Annunciato inizialmente a metà 2019, Tales of Arise è stato rimandato di oltre un anno a causa della pandemia che ha rallentato praticamente ogni settore e così facendo il franchise Bandai Namco ha rischiato di saltare una generazione per la prima volta nella sua lunga storia. Per chi non lo sapesse, infatti, Tales è una serie appartenente al genere JRPG con ben venticinque anni e sedici titoli sulle spalle, senza contare gli spin-off e le iterazioni mobile: ha fatto il suo esordio nel 1995 su Super Famicom con Tales of Phantasia e da allora ha macinato sempre più fan. Se non la conoscete, tuttavia, nessuno vi biasima. Pur avendo fatto proseliti anche nel nostro emisfero nel corso degli anni, la serie targata Bandai Namco ha sofferto una localizzazione intermittente, e solo negli ultimi tempi ha avuto l'onore di essere commercializzata in Europa e tradotta persino in italiano.
Caratteristica principale della serie è senz'altro la spiccata deriva nipponica, che si riscontra sia negli intrecci, sia nella caratterizzazione dei personaggi, per non parlare dei combattimenti in tempo reale: in questo senso, ogni Tales è praticamente un anime fatto JRPG. Una formula collaudata che, però, aveva cominciato a scricchiolare, soprattutto sul fronte tecnico. Quando Bandai Namco ha deciso di prendersi i suoi tempi per lavorare sull'innovazione, ecco che la pandemia ha fatto il resto. Tales of Arise sarebbe dovuto uscire l'anno scorso, molto prima delle console di nuova generazione, ma poi era scomparso dai radar... fino a oggi: abbiamo infatti avuto l'occasione di visionare in anteprima un nuovo trailer e una lunga sessione di gameplay, e di scambiare quattro chiacchiere col producer Yusuke Tomizawa che ha risposto alle nostre domande in una intervista esclusiva. Segnate sul calendario il 10 settembre 2021 perché sarà allora che Tales of Arise arriverà sugli scaffali, digitali e non, di tutto il mondo.
Il trailer della storia
L'ultimo episodio della serie madre, Tales of Berseria, è uscito nel 2016 a cavallo tra due generazioni di console: fu infatti commercializzato, nel solo Giappone, anche per PlayStation 3. Tales of Arise sarebbe dovuto uscire soltanto su PlayStation 4, Xbox One e PC ma il ritardo accumulato nello sviluppo del gioco ci ha fatto pensare subito a una sempre più frequente opera di conversione, e infatti Tomizawa stesso ci ha rivelato in anteprima che il titolo uscirà anche su PlayStation 5 e Xbox Series X|S. Come prevedibile, i possessori delle nuove piattaforme godranno di alcuni vantaggi sotto il profilo tecnico: oltre alla possibilità di giocare in 4K, potranno anche impostare una modalità performance che stabilizza la fluidità a 60 fotogrammi al secondo. Questa opzione tornerà particolarmente utile a chi vuole godersi i combattimenti in tempo reale al 100%, dato che Tales of Arise sarà ancora più action oriented che in passato.
Il trailer ufficiale, tuttavia, non si sbilancia molto sul sistema di combattimento. I primi secondi li dedica tutti a stabilire il mood di questo episodio, che sembra mantenga la direzione più cupa e viscerale che Bandai Namco aveva già prediletto in Tales of Berseria rispetto al passato: tematiche più serie, protagonisti più adulti e una posta in gioco altissima. Quasi ogni Tales, escludendo i sequel diretti, fa storia a sé: in questo caso, la vicenda si svolge in un universo tutto nuovo in cui l'impero di Rena, forte della sua superiorità tecnologica, tiene in scacco il mondo di Dahna da oltre trecento anni, schiavizzando i suoi abitanti. Alphen, il protagonista senza ricordi della sua vita passata, è uno schiavo di Dahna che farà squadra con Shionne, una fuggiasca di Rena che intende spezzare la maledizione che grava sulla sua famiglia da generazioni. Non sappiamo come o perché le loro strade si incroceranno, ma i vecchi trailer avevano suggerito che tra i due esistesse un legame soprannaturale, probabilmente rappresentato dalla spada che Alphen impugna in battaglia.
