I difensori di Gearbox e Sega nella class action nata contro le pubblicità ingannevoli di Aliens: Colonial Marines hanno dichiarato le accuse fondate sul nulla.
La causa, intentata alla corte californiana da Edelson LLC, afferma che i primi video di gioco di Aliens: Colonial Marines erano ingannevoli.
Il punto, come sottolineato da Gearbox in un messaggio ufficiale, dove si è affermato che lo sviluppatore sta continuando a lavorare a patch per il gioco, è che se la class action venisse accettata e portasse a una condanna, nessuno sviluppatore potrebbe più rilasciare materiale promozionale prima dell'uscita di un gioco, perché qualsiasi taglio resosi necessario in fase di sviluppo potrebbe portare a una causa simile.
Basterebbe prendere il caso di BioShock: Infinite come esempio, i cui primi filmati di gameplay mostravano elementi che poi sono stati completamente tagliati dal gioco finale.
Insomma, se si vogliono avere aggiornamenti sui giochi mesi prima dell'uscita effettiva, bisogna anche accettare che alcune cose mostrate possano essere tagliate (per scelte di design, per rispettare le tempistiche o per mille altri motivi) e che, in sostanza, i prodotti finiti possano essere diversi da quelli inizialmente intuibili dai filmati.
Paradossalmente poi, non è il caso di Aliens: Colonial Marines purtroppo, a rimetterci potrebbe essere anche la qualità dei titoli stessi. Immaginate se uno sviluppatore fosse costretto a mantenere, perché mostrata in un filmato, una feature che pensava buona in fase di progettazione, ma che in fase di realizzazione si è dimostrata debole o, peggio, negativa per gli equilibri del gameplay. Chi ci rimetterebbe?
Fonte: CVG