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World War Z: provato alla GDC 2019

La nostra nuova prova con il gioco di World War Z ci ha messo davanti a quella che potrebbe rivelarsi un'inaspettata sorpresa.

PROVATO di Vincenzo Lettera   —   26/03/2019
World War Z
World War Z
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Quando abbiamo incontrato gli sviluppatori di Saber Interactive per parlare di World War Z, la prima domanda è venuta subito spontanea: come mai pubblicare il videogioco dopo così tanti anni di distanza dall'uscita del film e del libro? La risposta è semplice: Matt Carch, CEO del team americano, era un grande fan dell'immaginario creato dalla penna di Max Brooks. Tuttavia, anche all'uscita del film del 2013, la tecnologia e le risorse dello sviluppatore non avrebbero permesso di realizzare quelle orde di zombie talmente numerose da replicare appieno l'eccitazione travolgente del racconto. Pur avendo ricevuto subito l'ok da Paramount, il progetto è così stato messo nel congelatore per diversi anni. Fino a oggi, quando abbiamo potuto provarlo alla GDC 2019 a poche settimane dall'uscita su PC, PlayStation 4 e Xbox One.

World War Z 2

Il videogioco di World War Z non è un classico tie-in, e anzi abbraccia la stessa filosofia di Starbreeze quando lavorò con Chronicles of Riddick: sfruttare l'immaginario dell'opera originale ma creare un'esperienza completamente scollegata, liberandosi così da qualsiasi limite creativo per quanto riguarda la storia, i personaggi e l'ambientazione. Nel World War Z di Saber Interactive non c'è Brad Pitt, non racconta la storia del film e, anziché riprendere il setting dell'originale è ambientato in diverse città in giro per il mondo. Cosa più importante, World War Z non è neppure un'esperienza single player. Si tratta infatti di uno shooter multigiocatore online sulla falsariga di Left 4 Dead, in cui una squadra di sopravvissuti deve attraversare diverse mappe riboccanti di zombie. In compagnia di alcuni membri del team, alla GDC 2019 abbiamo provato la mappa ambientata a Gerusalemme (una delle location finora annunciate, assieme a New York e Mosca). Pur non avendo una classica campagna, ciascuna mappa racconterà la storia di un diverso gruppo di sopravvissuti attraverso tre atti, ma ciascuno scenario verrà generato in maniera procedurale così da poter essere rigiocato più e più volte. La modalità PVE per quattro giocatori ruota tutta attorno a un semplice sistema di classi: il Tiratore (Gunslinger) è il classico soldato tuttofare, in grado di utilizzare diversi tipi di armi e di dare una direzione tattica al gruppo, segnalando punti d'interesse sulla mappa; a lui si affiancano l'Evil Dead (Hellraiser), specializzato in esplosivi e mine con cui segnare il perimetro; il Coordinatore (Fixer), che funge da supporto stealth e migliora l'attacco e la difesa del team; lo Sterminatore (Slasher) è un tank armato di machete, mentre il Disinfestatore (Exterminator) si occupa di controllare e ridurre il numero di zombie con fucili, molotov e altre armi devastanti; infine c'è il Cerusico, che il classico medico di supporto impegnato a curare i propri compagni stando attento a non lasciarci le penne nel frattempo.

World War Z 1

Raccogliendo armi e risorse per la mappa, bisogna spostarsi da un checkpoint all'altro fino alla fine del percorso, sopravvivendo ad agguati e ondate sempre più pericolose di zombie. Sviluppato nell'arco di due anni e mezzo, il motore alla base di World War Z ha permesso a Saber Interactive di avere fino a 500 zombie a schermo, e il risultato si vede: se Days Gone avesse una modalità multiplayer sarebbe probabilmente molto simile. Prepararsi a nuove ondate di zombie, comunicare col team, restare uniti ed essere pronti a soccorrere i compagni in pericolo è fondamentale, mentre l'adrenalina è alle stelle quando si cerca di tenere a bada una folla composta da centinaia di velocissimi e affamati non morti. Per aggiungere varietà all'esperienza, il team si è preso diverse libertà creative sull'originale World War Z, includendo ad esempio nuove tipologie di zombie non presenti nell'originale. Oltre ai classici nemici che fungono da carne da macello e compongono gran parte delle orde, c'è l'immancabile gigante, assai resistente e in grado di atterrare un membro del team con una carica inarrestabile, oppure il fastidioso stalker, zombie che rimane nascosto dietro gli angoli finché non ci si avvicina troppo. Pur non aggiungendo nulla di particolarmente originale alla formula, World War Z sembra offrire un'esperienza solida da ogni punto di vista: viene incoraggiato il gioco di squadra, la tensione è sempre alta e le mappe sembrano avere un ottimo ritmo, col sistema di progressione che riguarda sia i perk del personaggio che i potenziamenti delle armi che è possibile trovare durante in giro per lo scenario. Alla modalità PvE si affianca anche una competitiva: abbiamo provato la cosiddetta PvPvZ sfidando un altro team in un classico king of the hill. L'obiettivo è quello di conquistare una zona della mappa e mantenerne il controllo il più a lungo possibile, ma a differenza della modalità PvE, stavolta il team è invogliato a dividersi (magari in gruppi da due), così da coprire più percorsi e sorprendere la squadra avversaria alle spalle. Il tutto mentre bisogna anche avere a che fare con gruppi di zombie pronti ad attaccare indistintamente l'uno o l'altro team.

World War Z 3

Forse non sarà quel nuovo Left 4 Dead che i fan del gioco Valve chiedono da diversi anni, eppure World War Z sembra avere tutte le potenzialità per coprire quel vuoto. Con le sue impressionanti orde di zombie, quella messa in piedi da Saber Interactive promette essere un'esperienza adrenalinica e ideale per brevi e veloci sessioni in compagnia cooperativa o competitiva. E poi, dopo il fiasco che è stato Overkill's The Walking Dead, si può fare solo meglio.

CERTEZZE

  • Enorme focus sul gioco di squadra
  • Fronteggiare le orde di zombie è divertente e terrificante
  • Divisione in classi semplice ma efficace

DUBBI

  • La modalità competitiva sembra decisamente meno ispirata
  • In quanto a meccaniche, nessuna particolare novità rispetto ad altri giochi dello stesso genere