Nel nuovo trailer non si fa menzione di questo elemento della storia. Vediamo una carrellata di immagini che ritraggono le condizioni disperate in cui versano i Dahnesi, costretti ai lavori forzati, e un veloce montaggio di cinematiche e scene d'intermezzo. Il trailer, infatti, svela soprattutto due nuovi personaggi. La prima è Rinwell, una giovane che rappresenta l'antico retaggio dei maghi. Ogni Tales ha il suo "stregone", un membro del cast particolarmente versato nelle arti magiche, spesso un erudito che serve a spiegare i punti più oscuri della trama o le più astruse invenzioni fantascientifiche. Sembra proprio che Rinwell rivestirà questo incarico, anche se non conosciamo ancora il suo carattere, che sembra però abbastanza gioviale. Il secondo personaggio si chiama Law, e di lui non sappiamo altro se non che è un giovane esperto di arti marziali: combatte in corpo a corpo impiegando pugni e calci e Arti ispirate a quelle già viste nei Tales precedenti, come la Danza della rondine suprema. In questo senso, i quattro personaggi si differenziano già nelle armi: Shionne, infatti, combatte con un fucile incantato che può caricare con proiettili magici.
Sembra che anche il villain che si intravede negli ultimi momenti del trailer possieda le sue stesse capacità, dato che genera una gigantesca ascia bipenne dal nulla. Lo scontro si svolge in una location spettacolare che sembra proprio lo scenario ideale per un'epica boss fight. Un dettaglio ha attirato la nostra attenzione: Alphen indossa ancora la peculiare maschera che gli copre tutto il volto. Nelle scene successive e in quelle antecedenti, però, la stessa maschera è spaccata e lascia scoperta una buona metà del suo viso. Questo ci fa pensare che quello scontro si svolga all'inizio del gioco, probabilmente in una specie di prologo che fa da apripista a una lunga avventura. I toni imbastiti dal trailer sono seri e drammatici, ma Tomizawa ci ha voluto rassicurare su questo fronte: "La storia di Tales of Arise è molto seria," ci ha confessato nella nostra intervista, "ma era importante che i giocatori provassero anche la gioia di affrontare un'avventura insieme a tanti personaggi ben caratterizzati, che è sempre stato un elemento molto importante nella serie Tales, insieme ai momenti comici che i fan tanto amano".
Quanti siano i personaggi che si uniranno ad Alphen e Shionne è ancora un mistero. Tomizawa ci ha tranquillizzato sul fatto che non si controllerà solo il protagonista, come alcuni avevano temuto in seguito alla pubblicazione del primissimo trailer due anni fa. "Anche in questo Tales, come nei precedenti, si combatte in squadra," ha detto, ma sul cast non si è sbottonato. Sappiamo dunque che saranno in squadra almeno quattro personaggi... che potrebbero essere gli unici: i contenuti digitali inclusi nelle varie edizioni del gioco, infatti, comprendono numerosi costumi extra solo per loro. Ciò non esclude l'esistenza di ulteriori personaggi giocabili: i Tales ne contano quasi sempre un minimo di sei, fatte salve poche eccezioni.
È possibile che Bandai Namco non abbia voluto svelarli attraverso le immagini promozionali delle edizioni da collezione, che saranno ben due: la canonica Collector's Edition includerà, oltre al gioco e ai contenuti già inclusi nelle Deluxe e Ultimate Edition esclusivamente digitali, anche una steelbook, un artbook di 64 pagine a colori, la colonna sonora e una bella statuina che raffigura Alphen e Shionne. La Hootle Edition, invece, sarà disponibile unicamente presso lo store di Bandai Namco e includerà tutti i contenuti digitali delle altre versioni, nonché la colonna sonora, una steelbook diversa, un set di adesivi, tre stampe da collezione, un peluche personalizzabile di Hootle, la mascotte del gioco che accompagna Rinwall e che potremo agghindare con alcuni costumi disponibili solo in questa versione esclusiva.
Sette minuti di gameplay
Bandai Namco non ci ha mostrato soltanto il trailer confezionato ad hoc per annunciare la data di uscita, in contemporanea mondiale, del suo nuovo Tales, ma anche una sessione di gioco estrapolata dalle prime ore dell'avventura e rimaneggiata per escludere spoiler e anticipazioni varie. Tomizawa ci ha rivelato che non è stato solo il COVID-19 a rallentare lo sviluppo, ma anche la decisione di localizzare il gioco in anticipo per distribuirlo worldwide. "È la prima volta nella storia del franchise che pubblicheremo il gioco in contemporanea mondiale," ha spiegato. "Abbiamo discusso a lungo e intensamente coi vari responsabili che si sono occupati della release in tutto il mondo. Nonostante le circostanze, siamo veramente entusiasti di come abbiamo affrontato questo progetto". I fan che seguono la serie dagli albori ricorderanno probabilmente gli anni passati a chiedersi quando e se avrebbero mai giocato quantomeno in inglese l'ultimo Tales che i giapponesi avevano strafinito da mesi: sembra che finalmente potremo archiviare quei momenti.
