prevede che i giocatori conquistino un certo numero di postazioni per poi barricarsi in un punto indicato dalla mappa. Bisogna sfruttare i pochi minuti di calma prima dell'arrivo dell'invasione aliena per costruire le difese di cui sopra, e una volta resistito a orde sempre più feroci, fiondarsi verso il punto di estrazione.

La seconda, ARC, è disponibile solo dopo aver maturato un po' di esperienza, ed è quella dove maggiormente si apprezza la variante strategica. Questo perché è prevista la raccolta di materie prime (da estrarre e potare a mano al quartier generale) ubicate in zone tra loro distanti e soprattutto vulnerabili. Considerando che, a sua volta, la base rimane alla mercé degli aracnidi e che nel corso della partita si possono presentare degli obbiettivi secondari utili per accumulare esperienza, si capisce come la collaborazione tra giocatori assuma un ruolo cruciale.

Purtroppo, a causa dell'algoritmo della partita "automatica" (che sceglie quasi sempre AAS) e della durata, più impegnativa, di ARC, l'auspicata cooperazione tra squadre è lasciata alla buona volontà di quei pochi utenti disposti ad accendere il microfono e coordinare gli altri partecipanti. Man mano che si procede, il livello di allerta aumenta sempre più: tradotto, questo significa che il numero di insettoni che si riversa contro i giocatori arriverà a proporzioni epiche per non dire ridicole. Ci sono dei momenti in cui si viene circondati nel giro di pochi secondi, rendendo inutile ogni tipo di resistenza. Questo accade soprattutto nelle convulse fasi finali, in cui bisogna raggiungere il punto evacuazione: si tratta dell'unico momento della partita in cui è disabilitata la resurrezione.

Vecchia scuola

Mentre si trasportano le risorse la camminata rallenta e non si possono impugnare armi
Mentre si trasportano le risorse la camminata rallenta e non si possono impugnare armi

Lo stile di gioco è piuttosto "retrò": le ricariche sono manuali, non c'è la rigenerazione automatica della salute e il fuoco amico è sempre abilitato. Le munizioni terminano velocemente, richiedendo frequenti rifornimenti all'armeria; non è possibile recuperare l'equipaggiamento dei compagni caduti, né variare la propria classe nel corso di una partita. Il livello di difficoltà più basso richiede un minimo di impegno; selezionando quello normale è tutt'altro che scontato riuscire a terminare la partita tenendo a zero il contatore delle (proprie) morti, mentre quello difficile è a tratti proibitivo. Starship Troopers: Extermination è comunque accessibile a un'ampia platea di giocatori: a differenza di titoli competitivi, dove sono richiesti riflessi fulminei e coordinazione, qui quello che conta è soprattutto sparare a tutto quanto esce dal terreno, senza badare troppo al dove. Le cosiddette "hitbox", infatti, al momento non sono funzionanti.

Approfondendo il tema delle classi, troviamo solo le canoniche tre: assaltatore, difensore e supporto. Senza ombra di dubbio questo è l'aspetto su cui c'è il maggior lavoro da fare, sia a livello di contenuti che di bilanciamento. Tutte partono con il medesimo equipaggiamento e si differenziano per un'abilità univoca; raggiunto il secondo livello si sbloccano delle armi specifiche per ciascuna, mentre la terza (e al momento ultima) arma ottenibile con l'esperienza è ancora una volta identica per tutte le professioni. La prima ci è parsa quella più debole: il suo unico punto di forza è il salto "potenziato" dal jetpack che permette di raggiungere sicure posizioni sopraelevate. Questa possibilità, unita all'esclusivo fucile da cecchino, dovrebbe rappresentare la combinazione perfetta per chi ama sparare dalla distanza, ma all'atto pratico non funziona soprattutto per la scarsa potenza dei proiettili e i lunghi tempi di ricarica, che lo rendono utile solo per i (pochi) insettoni più grandi. Più interessante il tank che può costruire trincee dietro cui tenere a distanza le zampone dei ragni. Ci sono delle ottime ragioni anche per scegliere l'unità di supporto, l'unica in grado di curare (e di curarsi). Gli operatori non si possono modificare esteticamente (anche le differenze visive tra classi sono minime), né è possibile agire sulle armi aggiungendo accessori o potenziamenti. Insomma, per il momento il "grinding" è fine a sé stesso ed è uno dei pericoli più seri per il fattore rigiocabilità.

Fedeltà al film, anche nella colonna sonora

Sulla personalizzazione delle classi c'è ancora tanto lavoro da fare
Sulla personalizzazione delle classi c'è ancora tanto lavoro da fare

C'è un'unica grande mappa: le operazioni si svolgono solo su tre regioni di essa, ma possono variare le condizioni di luce e climatiche. L'interazione con l'ambiente è minima: escludendo le strutture costruite dai giocatori, che possono essere distrutte e riparate, non c'è alcuna possibilità di modificare il terreno o di utilizzare oggetti già presenti (come le torrette difensive).

Graficamente il gioco, che si appoggia sul motore Unreal Enigne 4, fa il suo dovere senza impressionare. Un plauso alla direzione artistica: ambientazione, armi e Aracnidi (solo cinque varianti al momento) ricalcano fedelmente quelli del film, ma si sente un po' la mancanza dello splatter tipico della pellicola di Verhoeven. Non mancano momenti spettacolari, specie durante i combattimenti con gli insetti più grossi. Una menzione ai cali di frame rate quando si popola il campo di battaglia: nessun problema con il nostro sistema di riferimento (Ryzen 7950X3D e Radeon 7900 XTX), ma diversi utenti con configurazioni meno spinte hanno lamentato rallentamenti. Sul fronte stabilità, a parte un paio di crash, si è dimostrato solido e privo di lag in tutte le partite disputate. La colonna, ispirandosi a quella di Fanteria Dello Spazio, è strepitosa.

Nonostante lo stato provvisorio, Starship Troopers: Extermination risulta già godibile e divertente, soprattutto durante le prime ore. Una volta imparate meccaniche e mappe, iniziano a farsi sentire la mancanza di contenuti e di modalità di gioco alternative. Le premesse per uno sviluppo continuo sono buone, considerando il background dello sviluppatore e il calore con cui è stato accolto dalla comunità.

CERTEZZE

  • Frenetico e immediato
  • Fedele al film
  • Colonna sonora
  • Il curriculum dello sviluppatore fa ben sperare

DUBBI

  • Sarebbe gradita una modalità storia
  • Il rischio ripetitività è elevato con il solo PvE
  • Aggiunta di contenuti e supporto post lancio da verificare