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The Chant, l'anteprima di un action da incubo

Cosa succede quando un ritiro spirituale si trasforma nel peggiore degli incubi? Ce lo racconta lo studio Brass Token con l'action horror in terza persona The Chant

ANTEPRIMA di Alessandra Borgonovo   —   10/06/2021
The Chant
The Chant
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Brass Token è uno studio neonato, indipendente e al suo primo progetto. Questo tuttavia non significa che gli sviluppatori siano alle prime armi: tra le sue fila si trovano professionisti ex Rockstar Games, Electronic Arts e The Coalition, giusto per citarne qualcuno. Brass Token ha sede in Canada, proprio come Blackbird Interactive, autore di Crossfire Legion, e il suo titolo d'esordio sarà un action horror intitolato The Chant: il gioco prende vita dalle fondamenta di un culto new age e si trasforma ben presto in un orrore cosmico, a quanto pare, risvegliato dalla stessa protagonista.

Non serve sottolineare come svelare la verità che si nasconde dietro queste manifestazioni sin troppo concrete sia la chiave per sopravvivere. Il CEO e Creative Director Mike Supa ci ha offerto una panoramica del gioco, previsto per il 2022 e che sulla carta si è dimostrato interessante. Scopritelo nell'anteprima di The Chant.

Orrore cosmico new age

Una creatura di The Chant
Una creatura di The Chant

Come ha sottolineato anche Will Dyole nell'intervista dedicata a The Dark Pictures Anthology: House of Ashes, il genere horror presenta tantissime declinazioni ognuna con determinati canoni da rispettare, dai quali è possibile divergere ma restando attenti a non fare il passo troppo lungo e sconfinare in un altro sottogenere.

The Chant ci si è presentato, ascoltando le parole di Supa e guardando i video pre-alpha del gioco, come una via di mezzo tra horror cosmico e horror psichedelico: due varianti che non sono poi troppo diverse tra loro, poiché, nel secondo caso, ci troviamo di fronte non solo all'intento di scardinare i confini della realtà sfruttando un approccio artificiale (tramite dunque esperienze indotte chimicamente) ma anche a quello di esplorare l'orrore che trascende i confini rassicuranti del pensiero razionale. Un limite, quello della razionalità, molto comune nell'orrore cosmico di Lovecrat, i cui protagonisti sono spesso uomini colti che si affidano a prove scientifiche e razionali per sostenere la loro non fede.

Premesso questo, il gioco è ambientato su un'isola remota del Pacifico nord-occidentale, un luogo a quanto pare maledetto nel quale è stato deciso di tenere un ritiro spirituale. Chiunque vi partecipi, protagonista compresa, lo fa perché sta cercando di affrontare traumi passati; non conosciamo nulla delle altre persone, mentre per quanto riguarda la donna di cui vestiremo i panni sappiamo che prende parte a questo ritiro su consiglio di un amico e non la definiremmo esattamente una credente. Anzi, è piuttosto scettica riguardo pratiche esoteriche e non possiamo escludere sia proprio questa diffidenza la causa degli orrori che si scateneranno sull'isola: sarà infatti lei a liberare senza volerlo creature di un'altra dimensione, condannando i presenti e sé stessa a fronteggiare qualcosa per cui nessuno potrebbe essere pronto. L'intersezione spirituale tra religione e horror, il risveglio spirituale e l'illuminazione sono tutti concetti fondamentali nello sviluppo di The Chant, attorno ai quali gli sviluppatori hanno creato un sistema di combattimento particolare.

The Chant, immagine dal prototipo di pre-produzione
The Chant, immagine dal prototipo di pre-produzione


Dimentichiamoci le armi convenzionali con cui abbiamo affrontato finora orrori di sorta: pistole, coltelli e affini non avranno alcun effetto contro il male che infesta l'isola. Riallacciandosi alla spiritualità di cui sopra, è stato deciso che la protagonista sarà in grado di costruire oggetti legati a questo concetto e sfruttarli sia a distanza ravvicinata sia da lontano per difendersi dalle creature, che potranno manifestarsi sia fisicamente sia a livello più sovrannaturale. Ciò significa trovare la giusta quadra per sopravvivere, sconfiggere o persino fuggire da qualunque mostruosità ci troveremo ad affrontare. Il suggerimento non troppo velato sembra essere che non avremo sempre con noi un'arma, fosse anche debole, con cui sentirci al sicuro: la nostra incolumità sembrerebbe dipendere dall'avere sempre con noi la giusta quantità di materiali con cui costruire qualcosa che possa difenderci.

