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The Crazy Hyper-Dungeon Chronicles è un roguelike pieno di personaggi usciti dall'Italia degli anni '80

The Crazy Hyper-Dungeon Chronicles tenta di fare qualcosa che già ha fatto Vampire Survivors, con un certo successo oltretutto.

PROVATO di Simone Tagliaferri   —   21/09/2024
Un orco di The Crazy Hyper-Dungeon Chronicles

"Sono Loris Batacchi, capufficio pacchi." Cosa c'entra il personaggio interpretato da Andrea Roncato in "Fantozzi subisce ancora" con il mondo dei videogiochi? Se ricordate era quello che metteva incinta Mariangela, la figlia dello sfortunato ragioniere interpretato da Paolo Villaggio, in una delle sequenze più citate dell'intera serie. Un marpione sempre in caccia di donne che non si era fatto problemi di sedurla per una scommessa, nonostante gli facesse ribrezzo. Perché ve lo stiamo raccontando? Perché come Vampire Survivors prima di lui, anche il roguelike The Crazy Hyper-Dungeon Chronicles degli italiani Fix-a-Bug è pieno di personaggi con i nomi usciti dalla cultura popolare italiana, in particolare quella degli anni '80. In effetti a riconoscere il personaggio di Roncato dietro al gestore dell'area ristoro del dungeon Loris Battack, ci siamo sentiti (tanto) vecchi, così come a riconoscere Giovannona Coscialunga dietro a Big Joan Long-Thigh, una folle che vuole abbattere tutti gli alberi del labirinto sotterraneo perché li odia profondamente. I riferimenti sono ovviamente anche altri, ma non stiamo a elencarli tutti. Se vi interessano, vi consigliamo di scaricare la demo gratuita da Steam per scoprirli. Del resto vale la pena di farlo anche per il gioco in sé, che si è rivelato sorprendente, nella sua essenzialità.

Gli eroi

Vi confessiamo che vedere certi riferimenti nei videogiochi fa il suo effetto, soprattutto se si ha l'età giusta per ricordarsi degli originali. Qualche anno fa avremmo accusato gli sviluppatori di provincialismo, ma il titolo di poncle ha fatto capire che, se usate in un certo modo, alcune citazioni possono rivelarsi interessanti anche per chi non è italiano, scatenando un gioco di ricerca all'origine di quelle che comunque vengono percepite come delle simpatiche curiosità (basta non esagerare).

Loris Battack in tutta la sua gloria
Loris Battack in tutta la sua gloria

Per tutti gli altri rimangono dei nomi esotici che non fanno del male a nessuno. Detto questo, c'è un motivo per cui The Crazy Hyper-Dungeon Chronicles è stato selezionato come unico indie italiano a presenziare al Tokyo Game Show 2024 e non è certo Loris Battack, che non è proprio "kawaii", per così dire.

All'inizio della demo ci viene chiesto di scegliere tra un personaggio maschile o femminile, entrambi rampolli della famiglia McDurden. I due sono in competizione da quando erano piccoli per diventare i più grandi avventurieri del mondo. Per questo hanno deciso di sfidare un folle e labirintico dungeon che cambia forma ogni volta che lo si affronta. Presieduto da uno stregone incapace di creare degli enigmi che blocchino gli avventurieri e composto da 50 livelli, il dungeon è un luogo ameno popolato da personaggi sopra le righe (ve ne sarete resi conto) che rompono in continuazione la quarta parete, a partire dal tutorial, che di suo viene affrontato come una scocciatura dall'eroe selezionato.

In realtà possiamo considerare l'intera demo come un lungo tutorial, visto che ci vengono spiegati sistemi di gioco praticamente fino alla fine, con alcuni che saranno affrontati nella versione finale. In particolare è assente il sistema di crafting dell'equipaggiamento, anche se nel corso della demo abbiamo potuto cucinare del cibo e preparare delle pozioni. Farlo è semplicissimo: basta avere delle ricette per poterle creare sugli appositi tavoli da lavoro, previo possesso dei giusti ingredienti.

