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Twin Mirror, il provato

Abbiamo provato Twin Mirror, il nuovo thriller narrativo sviluppato da Dontnod: ecco come sono state le nostre prime due ore a Basswood

PROVATO di Alessandra Borgonovo   —   03/11/2020

Dopo due anni di assenza dalle scene, a seguito di un annuncio che portava con sé premesse interessanti, Twin Mirror è tornato in chiave fortemente rivisitata (sia in termini grafici sia di meccaniche) pronto per essere lanciato sul mercato il 1 dicembre. Il thriller narrativo firmato Dontnod, che ha recentemente pubblicato Tell Me Why, si è mostrato prima con una demo hands off risalente a luglio grazie alla quale abbiamo potuto cogliere le modifiche apportate dal team di sviluppo; questa volta, oltre a vederle in modo più approfondito, le abbiamo anche potute testare uscendone complessivamente soddisfatti. Certo, si tratta giusto di un paio d'ore su una durata totale ancora da verificare ma l'incipit è importante e di tutti i lavori pubblicati dopo l'originale Life is Strange, Twin Mirror è quello che più ci ha ricordato quella Dontnod: dopo aver brancolato un po' tra alti e bassi, sembra dunque che lo studio di sviluppo francese abbia ripreso le redini di quella narrazione e quel coinvolgimento propri delle avventure di Max e Chloe. In chiave ancora più matura, accompagnato da risvolti thriller che sono alla base della storia, questo gioco sembra finalmente avere tutte le carte in regola per disincagliare gli autori da quell'impasse narrativa in cui sono scivolati. Vediamo nel dettaglio - ma senza spoiler di trama - cosa ci hanno lasciato queste prime ore.

Storia e personaggi

Twin Mirror è ambientato nella cittadina mineraria di Basswood, Virginia Occidentale, alla quale il nostro protagonista fa ritorno dopo averla abbandonata due anni prima degli eventi correnti: Samuel "Sam" Higgs è un ex giornalista dalle incredibili capacità investigative, che a seguito della morte del suo migliore amico Nicholas Waldron fa ritorno a Basswood per porgergli l'ultimo saluto. La sofferenza di Sam nel dover tornare alla città natale è pari solo all'astio che molti degli abitanti provano nei suoi confronti, le cui ragioni risiedono in un dettaglio di trama che non andremo a rivelarvi per non rovinare l'esperienza; sappiate solo che sono pochi a supportare il protagonista e tra questi troviamo Joan, la giovanissima figlia di Nicholas, il suo vecchio capo al giornale locale Walter Datson e l'ex fidanzata Anna Miller. Gli altri oscillano tra la tiepida cordialità, l'indifferenza e l'aperta ostilità, verso le quali Sam si dimostra parimenti incurante e sensibile a seconda della situazione. Buona parte delle sue reazioni dipendono da noi giocatori ma di fondo lui ha una specifica caratterizzazione su cui costruire la persona che saremo alla fine del gioco. Sebbene la sua visita fosse destinata a durare il tempo necessario della veglia, Sam viene pregato da Joan di indagare sulla morte del padre che trova fortemente sospetta e, per una ragione o per l'altra, lui accetta poggiando così la prima pietra di quello che si prospetta essere un promettente e interessante thriller.

Twin Mirror 01

Pur avendo solo sfiorato la superficie del gioco, siamo rimasti piacevolmente colpiti dal cast di Twin Mirror tanto in termini estetici quanto caratteriali: tutti i personaggi incontrati nel corso di due ore sono diversi fra loro, con il proprio modo di esprimersi, l'accento, la personalità, l'età persino che concorre a mettere alla prova la qualità visiva degli stessi - con successo, va detto - facendo così di Basswood una cittadina viva e tangibile. Basta davvero poco per entrare in sintonia con la situazione, a prescindere dai toni tesi o rilassati che può assumere, ed è stato piacevole poter interagire con ciascuno per iniziare a scalfirne la caratterizzazione. Da queste prime battute emerge la Dontnod che abbiamo imparato ad apprezzare e si era un po' persa con gli ultimi due giochi, sebbene sia presto per trarre conclusioni decisive; la speranza è dunque che mantenga, se non addirittura migliori, questa base di partenza forte anche di una trama che pizzica un po' le corde di Life is Strange. Sebbene Sam non abbia alcun tipo di potere, al di là di una mente molto analitica che diventa parte fondante del gameplay, ad accompagnarlo c'è una misteriosa figura che viene definita "il Doppio": riflesso, per richiamare il titolo, di un'altra personalità di Sam, la sua voce interiore, un doppelgänger che raffigura il lato buio della medaglia, quello più concreto a costo di essere brutale. Non ha alcun potere sulla realtà, poiché di fatto non esiste, ma sarà lui a metterci spesso alla prova nel momento in cui dovremo prendere decisioni molto rilevanti nel proseguo della storia.

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Il Palazzo della Memoria

Il gameplay di Twin Mirror ricalca da vicino le esperienze narrative che Dontnod ci ha presentato nel corso degli anni, principalmente dialoghi a risposta multipla e interazione con l'ambiente per raccogliere informazioni. Nel caso specifico, ci sono anche dei piccoli segreti da scoprire sui personaggi per arricchire la loro biografia del diario di gioco - non sappiamo per ora se abbiano un impatto significativo su eventuali scelte future. A spiccare su tutto il resto è quella meccanica già introdotta con il suo annuncio e qui rivisitata in meglio: il Palazzo della Memoria. Come abbiamo detto, Sam ha una mente analitica e possiede notevoli doti da detective, motivo per cui è in grado di chiudersi in questo suo mondo interiore sia per richiamare alla mente eventi passati sia per mettere assieme tutti i punti di un indagine. Insomma, la mnemotecnica di Sherlock Holmes, per dirla in breve.