La prima cosa che salta all'occhio è lo stile impiegato dagli artisti di Bandai Namco: questa volta il team, sfruttando l'Unreal Engine, ha optato per una soluzione proprietaria molto particolare chiamata "Atmospheric shader", che dà al gioco l'aspetto di un dipinto ad olio. Il director di Tales of Arise è Minoru Iwamoto, che aveva già lavorato come character designer a Tales of Zestiria e Tales of Berseria: la pittoresca direzione artistica consolida la caratteristica impronta anime, ma il colpo d'occhio è già molto più particolareggiato rispetto ai Tales precedenti. La serie, infatti, non ha mai fatto leva su budget straordinariamente alti, ma è evidente che Tales of Arise ha alzato l'asticella anche in questo senso.
Il trailer del gameplay comincia davvero con una scena che ci ha subito incuriosito: Alphen salta giù da una piccola rupe, ma non è chiaro se sia un'azione automatica oppure se i ragazzi di Iwamoto hanno effettivamente implementato il salto. Una cosa è certa, per quanto lo scenario appaia vasto e geometricamente complesso, Tales of Arise non sarà un JRPG open world. "Abbiamo concentrato i nostri sforzi nella creazione di un'esperienza che faccia davvero apprezzare la profondità dei rapporti tra i personaggi, che poi si riflette proprio nei colpi di scena della storia," ha chiarito Tomizawa. "È per questa ragione che Tales of Arise non si svolge in un open world. Questo non significa, però, che non ci sia libertà".
"Il gioco permette di esplorare gli scenari in lungo e in largo come in passato, ed è strapieno di missioni secondarie e collezionabili da trovare," ha proseguito il producer, e infatti la prima cosa che Alphen fa dopo essere saltato giù, in questo brullo scenario semidesertico chiamato Calaglia, è raccogliere qualche patata tra i cespugli. Sebbene i trailer non lo mostrino, sappiamo già che sarà possibile cucinare perché i bonus pre-ordine svelati includono, oltre ad alcuni oggetti estetici per Alphen e Shionne, anche quattro ricette da cucina esclusive. Ma il sistema di cucina è una feature che compare in praticamente ogni Tales da molti anni, quindi la cosa non ci stupisce. Alphen, comunque, si dirige dritto verso un branco di quadrupedi corazzati, e innesca un combattimento. Gli scontri non si svolgono sul campo come avevamo creduto dopo aver visto il primo trailer, e c'è infatti un brevissimo caricamento che ci trasporta in un campo di battaglia contestuale allo scenario che stavamo esplorando. Il sistema di combattimento è l'ennesima rivisitazione del classico Linear Motion Battle System, ma Tomizawa ha anticipato grandi cose a riguardo.
"Pur riprendendo alcune caratteristiche famose come le Arti e le Arti mistiche, ci siamo assicurati che il nuovo sistema di combattimento fosse più intuitivo e reattivo," ha dichiarato il producer. "Prendiamo la guardia, per esempio: [...] in Tales of Arise l'abbiamo sostituita con la schivata e il contrattacco". L'idea era quella di rendere gli scontri ancora più coinvolgenti e frenetici che in passato, e a occhio e croce sembra che ci siano riusciti. A prima vista, il nuovo sistema di combattimento sembrerebbe attingere a un mix di Tales, soprattutto al sistema a risorse impiegato in Tales of Graces F. L'indicatore dei Punti Vita segue il personaggio controllato, e sopra di esso possiamo vedere tre piccole icone che rappresentano le Arti che possiamo eseguire. Ogni Arte, associata come di consueto ai pulsanti del controller, consuma una o più cariche, dunque è impossibile concatenare combo infinite, almeno non all'inizio del gioco. In questo senso, sembra che ci venga incontro una tecnica chiamata Boost Break che dovrebbe essere collegata all'indicatore romboidale che fa da cornice ai ritratti dei personaggi in basso a sinistra: quando Alphen usa il Boost Break, l'indicatore si scarica e le Arti tornano immediatamente disponibili sopra i suoi Punti Vita.
L'interfaccia è molto più sobria che in passato, quasi essenziale, e molto più moderna e tagliente. Completato il combattimento, si torna allo scenario esplorabile senza le tradizionali scenette coi personaggi che posano per la vittoria: difficile dire se Bandai Namco le abbia escluse del tutto o sia possibile semplicemente saltarle, fatto sta che i risultati del combattimento compaiono sullo schermo, a sinistra. Il gioco assegna come sempre un punteggio in base al tempo impiegato per concludere lo scontro, oltre ai punti esperienza che fanno aumentare i personaggi di livello. Curioso che a questo punto del gioco Alphen si chiami Iron Mask, Maschera di ferro: probabilmente siamo all'inizio dell'avventura e Shionne non ha ancora scoperto la sua identità. Vincendo i combattimenti si guadagnano anche Skill Point, da distribuire in un'apposita schermata per imparare nuove Arti o sbloccare vari bonus. Nel trailer vediamo questa schermata per pochi secondi, quando Shionne impara un'Arte chiamata Burning Strike, ma le altre opzioni rivelano alcuni interessanti upgrade: Increased Max AG suggerisce che gli AG siano proprio le risorse che consentono l'utilizzo delle Arti, per esempio.