In giro per il dungeon

Naturalmente vi starete chiedendo cosa si fa nel gioco. Detta in breve, si esplorano dei dungeon. Sì, The Crazy Hyper-Dungeon Chronicles è un dungeon crawler puro in cui si gira per dei piccoli dedali bui andando a caccia di torce da accendere, per mostrare la mappa, e di nemici da affrontare.

Gli alberi sono una risorsa preziosa di The Crazy Hyper-Dungeon Chronicles
Gli alberi sono una risorsa preziosa di The Crazy Hyper-Dungeon Chronicles

Nel mezzo ci sono anche delle chiavi da trovare, dei pulsanti da premere, delle trappole da schivare, dei teletrasporti da usare e quant'altro. Cos'altro vi aspettavate da un dungeon crawler? A funzionare particolarmente bene è il fatto che tutto è estremamente compresso e variegato, con ogni piano che, pur molto piccolo, presenta delle sfide uniche, aggiungendo di volta in volta nuovi sistemi per tenere desto l'interesse, siano essi la raccolta di materiali, dei puzzle più complessi, dei nuovi nemici o quant'altro. L'importante è non far arrivare a zero la barra di energia, quella della fame o quella della sete, perché altrimenti sono dolori.

Sistema di combattimento

A essersi rivelati particolarmente intriganti sono stati i combattimenti, che hanno davvero un grande potenziale. Sostanzialmente i nemici si affrontano con un sistema a turni dinamico in cui non dobbiamo solo scegliere la nostra mossa e stare a guardare quelle degli avversari mentre si ricarica la nostra barra azione (in perfetto stile da gioco di ruolo giapponese), ma dobbiamo di volta in volta puntare gli avversari attivi che ci circondano su di una specie di scacchiera, per provare a parare o evitare i loro colpi, il tutto attraverso delle piccole e veloci prove di tempismo.

I dunegon sono pieni di insidie
I dunegon sono pieni di insidie

Durante gli scontri è anche possibile usare delle abilità speciali che aumentano le possibilità di sferrare dei colpi critici, ci danno più tempo per parare e quant'altro. Non puntare un avversario mentre ci attacca significa subire sicuramente il colpo, mentre puntare una casella vuota in fase di attacco significa mancare il colpo. Naturalmente è anche possibile usare degli oggetti curativi o di supporto, così da avere maggiori possibilità di cavarcela. Alla fine di ogni combattimento, oppure aprendo dei forzieri, o ancora svolgendo le missioni che ci vengono assegnate dagli abitanti del dungeon, si riceve il classico bottino, che andrà imparato a gestire perché i personaggi hanno a disposizione uno spazio limitato nell'inventario e non possono trasportare del peso in eccesso.

A raccontarlo così The Crazy Hyper-Dungeon Chronicles appare un gioco abbastanza classico e in effetti sembra esserlo, se non fosse che nel suo insieme ha degli spunti davvero originali e interessanti che lo rendono un'esperienza a suo modo unica. Almeno questa è l'impressione che ci siamo fatti provando la demo, composta soltanto da 16 livelli, impressione che andrà verificata con la versione finale, in uscita nel 2025. Un'ultima nota la merita proprio la conclusione della demo, dove si incontrano... Ci abbiamo ripensato. È meglio non dirlo e lasciare che siate voi a scoprirlo, scaricando la demo. A questo punto dovreste aver capito che vale la pena di giocarci, vero?

The Crazy Hyper-Dungeon Chronicles si è rivelato una sorpresa. Sinceramente non ci aspettavamo moltissimo, ma una volta iniziamo siamo rimasti incollati alla demo dall'inizio alla fine, concludendola con la voglia di continuare a giocare. Il titolo di Fix-a-Bug non pare pretendere di riscrivere il genere, ma sembra fare tutto molto bene, con una serie di semplificazioni intelligenti di alcuni sistemi, che rendono l'esperienza estremamente fluida. Vedremo se anche la versione finale sarà così.

CERTEZZE

  • Molto simpatico
  • Sistemi di gioco semplici e coinvolgenti

DUBBI

  • Reggerà per 50 livelli?