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Assassin's Creed III, nuovi dettagli sull'ambientazione

Non sarà l'America che conosciamo, quantomeno non ancora

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   09/05/2012

In un'intervista rilasciata a Official PlayStation Magazine UK, Matt Turner, lead writer per Assassin's Creed III, ha parlato dell'ambientazione e del periodo storico rappresentati nel gioco, nonché delle difficoltà, in termini narrativi, nell'evitare che una delle due fazioni in lotta venisse dipinta come quella "cattiva".

"E' buffo che alcuni fan inglesi non si trovino a proprio agio a uccidere, nel gioco, i propri antenati. Credo sia ironico perché non è che uccidere gli antenati di qualcun altro possa essere ritenuto 'giusto', invece. C'erano soldati britannici anche nel primo Assassin's Creed, tra le fila dei Crociati: era lecito ucciderli?", ha detto Turner.

Quanto al protagonista, Connor, "Era importante che si ponesse al di fuori del conflitto. Non è un britannico o un colone, ha i suoi motivi per fare ciò che fa, il suo proprio percorso che si interseca con la rivoluzione." Un altro aspetto chiave di Assassin's Creed III, secondo Matt Turner, riguarda il fatto che il gioco si svolge nel periodo della guerra d'indipendenza americana, ma le vicende non vertono esclusivamente attorno a tale evento. "La storia parla di Assassini e Templari, innanzitutto. I Templari mettono le loro sudice mani dappertutto, dunque Connor non sta dalla parte di una fazione piuttosto che di un'altra. Combatterà i Templari da qualsiasi parte si trovino, e loro saranno dappertutto."

Riguardo le popolazioni coinvolte nello scontro, Turner ha una visione abbastanza chiara e ci tiene a sottolinearla: "La verità è che l'America non è esistita fino al 1783, ed è proprio allora che il nostro gioco termina. (...) Non si trattava di uno scontro fra americani e inglesi, dunque, ma fra inglesi e inglesi, e sulla questione vogliamo essere chiari. Non troverete nel gioco concetti assimilabili al patriottismo americano, bensì alla libertà, alla comunità e a come le persone venivano trattate in quel tipo di situazione, al loro desiderio di trovare una propria identità. Penso siano concetti universali, validi per chiunque."

Fonte: Official PlayStation Magazine UK

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