Dopo qualche altro combattimento, il trailer fa un balzo in avanti e ci mostra l'entrata in scena di Rinwell. A quanto pare, Alphen e Shionne la soccorreranno e i tre decideranno di proseguire il viaggio insieme fino alla regione di Cyslodia, caratterizzata da fitti boschi innevati. In questo frangente, Tales of Arise mostra un po' il fianco e tradisce le sue origini di vecchia generazione. I modelli poligonali dei personaggi sono dettagliati e animati ottimamente nei combattimenti, ma quando la squadra si ferma a discutere sul da farsi torna di prepotenza la rigidità che abbiamo spesso criticato nelle ultime iterazioni del franchise. Nelle scene d'intermezzo più importanti, fortunatamente, i personaggi si muovono in modo più credibile.
A un certo punto, vediamo Alphen intraprendere anche una semplice missione secondaria quando incontra una donna ferita: basta premere il tasto suggerito a schermo per far sì che Shionne la guarisca con la magia, e la squadra riceve una piccola ricompensa. Esplorando la zona in questione - c'è spazio anche per una breve traversata a nuoto - Alphen e gli altri si imbattono in nuovi mostri. A questo punto i combattimenti contano tre personaggi e sono già più spettacolari. Il giocatore può passare da uno all'altro all'istante, magari per inanellare combo di Arti sugli stessi, malcapitati bersagli, mentre al resto pensa l'intelligenza artificiale.
In questo frangente abbiamo scoperto una nuova funzionalità del sistema di combattimento, mutuata in parte da Tales of Vesperia. Malmenando ripetutamente lo stesso bersaglio, si riempie un indicatore che a un certo punto consente di operare una tecnica chiamata Strike: praticamente uno spettacolare colpo di grazia cinematico inferto da due personaggi contemporaneamente. Non sappiamo come e se sia possibile scegliere il partner per questo attacco combinato, ma quelli che abbiamo visto eseguire ad Alphen prima con Shionne e poi con Rinwell sono estremamente scenografici. Prima di raggiungere il boss alla fine dello scenario, un gigantesco lupo ghiacciato, Alphen trova anche un forziere contenente un nuovo abito per Shionne: è l'occasione per mostrarci il menu dell'equipaggiamento, costituito da un'arma, un'armatura e un accessorio. Dobbiamo ammettere che l'interfaccia sembra decisamente temporanea, dunque quanto visto potrebbe non riflettere in tutto e per tutto quello che sarà il codice finale.
Tales of Arise, comunque, sembra decisamente un Tales. Sotto molti aspetti appare più moderno rispetto ai suoi predecessori, ma quello che abbiamo visto ci è sembrato molto fedele alla tradizione di questo franchise. Forse il team di Yusuke Tomizawa non ha fatto i passi da gigante che credevamo, in questi anni, ma se dobbiamo dirla tutta, forse è meglio così. Ci sono alcuni franchise, come Tales, che hanno conquistato negli anni un'identità molto precisa e stravolgerli potrebbe essere disastroso, specie se si rivolgono a una nicchia di appassionati che li ha sostenuti per tanto tempo. In questo senso, Tales of Arise sembra riproporre la formula collaudata, forte di alcune innovazioni interessanti che mirano a un pubblico più vasto ma che non sembrano tradire le aspettative dei fan: per capire la portata di questi cambiamenti dovremo aspettare il 10 settembre e il colmo è che prima, quando non conoscevamo ancora la data di uscita, i mesi non ci sembravano poi così lunghi.
Tales of Arise torna a fare parlare di sé, dopo tanti mesi, e le nostre sensazioni sono positive: è chiaro che Bandai Namco ha mosso piccoli passi in una direzione diversa dal solito, ma l'ha fatto senza tradire la formula che ha decretato il successo della serie in patria e non solo. Tales of Arise, insomma, sembra un Tales più... moderno, ma assolutamente fedele a sé stesso. Il sistema di combattimento sembra ancora più dinamico e divertente del solito, ma per capire la portata delle nuove feature e, soprattutto, conoscere il nuovo cast, dovremo aspettare settembre. Inutile dire che i fan del genere JRPG farebbero meglio a segnare la data sul calendario.
CERTEZZE
- Il sistema di combattimento frenetico e spettacolare
- Lo stile grafico che richiama i dipinti ad olio
DUBBI
- Si avvertirà il peso di uno sviluppo cominciato nella scorsa generazione?
- Non sembra poi così innovativo rispetto ai predecessori