Where Winds Meet, dove i venti si incontrano: il nuovo action RPG free-to-play prodotto da NetEase Games suggerisce già dal titolo quelli che sono i presupposti narrativi di un'avventura indubbiamente ambiziosa, che punta a portare su PS5 e PC i cardini del genere Wuxia in una maniera forse mai così convinta e appassionata, sul cui cammino però non mancano gli inciampi.
Il gioco sviluppato da Everstone Studio alterna infatti paesaggi estremamente suggestivi e storie dall'indubbio sapore orientale a interazioni ambientali tentennanti e a problematiche tecniche che rivelano già nelle prime ore un andamento fortemente altalenante, capace di passare da sequenze di grande impatto artistico a soluzioni vecchie di un paio di generazioni.
Vento, terra e fiamme: la trama di Where Winds Meet
Il racconto di Where Winds Meet comincia in maniera spumeggiante, mettendoci al comando di un abile spadaccino determinato a difendere il neonato che tiene fra le braccia dall'attacco di un misterioso gruppo di mercenari: attraverso una serie di sequenze frenetiche e spettacolari, il guerriero riesce a sconfiggere anche il comandante delle truppe nemiche, ma la vittoria arriva a caro prezzo.
A questo punto la storia va avanti di diversi anni e ci viene chiesto di utilizzare il potente editor del gioco per donare un aspetto a quel bambino ormai divenuto adulto, cresciuto insieme agli "zii" in un contesto decisamente tranquillo, ma nonostante tutto addestrato per affrontare l'eventuale ritorno di quella stessa minaccia che immancabilmente si ripresenta, dando il via a una serie di eventi drammatici.
La campagna di Where Winds Meet è attualmente composta da soli due capitoli, ma vanta contenuti che vi terranno impegnati per un minimo di trenta ore laddove decidiate di procedere in maniera veloce, prestando poca attenzione alle pur numerose attività collaterali e alle missioni secondarie a cui è possibile accedere dalla mappa, che per il momento è composta dalle regioni di Qinghe e Kaifeng.
Trattandosi di un live service, l'intenzione degli sviluppatori è ovviamente quella di espandere l'esperienza con nuove storie, nuovi personaggi e nuove ambientazioni, ed è probabilmente questo il motivo per cui il racconto non raggiunge la conclusione che avremmo immaginato, utilizzando il primo capitolo come una corposa introduzione e il secondo come la prima, vera missione di un protagonista ormai consolidato, temprato dalle battaglie e dal dolore.
Al di là dei discorsi relativi alla struttura, il comparto narrativo di Where Winds Meet purtroppo non brilla, mettendo in campo una serie di ingenuità e soluzioni controverse che solo nei suoi momenti più intensi riescono a riprendere il discorso affrontato durante la fase iniziale, lasciando la sensazione di un'opera parecchio "spezzettata" e poco coerente anche e soprattutto a livello produttivo.
C'è senza dubbio di mezzo una questione di sensibilità e di culture differenti, ma anche sul fronte interpretativo ci si imbatte in qualche criticità di troppo, con diverse prestazioni "enunciative" da vecchissima scuola, il doppiatore del protagonista in versione maschile affetto da sigmatismo e diversi glitch legati ai dialoghi in inglese, che ogni tanto saltano o si sovrappongono. E no, non ci sono i sottotitoli in italiano, il che appesantisce un po' tutto.
Gameplay, fra single player e multiplayer
Where Winds Meet può essere giocato da soli oppure in multiplayer, con sessioni cooperative aperte alla partecipazione di quattro giocatori, ma non perfettamente integrate nella campagna, pensate per lo più come risorsa accessoria laddove si desiderino affrontare determinate sfide in compagnia di altri utenti, incontrati magari nello spazio MMO condiviso che il gioco mette a disposizione in cross-platform.
Accedendo a questa parte dell'esperienza è possibile a un certo punto cimentarsi con le modalità competitive, che sono già discretamente numerose: si va dagli scontri uno-contro-uno ai combattimenti di squadra, dalle meccaniche di invasione agli eventi, passando infine per una vera e propria battle royale per cinquanta partecipanti che si svolge in una grande arena che si "restringe" man mano.
Ad ogni modo, come detto, è possibile cimentarsi con il gioco anche in solitaria, portando a termine le diverse missioni principali e perseguendo la crescita del protagonista verso livelli di esperienza sempre più alti: un fattore che in alcune occasioni si pone come un requisito fondamentale per poter proseguire con la storia ("raggiungi il livello X per accedere a questa missione") e che ci mette di fronte all'immancabile fenomeno del grinding, che gli appassionati di produzioni free-to-play ben conoscono.