Bisognerà capire come verrà gestita questa meccanica del crafting, se potremo realizzare oggetti in qualunque luogo e momento o se, invece, non saremo costretti a trovare un "banco da lavoro"; o ancora, considerata la spiritualità che pervade il gioco, se non avremo bisogno anche di un certo quantitativo di energia interiore affinché queste armi siano efficienti. Se consideriamo che su elementi quali colore ed energia gli sviluppatori hanno deciso di concentrarsi in maniera particolare, principalmente per dare a noi giocatori indicazioni che siano ambientali e non si appoggino sull'utilizzo dell'HUD, non è da escludere che il loro utilizzo possa estendersi oltre.

Supa non si è voluto spingere troppo in là con le spiegazioni, ma a quanto pare espandere il terzo occhio ed essere testimoni della grandezza del cosmo sono elementi ai quali è stata prestata particolare cura, sia in termini narrativi sia di gameplay - il tutto per concentrarsi di più sull'ambientazione e l'atmosfera affinché siano loro a guidarci e non, come abbiamo scritto poco sopra, l'uso indiscriminato delle icone.

Pre-produzione

The Chant, immagine dal prototipo di pre-produzione
The Chant, immagine dal prototipo di pre-produzione

Quella a cui abbiamo assistito è stata una presentazione sommaria di The Chant, che andava a toccarne i punti principali senza però approfondirli, e gli spezzoni di gameplay che abbiamo visto facevano riferimento a una versione pre-alpha del gioco: poiché l'uscita, su PC e console, è prevista in un periodo non specificato del 2022 sono assolutamente possibili cambiamenti in corso d'opera, non solo migliorie. Si sono viste diverse creature, ciascuna con un proprio comportamento al quale adattarsi, sarà dunque interessante capire fino a che punto dovremo pianificare la nostra strategia mentre cerchiamo di capire l'origine di tutto questo orrore e, nel farlo, troveremo risposte che potrebbero non piacerci.

L'idea di ambientare The Chant su un'isola sperduta è interessante, ha il potenziale per veicolare meglio la sensazione di essere soli contro qualcosa di troppo grande per essere compreso appieno (e qui si torna all'orrore psichedelico/cosmico, dove la razionalità viene messa a durissima prova): non essendo un'esperienza fondata sull'universo lovecraftiano ma solo basata su alcuni dei suoi concetti, non ci aspettiamo che la follia sia un punto cardine del gameplay, ciononostante sarebbe intrigante se in qualche modo un ulteriore tassello di difficoltà venisse dettato proprio dalla necessità di rimanere mentalmente sani. Siamo curiosi di saperne di più, per adesso è un progetto da tenere d'occhio.

The Chant è un survival action horror interessante, che punta a mettere in scena l'orrore psichedelico e cosmico tipico dei racconti di Lovecraft, affiancandogli un sistema di combattimento che ci spoglia delle armi convenzionali per far leva sui concetti di spiritualità, religione e illuminazione che sono alla base del gioco. L'idea che si faccia uso di determinati elementi per liberarsi il più possibile dell'HUD, così come il sottinteso che non sia sempre possibile affrontare apertamente alcuni nemici, ci incuriosisce e non vediamo l'ora di saperne di più. La pubblicazione in un periodo non specificato del 2022, per PC e console, lascia ampio margine sia alle dovute migliorie sia a potenziali cambiamenti rispetto a quelle che sono le attuali idee del team di sviluppo. Un gioco da tenere d'occhio senza dubbio, sul quale però per ovvie ragioni non possiamo sbilanciarci.

CERTEZZE

  • L'orrore psichedelico/cosmico è sempre ben accetto, per quanto rischioso
  • L'idea di combattere con armi non convenzionali si dimostra molto interessante

DUBBI

  • Non se sappiamo abbastanza, e non l'abbiamo provato con mano, per sbilanciarci con i giudizi