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Del perché Apple e il mondo intero non possono non produrre in Cina

Una questione fangosa

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   20/04/2012

Quando si parla del perché la produzione di tecnologia (e non solo) sia stata praticamente spostata in blocco in Cina, si tirano in ballo sempre gli stessi argomenti: possibilità di sfruttare i lavoratori, minor costo degli stessi, regole meno restrittive, meno polemiche in caso di suicidi e così via. Insomma, sembrerebbe essere il mondo dorato di qualsiasi multinazionale, che può produrre a costi comunisti per rivendere a prezzi capitalisti a un'utenza abbastanza disinteressata a queste problematiche, tanto da non creare oscillazioni sensibili del mercato in caso di scandali. Ma c'è di più.

Pare che uno dei fattori determinanti per cui Apple e altri produttori non possono più rinunciare alla Cina w all'ormai onnipotente Foxconn ,sia un fango particolare, dal quale si ottiene un materiale essenziale per i moderni apparecchi. Ecco, la Cina detiene tra il 95 e il 97% della produzione di quel materiale, usato nelle batterie agli ioni, nei monitor, nei magneti e così via.

La situazione è preoccupante a tal punto che Barack Obama ha espresso ufficialmente le sue rimostranze alla WTO (World Trade Organization) e due compagnie hanno iniziato a cercare il suddetto materiale in California e Austria. La storia umana non cambia mai: prima ci si rende ricattabili e ci si fa prendere per i testicoli, per parafrasare il titolo di Kotaku, poi ci si rende conto del problema ma ci si ritrova nell'impossibilità immediata di dare risposte adeguate nel breve periodo. Insomma, gira gira è sempre una questione di fango.

[Aggiornamento] Ci segnala l'utente longos98 tra i commenti che il materiale in questione si chiama coltan e che è sparso in tutto l'oriente, non solo in Cina.

Fonte: Kotaku