Twin Mirror 02

Quella di Sam funziona tuttavia in modo diverso, poiché in casi di estrema pressione potrebbe persino rivoltarglisi contro: anzitutto, essendo una parte di lui, è influenzata visivamente dal suo stato d'animo. Quando è in pace con se stesso, si presenta come un limpido mondo di cristallo nel quale incasellare con ordine pensieri ed emozioni, ma nel momento in cui la sua stabilità mentale inizia a vacillare ecco che ci troviamo prigionieri della nostra stessa mente, costretti a fuggire da una misteriosa figura che ci insegue senza sosta evitando nello stesso tempo gli ostacoli dovuti alle emozioni negative che assalgono Sam. Dobbiamo, al lato pratico, riprendere il controllo di noi stessi passando attraverso i corretti specchi e una volta raggiunta la fine di questo cupo inseguimento scegliere come reagire a una specifica situazione interagendo con il riflesso che riteniamo migliore. Non ci aspettavamo un cambio di direzione tanto netto rispetto a quanto visto un paio di anni fa e ne siamo rimasti sorpresi, poiché nel suo piccolo mette più azione in un gioco che per sua stessa natura è ludicamente compassato. Inoltre, ammanta Sam del mistero necessario a renderlo un personaggio né bianco né nero, immerso anzi in quella scala di grigi perfetta per arricchirne la caratterizzazione.

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Un ultimo uso del Palazzo della Memoria è quello per cui è nato: dare un senso a ciò che circonda con la deduzione, sfruttando le prove raccolte. Sebbene, di nuovo, possa sembrare una questione a un primo sguardo semplice e immediata, abbiamo scoperto come le ipotesi di Sam possano essere tutte valide. Messi concretamente alla prova, ci siamo trovati a ricostruire la scena che avrebbe portato Sam a risvegliarsi nella sua stanza d'hotel in pessimo stato e con la camicia macchiata di sangue (ricordate la scena del 2018? Proprio quella), scoprendo che pur con tutti gli indizi disponibili almeno due su tre ipotesi erano comunque plausibili. A fare la differenza, da quanto ci è parso di capire ma andrebbe testata sulla lunga distanza, sono le interazioni con i personaggi, i loro stati d'animo e le parole che ci rivolgono a fare la differenza qualora ci trovassimo a dover formulare ipotesi. Due soluzioni all'apparenza adatte entrambe potrebbero differire per un piccolo dettaglio emerso durante una conversazione, o per l'impressione che abbiamo maturato nei confronti di un particolare personaggio. Questo rende la narrazione ancora più interessante poiché non risulta così scontata come nei giochi precedenti: nonostante quindi possa dover procedere lungo una macro direzione stabilita, il percorso per arrivare alla fine potrebbe essere costellato di queste piccole sfide che ne variano l'esito finale.

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Aspetto tecnico

Essendo una demo passabile di ulteriori migliorie non ci soffermeremo troppo su questo aspetto ma a colpo d'occhio siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla qualità generale dei modelli, un gradino sopra anche al più recente Tell Me Why: come accennato all'inizio dell'articolo, c'è molta varietà nei personaggi e questa concorre a far risaltare la qualità raggiunta da Dontnod. Uomini, donne, bambini, anziani, persone magre, corpulente, di colore, c'è una notevole diversificazione che si sente perfettamente al proprio posto, in grado di rendere Basswood viva. Da questo punto di vista, pur necessitando di piccole rifiniture qua e là (non tutti i personaggi sono allo stesso livello ma lo stacco non è affatto netto) dimostra i notevoli passi avanti mossi da Dontnod e offre maggior realismo alla storia. Lato prettamente tecnico, siamo incappati in un solo bug di cui eravamo stati messi a conoscenza, quindi anche in questo caso l'esperienza si è rivelata fluida e priva di intoppi. Infine, come sempre, Dontnod si dimostra efficiente nella costruzione della colonna sonora, che almeno in queste prime ore si adatta molto bene all'esperienza.

Twin Mirror 03

Twin Mirror è il riflesso dell'impegno di Dontnod nei due anni successivi all'annuncio del 2018: un gioco che mantiene la propria idea di fondo ma si rifà il trucco, per quanto riguarda l'estetica, e dà finalmente corpo a quel Palazzo della Memoria rimasto finora nell'ombra. Narrativamente ci sono tutte le premesse per tornare ai fasti del primo Life is Strange, in chiave ancora più matura e thriller, mentre sotto il profilo ludico siamo soddisfatti soprattutto dalla gestione del Palazzo della Memoria ma anche dalla sottigliezza di alcune situazioni, che non si rendono così leggibili (o peggio, insipide) come negli ultimi due titoli. La presenza del Doppio apre a situazioni interessanti ma solo in fase di recensione emergerà la sua vera importanza nell'economia del gioco. Allo stato attuale, in ogni caso, Twin Mirror è la dimostrazione che Dontnod ha ripreso in mano le redini della sua narrazione. Il fatto che non sia più diviso a episodi e si presenti come un'avventura completa è solo un valore aggiunto.

CERTEZZE

  • Premesse intriganti
  • Non più diviso a episodi
  • Graficamente migliorato
  • Il Palazzo della Memoria
  • Molta varietà nei personaggi

DUBBI

  • Le ottime premesse reggeranno fino alla fine?