Pur al netto di un'interfaccia parecchio affollata, sebbene fortunatamente non ai livelli di molti MMORPG asiatici, che include gli immancabili rimandi a premi e ricompense da riscattare ogni due per tre e una gestione caotica del loot che finisce per renderlo davvero poco interessante, bisogna ammettere che l'esperienza messa a punto da Everstone Studio non pone vincoli davvero stringenti né paywall invalicabili lungo il nostro cammino.
Da questo punto di vista, il sistema di combattimento di Where Winds Meet chiarisce ulteriormente l'approccio scelto dagli sviluppatori, mettendoci sì a disposizione abilità dotate di cooldown e un semplice sistema di consumabili, ma ponendo l'enfasi soprattutto sulle manovre d'attacco e soprattutto di difesa che è possibile eseguire durante gli scontri, inclusa la possibilità (eventualmente assistita) di deflettere i colpi dei nemici in stile Sekiro: Shadows Die Twice.
Ci sono dunque i livelli di potenza e sulla mappa troveremo inevitabilmente avversari di grado superiore al nostro, ma sconfiggerli risulterà tutt'altro che impossibile proprio per via dell'enfasi che gli autori hanno posto sulla capacità del giocatore di farsi valere e di sfruttare al meglio il repertorio del personaggio, che include in effetti una gran quantità di manovre e possibilità.
Dalle combinazioni di attacco leggero e pesante ai colpi caricati, dalle tecniche speciali (che vanno apprese completando determinate attività, vedi il Tai Chi) a quelle legate alle sette diverse armi che avremo modo di impugnare nel corso della campagna, equipaggiandone eventualmente un paio da alternare anche rapidamente nel mezzo di una battaglia, per arrivare infine alle parate e alle schivate, l'impianto appare discretamente vario e divertente da utilizzare.
Sono presenti ovviamente degli scontri con i boss, alcuni notevolissimi sul piano artistico ma caratterizzati da soluzioni che tendono un po' a ripetersi, a causa dei pattern offensivi tutt'altro che complessi a disposizione dei nemici, che basta memorizzare per poter poi partire con degli affondi finché la loro corposa barra della salute non raggiunge lo zero.
I combattimenti rappresentano senza dubbio la parte più pregiata di un'esperienza che nella sua connotazione open world si perde un po' per strada, alternando attività più o meno significative, spesso ampiamente già viste, ma soprattutto mettendo in evidenza una palese mancanza di rifinitura nelle interazioni con gli scenari.
A incidere sul gameplay è in particolare il fatto che la qualità anche tecnica del gioco sia soggetta a improvvisi picchi negativi, fra texture che non vengono caricate, clamorosi rallentamenti e azioni che richiedono diversi secondi di troppo per essere eseguite, vedi ad esempio l'immancabile attraversamento di un passaggio ristretto.
Una realizzazione tecnica fra alti e bassi
Come spiegato in apertura, è soprattutto sul fronte grafico che Where Winds Meet non riesce a tenere testa alle proprie ambizioni, alternando immagini meravigliose e soluzioni fortemente datate, paesaggi suggestivi e dungeon che sembrano usciti da una PS3. La coerenza e la solidità delle rappresentazioni non raggiunge minimamente i livelli di cui vi abbiamo parlato nella recensione di Ghost of Yotei, tanto per restare in Oriente, ma non c'è dubbio che gli sviluppatori abbiano provato a realizzare qualcosa di notevole, specie per un free-to-play.
Lo "stacco" qualitativo fra determinate sequenze e attività è evidente, la resa visiva dei personaggi risulta altalenante, pilotare l'interfaccia con il DualSense si conferma davvero macchinoso, ma sono soprattutto i glitch e i problemi legati alle prestazioni su PS5, tra fenomeni di pop-up e rallentamenti, a restituire l'idea di un prodotto che ha bisogno ancora di parecchie attenzioni e che sicuramente verrà levigato nel corso del tempo, vista la sua natura di live service e un'impostazione che già spinge verso future espansioni della storia e dei contenuti.
Conclusioni
Where Winds Meet è capace di portare sullo schermo immagini davvero suggestive e una rappresentazione del genere Wuxia assolutamente convinta e appassionata, ma tutto questo attraverso un percorso a dir poco altalenante, fatto anche di interazioni ballerine, glitch, rallentamenti e stacchi qualitativi clamorosi fra un'attività e l'altra. Pur al netto di alcune ingenuità, l'impianto di base tuttavia è solido e consentirà agli sviluppatori di costruire qualcosa di notevole da qui ai prossimi mesi, visto che ci troviamo solo all'inizio di un viaggio potenzialmente meraviglioso.
PRO
- Sistema di combattimento solido e variegato, anche in PvP
- Una rappresentazione appassionata del genere Wuxia
- Il comparto tecnico e artistico vanta alcuni momenti notevolissimi
CONTRO
- Si passa spesso da cose bellissime a cose bruttissime
- Tutto il sistema di interazioni ha bisogno di una lucidata
- Cooperativa "accessoria" e limitata